Love
Song
Requiem
[Zoro
Side]
“The future
haunts with memories that I could never have and hope is just a stranger
wondering how it got so bad.”
Taglia,
miscela odori, soffrigge, cucina, gesti ormai naturali, risultato di anni di
esperienza, impeccabili, affascinanti in quella loro
perfezione.
Non
sai perché ma ti ritrovi inconsciamente ad osservarlo, il tuo sguardo è fisso
sulla figura che si destreggia fra i fornelli. Non perdi un movimento, non un
espressione, non un rumore.
Osservi
perché non puoi fare altro, e non ti chiedi nemmeno perché stia preparando la
colazione appena finita la cena, lo sai già, anche se preferiresti non saperlo.
Perché quella è una di “quelle” notti, e tu puoi solo aspettare che lui finisca
di cucinare, gustando quei momenti uno per uno. Il cuoco forse non se ne è mai
accorto, ma tu la vedi quella sincerità che si mostra timida solo in quelle
notti, gliela leggi nello sguardo.
Il
rumore secco della fiamma che si spegne, ti riscuote dai tuoi pensieri, e torni
ad osservarlo nell’ultima frase della preparazione, mentre prepara una per una
le vostre colazioni e le ripone nel frigo. Lo fa con cura lo sai, e sai che quei
pasti saranno perfetti il mattino dopo, anche se lui non sarà seduto al tavolo
con voi.
Lo
vedi mentre appoggia con cura quell’assurdo grembiule rosa, e lo vedi mentre con
passi decisi si avvia verso la porta.
-Non
tornerai stanotte?-
Sai
già la risposta, la sai come quella di tutte “quelle” notti, ma non puoi fare a
meno di porgerla lo stesso quella domanda, l’unico residuo forse di una speranza
bastarda che si limita ad osservarvi da lontano chiedendosi perché le cose
vadano così male... male per te.
-Non
tornerò.-
E
non aggiunge altro, non lo fa mai, si limita a chiudersi la porta alle spalle ed
andarsene.
Vorresti
essere capace di fermarlo, ma lo sai già, è una di “quelle”
notti.
L’unica
cosa che puoi fare è osservare quel barlume di sincerità in silenzio, perché non
sei tu la persona in grado di capirla.
[Sanji Side]
“Wishing I could
find a way to wash away the past, knowing that my heart will break, but at least
the pain will last.”
Bussi
a quella porta con colpi secchi, mirati, diresti quasi amari, se non sapessi che
a renderli tali sono proprio le tue stesse sensazioni, e quelle preferisci
ingoiarle, nascondendole in modo che l’altro non possa
vederle.
Senti
la sua voce dirti di entrare, un tono calmo rilassato, del resto lui è nella
migliore delle situazioni, sulla sua nave, nella sua cabina, circondato dai suoi
uomini, sei tu il folle che accetta di incontrarlo lì in “quelle”
notti.
Apri
la porta in silenzio, quasi religioso se quella parola non stonasse in modo così
evidente con la persona che sei venuto ad incontrare. Lui è lì, seduto alla sua
scrivania, preso da quello che è probabilmente un libro di medicina, quasi il
tuo arrivo fosse insignificante ai suoi occhi.
In
parte ti fai schifo da solo quando senti una fitta al cuore per
quell’atteggiamento, ma del resto cosa ti aspettavi? Un accoglienza calorosa? Non l’hai mai
avuta, e non sei lì per riceverla.
-Hai
intenzione di stare tutta la notte sulla porta principino?- una voce fredda,
atona, non tradisce la minima emozione.
Vorresti
rabbrividire solo a quelle parole, ma hai ancora abbastanza amor proprio da
evitare di tradirti in sua presenza.
Non
fai nemmeno in tempo a rispondergli che lo senti sbuffare, prima di alzarsi e
afferrarti per un braccio. Ti stavi già preparando ad affrontare il brusco
contatto col pavimento, invece l’altro sembra avere l’insensato buon cuore di
trascinarti fino al letto.
-Sei
qui per questo se non sbaglio, abbi almeno il buon gusto di
collaborare.-
E
ti senti veramente uno schifo quando il suo sguardo ti colpisce, mentre il suo
viso si avvicina e le sue labbra sfiorano le tue, prima di morderle. Fa male,
non i morsi, sono i suoi occhi a farti male, perché quello che ci leggi tutte le
volte è solo vendetta, e fa male, eppure non riesci a focalizzare il motivo
dietro quel dolore.
-Nemmeno
una parola principino? Devo proprio farti urlare stasera.-
Forse
è proprio in quel momento che riesci a vederlo chiaramente, non è più un insano
senso di colpa a spingerti lì “quelle” notti, è qualcos’altro, qualcosa di più,
qualcosa di irrimediabilmente imbrattato dalle ombre del vostro
passato.
-Fanculo
Law.- un sussurro, aspro, ad occhi indiscreti probabilmente pure
provocatorio.
Ti
spingi verso quelle labbra e le mordi, sei tu ad assaporare il suo sangue questa
volta, e li vedi quegli occhi grigi sgranarsi per la sorpresa. Un gesto forse
insignificante ad occhi esterni, ma lui l’ha capita quella richiesta, perché
come il tuo sangue macchia la sua bocca, così il suo ora sporca lentamente la
tua.
E
mentre lui ti blocca nuovamente su quel letto, riacquistando lo stesso sguardo
di sempre, non puoi fare a meno di sentirlo quel cuore bastardo andare
lentamente in frantumi.
Forse
alla fine di tutto finirà per distruggersi completamente, ma il dolore resterà,
indelebile come una cicatrice.
[Law Side]
“This love will
take my everything; one breath, one touch will be the end of
me.”
Recuperi
fiato lentamente, lasciandoti cullare dal silenzio che regna nella stanza,
l’unico suono presente è appena percettibile. Il respiro del biondo sdraiato al
tuo fianco, che al momento ti volta ostinatamente le spalle, lo senti appena ma
preferiresti farne a meno.
Ti
ritrovi ad assaporare quel sangue rimasto sulle tue labbra. Il suo sapore per
quanto ferroso, ti appare oltremodo diverso da solito, non è più solo
suo...
Inconsciamente
ti ritrovi a sfiorare con la punta delle dita quel morso, delinearlo, dargli una
precisa spiegazione logica, eppure sembra sfuggire a tutte le leggi che credevi
di conoscere, o almeno così credi.
È
la sua voce fra lo scocciato e il timoroso a risvegliarti, riportando i tuoi
pensieri a quel momento.
-Un
solo dannato morso Trafalgar, smetti di ricamarci sopra.-
Puoi
quasi sentirlo tremare, vederlo tremare, nella paura di aver confermato chissà
quali ipotesi con le sue parole. E non si è sbagliato nel pensare che una
conferma ti è arrivata.
In
fondo l’hai capito fin dal primo istante cosa significasse quel morso, e forse
quello che stava succedendo a quella relazione l’avevi intuito già da
prima.
Perché
puoi negarlo quanto vuoi, lo sai perfettamente che a guidarti non è più la
vendetta.
Il
silenzio rotto da vostri respiri sembra ricordati che gli devi una
risposta.
Non
ti volti verso di lui, non vuoi, sarebbe troppo.
Ti
sdrai semplicemente al suo fianco, allungando una mano a sfiorare quei capelli
biondi. E il sussulto che segue lo senti come una carezza sulla
pelle.
Un
solo tocco, il tempo di un respiro, di più non puoi
concedergli.
Avere
di più in quel momento sarebbe troppo per entrambi, per questo ti limiti ad
addormentarti, lasciando che sia quel tocco fugace a rispondere per
te.
E
in fondo non riesci nemmeno a pentirti di quella assurda scelta, e mentre gli
occhi si chiudono, assapori un ultima volta quel sangue che ti bagna le
labbra.
Ed
eccomi qua...
Lo
so dovevo studiare per gli esami ma mi sono ritrovata bloccata a casa per via
della neve senza libri quindi sono andata a ripescare questa piccola shot dalla
cartella in cui era nascosta.
Doveva
inizialmente far parte della song challenge, ma stava uscendo qualcosa di
decisamente troppo lungo, quindi ho preferito pubblicarla a
parte.
Non
so sinceramente cosa pensarne, mi rimetto al vostro giudizio come ogni
volta.
Volevo
solo ringraziare a tutti coloro che mi seguono, leggono e commentano, grazie,
grazie davvero a tutti quanti. Se
continuo a scrivere è solo grazie a voi!
Un
bacio
Seiko.