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Autore: Feel Good Inc    24/01/2010    3 recensioni
[Prompt #11]
"Com’è morire, Ryuuzaki?" [...]
Rabbia. Odio. Rancore. Questo dovrebbe esserci nel suo sguardo. Questo vorresti vedere.
Invece no. Soltanto quella calma, lucida consapevolezza, forse persino un po’ stupita.
Perché lui ha visto il volto dell’assassino, e fino alla fine ha sperato di essersi sbagliato.
[Prompt #28]
«Chi ama il nero ritiene che il futuro non offra nulla, e che il mondo in cui vive ne sia il diretto responsabile. Ne deriva un atteggiamento pessimista, apparentemente rassegnato, che cela rancori inespressi e in taluni casi può esplodere in violente ribellioni al sistema. Può anche trattarsi di una persona disposta a tutto pur di realizzare i suoi desideri più profondi. [...]»
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Ok, il terzo capitolo mi sembra un po’ più decente

Ok, il terzo capitolo mi sembra un po’ più decente. Spero che anche per voi sia così. xD Però sento di dovermi scusare se il mio stile lascia a desiderare: è davvero difficile scrivere dal punto di vista di un personaggio che non ci piace. ç__ç

Ringrazio enormemente mamy58 per aver recensito la flash precedente *-* Sei davvero gentilissima!

[Nota: la spiegazione del colore nero da parte di L è in parte presa da un libro sull’interpretazione dei sogni – Smorfia, più comunemente xD – scritto da Valentina Beggio.]

 

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*Sparks of memories*

 

Fandom: Death Note

Personaggi: Light Yagami, L Lawliet

Prompt: #28. Black rose; Death

N. parole: 817 (conteggio Word)

 

 

 

 

La porta si apre di fronte a lui. Quando il battente gli restituisce la vista della solita stanza che chiamano quartier generale, per un attimo pensa di aver sbagliato strada.

La lunga teoria di hardware, schermi e attrezzature è praticamente sommersa da quella che sembra una serra in formato ridotto. Piante e fiori di ogni foggia, colore e dimensione, che stonano in maniera indicibile in quel contesto poliziesco. Ha un lieve capogiro; i profumi sono tanto vari e di una tale intensità da indurlo a coprirsi il viso. E in quel mare di petali e steli, appollaiato come suo solito sul pavimento nel mezzo di un circolo colorato, Ryuuzaki lo fissa, masticandosi scrupolosamente il pollice.

«Ti aspettavo, Light-kun

Solleva le sopracciglia. Ha imparato a diffidare delle sue strane iniziative. Non c’è mai da stare tranquilli, quando si ha a che fare con L.

«Che diavolo è successo qui dentro, Ryuuzaki

Un brevissimo lampo di sorriso gli attraversa le labbra, ma lo sguardo rimane vuoto. «Ho chiesto a Watari e a Yagami-san di lasciarci soli, per questo pomeriggio. C’è qualcosa di cui vorrei discutere con te.»

Non abbassa la guardia. Rimane fermo al suo posto, sulla soglia, a scrutare la stranezza di quella mescolanza – ermetismo e solarità, la sua pelle bianca tra i fiori accesi – e a cercare di accettarla come reale.

Dal canto suo, Ryuuzaki abbassa lentamente la mano, la pone su un ginocchio e reclina di poco il capo, in un vago sentore di curiosità.

«Perché non ti avvicini? Sono solo fiori.»

 

[ Ma chissà cosa c’è ad aspettare oltre i fiori. ]

 

Si rilassa impercettibilmente. Scioglie la tensione dei muscoli in un paio di passi brevi. Infonde alla propria voce la sua nota più spontanea.

«Non sapevo che ti interessassi di botanica.»

Il detective abbassa lo sguardo; ha un movimento strano, un accenno di scrollata di spalle. Divarica appena le gambe e tira a sé un vaso, accarezzando con la punta di un dito il petalo di una rosa nera.

 

[ Non ha mai visto un fiore così bello. ]

 

«A me sembra un interesse come un altro.»

Sorride. «Sei pieno di sorprese, Ryuuzaki

Lui resta chino sulla rosa. Alza soltanto gli occhi, impenetrabili. Il silenzio si protrae per qualche istante.

«Sì. Forse.» Si porta di nuovo il pollice alle labbra, stavolta senza masticarlo. «Scegli un fiore, Light.»

Resta spiazzato. «Cosa?»

«Un fiore. Scegline uno.»

Dunque è questo… È di questo che si tratta. Un altro dei suoi giochetti psicologici. E non si dà neppure la pena di dissimularlo; ora lo vede chiaramente, sul fondo di quelle iridi nere, il suo desiderio di metterlo alla prova, di giocare con lui.

 

[ Ma sì, in fondo, perché non accontentarlo? ]

 

«D’accordo.»

Riprende a camminare. Colma la distanza che ancora li separa, lanciando solo qualche occhiata alle piante che si vede sfilare accanto. Gigli. Tulipani. Viole del pensiero. Boccioli di ciliegio.

Arriva di fronte alla sua nemesi e si accoscia alla sua altezza.

In basso, là dove L sta.

Il polpastrello definisce ora i contorni del labbro inferiore. «Hai già scelto?»

«Sì.» Studia il fiore che fino a poco prima è stato oggetto del suo interesse. Ora che può vederlo da vicino, si accorge che è quasi appassito. «È la prima volta che vedo una rosa di questo colore.»

Di nuovo, il silenzio è lungo.

Ryuuzaki si china ancora in avanti, tende le braccia tra le gambe e gli sfila il vaso dalle mani. Nel momento in cui le loro dita si sfiorano, gli sembra di avvertire una scossa di eccitazione repressa emanare da lui.

 

[ Perché? ]

 

«Proprio come immaginavo.»

Lo guarda. Deve lottare per mantenere un tono neutrale. «Che cosa vuoi dire?»

Lui si solleva lentamente, si volta e nella sua andatura curva si dirige alla postazione dietro di sé. Posa la rosa sul piano, affonda una mano nella tasca e con l’altra riprende a sfiorare i petali neri.

«Chi ama il nero ritiene che il futuro non offra nulla, e che il mondo in cui vive ne sia il diretto responsabile. Ne deriva un atteggiamento pessimista, apparentemente rassegnato, che cela rancori inespressi e in taluni casi può esplodere in violente ribellioni al sistema. Può anche trattarsi di una persona disposta a tutto pur di realizzare i suoi desideri più profondi. Inoltre…» La mano sparisce da qualche parte sul banco dei computer. Un acciottolio, di ceramica smossa; il tonfo di qualcosa che cade in un liquido. «Le rose appassite indicano generalmente un amore disperato. Verso una persona, una causa… o anche se stessi.»

Light Yagami non si muove. Rimane accovacciato e in silenzio, assassino tra i fiori.

In basso, là dove L lo costringe.

Ryuuzaki si volta di nuovo. Gli sorride, oltre il bordo della tazza piena di tè zuccherato.

«Ti ringrazio, Light-kun. Direi che con questo le probabilità salgono almeno del 20%.»

 

[ Alle sue spalle, un petalo nero cade silenzioso al suolo. ]

   
 
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