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Autore: Naruto89    28/01/2010    1 recensioni
Naruto Uzumaki è uno studente universitario sfaccendato, che sogna di diventare un regista cinematografico; Sakura Haruno è la nuova barista del locale che si trova esattamente davanti alla Facoltà frequentata da Naruto. Lei viene da Hiroshima, è arrivata sino a Tokyo per dimenticarsi una volta per tutte del suo ex, Sasuke Uchiha, e ha deciso di non impegnarsi mai più in una relazione seria. La storia di Naruto e Sakura dura 500 giorni, che non verranno mostrati in ordine cronologico, bensì completamente sparpagliato, disomogeneo, come pezzi di un puzzle da ricomporre con molta pazienza. Durante questa storia Naruto e Sakura si incontreranno, si conosceranno, si prenderanno e si lasceranno. "Questa è la storia di un lui e di una lei ma, tanto vale chiarirlo subito, questa non è una storia d'amore." Forse.
Ispirato e dedicato al meraviglioso film indipendente "(500) giorni insieme - (500) days of Summer".
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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#2

Ask me,
I won’t say “no”.
How could I!?

Ask me – The Smiths

(335)

La ragazza correva veloce lungo la via, con i lunghi capelli biondi che le ricadevano sul viso. Aveva ancora il cellulare in mano, da quando aveva ricevuto quel messaggio. Conosceva benissimo il suo ragazzo e, se aveva detto che c’era assoluto bisogno di lei, di certo non stava scherzando. Quando i suoi grandi occhi azzurri videro spuntare il dormitorio degli studenti della Facoltà di Cinema, allungò il passo.
Una volta entrata, fece le scale con il cuore in gola. Come suo solito, non poteva far altro che pensare al peggio possibile: che qualcuno si fosse fatto male? E se, invece, era solo una scusa per parlarle e lasciarla? Quando bussò alla porta, non sapeva più cosa credere.

“Ino! Grazie di essere venuta! Non sapevamo davvero chi chiamare.”
Le aprì la porta proprio lui, il ragazzo di cui era innamorata, Chouji Akimichi. La giovane lo abbracciò all’altezza della sua abbondante vita e lo baciò frettolosamente. Poi, esordì:
“Cosa è successo?”
“Guardalo. E’ da ore che sta così.”
La ragazza entrò a piccoli passi nella stanza e vide Naruto seduto – o meglio, completamente stravaccato – sul divano, con una tazza di ramen precotto in una mano e una bottiglia di birra Asahi nell’altra e il telecomando in mezzo alle gambe. Poi, si avvicinò per osservare meglio.
“Il Grande Fratello, ventiquattro ore su ventiquattro?”
“In diretta dall’Italia” aggiunse Kiba Inuzuka, con gravità.
“Sì, mi aveva detto che adora il cinema italiano… ma questo mi sembra esagerato.”
Poi, con decisione, la ragazza si avvicinò alla televisione e la spense con un movimento secco del pollice. Infine, si mise davanti a Naruto, e provò a scuoterlo:
“Avanti, cucciolone, che ti è successo? Racconta tutto a zia Ino!”
“Gran belle tette. Complimenti.”
La giovane rimase un attimo spaesata, finché Chouji – mentre Kiba era piegato dalle risate e Shikamaru faceva di tutto per non seguire a ruota l’amico – gli fece notare il particolare scatenante:
“La… scollatura, tesoro.”
Accortasi che aveva incautamente sbattuto il primo piano del suo seno in faccia a Naruto, la ragazza si tirò prontamente su la zip della felpa e continuò imperterrita:
“Allora, dicevamo… cosa ti è successo?”

(1)

“Cosa ti porta dalle nostre parti?”
Naruto, che era caduto in una specie di sogno da quando gli era apparsa davanti Sakura, si svegliò sentendo quelle parole. Nel frattempo, lei e Kiba avevano continuato a chiaccherare.
“Vari motivi, ma nulla di serio. Diciamo che avevo bisogno di una svolta: ho vissuto vent’anni nelle campagne di Hiroshima e avevo decisamente bisogno di cambiare. Insomma, sai quando decidi di cambiare te stesso sperando che, poi, ti succeda qualcosa di bello…?”
“Sì.”
Mentre gli altri erano stati tutti zitti, era stato proprio il biondino a rispondere, con tono soave. Sapeva benissimo a cosa si riferisse Sakura: lui proveniva da Okinawa, ma il clima di provincia che si respirava lì gli stava troppo stretto. Ecco perché, al liceo, aveva deciso di cambiare vita.
Lui aveva una zia a Tokyo e, durante i tre anni delle scuole superiori, era andato ad abitare nella pensione gestita da lei, guadagnandosi l’affitto lavorando nelle terme. Da allora, gli erano capitate tante cose belle, che però erano nuovamente mutate con l’Università: nuova delusione, nuovo senso chiusura e nuova voglia di evadere. Così, una volta passato il test di ammissione, aveva fatto domanda – ed era riuscito a farsi accettare – per entrare al dormitorio universitario della sua Facoltà.
E, così, la sua vita era nuovamente cambiata: aveva conosciuto nuove persone, aveva fatto amicizie preziose e aveva potuto sviluppare quanto voleva la sua passione per il cinema. E così, tutte le settimane al cinema, più i film che trasmettevano il giovedì e il venerdì al cinema universitario, più gli spezzoni o interi lungometraggi che gli facevano vedere a lezione. Per lui, era il paradiso.
Ma ancora non sapeva che la sua più grande avventura universitaria sarebbe cominciata proprio quel giorno…

“Ah, sì?” chiese Sakura, curiosa.
“Decisamente. Forse un giorno te ne parlerò, se rimani abbastanza.”
Gli amici del biondo si guardarono, senza saper cosa dire: non avevano mai visto, per quanto gli fosse venuto assolutamente naturale, un Naruto così intraprendente. Insomma, l’aveva praticamente invitata a farsi un’altra chiacchierata insieme… magari, da soli.
Difatti, dopo qualche secondo, pure il ragazzo si rese conto di quello che aveva fatto e del tono deciso che aveva avuto ma, ormai, era troppo tardi.
“Allora ci conto, ok?” disse la rosa, facendogli l’occhiolino
“Ora però dovete dirmi cosa volete, che devo servire gli altri clienti.”
“Quattro caffè” anticipò tutti Kiba, conoscendo a memoria i gusti dei suoi amici.
“E un dolce al cocco” concluse Chouji.
“Ok. Arrivano subito!”
Naruto, guardandola allontanarsi, non poteva non pensare alle sue parole di prima: l’aveva appena conosciuta e si erano già più o meno tacitamente promessi di farsi, un giorno o l’altro, una bella chiacchierata insieme.

“Tu sei un pazzo, fratello!”
Dieci minuti dopo, quando gli arrivarono le ordinazioni al tavolo, i quattro stavano ancora parlando del gesto del biondino. Naruto aveva preso il suo caffé senza dare troppa attenzione al piattino della tazzina: difatti che fu Kiba a fargli notare, prendendoglielo con la velocità di un gatto piuttosto che di un uomo, che c’era un bigliettino per lui.

Sabato, non essendoci corsi all’Università, solitamente c’è poca gente.
Se riesci a venire, potrei riuscire a trovare il tempo per prendere un caffé con te e per farci la famosa chiacchierata.
Ti aspetto!

Sakura

“Oddio, non ci credo! Biondo, ma lo sai di chi sei figlio tu…?”
“Ehi, Inuzuka, non ti azzardare!”
“Beh, chi è che ha un appuntamento con la bella cameriera? Di certo non io!”
I quattro scoppiarono a ridere e, sorseggiando i loro caffé, continuarono a parlare dell’ “appuntamento” di Naruto. Nel frattempo, il biondino era ancora avvolto in una specie di mondo di sogno, in cui si immaginava come sarebbe potuto andare l’incontro con Sakura, quel sabato.

(5)

Quando Naruto arrivò al bar, non c’era nessuno. Il gestore del locale stava uscendo a fumarsi una sigaretta e, dentro, c’era solo Sakura che stava già mettendo su i due caffè.
“Ciao, biondino!”
Era bella come suo solito: i capelli rosa erano più lisci dell’altro giorno e si adagiavano con ancora maggior grazia sulle sue piccole spalle, la polo bianca che indossava le metteva bene in risalto il poco seno che aveva e, al contempo, le mostrava timidamente i fianchi. Se si fosse stirata, le si sarebbe intravisto l’ombelico.
Prese il vassoio con i due caffé e lo portò fino ad uno dei tanti tavoli vuoti: sotto il grembiule con il nome del bar, portava un paio di blue jeans abbastanza attillati da intravedere le forme delle sue belle gambe e del sedere sodo al punto giusto.
“Mi chiamo Naruto. Naruto Uzumaki.”
Il biondino si sedette al tavolo con la rosa e cominciò a sorseggiare il suo caffé. Tuttavia, lui era lì per parlare e questo silenzio non gli piaceva neanche un po’. Quando si accinse ad aprire bocca, Sakura fu più svelta.
“Allora… ti va di parlarmi un po’ di te? Voglio dire… l’altro giorno mi hai interessato dicendo che capivi il mio discorso sul voler evadere alla ricerca di qualcosa di bello. Solitamente, nessuno riesce mai veramente a capire cosa intendo.”
“Io negli ultimi anni ho impostato la mia vita proprio su questa voglia di evadere: prima vivevo ad Okinawa, poi al liceo mi sono voluto trasferire a Tokyo, da mia zia. Infine, ora è da un paio di anni che sto al dormitorio universitario. Insomma, un viaggio continuo!”
“Ah, e per quale motivo ti sei trasferito tutte queste volte?”
“L’amore, principalmente. Ad Okinawa avevo una ragazza che ho frequentato per tutte le medie, Hinata: ci siamo amati tantissimo, ma un giorno ho capito che per me la provincia era troppo poco e ho deciso di andarmene. Dopo due mesi che ero qui a Tokyo, mi ha detto che non poteva sopportare un rapporto a distanza, e mi ha mollato...
Poi, al dormitorio di mia zia ho conosciuto un'altra ragazza con cui sono stato per due anni, al liceo: Suzuka. Vivevamo vicini, frequentavamo lo stesso liceo… insomma, la vita dei sogni. Ma, come si dice, “chi di spada ferisce, di spada perisce”… e lei è tornata a Yokohama. Solo che, per evitare i problemi di una relazione a distanza, ha preferito troncare prima di partire.
E così, eccomi qui…”
In quel momento, Sakura cominciò lentamente a sbottonarsi la polo e a chinarsi in avanti, poggiandosi le mani sotto il seno e mettendolo, di conseguenza, in evidenza. L’occhio di Naruto, per un attimo, non poté fare a meno che cadere proprio lì.
“Ah, che birichino! Che cosa guardi, mascalzone?”
Il biondo arrossì improvvisamente e cominciò a balbettare:
“N-no… cioè… io… n-non volevo…”
Ma Sakura sembrava avere altre idee per la testa: si alzò lentamente e si sedette sulle gambe del ragazzo, cominciando a baciargli lentamente il collo.
“Quindi, per farti rimanere qui, avresti bisogno di un amore che finisca bene… no?”
La ragazza si fece sempre più audace, fino a quando non arrivò all’altezza della bocca. Lì scattò il compimento perfetto di ogni storia d’amore, l’inizio che tutti sognano, quello che rende tutte le storie d’amore uniche ed uguali allo stesso tempo: il primo bacio.

“Scusami, non credevo che potesse essere così, al sabato!”
La voce di Sakura lo svegliò dai suoi pensieri: era seduto al tavolo del bar da due ore e, invece che non esserci quasi nessuno, i clienti continuavano ad arrivare senza sosta e la rosa non aveva un minuto di tempo. Non sapendo più che fare, decise di ordinare il quinto caffé della mattinata…

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Aggiornamento abbastanza veloce, oggi: purtroppo dubito che sarà sempre così, ma in questi due giorni ho avuto tempo e quindi sono riuscito a combinare qualcosa in fretta. Nel frattempo, sto anche continuando a lavorare al finale della storia xD Ma da domani devo tornare a studiare (-.-), quindi finisce la pacchia e avrò molto meno tempo libero.
Passando al capitolo… continuano le citazioni a “(500) giorni insieme” e ad esse se ne unisce un’altra al manga “Suzuka”: se non l’avete letto, fatelo. Per il resto, capitolo che spero sia piaciuto a tutti quelli che hanno deciso di leggere questa fanfic.
A voi, e anche alla persona che l’ha persino messa tra i “Preferiti”, grazie mille!! Sapere che, a dispetto delle zero recensioni, c’è effettivamente qualcuno che legge quello che scrivo mi fa sempre molto piacere! Però, spero sempre di trovare un commento^^”
Noi ci si becca al prossimo capitolo, ja ne!!

   
 
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