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Autore: Robigna88    23/01/2010    3 recensioni
Castiel è sulla terra per la prima volta dopo migliaia di anni. Lì, in quel posto che non è casa sua, la sua unica "consolazione" è Allison. Lui la osserva da quando è nata, e si, la ama. Riflessioni di un Angelo che affronta la sua "umanità".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Amore della mia vita,

si lo so, è esagerato chiamarti così considerando che non esiste neppure un “noi”. Ma esiste per me e questo è abbastanza per spezzarmi il cuore e allo stesso tempo farlo battere più forte.
Ti amo, come non ho mai fatto prima. E non è un amore angelico, è un amore umano. Di quelli struggenti che ti spezzano il cuore ma senza i quali non sei capace di respirare.
Se fossimo in un’altra epoca, mi piacerebbe definire te la mia principessa, e definire me il tuo cavaliere, ma  non  siamo lì. Siamo qui all’alba del 2010, all’alba della fine dei nostri giorni.
Ed io, essere immortale, prego e spero ogni giorno, se non posso salvarti, di spegnermi insieme a te.
Perché lottare contro Lucifero, mio fratello, e guardare 6 miliardi di persone morire, mi fa meno paura dell’idea di perderti.
Di perdere te che sei cresciuta sotto i miei occhi. Di perdere te che sei stata il mio unico pensiero e la mia unica speranza, ancor prima che mi fosse concesso mostrarmi a te.
Ricordo il giorno in cui sei nata, Allison.. Ero delicatamente poggiato al muro della stanza di ospedale di tua madre, invisibile per tutti ma non per te.
Tu eri lì nella tua culletta, con le guance rosate e lo sguardo imbronciato.. forse già allora quel piccolo spazio che la culletta ti offriva era troppo poco per la tua immensità.
Ah… il tuo sguardo imbronciato. Era così strano per una bimba appena nata, ma era delizioso su di te.
Ricordo anche il giorno in cui hai avuto la tua prima cotta, il giorno in cui sei diventata una donna, il giorno in cui, contro ogni tua volontà sei dovuta crescere sotto il peso incombente del dolore che perdere i tuoi amati genitori ti aveva lasciato dentro.
E mentre tutto si muoveva veloce attorno a te, confondendoti e spaventandoti, tu crescevi Allison, crescevi.. E più tu diventavi grande più io ti amavo.
Tu, dolce, bellissima, sveglia ed indipendente creatura. Capace di far piangere, capace di far ridere, capace di mettere i brividi. Di mettermi i brividi..
E ogni volta che il tuo cuore andava in pezzi, anche il mio si spezzava.
Quasi come fossimo in perfetta sintonia, mi sentivo felice anche solo se sorridevi, e triste se piangevi anche solo per uno di quei romantici film d’amore che adori tanto.
Sapevo quando avevi bisogno di me.. Lo sentivo fin sotto la mia pelle. Venivo da te e tu stavi pregando: silenziosa e discreta sperando di non farlo a vuoto. Sperando che le mani giunte, il cuore infranto, le parole, fossero visti e ascoltate da qualcuno, e che in un modo o in un altro ti arrivasse un qualche segno che ti dicesse che non stavi implorando al vento.
Io mi avvicinavo a te e poggiavo la mano sulla tua spalla, o a volte sui tuoi profumati capelli. Avvicinavo le labbra al tuo orecchio e ti sussurravo “Andrà tutto bene. Stai tranquilla.”
E tu mi sentivi. Sapevo che, anche se non potevi vedermi, le mie parole giungevano a te in modi che allora mi erano misteriosi.
Ora lo so perché con te è sempre stato tutto semplice. Ora lo so perché quando ti parlavo tu mi “ascoltavi”. Accadeva perché, anche se mi era difficile ammetterlo, ti amavo Allison. Ti amavo di un amore che superava i confini ed i limiti. Di un amore che superava tutto il resto e non conosceva distanze.
Ti amavo di amore puro e non “celeste”.. Di quell’amore di cui ti amo ancora.
Si, io essere addestrato ad amare col cervello, ti amo col cuore.
Ti sto osservando ora. Stai pettinando i tuoi capelli prima di andare a letto, e la tua mente è un guazzabuglio di pensieri ed emozioni. Ti chiedi che ne sarà del mondo intero. Ti domandi se sarai in grado di salvare tutti, e profondamente, in un angolo della tua anima che spesso ti scordi di avere, tanto sei ligia al dovere, ti chiedi anche che ne sarà di te.
Riesco a sentirlo sai.. Il tuo cuore diviso in due. Da un alto la voglia di salvare tutti, e dall’altro la voglia di fuggire per salvare te stessa.
Tu credi che sia egoismo, e così prendi quella voglia e la trattieni dentro dimenticandotene.
Ma non è egoismo amor mio.. E’ solo istinto di sopravvivenza.
Molti al tuo posto sarebbero già fuggiti.. Persino alcuni dei miei fratelli l’hanno fatto.. E anche io avrei voluto.
Ma l’abitudine di mettere gli altri prima di tutto è una cosa che ci accomuna e così sono rimasto.
Stai cantando adesso. Una canzone triste, e i tuoi occhi piangono.
Perché piangi amore mio? Perché riempi i tuoi bellissimi occhi di tristi lacrime?
“Non è tristezza. E’ solo malinconia.” Sussurri piano nel silenzio della stanza.
Mi hai sentito meraviglia? Hai sentito la mia preoccupazione ed il mio dolore nel vederti così? E’ me che stai cercando di tranquillizzare?
No.. sicuramente stai semplicemente riflettendo ad alta voce, come fai sempre.
Ma mi piace pensare che la tua dolce voce sia destinata a me stavolta. D’altronde, sentirla è una delle cose per cui continuo a vivere.
Ti sei appena tolta la vestaglietta adesso.. E la tua pelle luccica sotto la luce della luna.
Oh Dio, quanto vorrei adesso strapparmi la grazia con le mie mani e farti mia. Tu non puoi immaginare il brivido che mi dai anche solo respirando.
Faccio un grosso respiro e ti osservo mentre ti sdrai e chiudi gli occhi addormentandoti all’istante.
Il tuo cuore batte piano, delicatamente.. in modo “elegante” se possibile. E i battiti arrivano alle mie orecchie riempiendole di un suono che io ritengo melodioso come la voce di una madre che canta al suo bambino.
Mi mostro ai tuoi occhi chiusi e sono sicuro che anche se dormi puoi “vedermi”.
Mi siedo delicatamente accanto a te, e il tuo modo di dormire, così rannicchiata su te stessa, mi fa sorridere ed intenerire.
Allungo la mano per accarezzare il tuo bellissimo viso, e la tua bocca si apre in un dolce sorriso. Probabilmente il freddo della mia pelle ti da sollievo in questa calda notte d’estate.
Disegno i contorni del tuo volto e resterei qui ad accarezzarti tutta la notte tanto sei bella.
Ma non posso restare. Il dovere mi chiama e il mio amore per te è solo il mio sogno proibito.
Il sogno di un angelo con un’anima umana.
Mi alzo e con un battito d’ali volo via. E nella leggera brezza che lascio nella stanza, lascio per te anche una parte di me. Prendila amore mio. Prendila e saremo “noi”.

   
 
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