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Autore: _thunderstorm_    28/01/2010    2 recensioni
"Odiava il freddo del Dicembre di Konoha, odiava il freddo della guerra. Aveva portato via molti valenti ninja. E lui era l'ennesimo." Fanfic incentrata su Temari...recensite!
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lacrymosa

Out of your own
cold and alone again
can this be what you really wanted, baby?

Il ninja della Sabbia si agitò, a disagio tra i fiocchi di neve e il gelo di Konoha, davanti alle numerose tombe dei caduti in missione.
Quel dolore non gli apparteneva: nulla lo legava in modo significante alla Foglia.
Diede una rapida occhiata al fratello: Gaara ostentava la sua solita maschera di impassibilità, immobile, fissando inespressivo la schiena della sorella, china sulla tomba davanti a loro, silenziosa e rigida. Kankuro sospirò rumorosamente, senza però ottenere alcuna reazione dagli altri due: possibile che Gaara non si sentisse fuori posto? Socchiuse gli occhi da gatto, pensieroso e tormentato, lanciando di continuo sguardi stizziti al fratello, spostando il peso da una gamba all’altra: lui non era capace di essere impassibile. Trovava imbarazzante e stupido stare lì impalato davanti alla tomba del Nara: forse Temari voleva essere lasciata sola, forse le serviva una parola di conforto…ma in quel momento non gli veniva in mente nulla che non suonasse falso o banale. E poi, Tem odiava mostrarsi debole davanti a loro. Non era bravo in quelle situazioni, no, per niente. Quindi la cosa migliore era andarsene. Sicuramente.
"Ehm…noi…aspettiamo fuori, eh?" disse incerto, chiedendo appoggio con lo sguardo al fratello, che, tuttavia, come sempre, non gli badò.
La ragazza acconsentì, scuotendo i suoi codini biondi. Kankuro si dileguò, sollevato, seguito da Gaara.  Temari lanciò un’occhiata dietro di sé, e  finalmente si rilassò: sciolse le spalle, ormai intorpidite dal freddo, si strinse lo scialle per ripararsi dalle raffiche di vento, un po’ infastidita. Odiava il freddo del Dicembre di Konoha. Odiava il freddo della guerra. Aveva portato via molti valenti ninja. E lui era l’ennesimo. “Shikamaru…”
Tornò a fissare la tomba con intensità, frustrata: si sentiva un mostro. Non riusciva a piangere…un mostro. Si alzò di scatto, odiandosi, e si allontanò a passo militare, fuggendo se stessa…
Solo quando, con i suoi passi affrettati, inciampò su di essa, la vide. La neve ricopriva tutto, uniformando il paesaggio con un candore puro, ma anche così spiccava tra tutte quella lapide, di granito abbagliante. Non sapeva come aveva potuto non notarla prima. Lentamente si avvicinò, attratta. Ma la curiosità si smorzò presto, lasciandola dolorosamente stupita. Quella scritta elegante, raffinata, in rilievo, che stava posta sul fronte della lapide fu come uno schiaffo, quando la mise a fuoco. Cercò di trovare dell’ironia in quella situazione, cercò di sorridere sarcastica e fottente, come era sempre stata capace, ma le uscì solo una smorfia.
“Tu?”
La frase sulla tomba lo confermava. Sembrava impossibile, ma era così. Per l’ennesima volta la rilesse.

Kakashi Hatake
Jonin
Eroe caduto per la patria

Proprio lui. Con un gesto di rabbia si asciugò gli occhi, improvvisamente umidi. Shikamaru subito si impose nei suoi pensieri. Come avevano potuto ucciderglielo? Il nodo alla gola la stava strozzando.
Perché adesso, davanti a questa lapide, mi viene da piangere?
Temari strinse gli occhi, trattenendo le lacrime, ricomponendosi. Allungò la mano per toccare la lapide, ma poi la lasciò cadere. Kakashi Hatake era uno sconosciuto.
“Ehi, Tem! Ah, tutto bene. Cominciavamo a preoccuparci…”
La ragazza sobbalzò, come colta in fallo, voltandosi verso il fratello, infastidita.
“Eh eh…Non dirmi che ti sei spaventata…”
“Beh, un ragazzo truccato e armato sino ai denti fa sempre un certo effetto…”
Kankuro si adombrò, imbronciato.
“Acida e antipatica come sempre.”
Temari si strinse nelle spalle, e con voce apparentemente noncurante, tornando a guardare la lapide, disse: “Hai visto?”
“Il copia ninja della Foglia? Sì, avevo già notato. Non avrei mai detto… Naruto sarà addolorato. Beh, è meglio andare, qui non è sicuro.”
“Tu va’, io ti seguo fra poco.”  Kankuro  si avviò, così lei potè asciugarsi in fretta e furia  l’unica lacrima che le era scappata.
Guerra. Alla fine venivi privato di tutto.  
“Sei di nuovo solo, adesso. Era veramente quello che volevi? – sorrise sarcastica, stavolta riuscendoci – non potevi pensare a te stesso per una sola volta? Non pensare agli altri? Ho sempre detto che voi della Foglia siete troppo sentimentali…”
Attese in silenzio, come se si aspettasse una risposta. Che non arrivò. Kakashi non le suggeriva niente. A Shikamaru non osava rivolgersi.
I fiocchi di neve danzavano attorno, facendo sembrare tutto perfetto, puro, cristallino. Surreale.
Ma in realtà niente lì era così. Quello era un cimitero, luogo di morte. In realtà lì c’erano solo un mucchio di ossa sotterrate. Che c’era di cristallino e puro e perfetto in un mucchio di ossa? Niente.
Le scese un’altra lacrima...
I ninja erano solo strumenti di guerra.
Hai avuto paura della morte, Kakashi Hatake?  Uno strumento non dovrebbe averne.
Un’altra lacrima le rigò il viso…
Stai piangendo per un morto, Tem?  Uno strumento non dovrebbe farlo. Gli oggetti fanno solo ciò per cui sono nati. E gli strumenti di guerra devono solo distruggere, finchè non vengono a loro volta distrutti. Questo ciò che le avevano insegnato. Questo ciò che si ripeteva da una vita.
Ancora lacrime…
Tu la pensavi diversamente, vero, Shikamaru?  Essere ninja è una seccatura… vedi gente a te cara che scompare, persone che muoiono per mano tua: non perdere la propria identità, non abbandonare gli ideali che ti animano nel vedere con che crudi mezzi bisogna ottenerli, controllare i sentimenti, ma non soffocarli è complicato. Ma qualcuno deve farlo: anche se non sei tu, i tuoi cari moriranno lo stesso, altri tuoi amici si insozzeranno le mani. E se ti tieni bene in testa che fai il ninja per proteggere qualcuno, allora puoi cercare di evitare tutto questo, e se accade, lo puoi sopportare. Questo era essere ninja per Shikamaru. Questo ciò in cui da qualche tempo cercava di credere anche Temari.
Ma non le sembrava di poter sopportare, come diceva lui. Calciò il manto bianco ai suoi piedi, schizzando la lapide di Kakashi Hatake, sfogando il dolore che le attanagliava il petto.
“Voi della Foglia non sapete nemmeno cosa sia la vera guerra!!! La sofferenza che crea non si può sopportare e basta!!!”
Si accasciò a terra, affondando le mani nella neve gelida, non badando al ghiaccio che le pungeva la pelle. Il dolore era infinitesimale al confronto. Adesso le lacrime cadevano calde, sciogliendo quell’odioso manto innevato.
Shikamaru, Shikamaru, Shikamaru…
“Temari…”
Una mano, calda anch’essa, sulla spalla. Alzò gli occhi, arrossati e gonfi di pianto. Per un secondo credette fosse lui.
Kankuro che le sorrideva, rincuorante. Gaara che le porgeva la mano, affinchè si risollevasse.
“Allora, andiamo? Mi sembra che non ti faccia tanto bene stare qui…”
Lei riabbassò lo sguardo, per controllare meglio la voce.
“Pensa per te, Kankuro”
Lui rise, e Gaara la rialzò.
Temari si strinse a loro, e si accorse che il dolore che provava pian piano si scioglieva, nel calore di quell’abbraccio. Avevano sprecato tanti anni senza considerarsi una famiglia, e ora il ritrovarsi assieme veramente dava alla kunoichi una forza nuova. Si asciugò l’ultima lacrima, sorridendo. Pensò che, in fondo, forse poteva capire cosa intendevano i ninja della Foglia.

**** **** ****
Ringrazio chi è riuscito ad arrivare fino alla fine…Questa è un’altra vecchia mia fic (sì, lo so, è l’ennesima ^^)…penso che l’intento fosse buono, ma la riuscita finale non mi soddisfa granchè.
Temari, che per anni ha soffocato i propri sentimenti, in particolare i più profondi, trova più facile piangere davanti alla tomba di uno sconosciuto, perché rivolgere il proprio dolore direttamente a Shikamaru, esternare un sentimento così personale, va contro la sua formazione ninja di tutta una vita…Credo proprio che fosse difficile capire questo da ciò che ho scritto, tuttavia mi piacerebbe avere un giudizio esterno.  Spero quindi che recensiate comunque (e, se siete proprio enormemente  magnanimi, che andiate a leggere anche le altre mie due vecchie fic, che considero meglio riuscite di questa ^^).   Ciauz.
P.s: YuuniChan, sei troppo gentile!  Me commossa! 
   
 
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