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Autore: yachan    08/07/2005    3 recensioni
Eccomi con una nuova fiction su Doremì. Un sogno e una premonizione, che sia l'inizio di una nuova minaccia? Nuove avventure e nuovi guai attendono i protagonisti di Ojamajo Doremi (che trailer è? U_U')
Genere: Avventura, Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TRUST YOU

TRUST YOU

 

Cap.11  

 

 

Tu vedrai com'è bello sognare senza pensare…perchè ci sono sempre di più persone che sognano un altro mondo ridendo allo stesso modo

 

Con dolcezza

Al camminare

Il vento accarezza i miei capelli

 

non c'è nessun posto come il tuo per me

 

E tutto è

Uguale a ieri

Il pomeriggio passa lento

E quasi è notte qui

Non c'è nessuna novità

I miei occhi senza volere

Rimangono nei tuoi

E vogliono vedere quel che porterà

il futuro

la giustizia si estende davanti

nella tua vita ci sarà qualcosa

d'interessante

arriva senza timore

riempie il meglio

ogni istante

non temere mai il tuo destino

il tuo potere divino sempre ti aiuterà

Devi averne fiducia

E mai dubitare

Tu potrai trionfare

 

 

Aprì gli occhi...dove si trovava?
Si guardò intorno...niente, nessuna anima viva.
Chinò la testa triste, ma poi avvertì la presenza di qualcuno.
"Chi sei?"
Si girò di scatto e si trovò davanti a sé un ragazzo.
"Kotake"
Lo guardò stupito. Poi gli sorrise e allungò la mano verso di lui.
"Ti stavo aspettando..." disse dolcemente.
Il ragazzo fece per raggiungerla, ma un forte vento si intromise tra di
loro.
Il vento mosse i suoi capelli lunghi e la gonna del vestito bianco.
Poi uno sparo.
Una fitta e poi la perdita dei sensi.
Si lasciò cadere a terra, mentre sentiva la sua fine vicina.
Si accasciò sul suolo.
E poi di nuovo buio.

 

 

-         Bene, e adesso facciamo pausa- disse il regista.

-         Brava, Onpu, sei stata fenomenale- disse uno dei tecnici.

-         Eh, eh, grazie- sorrise.

-         Senti Onpu- disse la madre raggiungendo la figlia- Ho sentito dire che qui vicino c'è una bella spiaggia non troppo affollata…Il regista mi ha detto che ci puoi andare nella pausa.

-         Ah, bene- disse Onpu contenta- Mi ci voleva un po' di relax.

Onpu prese le sue cose e si mise degli occhiali da sole e un capello per coprirsi da sguardi indiscreti.

Camminò per un po', fino a giungere alla spiaggia. Guardò incantata il mare e si tolse gli occhiali.

-         Lo so che sei lì, Toru- disse senza girarsi.

-         Eh?- un ragazzo sbucò da dietro la roccia- Come hai fatto a scoprirmi?

-         Diciamo che sarai pure un mago, ma non sei per niente bravo nei travestimenti- disse Onpu girandosi- E' tutta la mattinata che mi segui, che cosa vuoi?

-         Niente- disse Toru.

-         Ah, sì? E allora mi spieghi il tuo pedinamento a cosa è dovuto?

-         Non ti stavo pedinando…ero qui in giro per puro caso.

-         Già, raccontala ad un'altra persona- disse appoggiando la borsa sulla spiaggia- In ogni caso adesso lasciami in pace, che voglio riposarmi.

-         Eh? Non posso rimanere qui? Non ti darò nessun disturbo.

-         Senti, oggi non è giornata- disse leggermente irritata.

-         Cos' hai?- chiese il ragazzo dai capelli azzurri.

-         Niente!

-         Non sembrerebbe…

-         Oh, insomma Toru, lasciami in pace, per favore!- disse innervosita dall'insistenza del ragazzo.

-         D'accordo, come vuoi- disse un po' triste e allontanandosi lentamente.

Onpu si sdraiò sull'asciugamano che aveva appoggiato sulla sabbia.

"Forse sono stata un po' dura con Toru"- pensò Onpu- "Ma in fondo, adesso non me la sento di dargli spiegazioni del mio comportamento. Da quando siamo andate nell'altra dimensione, non mi sento più sicura. Temo che prima o poi ci succederà qualcosa…"

Onpu provò a ricordare il momento in cui si era trovata sola, nel buio di quella stanza dell'altra dimensione. Uno specchio le si era parato davanti con la sua immagine riflessa. Ma non era lei, o meglio era lei ma senza divisa da apprendista strega. Si avvicinò per vedere meglio, ma scomparve quell'immagine per riapparirne un'altra. Era una donna e un uomo. Sorridevano e la salutavano, mentre pian piano si allontanavano.

-         Mamma, papà!- gridò Onpu spalancando gli occhi.

Sbatté più volte le palpebre, mentre cercava di riprendere il normale ritmo di respiro.

"Mi sono addormentata"- si tolse gli occhiali da sole e si mise seduta- "E' ora di tornare indietro"

Si alzò e sistemò le sue cose. Si diresse poi verso l'accampamento, dove c'erano tutti.

-         Onpu cara, per fortuna stai bene!- disse la madre venendole incontro e abbracciandola forte.

-         Mamma, che succede?- chiese preoccupata Onpu.

-         Pochi minuti dopo che te ne sei andata, il camper per le riprese ha iniziato a prendere fuoco. C'è voluto un bel po' per domare le fiamme.

-         Ma state tutti bene, vero?

-         Sì, ma la maggior parte degli attrezzi e le riprese che hai fatto, erano lì dentro. Sono tutte bruciate ora.

-         Alcune cose si sono salvate per fortuna- disse il regista, venendole incontro- Però, non potremmo concludere le riprese, senza l'adeguata attrezzatura. Quindi, nel frattempo che aspetteremo che gli altri operatori ci portino il materiale, ci fermeremo per un po' qui presso un hotel.

-         Abbiamo già preso accordi con il proprietario, che ha subito riservato le nostre stanze- continuò la madre.

-         Ah, bene.

-         Mi scuso per l'inconveniente, ma vedrete che termineremo tutto entro il tempo prestabilito.

-         Non importa- disse Onpu cercando di sorridere- E poi, ne potrò approfittare per fare un giro.

-         Bene. Adesso vi saluto che vado ad aiutare gli altri operatori- disse il regista allontanandosi.

-         Sai cara?- disse la madre alla figlia- Il fuoco era molto alto e con il vento che tirava, credevamo che non si sarebbe più spento- le sorrise- Ma poi quasi come per magia, si è spento.

-         Davvero?- disse sorpresa Onpu, mentre di sfuggita guardò dietro di loro di alcuni metri. Un ragazzo la stava guardando nascosto dietro un albero, ma poi si accorse dello sguardo di Onpu e si nascose bene.

"Toru? Sarà stato lui a spegnere le fiamme, mentre io non c'ero…"

Onpu si limitò a sorridergli e si allontanò con la madre. 

 

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-         Ahhh- sospirò triste Hazuki.

-         Che ti prende Hazuki?- chiese una sua compagna di classe.

-         Niente…è che…- scosse la testa- No, niente.

-         Mh? Fammi indovinare…c'entra per caso quel tuo compagno d'infanzia? Se non sbaglio, mi avevi detto, che saresti andata alla sua scuola.

-         M- ma non c'entra! Sono andata per incontrare una mia amica, non per lui!

-         Hazuki…sai che ho notato che sono poche le volte che ti agiti così?

-         Eh? (°_°)'

-         E chissà perché, è sempre quando si parla di questo ragazzo. E' così speciale per te?

-         N-no, io…!- si calmò- Beh, in effetti…è una persona speciale per me…

-         Davvero? Quindi ne sei innamorata?

Hazuki divenne tutta rossa e abbassò lo sguardo.

-         Allora, avevo ragione- disse l'amica notando il silenzio di Hazuki- Ma per quale motivo non gli dichiari i tuoi sentimenti?

-         Non posso…lui crede che tra me e Fujio ci sia qualcosa…

-         Mh, un bel problema…hai almeno provato a parlare con lui?

-         No…ho provato a chiamare a casa sua, ma non c'è mai.

-         Allora non ti resta che andare di persona a parlargli.

-         Però…credo che non vorrà ascoltarmi…- disse triste Hazuki.

-         Lui ti piace, vero?- disse l'amica- Non vedo che problema ci sia. Vai da lui e chiarite la situazione.

-         …ci proverò.

-         Bene, nel frattempo distraiti con qualche bel souvenir di Urimi. Magari troverai qualcosa da regalare al ragazzo di cui sei innamorata.

-         Mh, d'accordo- Hazuki guardò tra i vari oggetti.

"Chissà dove si troverà adesso…"

 

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-         Doremì?- chiese Marina- Ti vedo distratta...non vuoi venire con noi? Avevamo deciso di andare alle altre bancarelle.

-         No, grazie...preferisco fare un giretto per conto mio- disse Doremì e si alzò dalla panchina.

"Se non sbaglio, Kotake mi ha detto di aspettarlo alla banchina vicino al mare…"

Camminò per un po', assorta nei suoi pensieri.
Perché...perchè quel sogno? Cosa voleva significare? E il suo sogno era identico a quello di Kotake? Allora, non si poteva parlare di una semplice coincidenza. Quello era un avvertimento.
Sì, ma perchè?
Si fermò e rimase a guardare il mare e le sue onde.
Sentì dei passi dietro di lei.
Si girò e si trovò davanti Kotake, che la guardava con aria seria.

-         Kotake- disse sorpresa.

Il ragazzo non rispose e rimase a fissarla. Era visibilmente preoccupato.
"Già, adesso che è qui potremo chiarire le cose con calma"
Sorrise e allungò la mano.

-         Ti stavo aspettando...

Ma si accorse solo all'ultimo momento delle sue parole.
Si bloccò con la mano in avanti.
Una brezza marina, mosse i capelli della ragazza e il vestito bianco.
Kotake continuò a guardare la ragazza, come se stesse rivivendo il suo sogno, il suo peggior incubo.
E sapeva cosa sarebbe successo poi.
Era destino. Non c'era modo di impedirlo.
Uno sparo.
Si sentì il tonfo di una caduta.
Silenzio.


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Un rumore. Cocci sparsi per tutto il pavimento.

-         Momoko! Che ti prende?- chiese l'amica Bessy, raggiungendo la ragazza.

-         Io…- rimase impalata in piedi e con gli occhi spalancati.

-         Momoko?- la guardò preoccupata- Tutto bene?

-         No…sento che è successo qualcosa di grave.

-         Eh? Di che stai parlando?

-         Bessy, devo andare.

-         Come? Dove? E la professoressa?

-         Inventati una scusa…- uscì di fretta dalla classe.

I cocci del vaso erano ancora sparsi per terra.

-         Momoko…- disse triste Bessy.

La ragazza dai capelli biondi, corse verso il bagno ed estrasse dalla tasca la spilla per trasformarsi.

-         Sto arrivando!- prese la sua scopa ed uscì dalla finestra volando in sella alla sua scopa.

 

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Doremì aprì gli occhi, aspettandosi di vedere il continuo del suo sogno, ma qualcosa era cambiato. Kotake era vicino a lei e la teneva stretta fra le sue braccia.
Solo qualche istante dopo, capì che Kotake si era gettato su di lei per salvarla.

-         Kotake?- lo chiamò.

Non si mosse.

-         Kotake?!- lo scrollò spaventata.

Niente.

"Com'è possibile? Non doveva finire così...dovevo esserci io al suo posto..."- pensò Doremì, guardando Kotake steso a terra.

-         Kotake, svegliati per favore!- incominciò a piangere- Ti prego, non voglio che succeda questo...rispondimi, ti prego!- lo prese fra le sue braccia- Non puoi lasciarmi...non adesso che...che io...- arrossì- sei uno sciocco!

Seguì il silenzio.

-         Non sai dirmi qualcosa di meglio?- Kotake aprì gli occhi e guardò la ragazza, sbuffando.

Doremì rimase paralizzata....Kotake la stava guardando ed era vivo. Anche fin troppo vivo.

-         Kotake...?- disse meravigliata, con le lacrime agli occhi- Sei vivo?

-         Sì...fortunamente, nessuno dei due si è fatto male.

Doremì lasciò cadere Kotake per terra.

-         Ahi! Ma che ti prende? (>_<)*- si lamentò il ragazzo.

Doremì si alzò in piedi e gli fece una linguaccia.

-         Così impari, stupido! Non sai che spavento mi hai fatto prendere! (ò_-)*

-         Non sembrava... (¬_¬)- girò la testa altrove, un po' deluso.

-         E che ti aspettavi? (ò_ó)

-         Non so- si girò verso di lei- che stavi dicendo prima?

-         Eh? (°.°)'

-         Stavi dicendo "Non puoi lasciarmi...non adesso che...che io..."

-         Non ricordo (U///U)- guardò altrove imbarazzata.

-         Sicura? (-_-)'

-         Oh, insomma!- sbuffò- Che vuoi da me? L'importante è che siamo vivi, no?

-         Già, ma per miracolo.

-         Doremì! Kotake!- Sentirono che i loro compagni li stavano chiamando e stavano correndo verso di loro.

-         Che è successo, ragazzi? Vi siete fatti male?- chiese l'insegnante in panico.

-         Si calmi prof, noi stiamo bene- sorrise Kotake.

-         Ma cos'è stato quello sparo?- chiese Kimura.

-         Già, abbiamo sentito che qualcuno aveva sparato in questa direzione- disse Marina.

-         Non è che siete in possesso di armi illegalmente? (¬_¬)

-         Ma prof! (^_^)''- esclamarono Kotake e Doremì.

-         Però allora…che è successo?

"E' quello che vorrei scoprire anch'io"- pensò Doremì, poi guardò tra i compagni.

-         Dov'è Akatsuki? Non era con voi?

-         Akatsuki?- i compagni si guardarono tra di loro- No, non c'è.

-         Adesso che ci penso- disse Tamaki- è da prima che non lo vedo.

-         E se fosse stato lui a sparare? (O_O)'- disse Moyra.

-         Moyra!! (^_^)'''- esclamarono tutti.

 

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-         Allora, che intenzioni avevi?- chiese un ragazzo dai capelli rossi, mentre fissava la persona che aveva davanti a sé.

-         Tsk…- sbuffò e sorrise- E così avevi capito le mie intenzioni…sei stato bravo.

-         Piantala, ti sto chiedendo cosa avevi intenzione di fare!

-         Eh, eh…prova a indovinare…eppure non dovrebbe essere così difficile per te…

-         Lasciala in pace- disse serio.

-         Chi credi di essere per potermi dare ordini? Ah, già…sei il futuro re del regno dei maghi…di un regno che tra non molto non ci sarà più- sorrise e si voltò.

-         E adesso dove pensi di andare?!

-         Eh, eh…sarai pure riuscito ad anticipare una mia mossa, ma la partita la sto vincendo io- schioccò le dita e scomparve in una coltre di fumo.

Il ragazzo rimase in silenzio, mentre il lieve fumo si diradava trasportato dal vento.

Guardò a terra nell'erba. Giaceva una pistola.

Ancora un minuto e quella pistola avrebbe colpito il suo bersaglio. Per fortuna che era riuscito ad agire velocemente e toglierle la pistola, facendola cadere per terra e modificando quindi la traiettoria del proiettile.

Ma quando sarebbe finita questa storia?

Si girò e guardò in lontananza. Da quel punto, nascosto tra la vegetazione, si poteva vedere Doremì e i compagni di classe. Normalmente anche un tiratore esperto non sarebbe riuscito a sparare da quella distanza, ma con l'aiuto della magia era possibile.

-         Manca poco…

 

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-         Doremì!

La ragazza dai capelli lunghi si girò, non appena riconobbe le voci di chi la chiamava.

-         Momo-chan! Hazuki-chan! Aiko-chan! Onpu-chan! Che ci fate qui?

-         Come "cosa ci facciamo qui"? Ho sentito uno sparo e sono corsa qui!- disse Aiko agitata.

-         Come stai? Stai bene? Sei ferita? Chi ti ha sparato?- chiese Hazuki preoccupata.

-         State tranquille, io sto bene…mi ha salvata Kotake.

-         Che?!- esclamarono le ragazze.

-         Piuttosto…come sapevate che ero in pericolo?

Le quattro ragazze si guardarono tra loro.

-         Ho sentito la tua voce…- disse Momoko.

-         Già, anch'io…- confermò Aiko.

-         Ci stavi chiamando- disse Onpu.

-         Io? No, non l' ho fatto.

-         Allora chi può essere stato?- chiese Hazuki.

-         Qualche nemico?- disse Aiko.

-         Ma a che scopo?

-         Stanno succedendo troppe cose strane- disse Hazuki.

-         Già- annuì Onpu- Il fatto stesso che ci troviamo tutte qua…forse non è una coincidenza.

-         E poi, poche ore fa, ho quasi rischiato di annegare, trascinata sott'acqua da qualcosa…- disse Aiko.

-         Che cosa?!- esclamarono le altre.

-         Sto bene, però mi sono presa un bello spavento.

-         A me è successo che il camper delle riprese ha preso fuoco- disse Onpu.

-         E a me, qualcuno ha tentato di sparare- disse Doremì- Nonché un incidente con il pulman.

-         Strano- disse Hazuki- Anche a me è successo qualcosa di simile, prima di arrivare qua ad Urimi con la classe. L'autista del pulman si è sentito male e abbiamo rischiato di sbandare.

-         Invece nella mia scuola, si è allagata la mia aula a causa di una falla alle tubature dell'acqua- disse Momoko.

Le ragazze si guardarono tra loro.

-         Qualcuno si sta divertendo a farci dei dispetti- disse Hazuki.

-         Io non li chiamerei dispetti, ma scherzi di cattivo gusto- disse Onpu.

-         Allora, siamo in pericolo?- disse Doremì.

-         Questo spiegherebbe l'improvvisa comparsa dei Flat- disse Aiko.

-         Infatti, anche a me è sembrato che Akatsuki nascondesse qualcosa…

Rimasero in silenzio.

-         In ogni caso…- Doremì sorrise- Sono contenta che siamo tutte qua riunite.

-         Già, anch'io- disse Onpu.

-         Beh, siccome è tutto a posto, io devo tornare in classe. Altrimenti Bessy si preoccuperà.

-         Anch'io…- disse Aiko- prima che Maria mi dia della dispersa.

-         Mia madre mi sta aspettando all'hotel- disse Onpu.

-         Io mi sono allontanata dal mio gruppo di classe- disse Hazuki- Mi staranno cercando.

-         Capisco, ci sentiamo più tardi- disse Doremì.

Le cinque ragazze si salutarono e ognuno si avviò per la sua strada.

-         Ma non erano le tue amiche?- chiese Kotake, venendo incontro a Doremì.

-         Mh? Ah, sì…

-         Di cosa stavate parlando?

-         Niente di particolare…piuttosto, dove sono gli altri?

-         L'insegnante ha portato la classe in albergo, così poteva andare ad avvisare la polizia.

-         Perché non sei andato con loro?

-         Ti ho aspettato. Non mi fidavo a lasciarti sola.

-         Non credi di esagerare Kotake? In fondo mica sono in pericolo di morte.

Kotake la guardò seriamente.

-         Era come nel sogno…tutto corrispondeva. Non capisco chi possa aver sparato…

-         Kotake…

"Il sogno corrisponde come nei nostri sogni…la veggente aveva predetto giusto"- pensò Doremì e abbassò lo sguardo- "Però, non posso dire niente a Kotake, perché dovrei anche rivelargli il mio segreto…"

-         Beh, adesso non pensiamoci più- Doremì cercò di sorridere- Se n'occuperà la polizia. Noi nel frattempo torniamo dagli altri, altrimenti si preoccuperanno ulteriormente.

Kotake fece cenno di sì ed insieme iniziarono ad incamminarsi.

-         E' un peccato, però. Abbiamo dovuto rimandare la passeggiata…- disse Doremì.

-         Ormai ci sto facendo l'abitudine- disse Kotake, incrociando le braccia dietro la testa- Intorno a te succedono sempre cose strane.

-         Che vorresti dire?

-         Voglio dire che tu mi stai nascondendo qualcosa…- la guardò- Ma se non ne vuoi parlare, non ti obbligo. Penso che tu abbia un buon motivo per non dirlo. Solo non voglio che ti accada qualcosa. Sappi che io sono qui se hai bisogno d'aiuto.

-         Kotake- Doremì lo guardò sorpresa e qualcosa si mosse dentro di lei- Io…io sono…

-         Ehi, Doremi-chan, Kotake!

I due ragazzi si girarono e videro Akatsuki che correva verso di loro.

-         Akatsuki, dove ti eri cacciato?- chiese Doremì.

-         Ero tornato in albergo, quando i nostri compagni sono arrivati e mi hanno raccontato quello che è successo. State bene?

-         Noi sì- disse Kotake- Stavamo tornando in albergo.

-         L'insegnante è uscita. Ha detto che tornerà subito e di iniziare a mangiare se abbiamo fame.

-         D'accordo, allora andiamo- disse Kotake.

Akatsuki e Kotake si allontanavano pian piano, mentre Doremì li seguiva a pochi passi dietro di loro.

"E' stata una fortuna…sì, è stata una fortuna che Akatsuki sia arrivato…altrimenti, avrei finito per rivelare la verità a Kotake…che io sono una strega…"

 

Continua…

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Ci ho impiegato un bel po', per completare questo capitolo, perché mi passava sempre l'ispirazione. Ma adesso ho quasi bene in mente il seguito, che si concluderà penso entro quattro o cinque capitoli (spero di meno -_-'). Beh, sempre meglio di niente, pensavo che non sarei neanche arrivata a metà storia (^_^)'

Va beh, a voi i commenti!

Bye!

By Ya-chan

   
 
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