In particolare, grassie alla Volpe, che oltre a betarmi pazientemente tutti i i miei svolazzi mentali, mi sopporta. E mi aspetta. E mi vuol bene. In fondo, un gatto senza la sua volpe, che gatto sarebbe? Ti voglio bene, tata.
Poi, strettamente legato alla sezione, un grazie particolare va a Val. A distanza di mesi, il tuo resta uno dei commenti che mi fa commuovere, sempre.
Insonnia
Qualcuno
avrebbe potuto pensare che il Principe fosse nottambulo, visto che
certe notti lo si vedeva aggirarsi per il palazzo.
Alcuni
malignavano che avesse un'amante.
Altri
dicevano che andava ad allenarsi anche di notte.
La
verità era semplice.
Incubi.
Forse.
Il
cuscino scomodo?
Anche.
Fatto
sta che non si sa bene come, l'unico rimedio efficace che aveva
trovato era sgattaiolare in casa di Gaius, senza far nessun rumore,
ovvio.
(La
porta non era mai chiusa a chiave.)
Salire
i gradini.
E
spingerlo in là, in modo da avere lo spazio minimo
indispensabile per infilarsi sotto le coperte.
Sarà
stato pure stretto.
E
appena sufficiente, perché solo l'alluce del piede gli sporgeva di
fuori.
Ma,
per Artù, affondare il viso nella curva della schiena di Merlino era
il posto più bello del mondo, dove gli incubi e l'odore di sangue
riuscivano a sparire.
Il
mal di schiena si poteva sempre curare, no?
Soffocare
l'insonnia nell'incavo del suo collo.
Allora
riusciva a dormire.
Anche
rannicchiato, con le ginocchia piegate, perché non battessero contro
quelle ossute di Merlino.
“Certo
che hai un letto davvero scomodo.” Commentò Artù mentre si faceva
schioccare il collo.
“Niente
vi obbliga a dormirci.” Lo rimbeccò Merlino, con la soddisfazione
di aver messo a tacere il proprio principe, per una volta.