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Autore: Seiko    27/01/2010    3 recensioni
Sguardi, gesti appena accennati, parole che risuonano a vuoto, solo questo è concesso in "quelle" notti.
Eppure un solo gesto, un respiro e tutto sembra cambiare.
Love Song Requiem.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sanji, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction

 

Love Song Requiem

 

[Zoro Side]

 

“The future haunts with memories that I could never have and hope is just a stranger wondering how it got so bad.”

 

Taglia, miscela odori, soffrigge, cucina, gesti ormai naturali, risultato di anni di esperienza, impeccabili, affascinanti in quella loro perfezione.

Non sai perché ma ti ritrovi inconsciamente ad osservarlo, il tuo sguardo è fisso sulla figura che si destreggia fra i fornelli. Non perdi un movimento, non un espressione, non un rumore.

Osservi perché non puoi fare altro, e non ti chiedi nemmeno perché stia preparando la colazione appena finita la cena, lo sai già, anche se preferiresti non saperlo. Perché quella è una di “quelle” notti, e tu puoi solo aspettare che lui finisca di cucinare, gustando quei momenti uno per uno. Il cuoco forse non se ne è mai accorto, ma tu la vedi quella sincerità che si mostra timida solo in quelle notti, gliela leggi nello sguardo.

Il rumore secco della fiamma che si spegne, ti riscuote dai tuoi pensieri, e torni ad osservarlo nell’ultima frase della preparazione, mentre prepara una per una le vostre colazioni e le ripone nel frigo. Lo fa con cura lo sai, e sai che quei pasti saranno perfetti il mattino dopo, anche se lui non sarà seduto al tavolo con voi.

Lo vedi mentre appoggia con cura quell’assurdo grembiule rosa, e lo vedi mentre con passi decisi si avvia verso la porta.

-Non tornerai stanotte?-

Sai già la risposta, la sai come quella di tutte “quelle” notti, ma non puoi fare a meno di porgerla lo stesso quella domanda, l’unico residuo forse di una speranza bastarda che si limita ad osservarvi da lontano chiedendosi perché le cose vadano così male... male per te.

-Non tornerò.-

E non aggiunge altro, non lo fa mai, si limita a chiudersi la porta alle spalle ed andarsene.

Vorresti essere capace di fermarlo, ma lo sai già, è una di “quelle” notti.

L’unica cosa che puoi fare è osservare quel barlume di sincerità in silenzio, perché non sei tu la persona in grado di capirla.

 

 

 

 [Sanji Side]

 

“Wishing I could find a way to wash away the past, knowing that my heart will break, but at least the pain will last.”

 

Bussi a quella porta con colpi secchi, mirati, diresti quasi amari, se non sapessi che a renderli tali sono proprio le tue stesse sensazioni, e quelle preferisci ingoiarle, nascondendole in modo che l’altro non possa vederle.

Senti la sua voce dirti di entrare, un tono calmo rilassato, del resto lui è nella migliore delle situazioni, sulla sua nave, nella sua cabina, circondato dai suoi uomini, sei tu il folle che accetta di incontrarlo lì in “quelle” notti.

Apri la porta in silenzio, quasi religioso se quella parola non stonasse in modo così evidente con la persona che sei venuto ad incontrare. Lui è lì, seduto alla sua scrivania, preso da quello che è probabilmente un libro di medicina, quasi il tuo arrivo fosse insignificante ai suoi occhi.

In parte ti fai schifo da solo quando senti una fitta al cuore per quell’atteggiamento, ma del resto cosa ti aspettavi?  Un accoglienza calorosa? Non l’hai mai avuta, e non sei lì per riceverla.

-Hai intenzione di stare tutta la notte sulla porta principino?- una voce fredda, atona, non tradisce la minima emozione.

Vorresti rabbrividire solo a quelle parole, ma hai ancora abbastanza amor proprio da evitare di tradirti in sua presenza.

Non fai nemmeno in tempo a rispondergli che lo senti sbuffare, prima di alzarsi e afferrarti per un braccio. Ti stavi già preparando ad affrontare il brusco contatto col pavimento, invece l’altro sembra avere l’insensato buon cuore di trascinarti fino al letto.

-Sei qui per questo se non sbaglio, abbi almeno il buon gusto di collaborare.-

E ti senti veramente uno schifo quando il suo sguardo ti colpisce, mentre il suo viso si avvicina e le sue labbra sfiorano le tue, prima di morderle. Fa male, non i morsi, sono i suoi occhi a farti male, perché quello che ci leggi tutte le volte è solo vendetta, e fa male, eppure non riesci a focalizzare il motivo dietro quel dolore.

-Nemmeno una parola principino? Devo proprio farti urlare stasera.-

Forse è proprio in quel momento che riesci a vederlo chiaramente, non è più un insano senso di colpa a spingerti lì “quelle” notti, è qualcos’altro, qualcosa di più, qualcosa di irrimediabilmente imbrattato dalle ombre del vostro passato.

-Fanculo Law.- un sussurro, aspro, ad occhi indiscreti probabilmente pure provocatorio.

Ti spingi verso quelle labbra e le mordi, sei tu ad assaporare il suo sangue questa volta, e li vedi quegli occhi grigi sgranarsi per la sorpresa. Un gesto forse insignificante ad occhi esterni, ma lui l’ha capita quella richiesta, perché come il tuo sangue macchia la sua bocca, così il suo ora sporca lentamente la tua.

E mentre lui ti blocca nuovamente su quel letto, riacquistando lo stesso sguardo di sempre, non puoi fare a meno di sentirlo quel cuore bastardo andare lentamente in frantumi.

Forse alla fine di tutto finirà per distruggersi completamente, ma il dolore resterà, indelebile come una cicatrice.

 

 

 [Law Side]

 

“This love will take my everything; one breath, one touch will be the end of me.”

 

Recuperi fiato lentamente, lasciandoti cullare dal silenzio che regna nella stanza, l’unico suono presente è appena percettibile. Il respiro del biondo sdraiato al tuo fianco, che al momento ti volta ostinatamente le spalle, lo senti appena ma preferiresti farne a meno.

Ti ritrovi ad assaporare quel sangue rimasto sulle tue labbra. Il suo sapore per quanto ferroso, ti appare oltremodo diverso da solito, non è più solo suo...

Inconsciamente ti ritrovi a sfiorare con la punta delle dita quel morso, delinearlo, dargli una precisa spiegazione logica, eppure sembra sfuggire a tutte le leggi che credevi di conoscere, o almeno così credi.

È la sua voce fra lo scocciato e il timoroso a risvegliarti, riportando i tuoi pensieri a quel momento.

-Un solo dannato morso Trafalgar, smetti di ricamarci sopra.-

Puoi quasi sentirlo tremare, vederlo tremare, nella paura di aver confermato chissà quali ipotesi con le sue parole. E non si è sbagliato nel pensare che una conferma ti è arrivata.

In fondo l’hai capito fin dal primo istante cosa significasse quel morso, e forse quello che stava succedendo a quella relazione l’avevi intuito già da prima.

Perché puoi negarlo quanto vuoi, lo sai perfettamente che a guidarti non è più la vendetta.

Il silenzio rotto da vostri respiri sembra ricordati che gli devi una risposta.

Non ti volti verso di lui, non vuoi, sarebbe troppo.

Ti sdrai semplicemente al suo fianco, allungando una mano a sfiorare quei capelli biondi. E il sussulto che segue lo senti come una carezza sulla pelle.

Un solo tocco, il tempo di un respiro, di più non puoi concedergli.

Avere di più in quel momento sarebbe troppo per entrambi, per questo ti limiti ad addormentarti, lasciando che sia quel tocco fugace a rispondere per te.

E in fondo non riesci nemmeno a pentirti di quella assurda scelta, e mentre gli occhi si chiudono, assapori un ultima volta quel sangue che ti bagna le labbra.

 

 

 

Ed eccomi qua...

Lo so dovevo studiare per gli esami ma mi sono ritrovata bloccata a casa per via della neve senza libri quindi sono andata a ripescare questa piccola shot dalla cartella in cui era nascosta.

Doveva inizialmente far parte della song challenge, ma stava uscendo qualcosa di decisamente troppo lungo, quindi ho preferito pubblicarla a parte.

Non so sinceramente cosa pensarne, mi rimetto al vostro giudizio come ogni volta.

Volevo solo ringraziare a tutti coloro che mi seguono, leggono e commentano, grazie, grazie davvero a tutti quanti.  Se continuo a scrivere è solo grazie a voi!

 

Un bacio

Seiko.

 

   
 
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