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Autore: Bibby    23/01/2010    6 recensioni
Se qualche mese fa mi avessero chiesto che cosa avrei fatto in futuro, io avrei avuto una risposta idilliaca e perfetta più che pronta: avrei terminato il liceo, col mio fidanzato Andy, sarei andata alla Brown, con Andy, mi sarei sposata, con Andy, e sarei diventata una di quelle casalinghe ricche sfondate che passano il tempo con le amiche single e scatenate facendo a gara a chi ha la Louis Vouitton più bella, facendole schiattare di invidia per avere un marito così perfetto. Già, stupendamente perfetto, come la mia vita, e anche -modestia a parte- come me: Charlie Wright, diciassette anni, figlia di un imprenditore e di una pop star degli anni ottanta morta di overdose quando avevo tre anni, mediamente carina, ma nonostante questo fidanzata dalla prima elementare con Andy Brown, uno dei bellissimi gemelli Brown, i due ragazzi più affascinanti dell’istituto. Che cosa avevo da lamentarmi? Boh, questo non lo so, ma il mio destino doveva essere segnato da qualche parte nel cielo, perché quella sera, a casa Brown, tutto incominciò a cambiare...
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

 

-Buon compleannoooo!- La voce di Millah raggiunse prepotentemente le mie orecchie, allontanandomi definitivamente dal mondo dei sogni, al quale sarei voluta rimanere ancorata in eterno: erano due giorni che restavo in casa, a deprimermi, con Millah e Beck come uniche compagne, e quel giorno, oltretutto, compivo diciotto anni.

-Voglio dormire...- Mugugnai, rivoltandomi sotto le  coperte, mentre quella pazza della mia migliore amica iniziò a farmi il solletico ed io fui costretta a sollevarmi a sedere, guardandola in cagnesco.

-Dai scema, vai a prepararti, che sotto ci sono tutti quanti ad aspettarti per la colazione...- Mi disse, sorridente; da dopo il mio tentativo di fuga, mi riempiva di attenzioni: forse si sentiva in colpa per avermi trascurata, ma io ero decisa a farle capire che lei non c’entrava nulla con quella storia e così, seppur forzatamente, le sorrisi di rimando.

-Tutti?- Chiesi, leggermente preoccupata

-Sì, vai su!- Rispose, spingendomi verso la porta del bagno, che si trovava accanto alla mia camera.

Dopo essermi fatta velocemente una doccia fredda ed essermi asciugata i capelli alla bell’e meglio, uscii dal bagno, ancora avvolta in un candido asciugamano e trovai sul mio letto un bellissimo vestito blu, in lino, piuttosto corto e con dei graziosissimi fiorellini bianchi ricamati su ogni parte.

Lo presi in mano, delicatamente, riflettendo che probabilmente chi me l’aveva regalato doveva conoscere molto bene i miei gusti e per questo si trattava sicuramente di Millah o papà, gli unici che avevano l’ardire di farmi regali di quel genere, sapendo quanto poco sopportassi la moda e tutto ciò che vi era connesso.

Indossai il vestito, semplicemente perché sapevo che così avrei fatto un piacere a tutti, e scesi al piano di sotto, dove un’allegra comitiva mi aspettava per fare colazione tutti assieme. 

Arrivata in soggiorno e scrutai con attenzione i presenti, alla ricerca di un volto che purtroppo non c’era: Beck, Millah, April, Matt, Tod e persino il timido Colin erano tutti lì ad aspettarmi con un gran sorriso sulle labbra, ma lui, Jess, l’unica persona che desideravo vedere, non era in quella stanza.

-Buon compleanno, Charlie!- Urlarono in coro, ed io accennai un sorriso poco convinto; non ero brava a fingere.

Millah mi prese per un braccio, portandomi davanti al tavolo della sala da pranzo, riccamente imbandito con leccornie di tutti i tipi. Prima tra tutti, si notava un’enorme torta rosa con su scritto “Auguri Charlie!” sulla quale troneggiavano diciotto candeline dello stesso colore, fieramente lampeggianti alla luce del mattino.

-Tanti auguri a tee!- I miei amici iniziarono a intonare quella stupida canzoncina ed io, arrossendo, mi accinsi a soffiare sulla torta, quando il rumore di un campanello che suonava, interruppe quell’idilliaco quadretto.

Subito Beck corse alla porta e non potrò mai dimenticare la sua faccia stupita, quando un Jess sorridente e bellissimo apparve dalla porta e il mio cuore perse un battito nel constatare che non era solo un’allucinazione.

Infatti, mentre tutti i presenti, ad esclusione di Millah che probabilmente sapeva già qualcosa, ammutolirono, lui si diresse verso di me e, senza dire una parola, mi prese la mano  e mi condusse fuori dalla porta, in modo così sicuro e veloce che non ebbi nemmeno il tempo di replicare.

-Auguri!- Mi sussurrò, quando fummo in giardino, avvicinandosi al mio orecchio e facendomi rabbrividire, per poi afferrare un casco appeso alla sua bellissima moto nera e piantarmelo in testa, senza dare spiegazioni.

-C-che stai facendo?- Chiesi, timorosa, nel vederlo così sicuro e allegro: credevo fosse ancora arrabbiato con me a causa del nostro litigio all’aeroporto, eppure lui sembrava sereno e stranamente premuroso.

-Sali!- Ordinò dolcemente, fissando i suoi occhi nei miei, ed io non potei fare a meno di ubbidire affascinata dai quei due pozzi intensi ed espressivi.

Mi aggrappai saldamente alle maniglie posteriori della moto, mentre lui mise in moto e accelerò forte, costringendomi ad avvinghiarmi al suo torace muscoloso.

-Rallenta, stupido!- Scandii, lottando contro il rombo isterico del motore per farmi sentire.

I miei sforzi, però, furono evidentemente vani, oppure lui non volle rispondermi, perché continuò a guidare, imperturbabile, verso una meta sconosciuta.

Quando rimisi i piedi a terra, un poco sconvolta dalla folle corsa che avevo appena subito, mi ritrovai davanti ad un edificio bianco e un po’ vecchiotto  e un forte odore di ciliegie mi invase le narici.

-Questo è...- Iniziai a dire, sorridente, ma Jess non mi diede il tempo di rispondere, posando le mie labbra sulle sue.

Fu un bacio lento e dolce, e, mentre lui accarezzava delicatamente le mie labbra con le sue, mi ritrovai a rivivere le stesse sensazioni del mio primo bacio: tutto, dalla sua bocca così premurosa, alla tenera stretta delle sue mani sulla mia vita, mi sembrava completamente nuovo; non ero affatto abituata ad un Jess così affettuoso e romantico. Per la prima volta mi sentii viva, inebriata dal profumo del ciliegio e dal suo tocco leggero su di me.

Mi strinse più forte tra le sue braccia, prima di staccarsi lentamente dalle mie labbra e prendermi la mano.

-Aspetta, prima voglio mostrarti una cosa.-Mi disse, sorridente, avviandosi verso il portoncino malconcio della scuola elementare. -Entra, è aperto!-

-Mh- Annuii, seguendolo, e presto mi ritrovai nel familiare luogo dove tutto era iniziato: era qui, infatti, che circa dodici anni prima avevo conosciuto Jess ed Andy, incominciando inconsapevolmente la storia che avrebbe cambiato la mia vita.

Salimmo al piano di sopra, bene attenti a non inciampare nel ciarpame che si era accumulato nell’edificio, da anni inutilizzato.

-Ti ricordi vero, l’aula di storia?- Mi sussurrò all’orecchio, improvvisamente vicino, facendomi rabbrividire e provocando l’istantanea accelerazione dei battiti del mio cuore.

-Sì!- Risposi, con un sorriso. L’aula di storia era stata il teatro del nostro primo incontro, quando, in prima elementare, avevo visto spuntare dalla porta due bimbetti sorridenti e avevo capito che non sarei mai stata sola.

-Secondo piano, corridoio centrale, la terza stanza a destra.- Disse a bassa voce, tenendomi ancora stretta la mano.

Io continuai a seguirlo, ben sapendo che non era la cosa giusta da fare: non avrei dovuto passare il giorno del mio compleanno con il fratello gemello del mio ex ragazzo, che, tra l’altro, non provava nulla per me.

Entrati nell’aula, notai con stupore che sul pavimento era steso un grande piumone blu, cosparso di fiori di ciliegio, e, in un angolo, posata su un piatto, vi era una piccola torta al cioccolato con diciotto candeline ancora spente sopra.

-Buon compleanno, piccola Charlie!- Mi disse, attirandomi a sè e baciandomi con passione.

Io lo assecondai, meravigliata che uno come Jess avesse potuto fare tutto questo per me, ma poi mi resi conto che non era la cosa giusta da fare e mi staccai bruscamente.

-P-prima, mangiamo la torta!- Dissi, un po’ balbettante, sedendomi a gambe incrociate sul piumone e invitando anche Jess a fare lo stesso.

-Ok!- Mi disse, e in un attimo prese dalla tasca il suo accendino ed iniziò ad accendere distrattamente le candeline, quasi dispiaciuto. -Soffia, su!- Mi disse, mettendomi la piccola torta davanti, quando ebbe terminato il suo lavoro. Io mi accinsi ad obbedire, ma lui mi interruppe nuovamente, mettendosi a sussurrarmi nell’orecchio“Tanti auguri a te!”, facendomi rabbrividire.

Finalmente spensi le candeline e, con loro, anche la mia coscienza andò in fumo: dopo che ebbi assaggiato il dolce, Jess mi baciò le labbra, ancora sporche di crema al cioccolato, e mi strinse forte tra le sue braccia.

-Charlie...- Mormorò, con voce roca e eccitata, iniziando a slacciare i bottoncini che chiudevano il mio vestito.

-Jess...- Lo interruppi, irrigidendomi e guardandolo intensamente. -Prima devo sapere quello che provi.- Dissi, esitante, sperando che lui capisse quello che intendevo.

Sapevo benissimo che non saremmo riusciti a fermarci una volta iniziato tutto e, ovviamente, non volevo avere la mia prima volta con un ragazzo che nemmeno mi amava.

-Io... ti desidero?- Chiese, dubbioso, mentre il mio sguardo lampeggiò di delusione.

-Non è abbastanza, Jess.- Sussurrai, ancora stretta al suo petto muscoloso.

-Io...- Disse, ma poi si fermò, guardandomi impaurito. -Non l’ho mai detto a nessuna.-

-Jess, sei un bellissimo ragazzo e ho scoperto lati di te che mai avrei immaginato. Starai con tante ragazze e ne farai soffrire altrettante, ma io non voglio essere tra loro.- Risposi, gelida, posando un bacio sulla sua guancia liscia e facendo per alzarmi, quando lui mi bloccò per il polso, incatenandomi al suo sguardo di fuoco.

-All’inizio, era solo una stupida cotta. Insomma, avevo sette, otto anni, e tu eri l’unica cosa che appartenesse ad Andy e non a me. Ti bramavo nell’ombra, ma ancora con l’innocenza di un bambino.- Incominciò a dire, stringendomi ancora le mani e guardando in basso, come timoroso delle mie reazioni.-Dopo c’è stata l’adolescenza, verso i tredici anni ogni ragazzino ha un’ossessione, che può essere un’insegnante, una diva del cinema o semplicemente una ragazza qualunque, tu eri la mia ossessione, il mio unico scopo e non potevo fare altro che guardarti in silenzio o prenderti in giro nella stupida speranza di attirare la tua attenzione. Poi sono cresciuto, ho scoperto di piacere alle donne e stare con loro mi è servito da espediente per non pensarti, anche se ogni volta che le mie mani accarezzavano il corpo di qualcuna, il mio pensiero, inesorabilmente, fuggiva al mio piccolo, bellissimo sogno proibito.-

-Jess...- Mormorai, stupita dalle sue parole. Credevo di essere semplicemente un capriccio per lui, un ragazza qualunque con la quale passare il tempo, ma mi sbagliavo, mi ero sempre sbagliata, soffermandomi superficialmente solo all’apparenza.

-Infine c’è stata la festa a casa mia, dove Melanie ti ha costretta a baciarmi, e, per quanto sia stato breve quel contatto, ho capito che solo un millesimo di secondo con te mi dava sensazioni cento volte più forti di una notte con una qualunque ragazza. Solo quando ho visto Andy baciare Betty al ballo di primavera, però, ho capito che potevo provarci con te, perché lui non si meritava una persona tanto meravigliosa. E poi il resto lo conosci...-

-Oh...- Dissi, stupita: tutto mi sembrava così assurdo e irreale e non avrei mai immaginato che lui mi desiderasse da così tanto tempo.

-Io... Io ti... insomma non sono bravo coi sentimenti!- Ribatté, sorridendo, anche se proprio non riusciva a dirlo.

-Provaci, su!- Lo incoraggiai, stringendolo forte tra le mie braccia, benché mi superasse abbondantemente sia in stazza che in altezza.

-Io ti amo...- Sussurrò infine sul mio collo, facendomi rabbrividire di piacere e contentezza.

-Ti amo anch’io, stupido.- Risposi, allentando la stretta sulle sue spalle e allontanandomi lievemente, prima di baciarlo con passione.

Ben presto, però, si rivelò il solito di sempre, iniziando a condurre il gioco, torturandomi le labbra con i denti e con la lingua. Abbandonò poi la mia bocca, dedicandosi al collo: non avevo mai amato che Andy mi baciasse in quel punto, mi faceva sentire vulnerabile e mi provocava un po’ di fastidio, ma con Jess era diverso, lo sentivo divorare di baci la mia pelle ormai arrossata e non potevo che stringerlo a me ed assecondarlo ormai in balia dell’eccitazione.

-Voglio fare l’amore con te.- Sussurrai, ormai liberatami di ogni inibizione. Era questo l’effetto che Jess aveva su di me: era capace di farmi perdere totalmente il controllo e di farmi assaporare ogni attimo con la massima intensità.

-Sei sicura?- Mi chiese, staccandosi e guardandomi apprensivo. -Non voglio forzarti, te l’ho detto.-

-Si.- Dissi con un sorriso intenerito, non avevo mai visto un Jess così premuroso, mi affrettai a baciarlo, ma lui mi bloccò nuovamente. -Che c’è?-

-Non voglio che tu sia una delle tante, quindi, vuoi essere la mia ragazza?- Mi chiese, speranzoso.

-Certo.- Risposi, commuovendomi così tanto che le lacrime mi traboccarono fuori dagli occhi, bagnandomi le guance.

-Piangi, eh?- Fece ironico, catturando una mia lacrima col dito. -Ora ci penso io a farti smettere, ragazza nana di Jess!-

E iniziò a baciarmi dolcemente, accarezzando le mie labbra con le sue in una danza lenta e passionale. Mi slacciò piano i bottoni che chiudevano il vestito, toccandomi la schiena con le sue mani fredde, e baciandomi nel frattempo il lobo dell’orecchio.

Io sorrisi tra me, sfilandogli la maglietta che indossava e provocando un suo risolino, quando mugolai di piacere vedendo i suoi muscoli definiti e bianchi.

Iniziai ad accarezzargli il petto, soffermandosi sul suo cuore che batteva ansioso ed eccitato quanto il mio, ma, quando riuscì a liberarmi dal vestito, fu lui a prendere nuovamente in mano la situazione, adagiandomi delicatamente sul piumone e mettendosi a cavalcioni su di me.

-Ti amo.- Disse, prima di togliermi il reggiseno e scendere a toccarmi delicatamente il petto, facendomi mugolare di piacere. Mi sembrava solo un sogno, lo stare tra le sue braccia inebriata dal piacere, senza nemmeno più la cognizione del mio stesso corpo.

Si staccò da me, provocando un mio gemito di disapprovazione, e si tolse i pantaloni e i boxer, fissandomi spudoratamente negli occhi con aria di sfida. Io rabbrividii a contatto con quella visione stupenda: possedeva la grazia di un angelo e il fascino di un demonio, i suoi muscoli scolpiti erano illuminati dai raggi di sole che penetravano dalla finestra semi-aperta e, soprattutto, i suoi occhi mi fissavano come se, assurdamente, fosse lui a godere di una visione divina e non il contrario.

-Ti amo, Charlie.- Ripeté nuovamente, sfilandomi le mutandine e sfiorando lievemente la mia intimità, facendomi tremare dal desiderio. Sebbene da fuori sarebbe potuto sembrare un po’ affrettato, ero sicura che Jess fosse quello giusto e lo volevo, avevo voglia di sentirlo con ogni cellula del mio corpo.

Ricordandosi improvvisamente, di fronte al mio sguardo preoccupato, recuperò i jeans finiti sul pavimento ed estrasse un quadratino argentato, che aprì e calzò velocemente, mentre i suoi occhi erano lucidi di eccitazione e, questa volta ne ero certa, anche d’amore.

-Dimmelo se ti faccio male.- Sussurrò, entrando piano nel mio corpo, mentre io provai una fastidiosa sensazione di dolore al basso ventre. Gemetti piano, mentre Jess mi sussurrava mille “ti amo” nell’orecchio, rassicurandomi e cercando di essere il più delicato possibile.

Ben presto, però, il dolore si fuse al piacere, in un’ammaliante lotta di sensazioni e fu l’ultimo a vincere quando venimmo insieme, i nostri corpi diventati uno solo, così da non distinguere più chi fossi io e chi lui.

In pochi minuti, una valanga di sensazioni mi aveva travolto, stordendomi non poco: i ricordi si susseguivano confusi e al penetrante odore di ciliegia diffuso per la stanza, si mescolava quello maschile di Jess, che sapeva di tabacco e cannella.

Ero completa, finalmente, avevo capito che cosa fosse l’amore, che cosa volesse dire “noi”, contrapposto a quel “tu ed io” che avevo sempre vissuto passivamente, e lo capii sempre di più, quando Jess, stremato anche lui, si distese accanto a me, abbracciandomi in silenzio e poggiando le sue labbra ormai bollenti sul mio collo leggermente sudato per lo sforzo.

-Ti amo.- Gli dissi, prima di addormentarmi tra le sue braccia, sebbene fosse ancora pieno giorno.

Prima di assopirmi, pensai che il mio futuro era un grande e grosso punto interrogativo: non avrei frequentato un college decente, probabilmente non avrei mai fatto un lavoro che mi piacesse e sarei finita alle dipendenze di mio padre, col valore di poco più d’una segretaria. Alcuni amici non mi avrebbero più rivolto la parola e i conoscenti avrebbero spettegolato su di me; ma di tutto questo non mi importava niente. Perché, in fondo, sapevo di aver trovato la mia felicità, racchiusa in quegli occhi tristi e innamorati, che proprio in quel momento, mi guardavano sognanti.

 

Fine.

 

Angolo autrice:

 

Ciao! T.T Che emozione... scrivere la parola fine su questa storia, che rimarrà (per quanto sia un aborto) sempre un pezzetto di me. Spero che questo lieto fine a metà non vi abbia lasciato insoddisfatti, però non sono il tipo da perfetto finae da fiaba, proprio no...

Avevo in mente di postare un epilogo, ma la storia mi è sembrata completa già così, senza bisogno di ulteriori chiarimenti, ma, se ritenete che ce ne sia la necessità, fatemelo sapere e vedrò che cosa poss fare.

Prima di passare alla risposta alle recensioni, voglio dire un grazie speciale alla mia Franklin (innamorata___ su efp), che ho conosciuto proprio grazie a questa storia, questo capitolo è per te, Figlia dei Limoni XD

Ora tantissimissime grazie a:

-Vichy90 : Grazie del commento, mi ha fatto piacere sapere che hai sempre letto e spero che il finale non ti abbia deluso, un bacio e alla prossima storia (Spero!).

-XXX_Ice_Princess_XXX: Povero Jessino, già, ora finalmente si è dichiarato e vivranno per sempre felici e contenti! U.U

__piccola_stella_senza_cielo__:Non ti preoccupare, non devi scusarti! Solo che quando non vedo recensioni rimango un po' male XD Spero che la storia ti sia piaciuta :D

MiSs_Sun: Hihihi che carino Jess in lacrime! :D MA questa volta si è riscattato e ha finalmente ottenuto la sua ricompensa XD

- Devilgirl89:O.O Guarda che così mi monto la testa XD SOno contentissima che tu abbia recensito, anche se non l'avevi mai fatto... questo mi fa capire che in un modo o nell'altro le mie storie possono piacere un po' a qualcuno. Un bacio e alla prossima storia, spero!

-innamorata___: Tesorooo! Visto ti ho dedicato l'ultimo capitolo!! Ihihihi Te lo meriti, perchè questa storia ci ha fatto conoscere e come farei senza una suggeritrice di nomi come te?XDXD Spero che tu abbia apprezzato il finale, anche perchè c'è TAAAAAAAANTOOOOOOO Jess!XD

E ancora grazie a chi mi ha seguito e preferito, perchè anche quello mi ha dato tanto coraggio durante la pubblicazione, e infine:

 

Un grazie enorme a tutte le persone che mi hanno sostenuto in un modo o nell'altro in questa splendida avventura che si è rivelata Charlie Loves Twice, perchè è anche grazie a chi ha semplicemente letto che questa storia per quanto stupida e idiota è qui, in tutta la sua completezza.

Vi voglio bene, per davvero.

Tanti baci commossi

-Bibby-

   
 
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