Cap. 3 Un aiuto
prezioso
La mattina
seguente, Sarah arrivò all’università sfinita; aveva usato tutta la sua
maestria nel cercare di nascondere le profonde occhiaie con il trucco, ma il
risultato non era stato dei migliori.
- Sarah, hai
una pessima cera. Che ti succede, hai fatto le ore
piccole ieri sera?- le chiese Monica facendole l’occhiolino.
Aveva deciso
fin da subito che non avrebbe raccontato a nessuno di Spike; in fondo nessuno
le avrebbe mai creduto.
- Si, ma non nel modo in cui pensi tu. Ho studiato fino a
tardi.- rispose, sbadigliando.
Le lezioni
passarono tranquille come tutti i giorni, anche se la noia non diminuiva.
Finalmente
arrivarono le 6.30 e, tornando a casa a piedi, si ritrovò a percorrere le
medesime strade delle due sere precedenti.
Appena sentì
il fruscio ormai famigliare si fece sentire, Sarah
sorrise.
- Spike, ti ho
già detto che ormai non mi spaventi più.-
Ma quando si voltò, davanti a lei non vi era
Spike.
- Oh, oh. Non siete Spike.- disse, notando che i vampiri che le si
erano parati davanti erano almeno 8: combattere contro uno di loro era una
cosa, ma quella situazione era ben diversa.
- Ottimo
spirito d’osservazione, dolcezza.- rispose uno di loro.
La
circondarono, mentre Sarah si preparava a combattere; erano in troppi, ma non poteva
fare altrimenti.
- Non vorrai
combattere tutta sola contro 8 vampiri cattivi.- la
prese in giro quello che doveva essere il leader.
- Bè, almeno
ci provo.- rispose lei, senza abbassare la guardia.
Ma i vampiri non fecero in tempo a
muoversi, che una voce giunse dalle scale antincendio del palazzo accanto a
loro.
- Lasciatela
stare. Quella è la mia preda.-
Sarah alzò gli
occhi e vide Spike saltare accanto e lei, ponendosi alle sue spalle, schiena
contro schiena.
- Hai bisogno
di una mano?-
- Spike, sai
contare vero?-
- Si, perché?-
- Molto bene.
Quanti vampiri ci sono?-
- 8.- rispose,
guadandola con la coda dell’occhio, senza capire dove volesse arrivare.
- Perfetto.
Allora perché fai domande stupide?- lo rimproverò, prima di rispondere ai colpi
dei vampiri, che erano partiti all’attacco.
Spike e Sarah
tennero loro testa, impalettandoli uno dopo l’altro, senza lasciar loro il
tempo di reagire.
Quando finalmente
tutti furono diventati cenere, Spike gettò via il paletto e si voltò verso
Sarah.
- Ah, mi serviva
proprio un po’ di movimento.- disse sorridendole.
Poi guardò
preoccupato la sua mano destra, in cui stringeva ancora il paletto.
Anche lei seguì
il suo sguardo, per poi gettare lontano il pezzo di legno.
- Oh, scusa.- gli
disse, con il fiato ancora corto a causa dello sforzo.
- Tutto bene?-
le chiese Spike, sembrando realmente preoccupato.
- Si, direi di si. Accidenti, fino a l’altro
giorno non ero nemmeno sicura che i vampiri esistessero, e ora me li ritrovo
ovunque.- rispose guardando Spike.
- Potresti essere una cacciatrice.- disse Spike, fingendo
indifferenza.
- No, non può
essere. Non ho un Osservatore e nessuno mi ha detto la solita tiritera. Inoltre
non sono in gamba come Buff…- si fermò tappandosi la bocca con entrambe le
mani, ma ormai era troppo tardi: Spike aveva sentito ciò che voleva.
Sarah stava
per scappare, ma lui la fermò.
- E no, tesoro.
Stasera non scappi.- le disse, cercando di non stringere troppo la presa sul
suo braccio.
Sarah si fermò,
rassegnandosi.
- D’accordo,
ho capito.- disse alzando le mani al cielo per far capire che si arrendeva.
- Credo che tu
debba spiegarmi qualcosa.-
- Devo
proprio?-
Spike la fissò
con finta severità.
- Ok, ok. Va
bene, non ti arrabbiare; ma dobbiamo proprio stare qui a parlare?- domandò
guardandosi intorno nel vicolo buio.
- Vieni,
andiamo al Bronze.-
Sarah stava
per seguirlo, quando, resasi conto di ciò che il vampiro aveva detto, si fermò.
- Scusa? Al
Bronze, hai detto? Capisco che tu voglia ricordare i vecchi tempi, ma è stato
distrutto insieme a Sunnydale.-
Aveva di nuovo
parlato troppo, ma ormai ciò che era fatto era fatto.
- A quanto
pare tu sai più di quello che mi vuoi far credere.
Comunque sia, grazie dell’informazione, ma c’ero anche io
quando Sunnydale è scomparsa, ma il Bronze è stato riaperto qui a Los Angeles.-
- Ah..- si limitò a commentare, seguendolo.
Stavano per
avviarsi, quando Sarah si fermò di nuovo.
- E ora che
c’è?- chiese spazientito Spike, voltandosi ancora una
volta.
- A proposito
di quello che hai detto prima… sulla preda…- disse la
ragazza titubante, senza guardarlo negli occhi.
Spike rise
divertito.
- Tranquilla,
era per tentare di prendere tempo con quei vampiri. Non ho intenzione di
morderti o cose del genere.-
- Oh, grazie.
Mi hai tolto un peso.- rispose lei, portandosi una
mano al petto.
Non parlarono
per quasi tutto il tragitto, tranne quel breve scambio di battute in cui lui le
chiese se poteva fumare senza che le desse fastidio e lei aveva risposto con un
timido sì.
Finalmente giunsero
davanti al Bronze: era proprio come l’aveva immaginato, grande, caloroso e
pieno di persone che volevano divertirsi.
- Accidenti
quanta gente.- esclamò Sarah, interrompendo così il silenzio ormai
imbarazzante.
- Siamo a Los
Angeles, dolcezza. E alla gente piace divertirsi.- le rispose Spike.
La sua spina
dorsale fu attraversata da una leggera scarica elettrica; le faceva venire i
brividi quando la chiamava così.
Entrarono
facendosi largo tra la folla e dopo essere riusciti a trovare un tavolo libero,
si sedettero ed ordinarono da bere.
- Un bourbon.-
ordinò Spike alla cameriera.
- Due grazie.-
lo corresse Sarah, ricevendo uno sguardo contrariato da parte di Spike.
- Non mi
guardare così. Pensi che non possa bere alcolici? Ho 21
anni, quindi non infrango nessuna legge.- gli disse sfidandolo con lo sguardo.
La cameriera
si allontanò con le ordinazioni e Sarah si voltò nella direzione del palco, sul
quale suonava un gruppo Rock.
Spike non le
chiese nulla, finché non arrivarono i loro bourbon.
- Allora,
credo sia venuto il momento delle spiegazioni.- disse il vampiro a Sarah,
cominciando a sorseggiare il liquore.
Lei per un
momento si perse in quegli occhi così azzurri e profondi, ridestandosi subito
dopo.
- Sì, credo di
sì… anche se non c’è molto da dire. So tutto di te, di Buffy, delle sue imprese
e della Scooby Gang.- gli disse tranquillamente,
sperando che come spiegazione gli potesse bastare; ma le sue speranze furono
vane.
- E posso
sapere come le sai?- le chiese, cercando di mantenere
la calma; non capitava tutti i giorni di incontrare qualcuno con cui non potevi
avere segreti.
- No. Non
posso spiegartelo … mi dispiace.- rispose, realmente dispiaciuta.
- Come scusa?
E perché?- chiese Spike curioso.
- Perché no.
Mi spiace Spike, ma davvero, non posso rivelarti come so queste cose.
Accontentati di sapere che le so. Lo so che non è molto, ma dovrai fartelo
bastare.- rispose bevendo un sorso della sua bevanda, facendo capire all’altro
che la discussione era chiusa.
Non aveva
intenzione di spiegargli che lo vedeva tutti i giorni in Tv, che miliardi di
siti infestavano la rete con informazioni sul suo conto; sarebbe stato troppo
perfino per uno come lui.
- Ok, come
vuoi. Quindi… sai tutto. … ma tutto
tutto?-
- Tutto tutto.-
Spike la
guardò scettico, non ancora del tutto convinto delle sue parole e lei se ne
accorse.
- Non sei
convinto, vero? D’accordo, allora… vediamo, da dove posso cominciare? Dunque,
prima di chiamarti Spike, eri William il Sanguinario.
Sei stato vampirizzato da Drusilla nel
Spike la
guardò stupefatto di quante informazioni avesse sul suo passato.
- E sai tutto
anche di…- le chiese Spike, lasciando a metà la frase.
- Di Buffy? Ovviamente.
È la cacciatrice, o meglio era, dal momento che da
quando ha sconfitto il Primo non c’è più tanto da combattere; il suo grande
amore è stato Angel, è stata anche con te, ma ti ha solo usato per…-.
Si
interruppe, vedendo
la tristezza sul volto del vampiro,
rendendosi conto di aver parlato troppo ancora una volta.
- Scusa. Mi
sono lasciata trasportare dal discorso… non volevo…- disse abbassando lo sguardo dispiaciuta ed imbarazzata.
- Non
preoccuparti, in fondo hai detto la verità.- le disse,
sorridendo.
Sarah guardò
quegli occhi così azzurri, che in quel momento erano così tristi e così
limpidi, da permetterle di leggere quell’anima che da pochi anni era tornata ad
abitare il suo corpo.
Poteva vedere
che le sue parole gli avevano fato male; forse non
aveva ancora del tutto dimenticato Buffy.
- E poi è il
passato. Buffy è andata per la sua strada e io per la
mia. Non l’ho più vista dopo al sconfitta del Primo e
a me va bene così.-
- Bè, dal momento che non posso raccontarti niente di me,
raccontami qualcosa di te.- aggiunse, cambiando discorso e sorseggiando il suo
bourbon.
Sarah non
avrebbe mai pensato che sarebbe riuscita ad avere una conversazione simile con
un vampiro; a dire
la verità fino a qualche giorno fa non avrei mai pensato di avere una
conversazione con un vampiro, si disse, tuttavia divertita dalla situazione.
Così gli
raccontò un po’ della sua vita, parlando di sua madre e dell’università.
- Poi che
altro dire…Mmmh… Ah, adoro le storie sui vampiri.- esclamò alla fine.
- La cosa non mi stupisce affatto.- rispose Spike, divertito,
guardandola con sguardo complice e facendola ridere.
Rimasero
ancora un po’ seduti al tavolo del Bronze a chiacchierare, quando Sarah, guardando
l’orologio, si rese conto che era quasi mezzanotte.
- Accidenti, è
mezzanotte. Mia madre avrà già chiamato la polizia di tutto lo stato. Se non
addirittura l’FBI. - esclamò scattando in piedi,
imitata dall’uomo.
- Vieni ho la macchina non molto lontano da qua. Ti accompagno.- le
disse.
Uscirono dal
locale e si diressero verso il cimitero, non molto distante, davanti al quale
era parcheggiata la De Soto nera del biondo.
Il vampiro
indugiò davanti alla portiera del passeggero, guardando Sarah, indeciso sul da farsi.
-Rilassati.
Non ti prenderò in giro per i tuoi modi da gentiluomo dell’800.-
gli disse, sorridendo.
Spike la
guardò come se avesse appena visto un fantasma; sembrava che quella ragazza
sapesse ogni minimo particolare della sua vita e non-vita.
Le aprì la
portiera per farla salire, poi si mise al posto di guida e partì a gran
velocità.
Sarah adorava
sentire il vento tra i capelli, mentre correvano sulla
De Soto decappottabile.
L’auto, dopo
un’emozionante corsa, si arrestò davanti alla casa della ragazza.
- Grazie mille
Spike. Senza di te, me la sarei vista brutta.- gli disse con un sorriso
raggiante.
- È stato un
piacere, piccola.- le rispose sorridendo a sua volta.
Sarah tentennò
qualche secondo, poi si avvicinò al vampiro e gli posò un lieve bacio sulla
guancia.
- Buonanotte.-
disse infine, scendendo dalla macchina e dirigendosi verso il vialetto per poi
entrare in casa.
Spike rimase
immobile, ancora paralizzato da quel gesto così spontaneo compiuto dalla
ragazza,.
Poi sorrise,
mise in moto e partì a tutta velocità scomparendo nella notte.
Sarah, come
aveva previsto, fu assalita dai rimproveri della madre, che preoccupata stava
davvero per chiamare la polizia.
inventò un scusa per spiegare il motivo del
suo ritardo, avvisandola che avrebbe fatto tardi anche nelle sere seguenti.
Non le chiese
se pensava si vedesse qualcuno, non le interessava
cosa si metteva in testa sua madre, voleva rivedere Spike e non ci avrebbe
rinunciato.
Salì in camere sua e sfinita si buttò sul letto; si addormentò
subito, con il sorriso sulle labbra.
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Salve a
tuttiiiiii!!!
Ke palleeee!! Giovedì ho un esame e non ho per niente voglia di farlo.
Ma chi mi l’ha fatto fare d’iscrivermi all’uni??? -.-
Non vedo l’ora arrivi il 5 di febbraio, così la prima sessione è
finita… v.v
Vannagio: uh, che bello, la mia prima lettrice!
^^ già già, anche Spike è il
io idolo!! (non si capisce dalla storia, vero?? XDXD)
sono contenta che la storia ti piaccia… ^^ un bacioneeeee
J