Una
bottiglia di saké
di
slice
Sapeva dove
trovarlo.
Proprio colui che sembrava così enigmatico per
lei era un libro aperto: era difficile avere a che fare con Kakashi,
ma non impossibile.
Rabbrividì e si chiuse il giaccone,
trattenendolo con le mani quando una folata di vento lo fece
svolazzare. Percorse la strada umida verso la Lapide degli Eroi a
capo chino, inclinata anche con il corpo per contrastare il vento e
la pioggia.
La morte di Asuma
aveva sconvolto tutti e il vuoto, formatosi dentro a chi lo amava,
stava divorando tutto quel che si parava sul suo
cammino.
All'accademia insegnavano che un ninja esperto doveva
sapere come gestire le brutture della vita, ma la realtà, come
sempre, era un po' diversa: ognuno aveva il suo personale modo di
digerire certe cose.
Senza contare che la maggior parte di loro
aveva avuto un'infanzia travagliata ed erano perciò a corto di
regole e modi per interagire con gli altri, perché non è
affatto facile esternare quando nessuno ti ha insegnato a farlo.
Gai
piangeva, ad esempio, si sfogava fregandosene di stupide linee
comportamentali, era uno shinobi potente e valido, ma lasciava fluire
le sue emozioni in modo da essere più leggero quando sarebbe
arrivato il momento di attaccare, di vendicare, di difendere. Era il
migliore di loro, indubbiamente.
Genma masticava il senbon fino a
farsi uscire sangue dalla bocca, guardando fisso un punto, pensando
probabilmente a dare un senso a quei drammi che gli serravano lo
stomaco. E accanto a lui c'era Raido che cercava di non pensarci
troppo ma, interiorizzando tutto, si svegliava con degli incubi
agghiaccianti per i mesi a venire.
Kurenai aveva una nuova vita in
sé e tutte le volte che la disperazione bussava lei guardava
al futuro in quella pancia, che cresceva al passo con la sua
forza.
Kakashi non piangeva, non si faceva del male e non le
risultava facesse incubi, era forte probabilmente, ma non aveva un
futuro abbastanza brillante da distrarlo a cui volgere l'attenzione e
così si aggrappava al passato.
Lei invece beveva, fino a
perdere la memoria, la cognizione del tempo, la coscienza che,
ingombrante, pesava come un macigno. Quando si riprendeva dalla prima
sbronza andava a cercare il ninja copia e gli prestava il suo metodo,
porgendogli una bottiglia di saké.
Arrivata al limitare
del bosco sospirò, guardando la figura di Hatake davanti
all'enorme lapide. Così, tutto zuppo, con i capelli
appesantiti e schiacciati da tutta quell'acqua, immobile e con le
mani in tasca, sembrava che il bambino soldato non fosse cresciuto e
che stesse invece piangendo disperato.
“Sapevo che saresti
arrivata.” le disse piatto, senza neanche voltarsi.
“Beh,
lo sai com'è, no?” celiò Anko, con un sorriso
amaro, “mi piace fare la rompiscatole,” mormorò
mentre si avvicinava, stringendo la bottiglia di saké nella
mano.
Kakashi si voltò finalmente a guardarla.
Era bella
Anko, era una donna, una donna forte e stupenda che sapeva stargli
accanto; forse Obito non si sarebbe offeso se avesse dedicato un po'
di tempo anche a lei.
La maschera bagnata si increspò e
Anko si meravigliò di vedere quel sorriso espandersi agli
occhi con tutto il dolore che vi aveva letto prima, ma non fece
domande perché sapeva che se avesse voluto sarebbe stato lui a
parlargliene.
Kakashi la ringraziò anche di questo alzando
una mano e sfiorandole la guancia con le dita, poi le prese la
bottiglia dalle mani e aggrottò le sopracciglia.
“Una
sola, Anko-chan? Che ce ne facciamo di una?”
Anko gonfiò
le guance come quando aveva dieci anni e strinse i pugni come quando
ne aveva tredici, poi fece la linguaccia come quando aveva quindici
anni e gli rispose per le rime come quando ne aveva
diciotto.
“Anko-chan tua sorella, copiami questo Hatake!”
e il dito medio risaliva ai suoi vent'anni.
Ma poi sorrise, e
quella era una novità, perché il passato è
importante, ma il presente lo è di più, è il
presente che li farà redimere.
Owari
Auguri Angela!
Angela è una
persona seria, purtroppo delle volte ha la sfortuna di parlare con me
che non mi prendo mai sul serio e che sono troppo pigra per fare
dibattiti! Si fissa un po' troppo per i miei gusti, ma è
giusto essere precisi nella vita e come persone. *annuisce* Lei non
mi tratta come l'ignorante che sono: quando non so, mi spiega tutto
con pazienza, senza passarmi link che sa mi pesa il culo a guardarli.
Questo mi fa venire in mente che magari un giorno sarà
un'ottima madre! ^^
Le piacciono delle coppie da mani nei capelli,
però. XD
Spero che questa ti piaccia perché piace anche a me ed è il nostro punto d'incontro!
I luoghi e i personaggi non mi appartengo, e non c'è lucro.