Serie TV > Il mondo di Patty
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Autore: Okimar    26/01/2010    3 recensioni
Patty sta leggendo Twilight, un nuovo libro che l'appassiona di pagina in pagina. Si ritrova a pensare alla propria vita, paragonata a quella di Bella: Leandro sarebbe Charlie, René sarebbe Carmen, e chi potrebbe essere Matias? Il primo nome che le sfiora la mente, è quello di Jacob. Il migliore amico di Bella. Si, ma anche innamorato di lei, precisa pensandoci un po' più a lungo. E allora chi poteva essere Jacob? Con un gesto tranquillo si sistema una ciocca dei capelli e si rende conto di conoscere la risposta. E sa anche chi potrebbe essere Edward. Matias ha lasciato Antonella, non per una ragione importante, ma semplicemente perchè non l'amava più. Ed era da un po' che era fermo su questa convinzione. Almeno da quando una semplice bambina era entrata nella sua vita, distruggendo la sua routine e costringendolo a vivere realmente. Inizialmente si mostra amico della persona alla quale tiene di più, Patty, naturalmente, che non si riesce a convincere che lui la possa veramente amare, nemmeno quando sente queste parole uscire dalle stesse labbra che pochi secondi prima avevano sfiorato le sue.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Puntini

Distolsi lo sguardo da quegli occhi castano chiaro che puntavano verso di me. Mi faceva male, tremendamente male. La sua presenza mi uccideva, non lo amavo affatto, non mi sentivo in imbarazzo, ma aveva un potere su di me particolare e per questo lo odiavo. Una mano si posò sulla mia spalla. Alzai la testa e sorrisi. -Patty, non dirmi che stai così ancora per quello che è successo ieri..- annuii, veritiera. Sì, non c'era un'altro motivo. Mi fece un sorriso triste e mi abbracciò. -Tranquilla, vedrai che si risolverà tutto.. non rimarrà qui ancora per molto, credo..- cercava di rassicurarmi, ma io non lo volevo agitare. Perchè si doveva preoccupare per me? Perchè ad un certo punto aveva deciso di prendermi sotto la sua al protettrice? Gliel’aveva chiesto Giusy? Avrei tanto voluto poterglielo domandare, ma non volevo rovinare uno dei pochi rapporti sociali che avevo e quindi rimanevo con i miei dubbi e le mie incertezze.
-Non ti preoccupare, lo so, è che.. non riesco a sopportarlo!- strinsi i pugni scuotendo contemporaneamente la testa. Sentii che stava ridacchiando e gli diedi un affettuosa spallata. Troppo spavaldo questo gesto da parte mia, almeno una volta. Ma ormai.. ormai.. era inutile continuare a pensarci e forse facevo bene a volermi ostinare a dimenticarlo, anche se sapevo che era una partita persa in partenza. -Ehi, non prendermi in giro!- lo rimbeccai accorgendomi che non voleva proprio smetterla. Poi però non riuscii a trattenermi e feci dei piccoli risolini a mia volta, che però lui non sentì a giudicare dalla reazione che ebbe.
-No, sai che non lo farò mai..- in fondo anche questa, anche se non esplicita, era una promessa. Ogni volta che compariva quella parolina di tre lettere, MAI, la frase diventava automaticamente una di quelle, a prescindere dal contesto. Era tornato serio. Assentii, più spaventata da quello che avrebbe potuto fare, se solo avesse saputo cosa mi passava per l’anticamera del cervello, che per altro. -Ma se continua a darti problemi, uno di questi giorni vado li e lo..- lo bloccai subito, come al solito preferiva le maniere forti alle vie del dialogo. Infatti con Gonzalo poche volte aveva permesso che il potere delle parole privilegiasse. Scossi la testa con forza e i miei capelli biondi svolazzarono leggermente. -Va bene, va bene.. ma lasciami almeno pensarlo..- gli sorrisi sconfitta con l’idea che non sarebbe cambiato e poggiai una mano sulla sua spalla.
-Guido, sei davvero incorreggibile.- dissi incamminandomi fuori dalla porta. Al mio fianco sinistro comparve un ragazzo dai capelli castano scuro quasi neri e gli occhi marroni, con uno stile leggermente emo per la frangia che gli copriva quasi tutto l'occhio destro. A quello destro stava invece un altro giovane altrettanto carino, dovessi parlare come almeno tre quarti delle ragazze della mia scuola, un "figo" da paura. A questo commento a cui mi astenevo categoricamente, immaginai l’espressione della mia migliore amica se avesse saputo che tutte quelle ochette giravano intorno al suo “uomo”. Anche se era la persona più intelligente, diplomatica, la migliore che conoscevo, se si trattava di Guido.. era meglio non trovarsi nei paraggi! Guardai le mie converse rosso scuro quasi bordò della divisa e sospirai. -Cosa state facendo ragazzi? Ancora con quella storia delle mie guardie del corpo?- domandai in tono scherzoso. Eppure, stranamente, nessuno dei due colse l'ironia nella mia frase e quindi decisi di lasciare perdere, con un bel sbuffo.
-Allora com'è andata la tua interrogazione?- sentii che chiedeva Guido all'amico. Lucas si mise le mani in tasca, facendo spallucce. Era il suo gesto tipico da "una passeggiata". Anche io ero molto migliorata, così come la mia media sc0lastica. Non che prima fossi uno zero, ma mi ero sempre considerata mediocre. Ora invece riuscivo ad arrivare al 9 in tutte le materie, contro ogni premonizione. Dopo tutto avevo tantissimo tempo libero, passavo le giornate in casa a studiare o a scrivere canzoni deprimenti, adattissime al mio look "morte nell'aria". -Ehi, Patty, ci sei??- vidi l'immagine sfocata della mano del mio migliore amico comparirmi a tre centimetri da naso.
-Sì, sì.. scusate, ero persa nei miei pensieri..- la solita scusa di sempre. Guardai davanti a me e scorsi la mia casa. Dentro di me qualcosa esplose. Volevo bene ai miei amici, ma quello che desideravo davvero, era solo stare sola. Mi fermai e loro con me. Mi voltai verso l'uno e poi verso l'altro, mi alzai sulle punte per dare un bacio sulla guancia ad entrambi. -Ciao, ci vediamo domani!- quanto entusiasmo per niente. Li salutai un'altra volta con la mano e quindi aprii la porta e entrai. Finalmente ero sola, finalmente ero libera, potevo essere me stessa tranquillamente, sfogare tutto quello che sentivo.. Corsi sulle scale fino ad arrivare in camera mia, accanto al mio letto ce n'era uno più piccolo. Mi chinai a prendere mio fratello in braccio e lo cullai tra le braccia. -Joaquin.. mi sento così sola.. sempre per la stessa storia, lo so che sbaglio.. Guido e Lucas vogliono solo il mio bene.. ma nonostante questo, loro non capirebbero.. nessuno potrebbe mai capire..- una lacrima prese a scendermi lungo la guancia, ma venne assorbita da una manina delle dimensioni di un cellulare. Il dolore che provavo internamente era troppo grande. Era stupido, come al solito. Non dovevo soffrire così tanto per lei. Perchè sebbene le volessi bene, l'amassi, perchè la tua migliore amica quasi sorella la ami, da quanto le vuoi bene, nonostante questo lei non era né morta né sparita nel nulla. Sapevo dov'era, la sentivo spesso. Sì, ma per telefono, via msn.. non mi bastava, non sarebbe mai stato sufficiente. Non ero l'unica persona sulla faccia della terra ad essere lontana da una delle persone che più amava.. e dovevo sottolineare quel una.. ma.. egoisticamente, per una volta volevo esserlo, mi piaceva credere di essere quella che soffriva, la sola..
-Patty..- disse il mio nomignolo il mio fratellino e io mi morsi il labbro tanto da farlo sanguinare. Il gusto del sangue non mi faceva così schifo: forse perchè era il mio, faceva parte del mio corpo, del mio essere viva. Gli accarezzai una guancia e poi guardai l'ora e mi resi conto che sarebbe stato il momento di fargli fare un riposino.. quindi contrariamente alla mia volontà solita, mi misi a cantare quella melodia che era stata scritta da mio padre per mia madre, che poi lei mi aveva sempre cantato.. che poi avevo condiviso con mio papà.. e che sentivo dovesse esserne partecipe anche lui. Dopo tutto faceva parte della famiglia. Era la mia famiglia.
Yo te quiero, yo te espero cada noche pido al cielo que aparezcas ya quiero tenerte a mi lado, papà..
Sì, avrei tanto voluto averlo qui in questi momenti.. non sentire la sua presenza far parte costantemente della mia vita, era davvero difficile. Ma avevo abilmente imparato a tacere, a lasciare che le cose accadessero senza fare alcun genere di commento.. perchè io non ero nessuno per impedire alle persone che amavo di continuare la loro vita, anche se questo voleva dire abbandonarmi. E comunque la mia situazione non era delle peggiori, dato che avevo pur sempre accanto persone che mi volevano bene: il mio fratellino, mia nonna, i miei migliori amici... Maty il cagnolino.. distolsi la mente da quell'unico, raro, piccolo, minuscolo pensiero che aveva osato solcare i meandri della mia mente, martoriata e ridotta in miseria. Pensare era difficile, tutto era difficile ultimamente. Persino riuscire ad entrare in classe ogni mattina, sapendo che.. no, non ci dovevo proprio pensare, dovevo continuare a ignorare la cosa.. per una volta fare la codarda sarebbe stata la cosa migliore da fare. Nel frattempo ricordai per quale motivo ero arrivata fino a quel punto e quindi mi resi conto che Joaquin si era finalmente addormentato. Feci un debole sorriso e lo adagiai lentamente nella sua culla. Gli diedi un bacio sulla fronte. Vissi un flash back che mi strappò per qualche secondo il cuore dal petto, ma poi me lo restituì quando io mi trovavo già in un'altra stanza e stavo maneggiando un guinzaglio per agganciarlo al collare di un cane di taglia piccola, il pelo marrone lucente e gli occhi della stessa identica tonalità.. -Maty, è ora di uscire.- pronunciai il suo nomignolo freddamente, sapevo che lui se ne rendeva conto e che gli faceva male, ma mi voleva troppo bene per dare a quel mio gesto sbagliato, più importanza di quanta non ne avesse. Non abbaiò, sapeva che così facendo avrebbe svegliato l’altra creaturina che aveva imparato pian piano ad amare... specialmente quando si era reso conto che non gli avrebbe rubato l’affetto di chi teneva a lui. Scendemmo le scale, quindi richiusi la porta a chiave per bene, stando attenta molto più che due anni fa. Ora non era solo la mia vita, quella che dovevo curare. Quando ero figlia unica avevo una concezione del mondo non sbagliata, ma molto diversa e anche più egoistica, ma involontaria. Ma adesso che avevo un fratello, al quale badare, quasi da sola, ogni mia azione doveva essere calibrata in ogni minimo dettaglio. Respirai a fondo l’aria aperta, contaminata dai gas prodotti dalle auto, dalle fabbriche, dalla esagerata urbanizzazione del nostro secolo. Era fredda e entrò nelle mie narici paralizzandomi istantaneamente, ma ignorai la sensazione che stavo provando e sospirai.
-Ciao..- mi salutò una voce, dietro alle spalle. Mi voltai ricambiando con un gesto della mano, la mia amica Tamara. Dopo che Giusy se n’era andata per un certo periodo mi aveva ritenuta colpevole, l’unica responsabile, anche se la cosa non aveva nessun senso logico. Se non che alcune persone necessitano di trovare un capro espiatorio per ogni problema che li circonda.. ma non credevo cha anche lei, facesse parte di quel genere.. -Porti a spasso..- esitò. Sapeva benissimo che non volevo sentire quel nome, quella parola, quel suono penetrarmi attraverso i padiglioni auricolari fino al cuore -il tuo cane?- era una domanda così stupida e scontata, quella che mi porgeva sempre, sempre ogni volta che ci incontravamo al parco.. questo parco.. Annuii, non avevo voglia nemmeno di parlare. -Patty.. io e te penso che abbiamo alcune faccende in sospeso..- aveva ragione, non negai nulla, né però le feci credere che mi mancava. Era dopo tutto stata una delle mie più care amiche.. le volevo bene, le avevo voluto bene.. ma valeva davvero la pena di fare uno sforzo? Me l'ero chiesto poco spesso nell'ultimo periodo. Ero diventata un blocco di ghiaccio, o di pietra, ultimamente. Ma in questo modo era più facile proseguire. -Ecco.. sinceramente non so c0me cominciare.. quindi lo dirò come viene..- non riuscii a trattenermi e un'espressione sorpresa trapelò dal mio volto, tanto che aprii persino la bocca. -Mi manchi amica mia.- dopo quella mini frase Tamara mi fece un sorriso triste e quindi mi abbracciò. Senza avere il tempo di pensare, vidi le mie braccia fare lo stesso, ricambiarla, ne avevamo bisogno entrambe, ma forse io più di lei. Le sorrisi quando ci separammo e poi, dopo qualche minuto passato a guadarci, scoppiammo a ridere.
-Non riesco davvero a credere come si possa ridursi in questo modo.. abbandonare tutte le persone alle quali si vuole bene.. e sopratutto non avere il coraggio di ammettere che un piccolo errore ha concluso un qualcosa di unico..- commentai poi sospirando e la mia amica annuì, anche se non mi aspettavo comprendesse il mio strampalato discorso. -Comunque anche se non te l'ho detto.. anche tu mi sei mancata, Tamy.. molto più di quanto non ammettevo..- ridacchiai ancora, per me stessa, poi guardai verso Maty che abbaiò deciso. -Ma credi che le cose si sistemeranno anche con Sol?- domandai speranzosa, sensazione che non provavo più da molto tempo. Troppe cose erano andate male, troppe illusioni si erano spezzate dimostrandosi irrealizzabili.. troppe lacrime avevo versato inutilmente e quante ancora avrei dovuto ricacciare nel profondo.. Tamara alzò le spalle, mordicchiandosi il labbro inferiore.
-Lo spero, vorrei che andasse così.. anche lei ha bisogno di noi due.. ma in realtà quello di cui ha bisogno la nostra squadra- le popolari esistevano ancora nonostante Giusy non ne facesse più parte ufficialmente, anche se noi non l'avevamo di sicuro cacciata.. ma gli eventi capitano da soli, a volte e non si può far altro che accettarli a testa bassa.. -è di riavere Giusy.. non sai quanto mi manca.. non certo quanto a te.. so che la vostra è un'amicizia unica e speciale, proprio perché tu la conosci da così poco..- avevo apprezzato in modo esagerato quella sua correzione, dato che era una verità pura innegabile. -Senza di lei niente ormai ha più senso.. mi chiedo ogni giorno che sono con lui, come faccia Fabio a reggermi.. insomma, non c'è un secondo solo che la mia mente sia diretta solo a noi due, dovrebbe cercarsi un'altra.. una meno egoista, che possa provare a pensare anche ai problemi del suo ragazzo.. non solo dei suoi.. una alla quale non bisogna ripetere cento volte nel corso di un'ora che ore sono.. una che..- interruppi la ragazza castana che stava delirando davanti a me e nel farlo mi sentii benissimo, perchè mi aveva fatto capire che in fondo non era mai cambiata, che era rimasta sempre la stessa insicura quanto me che si era sentita in colpa per ricevere la gloria al posto mio cantando con la voce della misteriosa regina d'Egitto, Cleopatra.
-Tamara, Tamara... non c'è bisogno di tante spiegazioni.. di porsi tante domande o di farsi tanti problemi.. perchè a tutto questo, dall'altra parte, basta porre la parola "amore". Lui ti ama, e ormai dovresti saperlo!- sbuffai decisa. -La sopportazione è una delle doti fondamentali, sia in amicizia che in amore.. altro che la fiducia..- ridemmo insieme, ma una parte del mio cervello elaborò dei pensieri sbagliati che volli subito cancellare. Fiducia, già fidarsi.. quanto male poteva fare.. troppo perchè una creatura stupida e insicura come me potesse sopportarlo..
-Hai ragione, ma io.. temo sempre che arrivi qualche nuova ragazza e che lui si possa scordare di me.. comunque non ho voglia di riempirti la testa con queste stupidaggini.. come sta il tuo fratellino?- a questa sua domanda i miei occhi risposero osservando l'orologio che portavo al polso e sussultai. Nonostante avessi appena pensato quanto avevo cambiato modo di pensare ora che avevo un fratellino, ecco che dimostravo il contrario, dimenticandomi della sua esistenza completamente..
-Cavolo! Meno male che ne hai parlato.. sta bene, comunque devo tornare assolutamente a casa perchè l'ho lasciato da solo..- spiegai velocemente mentre richiamavo più vicino Maty, che non tardò ad obbedirmi. Tamara annuì, un po' tristemente. Ma io non lo ero, al pensiero di dovermi separare da lei. Non perchè ero diventata insensibile! Ma perchè questa storia si era risolta bene, eravamo tornate amiche, forse non avevamo mai smesso di esserlo.. -Ciao Tamy, e non farti troppe..- esitai prima di dirlo, ma la nuova me se lo poteva permettere, anzi, lo faceva già da tempo senza porsi troppi problemi -seghe mentali.- la scrutai per benino prima di voltare i tacchi e camminare con un passo molto più spedito rispetto a quando ero uscita. Raggiunsi casa mia in fretta e vi entrai ancora più rapidamente. Corsi su per le scale a perdifiato e finalmente giunsi nella cameretta del mio fratellino, che per fortuna stava ancora dormendo, immerso nella tranquillità che comporta essere un essere umano della sua età. Già.. senza volerlo premetti un tasto del mio cellulare, che ultimamente fungeva anche da mp3 e partì la canzone "Good time gone" dei Nickelback. Questo fece scattare numerosi pensieri diversi nella mia testolina. Per primo pensai a come avevo imparato a conoscerla ed amarla. Grazie a Sol. E quindi non potei non intristirmi. Poi permisi alla mia mente di spingersi in spazi pericolosi. Un’immagine mi apparve davanti. Eravamo io e le mie tre amiche del cuore, distese su un prato a ridere e scherzare, quasi avessimo otto anni e non un sacco di problemi che pesavano come pietre sulle nostre singole schiene. Quello era il bel tempo andato.. e sentivo dentro di me che non sarebbe mai ritornato indietro. Ma non era solo questo a farmi paura. Molto di più quando le figure cambiarono fino a rimanere solo due. Io e un’altra persona che era stata ormai dimenticata. Quindi la mia mano scattò veloce a stoppare tutto. Persino riuscì a bloccare i miei pensieri, appena in tempo, Joaquin stava per svegliarsi. Feci dondolare dolcemente la sua culla, fin quando il suo respiro non tornò regolare. Poi andai in camera mia e mi distesi a pancia in su, rimanendo a guardare il soffitto. Non dovevo pensarci, pensare a quelle cose. Ma essendo comunque rimasta in parte masochista, non potei evitare di mettermi ad ascoltare la mia canzone preferita, avrei scommesso non so quanto che nessuno dei miei compagni della Pretty Land avrebbe dato un soldo bucato per me che ascoltavo quel genere di musica. Eppure si addicevano perfettamente con la mia nuova filosofia di vita. Siccome dovevo consegnare un compito su “una canzone a scelta” decisi di prendere i classici due piccioni con una fava. Mi alzai svogliatamente in piedi e cercai nel mare di disordine che regnava sulla mia scrivania, un foglio a righe che potesse considerarsi realmente bianco. Lo trovai e dopo aver conquistato il dominio persino su una penna che scrivesse, lasciai che quello che avevo nella testa si trasformasse in un tema almeno da 8.
“Patricia Diaz Rivarola
Canzone scelta: I’d come for you, dell’album: Dark horse, del gruppo: Nickelback.” non avevo affatto vergogna a scrivere queste cose. Forse un tempo, quando ero molto più stupida, ma anche sensibile, gli avrei dato più importanza, ma non certo ora. “Non sarebbe corretto dire che questa canzone per me è come una colonna sonora di vita. Dato che l’ho conosciuta solo di recente. Ma non c’è voluto molto prima che imparassi ad amarla. Quando l’ascolto mi sento leggermente egoista, perchè vorrei essere io ad averla scritta. E’ incredibile quello che provo, mentre sento quelle parole che mi arrivano dalle cuffiette del mio mp3. Qualcuno direbbe che è una canzone romantica, o forse triste, ma in questo caso non avrebbe notato il senso, lo scopo che ha, perchè nonostante sia dedicata ad una donna, la vena non è affatto smielata. Quando chiudo gli occhi vedo il mio angelo custode che mi canta quelle parole, lui solo, reale o frutto della mia fantasia, che tornerebbe per me. Mi darebbe sempre una mano, non potrebbe fare di conseguenza. E come il legame che unisce chi ha scritto la canzone alla persona alla quale è dedicata, l’amore, è lo stesso ma di un altro tipo quello che sento pervadermi al solo udire quella melodia.” certamente stava venendo fuori qualcosa di buono, ma mi stancai, sentivo che tutto era inutile, che niente aveva più senso. Da due anni ormai la mia vita non aveva alcun senso. Perchè l’unico scopo era partito e non mi permetteva di dimenticarlo: c’era sempre un anello lacrimato naturalmente color azzurro acquamarina, ma che variava spesso tonalità, a ricordarmelo, in caso per sbaglio un giorno avessi deciso di provare a continuare anche senza. Di lui. Era inutile prendere in giro tutti, le mie “amiche”, i miei amici, mio padre e mia madre via telefono, Giusy su msn.. e il mio fratellino dal vivo. Soltanto io credevo alle mie frottole. E il mondo intero fingeva di starmi a sentire, come se fossi una pazza, che andava assecondata per non peggiorare la situazione. E sinceramente era così che mi sentivo. Sbattei con un colpo violento un pugno sul piano d’appoggio stracolmo di cose inutili e materiali, che mi dicevano quanto fossi caduta in basso. Mi alzai in piedi e decisi che tanto valeva ormai fare che finirmi, quindi mi abbassai a recuperare un album di foto. Quante volte l’avevo guardato? Era quello che Santiago.. scossi la testa, meglio non pensarci. Eppure io pretendevo il ritorno di quei giorni, perchè non era possibile che fossimo veramente arrivati a questo punto. Una volta eravamo tutti amici e ci confidavamo gli uni con gli altri, anche se poi i segreti viaggiavano a ruota libera di bocca in bocca, fino a combinare un pasticcio. Ma al momento della verità, tutti risultavano colpevoli di qualcosa e quindi si decideva, che anche questa volta, tutto sarebbe stato condonato. Ma quella volta non era andata così. E io, che non avevo colpa di niente, anzi, tutto il contrario, ero quella che aveva poi sofferto di più, e loro anche in quel momento lo sapevano, ero stata quella che ci aveva perso di più. E non potevo ammettere che l’amicizia di Guido e quella di Lucas compensassero il resto, non almeno se non volevo sentirmi mega bugiarda. Per sentirmi meglio feci quello che facevo quasi sempre in questi casi di depressione, tutt'altro che rari. Misi a tutto volume "Someday" e rilessi le lettere che ci mandavamo io e Giusy, ogni tanto preferendole a msn. Nonostante fosse il metodo più veloce e istantaneo che la nostra epoca moderna conosceva, la classica lettera aveva un fascino.. di antico.. non lo sapevamo dire con precisione, ma trasmetteva molto di più l'affetto che entrambe provavamo. Non sempre le azioni che le persone compiono hanno una logica, no?
"Ciaooo sorellina^^, scusa se ti rispondo soltanto ora, a parte che quando ti arriverà questa lettera diciamo che sarà un po' più tardi.. ma va beh, torniamo a quello che dovevo dirti.. ho conosciuto un ragazzo che è davvero carino.. ma insopportabile! Se tu fossi al mio posto che cosa faresti? Diciamo che quando lo vedo, ogni volta, vorrei sparire, ma contemporaneamente c'è qualcosa che mi spinge verso di lui.. credo di essere matta.. so che adesso starai ridendo e poi scuoterai la testa con decisione.. comunque dammi un bel consiglio e poi parlami di te, ok? E mi raccomando, fai più veloce di me, se no siamo messe bene, XD tua "sorella" Patty".
Quanto eravamo sciocche.. ma a me piaceva e anche a lei.. e ci serviva, senza saremmo impazzite per davvero.. altro che il problema di quanto tempo ci volesse prima che una risposta giungesse a destinazione.. ma la cosa più bella e contemporaneamente, più assurda, era che per risparmiare carta, fogli, quindi anche alberi, si trattava di una questione più ambientalista che economica, ci spedivamo quasi sempre lo stesso foglio, fin quando non era stracolmo. Non ci importava di quello che potevano pensare gli altri.. a noi stava bene così.
"CIAO.. allora, che consiglio pensi che possa darti? Non mi hai dato poi tante informazioni.. diciamo che, da quel poco che so, mi sembra quasi la storia che stava per nascere tra me e Guido.. quindi ti dico, sta attenta, ma sopratutto, non dire a nessuno che non ti metterai mai con lui, ecc.. perchè è l'errore peggiore che puoi fare, credimi.. XD.. che cosa vuoi che ti dica di me? Qualche amica l'ho trovata, giusto da scambiarci qualche parola a scuola.. ma la verità è una sola: io non voglio farmene altre. Tu, Tamy e Sol siete le mie migliori amiche e basta, chi vuole altre sconosciute che potrebbero rovinare tutto? No no, grazie.. i miei genitori tutto bene.. il resto anche.. so che non vuoi che ti dica nulla, quindi rispetto la tua decisione. E tu, a parte quella del ragazzaccio, hai altre notizie? Ho voglia di gossip, dai, quando c'ero anche io non passava giorno senza almeno quattro belle notiziette fresche di stampa.. (L)Giusy"
Risi per l'ennesima volta, rileggendo la calligrafia perfetta della mia sorellina. Era incredibile, ma ogni cavolo di volta reagivo sempre nella stessa maniera. Ai nomi delle mie amiche, sentivo una stretta al cuore. Ora di meno perchè almeno con Tamara avevo chiarito. A tutte le sue battute, non scappava una bella ridacchiata. E a quel cuoricino, mi sentivo le lacrime agli occhi per la commozione. Ero proprio cretina, ma tanto tanto. Come poteva un simbolino strausato, sia dai media, che dalle persone anche comuni, ormai dirsi ti amo era come dire ciao, figuriamoci un ti voglio bene sottoforma di t v b...
-Patty, sei in camera tua?- una voce di donna mi fece sobbalzare e mi riportò alla realtà, anche se non sapevo quale delle due fosse peggiore, dato che ormai nemmeno nelle mie fantasie mi sentivo bene. Però, per lo meno, dentro la mia bolla d'aria ero riuscita a tranquillizzarmi, quando avevo tra le mani qualcosa che apparteneva a Giusy, era come se ce l'avessi di nuovo accanto, qua, vicina a me. Mi preparai alla solita recita. Già, quanto si cambia in due anni.
-Sì, zia Emilia.- risposi con una vocetta più stridula rispetto alla mia, anche se meno dolce e mielosa. Quello non era colpa mia, ma della crescita e io non potevo farci nulla. Per fortuna, come unica consolazione mi rimaneva che i complimenti erano aumentati e che quindi non poteva essere cambiata in peggio. Lei, alta, snella e bella, comparve davanti alla mia porta, con quel suo mare di capelli ricci che mi ricordarono immediatamente quelli di Giusy. Forse era anche per questo che non la potevo vedere. O magari perchè se lei non ci fosse stata, non sarebbe potuti partire entrambi i miei genitori. Non era così bello come credevo, essere egoista. Forse ero destinata a non essere mai felice, o forse ero io a non sapermi mai accontentare. Comunque sia non mi importava per niente.
-Come è andata oggi?- mi domandò sorridendomi. Le persone gioiose non le sopportavo più, nel mio stato di zombie vivente che passava da casa scuola, scuola casa tutti i santissimi giorni. Sapevo dentro di me che non stava fingendo, non lei almeno, ma non riuscivo comunque a farmela andare giù. E tutte le volte mi veniva da ridere. Una volta ero io quella che per ogni cosa, si metteva a saltellare o batteva le mani. Come risposta le fornii una bella alzata di spalle, che lei fu obbligata ad accettare, sapendo che comunque nessun suo discorso avrebbe portato a qualcosa di più sostanzioso su cui lavorarci per ricavare qualcosa da riferire di nascosto ai miei. Concluso il nostro breve dialogo, anzi, monologo, feci non un sorriso triste, ma più una smorfia, facendo diventare le mie labbra due sottilissime linee rette. Quindi fui liberata dalla sua presenza, grazie al mitico richiamo del mio fratellino. Avevo dei seri dubbi che fosse veggente o avesse comunque dei poteri paranormali. In qualsiasi modo, i suoi richiami arrivavano puntualmente quando ne avevo bisogno. Stavo per mettermi ascoltare “Favorite damn disease” per la decima volta in un giorno, ma una suoneria quasi mai sentita, riempì la stanza prima che potessi trovare le cuffiette nel mio zaino e fui costretta a rinunciare. Senza un grammo di voglia premetti il pulsante di risposta e dissi gentilmente:
-Pronto?- anche se trai denti. Ma il dolore che avvertii non fu a livello mascellare, ma carpale. Infatti come temevo vidi quell’anello, che restava saldato al mio anulare, che sembrava non volesse separarsene. Lo ignorai e mi promisi una prossima volta, di farlo subito invece che rimanere fregata come sempre. Mentre aspettavo sentivo la pazienza abbandonarmi sempre di più.
-Patty, sono io, Vincent.- quel nome bastò a raggelarmi il sangue nelle vene e stavolta di proposito guardai e lo vidi rosso, come mi aspettavo, se non proprio nero. Il ragazzo dall’altro capo del filo mi fece intendere che non serviva una mia risposta perchè lui proseguisse per forza. -Sto vendendo a casa tua, ho bisogno di parlarti.- quel tono autoritario.. ma dove cavolo l’aveva preso? Partendo, l’innominabile gliel’aveva per caso venduto? E perchè sua sorella non mi aveva detto niente? Erano tutte invenzioni quelle che stavo creando, nessuna aveva un suo senso logico. Però non poteva non ricordarmi lui. Fin dal primo momento che avevo dimostrato interesse verso di lui, quando aveva capito di avere quel potere su di me, aveva deciso di approfittarsene.. maledetto.. -Visto che sembra che tu abbia perso l’uso della parola- e la stessa fottuta ironia! Lui adorava prendermi in giro e sopratutto darmi della sciocca. Concludendo poi con quel suo sorriso sghembo.. no. Non ci sarei cascata una seconda volta, una poteva anche starci, in fondo ero una cretina, ma non tanto da lasciarmi fregare per due volte di fila. -ribatti solo se non sei a casa.- fui tentata di mentirgli, ma se davvero era così simile all’andato, di sicuro se ne sarebbe reso conto e poi me l’avrebbe rinfacciato.. un altr’idea che mi venne fu di accampare su la scusa di Guido, di solito funzionava e anche Lucas andava bene. Entrambi mi avrebbero coperto la mattina successiva. Ma che bel comportamento da codarda! E poi guardando ancora una volta quello che circondava una minima parte del mio dito, decisi che avevo troppa voglia di sfidare il destino. Così come avevo letto in “New moon” quando finalmente ero riuscita a concluderlo, dopo mille peripezie e strani incidenti, direi troppi per essere considerati tutti coincidenze, volevo fare la Bella che se ne inventava di tutti i colori, pur di mettersi in pericolo. Chissà mai che Vincent potesse diventare il mio Jacob. E poi mi sarebbe proprio piaciuto vedere se avrebbe avuto lo stesso coraggio di Edward di tornare. Anche se a me, cosa importava poi? Io l’avevo totalmente cancellato dal mio cuore. Il nostro, qualunque cosa fosse stata, amicizia, amore, non ricambiato o sì, non sarebbe stato un finale felice. -Sto venendo.- e mise giù. Ma guarda un po’, se dovevo sempre essere presa di mira dagli unici ragazzi fuori di testa che c’erano a Buenos Aires! Non avevo idea di dove abitasse quel ragazzo di ben quattro anni più grande di me, che avevo conosciuto proprio per sbaglio. A causa della mia solita sbadataggine che non mi aveva mai risparmiato poco onorevoli figure e numerosi sbucciature, contusioni e ematomi. Se pensavo che quel giorno maledetto, ero uscita con l’unico scopo di ottenere il terzo libro della saga, “Eclipse”, anche se il finale me l’aveva rovinato una primina, molti dubbi che l’azione fosse totalmente involontaria.. comunque sia mi ero presa una bella testata, certo che in fatto di ossa resistenti non scherzava! Ed era solo il secondo ragazzo che sapevo si potesse interessare ai libri di Stephanie Meyer.
-Patty, puoi andare tu ad aprire la porta che sono occupata?- la voce della mia convivente mi arrivò completamente da un altro pianeta, non mi ero nemmeno resa conto che avevano suonato al campanello.. scesi le scale velocemente continuando a scuotere la testa contrariata, mordendomi di nuovo il labbro inferiore, cancellando il dolore che sentivo lungo tutto il braccio. Ma madre natura mi aveva fornito di due mani e quindi, riuscii comunque ad aprire la porta. Trovandomi davanti lui, con un sorrisetto già compiaciuto, prima ancora che io potessi dire qualcosa. Mi prese per mano, meglio dire per un polso e io non protestai, anzi, preferii non farlo per paura di attirare l'attenzione di Emilia. Che cosa sarebbe successo? Un tremendo casino e io non volevo noie. Ne avevo abbastanza che mi giravano per la testa.
-Ehi, ma che ti prende, sei matto, almeno potresti salutare!- gli dissi non appena fummo in camera mia, dove avrei potuto urlare almeno un po'. Ma Vincent mi fece cenno di tacere e io tra mille rabbie obbedii ancora una volta. Se solo non gli fosse somigliato così tanto! Quasi non me ne accorgevo che era un'altra persona, che non era LUI. Punto, chiuso il discorso. Mi fece cenno di sedermi sul Mio letto e non potei trattenere uno sbuffo, mentre lui faceva lo stesso.
-Come mai oggi sei più nervosa del solito?- mi prese in giro, però qui c'era una bella differenza. L'innominabile quando scherzava con me come soggetto, lo faceva con dolcezza e sapeva insultarmi facendomi complimenti. Non sarebbe mai stato al suo livello. -Comunque non rispondermi, non ce n'è affatto bisogno.- aggiunse in tono autoritario e quasi aristocratico, mancava solo che storcesse il naso in su. Non feci niente, nemmeno qualcosa che potesse dargli una benché minima soddisfazione. -Se sono venuto qui, non è certo per parlare.- chiarì deciso. Alzai leggermente un sopracciglio, con espressione dubbiosa, ma non troppo. -O meglio, non solo.- già dalle sue parole avrei dovuto capire che c'era qualcosa sotto, e anche cosa, perchè le sue intenzioni erano piuttosto chiare, ma la mia fantastica intuizione era andata a farsi benedire. Ma di nuovo, prima che potessi dire o fare qualcosa, mi ritrovai ad essere baciata da un ragazzo che non avrebbe dovuto farlo, che avrebbe solamente provocato un gran male nel mio petto, anche se in questo caso mi sentii solo scocciata, era come se fosse una mosca fastidiosa che mi gironzolava intorno, quando il mio obbiettivo principale era una zanzara. Le sue labbra combaciavano in modo quasi sconvolgente con le mie, ma erano rabbiose e terribilmente possessive, mentre quelle di Lucas erano state dolcissime, anche se solo di un amico, per me. E quelle di.. del.. non importava. Tenevo gli occhi spalancati, sapevo che chiudendoli avrei commesso il più grande errore di tutta la mia vita. Ma lui sembrava intenzionato a non separarsi mai e io invece stavo per morire di asfissia. Mi chiesi perchè non avevo provato a ribellarmi e con orrore compresi che una parte della mia mente, in minoranza rispetto al resto, quella che non voleva smettere di sperare, aveva osato scambiarlo per Lui. Mi dimenai nel tentativo di staccarmi e mi resi conto che mi bloccava per entrambi i polsi. Non avevo ancora paura, ci voleva ben altro che un bacio del cavolo, per spaventare la nuova me. Ma ben presto l'ebbi, perchè mi illusi per un secondo che l'incubo stava per terminare. Ma il motivo per cui si era separato da me, era perchè aveva in mente di fare ben altro. -Esattamente come me l'ero immaginato.- disse soltanto quella frase, che mi rimbombò nelle orecchie mentre mi spingeva per farmi stendere sul letto e quando ci riuscì restò qualche millesimo di secondo fermo a guardarmi, come fossi un oggetto. Il suo divertimento preferito. Maledissi mentalmente il non aver scelto di chiamare i miei amici maschi, a quest'ora sarei stata tranquilla, nella mia solita agitazione, ma certamente più rilassata. Sapevo cosa stava per fare, ma non riuscivo a muovermi, ci provai con tutte le forze e l'unica azione che riuscii a compiere fu quella di guardarmi la mano, l'anello, nero come la fuliggine di un caminetto tra non molti giorni. Tra il diventare un oggetto di gioco e creare casini ma salvarmi la pelle, tolto il rossore per l'imbarazzo, scelsi la seconda opzione, e urlai.
-No! Aiuto! No! Non ci provare!- mi parve di gridare a pieni polmoni, ma così non poteva essere, perchè non udii nemmeno un rumore, né di passi, né altro, come se fossimo rimasti solo noi due in quella casa. Cercai di fare affidamento sulla mia infallibile memoria, che non mi tradiva mai. Oh cacchio! Oggi era.. non potevo credere di aver dimenticato una cosa del genere! Lo fissai negli occhi e lessi quello che stava pensando: era come se lo sapesse, anzi, ero certa che ne fosse a conoscenza lui più di me. La mia situazione non aveva speranze, l'unica che restava era quella magra che lui da solo, senza nessun consiglio né incoraggiamento, decidesse di desistere dal suo intento. Ma era più facile credere che sarebbe arrivato l'innominabile Lui a salvarmi.
-Che c'è, hai paura?- perchè doveva chiedermi proprio questo? Fra tutte le stupidaggini che potevano uscire dalla sua bocca, non questa, sembrava uno scherzo del destino. La classica ironia della sorte, però, venne rovinata. Perchè non riuscii a rispondergli, a dare un senso a quella richiesta, stavolta non per colpa sua. Ma per merito di una persona che avevo quasi dimenticato. Una suoneria si diffuse nell'aria e con un gesto mi fece capire che potevo rispondere. Ma guarda se dovevo pure aspettare che mi desse il suo permesso! Nervosa, ma più serena, risposi.
-Pronto?- speravo di essere riuscita a non far trapelare nessun genere di emozione dal tono che avevo usato. Né terrore, né pazzia, né però indifferenza.
-Patty, stavo tornando a casa dopo essere stato da Sol.. sono a pochi metri da casa tua.. ti ho sentito urlare è successo qualcosa per caso?- che bello sentire finalmente un discorso disconnesso, tante frasi messe insieme senza un qualche filo logico apparente.. che bello essere di nuovo così. Sul mio viso si stampò un'espressione da emerita cretina, le mie labbra si curvarono in un sorriso troppo deciso e convinto e gli occhi divennero lucidi di vita. Ma chi era dall'altra parte del filo, non mi poteva vedere. Cieco il mio salvatore. -Sì, esattamente.- dissi per prima cosa. Non dovevo negare se volevo avere una chance. Altrimenti tanto valeva non chiedere nemmeno una piccola possibilità, se non la si sapeva nemmeno trasformare. -E se stai pensando qualcosa, sappi che hai ragione.- non potevo dire molto di più, dato che avevo gli occhi di Vincent incollati su di me, che mi scrutavano sospettosi, sapeva bene che cosa volevo e che cosa avrei architettato per ottenerlo. Ma dovevo sperare, riporre la mia completa fiducia in quell'altro ragazzo che forse non ci sarebbe mai arrivato, ma dovevo credere il contrario, ero costretta, o sarei stata rovinata. L'altra unica alternativa che restava era riuscire a far perdere tempo a Vincent, ma quindi avrei dovuto distrarlo e dubitavo che fosse così stupido da cascare in un giochetto del genere.
-Credo di aver capito.. ma non ne sono proprio sicuro.. quindi per rassicurare me e contemporaneamente tranquillizzare la mia ragazza, che se ti succedesse qualcosa, poi stresserebbe me.. credo che verrò a farti visita, che dici?- era un genio! Santiago era un genio incredibile, non solo in ambito culinario a quanto pareva! Lui non faceva parte di quelli che, come Tamara, mi avevano considerata colpevole, ma nemmeno aveva fatto qualcosa, diciamo che si era comportato un po' come Ponzio Pilato. Se n'era lavato le mani. Che forse era anche peggio che schierarsi da una parte, rimanere indifferenti. Provai a restare calma e concentrata.
-Sì, giusto, solo non fare quello che solitamente faresti, per fare quello che hai detto.- era evidentissimo che stessi usando delle frasi in codice, ma Vincent sembrò voler credere nella mia innocenza innata. Pregai che Santiago resistesse a costo di sforzare tutti i neuroni che aveva, perchè era troppo importante. Non poteva abbandonarmi proprio ora! I miracoli sembrano aver voglia di avverarsi, oggi.
-Ho capito.- disse solo, quindi la chiamata si concluse, bruscamente, come uno schiaffo inatteso. Guardai l'orologio in modo ossessivo, mentre vedevo a rallentatore le braccia e le mani di Vincent protendersi verso il mio corpo, che si irrigidì mentre pensavo a cosa potevo fare, per bloccare il tempo. In realtà c'era una cosa che avrebbe fatto passare abbastanza minuti, ma, mi immaginavo la reazione del mio "amico" quando poi ci avrebbe visti. Avrebbe capito le mie intenzioni o comunque pensato che non ero stata io a volerlo, ma l'altro a obbligarmi, anche se così non sarebbe stato, non questa volta? Con queste domande riuscii solamente a confondermi di più e a facilitargli il compito. Non fosse che sentì un rumore provenire dall'esterno che lo distrasse per davvero e forse finalmente smise di pensare a me, o a quello che rappresentavo per la sua mente, per i suoi occhi.. non certo per il suo cuore, se mai ne avesse uno. Anche io spostai il mio sguardo in quella direzione ed entrambi avvistammo un ragazzo dai capelli castani mossi, dal viso tondeggiante, ma non più come lo era quando io avevo tredici anni ed era innamorato di me. Sempre che di amore si trattasse e non di una semplice cotta infantile.. Santiago si elevò con entrambe le braccia e spiccò un salto dal bordo della finestra fino al pavimento della mia camera, a pochi centimetri da noi, ma sopratutto da lui. Ritrovai completamente le forze e mi alzai in piedi, sorpassai Vincent, che sembrava essere rimasto finalmente sorpreso, di sasso, non muoveva un solo muscolo e fissava il ragazzo un po' più basso di lui, che a mala pena avrebbe riconosciuto se l'avesse conosciuto 2 o 3 anni fa. Quando gli fui abbastanza vicina, sorrisi. -Ciao Patty.- mi disse amichevolmente, e mi ricambiò. Poi io lo abbracciai, dovevo pur ringraziarlo in qualche modo, Sol per una sola volta non sarebbe stata gelosa! Nella mia mente ridacchiai, ma restai esternamente quasi seria. Lui mi strinse a sé leggermente, quanto bastava per farmi riprendere e trasmettermi un po' di coraggio. Mi separai e rimanendogli accanto guardai l'altro, ancora nella stessa posa di prima, quasi mi veniva da ridere. Raccolsi tutta la sfacciataggine che avevo.
-Allora Vincent, lo conosci il mio amico Santiago?- enfatizzai sul termine amico, una volta serviva per evidenziare il contrario, ma questa volta avrebbe avuto uno scopo diverso. -Comunque sia non importa che tu risponda- speravo di aver imitato abbastanza bene la sua intonazione di voce -né che tu dia qualche segno di vita. Mi basta che ti alzi, esci dalla mia camera, prosegui lungo il corridoio, poi svolti e scendi le scale, quindi, apri la porta che ti trovi di fronte e mi liberi dalla tua presenza.- tono secco, duro, insensibile ma contemporaneamente da presa in giro. Perfetto. Non si udì nessun suono, soltanto uno sguardo, di rancore, di odio, alla "non finisce qui!", poi qualche secondo di tregua, quindi uno sbattere di porta che fece tremare persino i quadri che erano appesi sulle pareti del primo piano. Quando fummo finalmente soli, lo guardai e mi sentii avvolgere da una grande coperta denominata imbarazzo. Per fortuna le mie guance non arrossirono, anche se non lo potevo affermare con certezza dato che non avevo uno specchio davanti a me e l'unica cosa che potevo utilizzare erano gli occhiali di Santiago che mi davano comunque una visione distorta della realtà. -Santiago.. ecco.. io..- mi fece un sorriso dolce come quelli che una volta, un altro ragazzo prima di lui mi aveva sempre dedicato. -Grazie.- riuscii comunque a sussurrare.
-Non serviva che tu me lo dicessi.. comunque.. non c'è di che.. hai voglia di spiegarmi o mi vuoi lasciare pieno di dubbi?- il suo tono leggermente scherzoso, ma simpatico mi fece riprendere e con la forza anche il fiato. L'ossigeno tornò a scorrere nei miei polmoni. Annuii e dopo aver sbattuto una singola volta le ciglia, cominciai.
-Non è che ci sia da dire poi molto.. quel ragazzo non so se lo sai è uno più grande di noi di quattro anni.. l'ho conosciuto un giorno ad un mercatino.. ma non siamo mai stati né amici né altro- anzi, direi proprio il contrario -mi ha sempre guardata in una maniera strana, ogni qual volta che lo incontravo, ma non ha mai detto né fatto niente.. fino ad oggi..- vidi l'espressione del mio amico farsi più tesa e ne fui lievemente felice, era bello sapere che mi voleva ancora bene, nonostante tutto, nonostante gli anni trascorsi. -Mi ha chiamata, e nemmeno sapevo che aveva il mio numero!- la mia voce assunse toni agitati e questa sensazione mi parve essere contagiosa -Comunque mi ha solamente detto che stava vendendo qui..- mi resi conto che come nel mio solito stile, stavo tirando per le lunghe e forse non era proprio il maggior obbiettivo di Santiago restare più del dovuto in casa mia. Mi sforzai di abbreviare. -Praticamente è arrivato, mi ha presa in giro.. poi mi ha baciata.. e dopo aver detto qualcosa tipo "esattamente come me l'aspettavo".. mi ha buttata sul mio letto e mi guardava pronto a fare altro.. a quel punto non ce l'ho fatta più e ho dovuto urlare.. certo che però hai un bell'udito!- la misi sul ridere, era la cosa migliore da fare, altrimenti sarei scoppiata a piangere.
-Già.. mi dispiace che tu abbia avuto paura.. ma per fortuna è finita bene.. credo che per un po' ti lascerà in pace.. e se così non fosse, ricordagli che tu non hai solo me come amico: ma anche Guido e Lucas e anche tutti gli altri..- alle sue parole i miei occhi si inumidirono -.. e.. visto che è uscito fuori questo argomento..- annuii lasciandolo proseguire, totalmente concentrata -la verità è che ci dispiace per come ti abbiano trattata.. Sol mi ha detto che hai fatto pace con Tamara..- alla faccia se giravano veloci le notizie a Buenos Aires! Interpretò la mia espressione perchè si mise a ridacchiare. -No, non lo sa ancora tutto il mondo, le ha solo mandato un messaggio..- mi spiegò, poi tornò serio -Ma comunque, veramente siamo tutti molto dispiaciuti e delusi da noi stessi, per con quanta facilità ti abbiamo riversato addosso tutte le colpe.. beh, forse non proprio io, ma comunque non ho fatto nulla per impedirlo.. tu sai che per me sei stata molto importante fin da subito, adesso sto con Sol e la amo moltissimo, ma non smetto per questo di volerti bene.. ok?- feci un cenno d'assenso con la testa, leggero, quindi mi ripeté la domanda in un'altra forma -Sai che puoi sempre contare su di me?- mi chiese e per non farglielo dire una terza volta, chissà se avrebbe trovato il modo di dire quelle cose scritte in un'altra maniera? , annuii decisissima al punto di parlare.
-Sì, prima non lo sapevo.. ma adesso lo so..- gli porsi una mano da stringere, ma lui la rifiutò, spiazzandomi. Mi prese per un braccio avvicinandomi a lui, di parecchio. Mi agitai, sapevo che non serviva perchè come mi aveva detto, amava Sol e io non ne ero affatto gelosa, anzi, ero molto contenta per la mia amica, almeno lei aveva qualcuno accanto.. come Tamara del resto.. e anche Giusy.. ma lei a distanza..
-Ehi, guarda che non sono M..- vedendo lo stato in cui ero non concluse la frase, ma virò -insomma, una stretta di mano è così formale!- fece il verso imitando un riccone altezzoso e snob, strappandomi un sorriso. Mi diede un piccolo abbraccio. -Questo è quello che fanno i bravi amici..- disse quindi, come se io fossi regredita di qualche annetto. Annuii intontita. Poi sospirò. -Adesso devo proprio levare le tende, altrimenti probabilmente i miei genitori mi faranno fuori..- ridacchiai per la sua battuta e non battei ciglio baciandogli la guancia e aspettando che lui facesse lo stesso. Lo accompagnai fin sulla porta. Quindi la richiusi, salii sulle scale, ritornai in quella stanza e mi buttai a pancia in sotto sul mio letto. Finalmente piangendo, finalmente lasciando scorrere litri e litri di gocce salate che mi arrossarono gli occhi e singhiozzando fino a farmi venire mal di gola, bruciava tantissimo ma non mi interessava. Ero io, quella ragazzina ancora bambina per tanti versi, testarda, piagnucolona, dolce e sensibile. Inutile continuare a negare, negare. Soltanto una cosa andava rinnegata e non avrei mai smesso di farlo. Mi alzai in piedi con l'unica motivazione di trovare al più presto un nuovo fazzoletto perchè quello che avevo in questo momento era zuppo e intasato all'inverosimile. Aprii il secondo cassetto del comodino, per sbaglio, o forse per colpa del destino che amava rendermi la vita impossibile. Al posto di quello che cercavo, trovai quello che non volevo. Ma ormai l'errore, involontario, ma dettagli, era stato compiuto, quindi tanto valeva rovinarmi, farmi del male del tutto. Presi quel foglietto tra le mani, era strano, rileggendolo ero sicurissima che era la prima volta veramente effettiva che mi capitava tra le mani.
"Ciao Patty, come va? E' veramente questo quello che vorrei chiederti? Non sono molto convinto di questo e allora preferisco non cominciare in questo classico e noioso modo. Ultimamente lo sai che sono fuori dal normale, che non smetto di cercare novità.. e anche questo comunque ci riporta a te. Tu, quell'anno che in fondo credevo fosse già ok di suo, tu sei stata la mia novità. Perchè solo mia e non anche di tutti gli altri? In fondo anche per mia sorella sei importantissima e lo so bene.. ma mi piace pensare che eri la mia brezza di primavera, non del mondo intero. Sei arrivata dal "nulla", da un piccolo paesino, portandoti dietro mille problemi che in città diventano pregiudizi e, puoi anche non crederci se vuoi, ma credo che non vorrai, io posso affermare con estrema sicurezza che nemmeno uno di quelli ha sfiorato mai la mia mente. Per me, da sempre, tu sei stata semplicemente tu, niente di meno. Pian piano hai cominciato a fare conquiste, a partire da Santiago, fino a fare breccia persino nel cuore di quello per me sconosciuto, che mi hai solo accennato, Lucas. E quanto ci scommetterei che ti continui a chiedere perchè, come sia possibile! Dimenticando di essere una delle persone migliori del mondo. E' quasi impossibile odiarti, per questo ti informo che anche le divine, tutte loro, ti hanno voluto bene, nascondendolo come sono sempre state solite fare.. non dovrei essere io a dirlo, ma è che lo so, e se questo potesse aiutarti ad acquistare maggior sicurezza in te stessa.. te lo ripeterei anche cento volte. Ti sei mai soffermata a chiederti cosa succederebbe se tu fossi consapevole delle potenzialità che hai? Non in modo esagerato, non arriveresti mai a essere la parte peggiore di Antonella, ma sicuramente spaccheresti il mondo in due. Comunque sto divagando, vedi, sei riuscita a contagiarmi con questa tua mania.. sappi che se non te l'ho mai detto, adoravo quando cominciavi a confonderti o ti sentivi in imbarazzo e cominciavi a dire la prima cosa che ti passava per la testa.. perchè tu sei sempre stata così: vera, sincera, forse insicura, ma non se si trattava di essere te stessa, non tutti ci riescono, sai? Non pensare a quello che hai dovuto fare, a tutti i sacrifici compiuti per arrivare finalmente ad incidere il tuo disco. Ma non dimenticare mai, mai, quello che sei. Perchè quando comincerai a mentire, non crederò alle tue bugie. Perchè quando smetterai di piangere, continuerò ad asciugarti quelle lacrime invisibili. Perchè, se come spero, così non andrà e tu resterai quella che sei, quell'amica che amo, allora saprò che sarà giunto il giorno giusto per dirti tutta quanta la verità. Mi raccomando, stai attenta, Bella. ^^
p.s. C'è un'altra cosa che devi sempre ricordare: comunque vada, dovunque saremo, resteremo i due piccoli puntini di un'infinita retta chiamata vita..
M."
La prima reazione che avrei voluto avere, sarebbe stata alzarmi in piedi e chiudere a pugno la mano, tenendo bene il foglietto, di modo che si accartocciasse. Anche strapparlo in modo irrimediabile sarebbe stata una bella idea. Ma non fu quello che il mio cuore mi suggerì, sciocco, non se ne poteva stare zitto ancora un po'? Invece no, era la risposta che mi gridava anche la mia coscienza. Quelle parole mi avevano fatto piacere.. e quella frase finale? In che senso eravamo i due piccoli puntini di un'infinita retta chiamata vita? E quel "amica che amo" come lo dovevo interpretare? Una volta avevo letto un libro dove la protagonista incontrava una donna capace di leggere dentro una lettera, in anzi tutto dalla calligrafia, sapeva dire di che umore era la persona che stava scrivendo.. e in quel caso era stato utile, perchè l'obbiettivo era capire se una lettera era stata scritta di volontà propria oppure no.. Mi sarebbe stato molto utile in questo momento. Guardai l'anello che in ben due anni non ero riuscita a levarmi dal dito, ne ero sicura, se n'era affezionato. Era azzurro chiarissimo, quasi più dolce.. e mi sembrò persino di vederci un'immagine dentro.. sembravano le figure di due persone.. una forse era una ragazza.. l'altro un ragazzo.. smisi di fissarlo e scossi la testa. Le avevo provate tutte per toglierlo, ma non c'era stato verso. Metterlo sotto l'acqua, no. Tirare sopportando il dolore, no. Far provare a qualcun altro, dalla tua convivente/zia adottiva al tuo fratellino di due anni precisi, no. L'unico modo per dirgli addio sarebbe stato farmi segare la falange. Ma avevo dei dubbi che avrebbe funzionato, tolto il fatto che era una follia vera e propria. In fondo in qualche modo strano sarebbe ricomparso in casa mia. Magari sulla mano opposta. Ridendo della mia follia, mi arresi finalmente all'evidenza. Per mia fortuna nessuno l'avrebbe saputo e il fatto che lui non ci fosse, avrebbe reso tutto più facile. Ok, potevo ammettere finalmente che mi mancava, anche perchè quella lettera che avevo trovato sembrava l'avesse scritta in questo periodo, o poco prima di partire. Va bene, ero triste principalmente per quel motivo e se amavo "I'd come for you" era proprio a causa sua. Non era il mio angelo custode quello che volevo mi cantasse quella parole. Ma lui. Lo sai che verrei solo per te. Così avevi praticamente detto, ma poi non sei stato capace di rispettare la tua promessa. Visto? Avevo ragione io.

Spazio autrice:

Scusatemi per il ritardo, ma come già accennato a Noe (XD) la colpa è tutta dell'anatomia.. infatti nonostante non veda l'ora di scrivere il 5° capitolo, dovrete aspettare almeno una settimana.. se non di più.. :( Riguardo all'altra farò il possibile, è che visto che questa ha avuto più successo preferisco aggiornarla per prima e poi non trovo il tempo per andare avanti con l'altra.. ma non l'abbandonerò.. promesso.. xD
Passiamo alle risposte alle recensioni:

bimbetta snob: grazie come al solito per i complimenti.. mi dispiace ma non sono così veloce e questo perchè cerco di fare i capitoli abbastanza lunghetti, "imitando" i veri libri.. spero ti piaccia anche questo, nonostante non ci sia Matias.. posso solo dire che si capirà tutto nel prossimo capitolo..

girlstar: scusami per non aver aggiornato l'altra, grazie per i complimenti, ma come detto anche sopra, cercherò di aggiornarla il prima possibile..

sabry99: ehhhh.. se Matias vuole Patty? Traete voi le conclusioni, sapete che sono abbastanza sadicuccia come scrittrice e mi piace che i miei lettori arrivino da soli a capire le cose.. da più soddisfazione, no? E poi ci potrei scrivere su un tema di 8 pagine da questa domanda, quindi, meglio per tutti se la lascio nel mistero.. xD

ricordati di me: io perfida?? No, lo sei tu, che non mi hai aiutata e così ho dovuto fare la parte di Giusy tutta da sola.. va beh, per stavolta passi.. e non vedo l'ora che sia martedì prossimo per continuare il balletto di quel povero pupazzetto in 3D.. xD

Alexiel 94: scusami, ma non ho capito davvero perchè dovresti prenderla a schiaffi.. spiegamelo in questa recensione.. xD *me seria* ..riguardo a Giusy ti ho già risposto su msn.. no! Sei proprio fissata con i licantropi.. mamma mia! xD Spero di aver risposto alla tua ultima domanda con questo capitolo, se no, capirai meglio nel prossimo.. e aggiorna le tue! ^^

Se non avete capito cos'è successo.. vi accenno solo che c'è stato un salto temporale in avanti di due anni.. che cos'è successo penso (e spero) si sia capito, se no, chiedete..
al prossimo cap,
Angy=*)
  
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