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Autore: Clot33    08/07/2005    10 recensioni
Draco trova Harry nella stanza delle necessità subito dopo la morte di Sirius. Non so come è venuta fuori, nè da dove. Non è molto lunga e se avete voglia di perderci cinque minuti, commentate. Buona lettura! ^^
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chissà da quanto sei li, seduto sulla nuda pietra, le gambe strette al petto, il volto sulle braccia, che piangi. Non mi ero accorto entrando che tu fossi li, come non mi ero accorto che stavi piangendo. Già, ci sono un sacco di cose di cui non mi accorgo, per questo ho iniziato a guardare un pochino meglio le cose prima di giudicarle. Tu non eri fra queste cose: io ti odio, tu mi odi e pace. Tu non eri qualcosa da rivedere... almeno fino ad adesso.
La stanza delle necessità.
Mi chiedo cosa tu stia passando per renderla così… una specie di piccola cella in pietra e oscura. Non un filo di luce, da nessuna parte. I tuoi occhi sono serrati, ma le lacrime continuano ad uscire dai tuoi occhi, scorrendo sulle tue guance come un fiume in piena. È inutile cercare di asciugarle con la manica della tunica, sai? Perché è fradicia anche quella delle tue lacrime. Stai singhiozzando come un disperato… non so perché, ma devi essere davvero tanto triste, davvero tanto. È davvero strano però, sembra quasi che tu stia cercando di fare meno rumore possibile: trattieni i singhiozzi, cerchi di non muoverti… sei davvero strano. Ti osservo ancora per qualche minuto prima che tu socchiuda gli occhi, quasi sentissi un’altra presenza. Ti rendi conto che non sei più al buio e che la luce delle lampade del corridoio stà illuminando una lama di luce nella quale si staglia la mia ombra. Alzi lentamente lo sguardo, passando dalla luce sui tuoi piedi percorrendola fino ai miei. I tuoi occhi percorono il mio corpo, fino al mio volto, poi mi riconosci. Non è difficile capire chi sono, i miei capelli mi denuncerebbero anche in mezzo ad una folla urlante.Di un biondo talmente chiaro da essere quasi ridicolo…quasi. I Malfoy non sono MAI ridicoli, e anche se lo fossero non lo sarebbero per una legge dettata dal potere di cui neanche il potere stesso ne conosce le ragioni.
E ora che mi hai riconosciuto?
I tuoi occhi che ancora piangono dovrebbero indurirsi.
Dovresti diventare improvvisamente glaciale e dovresti chiedermi con voce dura quanto il granito che cosa voglio da te, che tuttavia non lo vuoi sapere e che devo sparire, il tutto condito da una dose di veleno e cattiveria che tu riservi solo a me.
Dovresti guardarmi con disprezzo, dovresti sputarmi addosso il tuo miglior (o peggiore) repertorio di cattiverie e colpi bassi cercando di fare più male possibile e in più punti possibile.
Dovresti odiarmi.
Dovresti, ma non lo fai.
Non so perché, ma tu rimani li, accucciato come un cane, con uno sguardo ferito e non smetti di singhiozzare, neanche ti asciughi gli occhi o cerchi di frenare le lacrime con i kleenex che ti sono comparsi accanto seguendo i tuoi desideri. Mi fissi semplicemente. Dopo qualche minuto di silenzio il mio disagio ha raggiunto livelli mai conosciuti prima: non hai seguito lo schema, non ho un copione da seguire, non più, e non so come mi devo comportare con te, che continui a fissarmi, come se stessi pensando a cosa dire o fare. Improvvisamente però singhiozzi un po’ più forte e prendendo fiato mi dici:
“Non… non ho… ti prego, t-ti prego Malfoy… vattene…”il tuo sguardo è implorante. Riprendi a singhiozzare, abbassando lo sguardo al suolo, mentre i tuoi occhi si riempiono ancora di lacrime...
Io ti giuro che non so che fare.
Tutto ciò non ha senso!
Tu stai piangendo, di fronte a me, non mi hai attaccato, non mi hai sbeffeggiato, e a giudicare da come ti comporti non avresti reagito se ti avessi preso in giro io. Ma quello che non capisco è per quale motivo io non abbia fatto ancora niente di cattivo nei tuoi confronti.
Cerco di rimediare chiedendoti: “Che cosa ti succede, eh Potty?” ma la mia voce non esce acida come dovrebbe, anzi, piuttosto rassicurante direi… ma che diavolo…?!
Non capisco, davvero.
Mi guardi di nuovo attraverso i tuoi occhiali sbilenchi e il velo di lacrime. Poi mi rispondi.


Non ha senso ciò che dici


“Mio padre è morto di nuovo…”
  
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