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Autore: PerfectConcert_    25/01/2010    5 recensioni
Premetto che scrivere una fiction su Lady GaGa è innanzitutto per me stessa una sorpresa, dato il genere musicale che prediligo. Eppure questa nuova scoperta pop-dance, con le sue stravaganti coreografie, la voce potente e ben impostata, i suoi stupendi live al pianoforte, è riuscita a colpirmi. Il che non è poco. E’ una raccolta di quattro flashfic nella quali mi cimenterò in riflessioni e pensieri della stessa cantante sotto il mio punto di vista, accompagnati come sempre da una colonna sonora che si rispetti. Se siete mossi da curiosità/interesse, o magari volete dare una possibilità a questa valida cantautrice, siete i benvenuti. In caso contrario, se non osate neanche avvicinarvi a causa di futili pregiudizi musicali… Direi che è ora di metterli da parte. Il mondo è già carico di per sé di odiose limitatezze mentali , ed io trovo totalmente idiota contaminare anche il bellissimo campo della musica, il quale è l’unico dove ognuno di noi vi trova la proprio libertà. Perché la musica è anche questo.
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note:

Premetto che scrivere una fiction su Lady GaGa è innanzitutto per me stessa una sorpresa, dato il genere musicale che prediligo.

Eppure questa nuova scoperta pop-dance, con le sue stravaganti coreografie, la voce potente e ben impostata, i suoi stupendi live al pianoforte, è riuscita a colpirmi. Il che non è poco.

E’ una raccolta di quattro flashfic nella quali mi cimenterò in riflessioni e pensieri della stessa cantante sotto il mio punto di vista, accompagnati come sempre da una colonna sonora che si rispetti.

Se siete mossi da curiosità/interesse, o magari volete dare una possibilità a questa valida cantautrice,  siete i benvenuti.

In caso contrario, se non osate neanche avvicinarvi a causa di futili pregiudizi musicali… Direi che è ora di metterli da parte.

Il mondo è già carico di per sé di odiose limitatezze mentali , ed io trovo totalmente idiota contaminare anche il bellissimo campo della musica, il quale è l’unico dove ognuno di noi vi trova la proprio libertà. Perché la musica è anche questo.

 

 

Questa fiction è una pura creazione della mia fantasia, quindi non insinuo o do per certo nulla di ciò che scriverò nei confronti di Lady GaGa.

Inoltre chiedo scusa all’autrice ofelia. Infatti ho appena notato che una sua storia sulla GaGa si intitola “Don’t call my name”. Assicuro che il titolo l’avevo già preparato, ed il mio non vuole essere in nessun modo un plagio.

 

 

 

Just Dance

 

La mano scivola lenta sui lisci tasti bicolori del pianoforte. Leggermente ora saltella dal Fa al Do, ora verso i diesis. La folla esulta, hanno riconosciuto la canzone. Sorrido. E’ bello, da un senso di soddisfazione.

 

I’ve had a little bit too much, much
All of the people start to rush
caught in a twisted dance
Can’t find my drink oh man,
where are my keys I lost my phone

What’s going on, on the floor
I love this record baby but I can’t see straight anymore
Keep it cool, what’s the name of this club
I can’t remember but it’s alright, I’m alright

Descrizione di una normale serata di un party. Oh, e la gente impazzisce. Perché è diversa, sconvolgente… Trasgressiva. E’ solo puro divertimento, e far star sereni, non pensi a nulla. Ed io lo so fin troppo bene.

Eppure…

 

Just dance, it’s gonna be okay

Just dance, spin that record babe
Just dance, it’s gonna be okay

Il suono del pianoforte è troppo puro e leggero, e comincio ad aver paura. Paura che qualcuno si accorga che in realtà all’interno del divertimento vi sia costruita solo una fitta ragnatela d’incertezze.

I tasti veloci scorrono, precise le note. Ma io temo attimo dopo attimo che la finzione stia per far cadere la sua perfetta maschera. Dov’è il divertimento? Se il mio “solo ballare” non è altro che una scorciatoia  da vile persona debole ed immatura.

 

Da da da

Dance, dance, dance
Just, just, just, just dance it’s gonna be okay

 

Alzo lo sguardo. La folla acclama, mani che applaudono, giovani che si scatenano cantando a squarciagola nonostante sia solo un brano acustico.

E’ duro ammetterlo, ma mi sfugge un malinconico sorriso. Il brano, le parole, sono fin troppo trascinanti e finte perché qualcuno se ne accorga. Mi rendo conto che il timore che mi stava consumando poco fa era del tutto inutile. E allora perché non mi rassereno?

Perché Lady GaGa è sensuale, è eccentrica, matta, trasgressiva. A lei basta ballare, e tutto è “okay”.

A Lady GaGa basta questo, e va bene così.

  
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