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Autore: slice    28/01/2010    5 recensioni
Spoiler solo per chi segue l'anime in Italia.
"All'accademia insegnavano che un ninja esperto doveva sapere come gestire le brutture della vita, ma la realtà, come sempre, era un po' diversa: ognuno aveva il suo personale modo di digerire certe cose." Auguri Angela!
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anko Mitarashi, Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Una bottiglia di saké
di slice





Sapeva dove trovarlo.
Proprio colui che sembrava così enigmatico per lei era un libro aperto: era difficile avere a che fare con Kakashi, ma non impossibile.
Rabbrividì e si chiuse il giaccone, trattenendolo con le mani quando una folata di vento lo fece svolazzare. Percorse la strada umida verso la Lapide degli Eroi a capo chino, inclinata anche con il corpo per contrastare il vento e la pioggia.

La morte di Asuma aveva sconvolto tutti e il vuoto, formatosi dentro a chi lo amava, stava divorando tutto quel che si parava sul suo cammino.
All'accademia insegnavano che un ninja esperto doveva sapere come gestire le brutture della vita, ma la realtà, come sempre, era un po' diversa: ognuno aveva il suo personale modo di digerire certe cose.
Senza contare che la maggior parte di loro aveva avuto un'infanzia travagliata ed erano perciò a corto di regole e modi per interagire con gli altri, perché non è affatto facile esternare quando nessuno ti ha insegnato a farlo.
Gai piangeva, ad esempio, si sfogava fregandosene di stupide linee comportamentali, era uno shinobi potente e valido, ma lasciava fluire le sue emozioni in modo da essere più leggero quando sarebbe arrivato il momento di attaccare, di vendicare, di difendere. Era il migliore di loro, indubbiamente.
Genma masticava il senbon fino a farsi uscire sangue dalla bocca, guardando fisso un punto, pensando probabilmente a dare un senso a quei drammi che gli serravano lo stomaco. E accanto a lui c'era Raido che cercava di non pensarci troppo ma, interiorizzando tutto, si svegliava con degli incubi agghiaccianti per i mesi a venire.
Kurenai aveva una nuova vita in sé e tutte le volte che la disperazione bussava lei guardava al futuro in quella pancia, che cresceva al passo con la sua forza.
Kakashi non piangeva, non si faceva del male e non le risultava facesse incubi, era forte probabilmente, ma non aveva un futuro abbastanza brillante da distrarlo a cui volgere l'attenzione e così si aggrappava al passato.
Lei invece beveva, fino a perdere la memoria, la cognizione del tempo, la coscienza che, ingombrante, pesava come un macigno. Quando si riprendeva dalla prima sbronza andava a cercare il ninja copia e gli prestava il suo metodo, porgendogli una bottiglia di saké.

Arrivata al limitare del bosco sospirò, guardando la figura di Hatake davanti all'enorme lapide. Così, tutto zuppo, con i capelli appesantiti e schiacciati da tutta quell'acqua, immobile e con le mani in tasca, sembrava che il bambino soldato non fosse cresciuto e che stesse invece piangendo disperato.
“Sapevo che saresti arrivata.” le disse piatto, senza neanche voltarsi.
“Beh, lo sai com'è, no?” celiò Anko, con un sorriso amaro, “mi piace fare la rompiscatole,” mormorò mentre si avvicinava, stringendo la bottiglia di saké nella mano.
Kakashi si voltò finalmente a guardarla.
Era bella Anko, era una donna, una donna forte e stupenda che sapeva stargli accanto; forse Obito non si sarebbe offeso se avesse dedicato un po' di tempo anche a lei.
La maschera bagnata si increspò e Anko si meravigliò di vedere quel sorriso espandersi agli occhi con tutto il dolore che vi aveva letto prima, ma non fece domande perché sapeva che se avesse voluto sarebbe stato lui a parlargliene.
Kakashi la ringraziò anche di questo alzando una mano e sfiorandole la guancia con le dita, poi le prese la bottiglia dalle mani e aggrottò le sopracciglia.
“Una sola, Anko-chan? Che ce ne facciamo di una?”
Anko gonfiò le guance come quando aveva dieci anni e strinse i pugni come quando ne aveva tredici, poi fece la linguaccia come quando aveva quindici anni e gli rispose per le rime come quando ne aveva diciotto.
“Anko-chan tua sorella, copiami questo Hatake!” e il dito medio risaliva ai suoi vent'anni.
Ma poi sorrise, e quella era una novità, perché il passato è importante, ma il presente lo è di più, è il presente che li farà redimere.





Owari









Auguri Angela!

Angela è una persona seria, purtroppo delle volte ha la sfortuna di parlare con me che non mi prendo mai sul serio e che sono troppo pigra per fare dibattiti! Si fissa un po' troppo per i miei gusti, ma è giusto essere precisi nella vita e come persone. *annuisce* Lei non mi tratta come l'ignorante che sono: quando non so, mi spiega tutto con pazienza, senza passarmi link che sa mi pesa il culo a guardarli. Questo mi fa venire in mente che magari un giorno sarà un'ottima madre! ^^
Le piacciono delle coppie da mani nei capelli, però. XD

Spero che questa ti piaccia perché piace anche a me ed è il nostro punto d'incontro!





I luoghi e i personaggi non mi appartengo, e non c'è lucro.



  
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