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Autore: Bualase    30/01/2010    1 recensioni
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Giocata tratta da una land ispirata a D&D: il testo della storia è stato tratto direttamente dalla chat in cui si è svolta la giocata tra Seraph e il DM: l'alternanza delle loro azioni dunque definisce la storia. Seraph, una piccola elfa albina afflitta da un'oscura maledizione che le ha fatto perdere la memoria, sta sul vascello della mezz'elfa che di lei s'è presa cura. Il passato sembra sapolto nel lontano oblìo, ma stasera torna a far capolino dalle placide acque dell'oceano. [...]quel ragazzo così indifeso un attimo prima.. affondan avide quelle dita nella pelle a portar il conto d´un passato, troppo lasciato in balia delle correnti...
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come fosse una conchiglia... Seraph {abiti civili|prua} poggiava ambedue i gomiti a sorreggere il viso mentre lo sguardo andava inabissandosi sempre più, ad ogni piccola onda sempre un passo indietro...la pioggia battezzava quell´istante, bucherellando ogni millimetro dell´interminabile distesa d´acqua...era un pò come se il fato cucisse una nuova veste per il mare...bottoni conchiglie, spille i coralli...la tunica quest´oggi non era indossata, molto probabilmente perché sporca di sangue e lerciume del porto...pareva essersi lavata e curata...le ferite erano state medicate, ma l´animo dell´elfetta non sembrava dello stesso avviso..sostava la, gustandosi la lieve pioggia sul viso e fissando il Vuoto negl´occhi... sente l´acqua che le discende dai vestiti incollati di gelo alla pelle diafana, gustandosi l´attimo senza pretendere un qualunque altro verdetto o sorte...il carrilon giaceva chiuso, su una sedia al riparo...quest´occhi non era mai stato aperto, forse senza un vero motivo...sta sognando nel mare la piccoletta...come lenzuoli le onde, e gambe le spume...come visi la luna, e le stelle serene...

DM: Ancora una volta la pioggia stanotte, che lava via ciò che i marinai ben pagati da capitano dell Gardan, avean accuratamente evitato di ripulire, lava via le lacrime, o accompagna quelle di chi la aspetta per non piangere da solo. Trai maestosi alberi le vele ritirate, restie ad avventurarsi in una nottata di gelo e vento. Placidamente l´acqua della banchina, culla lo scafo di ogni nave attraccata e quei rumori lontani, di donzelle di facili costumi che lanciavan le loro seducenti reti, agli ubriachi pesciolini che passavano...

Seraph: {abiti civili|prua} la destrorza si solleva ad afferrar una delle nivee ciocche rimaste lunghe e fluenti, prendendo a rigirarsela tra l´indice e il medio...le palpebre battono ritmicamente, cercando di vedere qualcosa oltre la pioggia...o almeno cercando di immaginarlo...le labbra si schiudono a cercar di dedicare voce al vento... "nell´acqua ciò che è intorno a me si specchia con me ... riflesso in un´immagine...che si anima di quello che anima me..." *  lente quelle parole, come una ninnananna per i gabbiani...

DM: Qualche gabbiano con le ali stanche infatti, si posava di tanto in tanto sul parapetto, come attratto da quella nenia delicata come la schiuma del mare. Pure un paio di corvi, annuncian con un gracchio il loro arrivo... il mozzo di vedetta appollaiato sull´albero, se la russa beatamente, sempre vigile ovviamente il suo baffuto sorriso che quella melodia gli solca. Là sulla banchina s´arruffan gli ultimi affari della serata, gli ultimi ami fatti di cosce troppo vissute, e davanzali consumati a cui abboccan i più ubriachi o i più affamati...

Seraph: {abiti civili|prua} "Resterò qui ..." calcate le parole, quasi cercasse realmente con quella vocina di addormentare qualcosa...dentro o fuori di sé che fosse... "un anno, un altro... e quanti più... specchiandomi...ovunque dove eri tu." ambe le manine vanno sollevarsi sul volto, a togliersi troppe gocce che la investivano come una collana di perle "e intorno a me...narcisi e quietudine...e tutto ciò che si anima di quello che anima me." l´enorme blusa, un pò scossa dal vento che però lieve cercava d´esser amico, aderiva fedele alle scheletriche fattezze dell´elfetta, appesantito dalla pioggia, come tutto cercasse di inghiottirla. Le braccia si abbandonano lungo il corpo mentre il capo si solleva verso il cielo, a farsi baciare ovunque da quelle piccole schegge di cielo ed accogliere gli amici pennuti che si posano proprio vicino a lei, come se in qualche bizzarro modo la nenia li rilassasse. Si socchiudono gl´occhi, non badando a presenza alcuna, scheggiandosi forse anch´ella...perdendosi tra la pioggia.

DM: si sentono i fischi dei marinai accolti con ammiccamenti dalle fanciulle svestite... <..hei dolcezza... quanto mi costa levarti le vele?...> <..una rotta lunga e dritta marinaioo..>... i botti di quelli più ubriachi, che fatti tre passi in piedi, preferivan procedere carponi sul selciato lurido... Normale fluire della sera là al porto, ove gioia e dolore avean un prezzo che la prima ombra sapeva indicare. Si vociferava trai vicoli, ci fosse chi aveva chiesto il pizzo alla pioggia, e denaro in cambio di mare quieto e benevolo per i pescatori. Lo spettacolino improvvisato da Seraph intanto, sembra gradito ai pennutelli, che sul legno del parapetto vanno ad affollarsi.

Seraph: {abiti civili|prua} "..." interrompe il suo canto a quei vocioni, che squarciano il buio e i pensieri "mh?" lo sguardo scende ai piedi della nave, ove i ´giovincelli´ parevano apprezzare più la bocca che il canto ... "più di quanto potreste mai immaginare" ribatte leggera, sorridendo appena ironica...in effetti oramai era abituata a quei marpioni arrapati che gironzolavan per quelle vie da quando era arrivata...che ci poteva fare...altro che serrature, si sarebbero accontentati anche d'un fodero di cuoio. La manina si solleva di colpo "...Verruca"** chiama adesso, in un getto di luce dalla manina il pollastro sembra prender forma, che in una picchiata degna della propria mole si spiaccica sul legno fradicio della nave.... "...guarda quanti amici ci sono..." mormora sommessa, mentre il pollastro ancora non si muove... solo un <co..co...cra..co> della serie, un sarcastico ´fantastico...´

Ciechi e sordi rende il rum, si sa, nonostante tutto al porto c´eran marinai che avean occhi pure per un´elfetta rinquattata sul ponte d´una nave. Le dispensan saluti e baci, giù dalla banchina, un gruppetto di tre panzoni baffuti, chi lancia addirittura un fiore, chi si prenota per due ore... Ma c´è dall´altra chi presenta le sue pretese con una raffinatezza rara per quelle vie. Una flebile, soave musica, un violino che si potrebbe dir provenir dal profondo del mare, o dall´oscurità d´un vicolo, chissà.. tant´è che cavalca la quiete discreto, sorvolando le teste di quei marinai, il parapetto della Gardan, fino a solleticar le vele e le puntite orecchie della candida elfetta, che tutt´un tratto, potrebbe giurar di sentir quelle gocce di pioggia prima invisibili e sottili, ora posarsi più gelide ma soffici sul naso, bianche per lo più. Ebbene si, era la neve, neve nivea come la luna, quella che a memoria d´uomo non baciava l´isola, ora trovar nido su quel naso piccolo e raffreddato..

Seraph: {abiti civili/pollo indistinto appresso|prua, con volatili vari} il pollastro solleva appena il capo cespuglioso, a fissar la stregona che la scrutava sorridendo tenue...si china sulle ginocchia la piccoletta ad allungar la mano a carezzarle il piumaggio, dolcemente "...mi sei mancata" ammette socchiudendo gl´occhi...stanco lo sguardo che cercava di risvegliare con emozioni diverse, quanto gestualità degna di lei...il pollastro in tutta risposta lentamente rotea su sé stessa, a cercar l´appiglio legnoso per le due zampone, risollevandosi goffamente da terra <coco...cra!> esclama,un pò di rimprovero in quel gracchio, ma niente di serio...s´avvicina dunque alla stregona, sollevandosi e stirando il collo il più possibile per arrivare a becchettarle lo zigomo amorevolmente, come un bacetto beccoso... ben presto una musica a riscuoter l´aria, tagliente e vertiginosa...candidi fiocchi colano giù lentamente dal cielo "...?" interrogativamente vanno entrambe a sollevare il viso verso l´alto...Seraph a memoria sua non aveva mai veduto neve...Verruca dalla sua adesso era più interessata ai bei corvetti presenti sulla prua...ben poca attenzione quella che dona ai fiocchetti...prende a sculettare gonfiandosi come un tacchino... "...cos´è...?" domanda allargando le braccia ad accogliere qualche fiocco nelle gelide manine...

Fluttua nell´aria quela melodia, come non conoscesse tempo, come ormai se ne fosse impadronita per dimenticarlo lontano... ai fischi dei marinai, s´aggiungon quella d´un paio di corvetti, che prendon a svolazzar attorno alla suadente tacchina, forse invitandola a danzare... <...quando il cielo ha lacrime troppo gelate per sciogliersi alla sera...> esordisce una voce d´uomo come dal nulla, o meglio da sopra la testa di Seraph: ove prima c´era un mozzo zozzo, ora solo un ragazzo con la schiena poggiata al grande albero e le gambe penzoloni... che suona un violino.. e suona ancora... <...quando la notte vuol abbracciare il suo mare... per cullarlo e proteggerlo... quando due animi perfetti e distanti, si vogliono amare senza sfiorarsi... carezzarsi senza torture...> <..questa è la neve> conclude con voce placida e pacata... <..la neve...>

Seraph: {abiti civili/pollo indistinto appresso|prua, con volatili vari} lo sguardo stanco è quello che s´arrampica in cima, proprio sopra la propria testa...battono le palpebre più di una volta prima di concepire di chi si trattasse...e chi poteva mai essere... "..." qualche attimo di puro silenzio, nel quale i pollastri presenti prendano a danzare fra di loro, Verruca compresa, forse la più emozionata di tutti <CRA!coco!quà!> a tagliar l´aria quella vociaccia per pochi istanti a strappare un sorriso alla piccola elfetta "...ma come ci riesci?" domanda portandosi la manina a premer sulle labbra, liberando un sorriso rilassato, quasi quella musica le baciasse le ossa. Volge interamente la sua figurina all´ombra lassù in alto "...forse il cielo ha bisogno che qualcuno baci le sue lacrime per scioglierle...già" non sapeva proprio come rispondere in modo appropriato, solo parole vuote e stupide ad accatastarsi una dopo l´altra "in fondo anche il cielo e il mare si abbracciano...proprio sul pelo dell´acqua..." lo sguardo ricade per pochi attimi a fissare le scure acquee notturne, baciate dai fiocchi leggeri e dolci, a sciogliersi dopo qualche istante, ad annegare, a confondersi "...ma nessuno par vederlo" ritornano le iridi sul ragazzo adesso, come attendesse ...

Suona e suona ancora il ragazzo, chiara la chioma che balla rapita dalle note che svolazzan nell´aria con languore, quello d´un amore tiepido e leggero, quello solo immaginato e già passato... <un´amore che la terra da sempre si diverte a stroncare... ma quando sarà tutta ricoperta di neve, non vi sarà più terra...> come racchiudesse una speranza che si sa esser già naufragata quella voce, poi ancora musica e quella neve che fluttua leggera, cominciando a imbiancar il ponte della nave, e il legno che la intarsia... <...già... ma tutto, come la neve è destinato a sciogliersi... e svanire...>

Seraph: {abiti civili/pollo indistinto appresso|prua, con volatili vari} le braccia si stringono ora a stringersi le spalle...bella la neve si, ma già fradicia come un pulcino uscito dall´uovo amplificava il gelo del fradicio ghiacciato. Deboli fiocchi quelli che le colano lentamente sulle guance, sciogliendosi lasciavano righe sugli zigomi, fino a scendere sul collo, confondendosi con l´acqua piovana che già abitava il corpo della piccola. Le iridi bicolore permangono sulla figura, tremando leggermente a quei tocchi gelidi "...a me non sembrano svaniti" risponde con ingenuità, staccando la destrorza dal proprio corpo a tenderla verso il ragazzo "...mi sembrano solo aver cambiato forma" piccole goccie d´acqua ad adornarne il palmo, come si trattasse di un raro gioiello... fiocchi continuavano a cadere, accavallandosi uno sopra l´altro, sciogliendosi e confondendosi in un unica cosa... "...riuscite a vedere da lassù?" domanda con voce un pò spezzettata dal tremar del corpo, che cercava in qualche modo di riscaldarsi...inutilmente

Imperterrito il suo violino continua a partorir note, orfane d´un anima ormai da lune forse... <...riesco a vedere quell´abbraccio.. riesco..> quasi trovasse difficoltà ad esprimersi ora il ragazzo dalla chiara chioma, interrompe il suo suonare.. <...riesco a vedere la purezza della neve... acqua che s´accrocchia in gelide spine in balia del vento... non ha colpa la neve... non ha colpa... non..> si fa quasi spasmotico il suo dire.. si tien la testa tra le mani, quasi fosse preda d´un brutto incubo... <..non non...> e in un moto di fulgida rabbia, va a scaraventar in mare il violino che un´attimo prima tenea tra le mani, ora ingoiato dai quieti flutti... <..se.. la calpesterete ancora...> sillabe che escon strozzate come singulti...

Seraph: {abiti civili/pollo indistinto appresso|prua, con volatili vari} "questi Fiocchi si sono ritrovati...e poi sciogliersi non è mica una brutta cosa..." sorride scendendo con le iridi a fissar la pozzetta nel palmo, dolcemente, quasi amorevolmente "...non mi sembrano tristi...mmh" par ragionare, mentre Verruca imperterrita danza con un gabbiano...forse si trattava del suo ex pennuto...agl´occhi della piccoletta purtroppo erano tutti uguali... "beh, forse un pò confusi...già" inarca un sopracciglio...il discorso che stava cercando di portare avanti aveva meno senso di una certa persona... "...secondo me si riconoscono..." afferma convinta del suo dire, annuendo a rincarar tutto quanto...quand´ecco che questi riprende a parlare... "..." lentamente le orecchie cercano di captare l´iverosimile sfumatura nelle ombre...ma quel dire pareva spezzato...par gettar qualcosa, uno SPLOSH secco a venir inghiottito... "...me...messere!" esclama di colpo correndo appena a premer le manine sulla scaletta "...che avete?che avete?" domanda di nuovo, prendendo con le manine a cercar di salire, verso di lui "...che succede?" domanda di nuovo...dell´altra Seraph nemmeno una traccia...ma la piccoletta sembrava sveglia per tutte e due...Verruca e gl´altri pollastri continuano a danzare...

<non ...non la insudiciate ancora.. no.. basta..> continua a scuoter freneticamente il capo, che tiene tra le mani, in un urlo che si leva disperato adesso.. <..BASTAAAAAA!!!> una cascata candida come la neve a levarsi in aria, che è la sua chioma volar giù, portandosi dietro quel ragazzo, una lacrima che è un graffio fulgido, a far da scia nel capitombolar sul ponte che trova il suo finale in un tonfo sordo.. <...basta.. basta.. vi... strapperò le unaghie dalle.. da quelle mani lerce.. poi il cuore... poi...> non trova pace, lì riverso a terra, quel ragazzo, lo stesso risorto dai flutti dell´oceano, ora a far di nuovo i conti con quella furia infinita e tremenda...

Seraph: {abiti civili/pollo indistinto appresso|} debole la piccoletta, nemmeno il tempo di salire che questi ricade a terra con uno stonfo grave "me...messere!" esclama lasciandosi andare dai pochi gradini risaliti, atterrando in piedi sull´innevato legno della prua...una piccola corsettina a piegarsi sulle ginocchia "..." quelle grida s´accavallavano una sopra l´altra, quell´invividuo si divincolava come su una brace ardente senza trovar un pò di cenere né via di fuga...qualcosa si smuove nel petto della piccoletta ***...la strana sensazione di un cuore che batteva a farla sussultar per un istante... "..." lentamente allunga la manina a cercar riparo nel niveo crine dell´altro...delicatamente, amorevolmente "..."si piega con tutto il corpo su di lui, così vicina da sentirne il respiro "...la...la neve..sta bene..." mormora flebile, ricercando in sé un vocabolario inesistente...la parola giusta che non poteva esistere... "...è al sicuro..." delicate quelle parole, amorevoli come quella sorta di pressione che cerca di donare con l´altra mano sullo zigomo dell´apparente parirazza "...se ha qualcuno...che piange per lei..." delicato tocco... "...se c´è qualcuno che ha...ancora bisogno...di riscaldarsi...sciogliersi...e ritrovarsi..." parole senza alcun senso logico forse...ma più ostentava a ricercar parole giuste, più tutto le moriva nel petto...tra le labbra...

Si dibatte e si dibatte ancora il ragazzo come fosse un pesce appena pescato, che ancora non ha accettato il soffocante destino... <...non..non..><...> quelle parole lievi come il sonno d´un lago al tramonto, a calmarlo pian piano... due occhi azzurri come specchi mai profanati da riflesso alcuno, a fissarla ora, mentre il respiro prima affannoso va placandosi in petto.. <...al sicuro.. al..> <...sicuro..si> e quasi un sorriso debole e stanco gli si staglia tra le labbra adesso, muore quella furia, muore il tempo, muore tutto nel bacio di quei fiocchi di neve che incessantemente consolano ogni lembo di legno e di fiato... <...qualcuno che piange..> come riesumasse un passato scheletrico, un vecchio relitto perso in fondo al mare, quella parola.. <..piange.. si.. piange..> sfuma il sorriso in bocca al ragazzo dalla chiara chioma... <..piange da sempre... come il cielo..> una delle sue mani, ora, giovani e intatte, va a sollevare, per cercar di sfiorar appena, quelle gote bagnate e soffocare in queste ogni inverno freddo, ogni paura e ogni dolore...

Seraph: {abiti civili/pollo indistinto appresso|prua, con il ragazzo} si spezzettava ogni parola a quel fastidioso quanto pesante muovimento ritmico nel petto...le triturava quel muscolo prepotente, adagiandole su sé stesso nel tentativo di trascinarla giù...vomitava quegli sprazzi di dolore affilati come lame...come seppellito sotto un metro e mezzo di neve... "...state piangendo..." mormora sebbene sul volto d´egli non vi fosse traccia di lacrima... permanecon la manina sullo zigomo di lui, innocente l´espressione della piccoletta che batteva le palpebre ritmicamente, come bocche invisibili a cibarsi della sua sola immagine "..." allarga lentamente ambe le braccina martoriate ad azzardar una sorta d´abbraccio, cercando di portarsi la sua testa al petto, molto lentamente, quasi avesse paura che il ragazzo le cascasse in pezzi da un momento all´altro "...non è sola...non è solo..." mormora socchiudendo appena le iridi "...non c´è solo" tratteneva a stento le lacrime anch´ella tanti i sentimenti che le si smuovevano dentro, un mulinello di anguille impazzite...

 
Annientato in quell´abbraccio, abbandonato a quell´elfetta, come una zattera alla sorte... <...piange da sempre.. e Dio non pul sapere quanto..> si fa pian piano più arida quella voce, mentre le unghie sue, scivolan lentamente sulla schiena della piccola... prendono a stringerla lentamente, serrarla di più in quella stretta che s´accende d´una certa violenza quasi d´improvviso, come in quei due occhi una fame fulgida come sguainata da un fodero troppo opprimente.. <...fin a consumarmi gli occhi... la voce... gli occhi.. e il cuore Dana****..> i sibili d´una serpe troppo velenosa a momenti adesso, quel ragazzo così indifeso un attimo prima.. affondan avide quelle dita nella pelle a portar il conto d´un passato, troppo lasciato in balia delle correnti... <...e tu, che t´agitavi oltre la porta... saltavi da un corpo all´altro come fossero muli... e le mie lacrime.. il fuoco.. e le mie lacrime Dana.. te le ricordi?>

Seraph: {abiti civili/pollo indistinto appresso|prua, con il ragazzo} silenziosi fiocchi di neve a coprirli morbidamente sotto quel manto gelido, come se la Madre stessa volesse celar quel momento con seta pregiata fatta d´aere, mare e lacrime...deboli aliti di vento a carezzarli dolcemente...la pelle di lui, gelida quanto la propria...due fiocchi di neve che s´abbracciano sciogliendosi l´una nell´altro...unghie potenti a conficcarsi nella pelle a farle strizzare gl´occhi "ihhh!" geme di dolore, non abbandonando comunque saldamente la presa, come ad abbracciar la propria corona di spine... "..." trema la piccoletta..quel dolore era sconfinato...alitava sul suo collo veleno, così potenti quelle parole...bastavano poche parole come quelle a farla sciogliere in lacrime...bollenti lacrime che colano fino a crollar dal mento "...mi..mi dispiace..." mormorio quello che va a chiuderle gl´occhi, forse scusandosi perché non riusciva a ricordare niente...solo un eco di dolore...quel cuore che batteva sempre più pesante... "...mi dispiace..." salda la presa su quel corpo, non l´avrebbe lasciato andare...a costo di farsi divorare...stringono la veste alle spalle dell´apparente parirazza, spingendolo a sé, stringendolo in quell´abbraccio ancora di più "...le tue lacrime..." mormora flebile, con voce soffocata da lacrime che cercavano di ucciderla <solo per me...> "...non voglio..che tu sia triste..." solleva il capo verso l´alto, spingendo forse volontariamente il di lui capo a premerle sul collo, le sue labbra sul suo collo "...mi dispiace...non..non..." <non ho mai voluto farti piangere>

Quasi sputano i suoi denti, tanto stretta e la rabbia che tra questi vibra selvaggia. <...l´hai fatto sempre... l´hai... ogni volta... dicendomi che era solo.. lavoro... pane... PER VIVERE... per vivere..> tesi i nervi che tremano per non sbriciolar la neve... <...mentre il mio pane si sfaldava sotto i grugniti di quei porci... luridi.. LURIDI!> non cede alla tenerezza, non può più cedere quella perversa follia, a cui è concesso solo il supremo onore di bruciare e portar con se all´inferno ciò che ha un animo.. le sue mani scattan sui polsi della piccola, a serrarli con forza, per rigirarla con veemenza sotto di se... <...i tuoi occhi.. saranno anche stavolta così vuoti Dana?> quasi un sorriso quei denti che digrignati scricchiolano a momenti, mentre quel corpo di ragazzo preme come un mostro liberato dalla gabbia, a schiacciar quel fuscello di Seraph, sul freddo legno del ponte della Gardan.

Seraph: {abiti civili/pollo indistinto appresso|prua, con il ragazzo} aveva dimenticato qualcosa di troppo importante...e quel qualcosa adesso stava la, proprio d´innanzi a lei...un fazzoletto d´amore...un brandello di veste...tutte le sue ragioni le staziavano proprio davanti al naso...e non riusciva a ricordare...ma riusciva a sentire...riusciva a sentire..paura...paura adesso che violentemente va sbattendola a terra...serrati i polsi in quella presa così potente da annientare ogni resistenza...Verruca balza indietro, terrorizzata e impotente...l´elfetta non abbandona nemmeno per un istante quelle iridi, sebbene la visione fosse distorta dalle lacrime... "...i..io..." mormora tremante, soffocando ogni istante di più, annientata da tanto odio...annegata da tante lacrime "...n...o...n...no...n..." balbetta alle furenti iridi ma... <Seraph!> esclama di colpo <finalmente ti ho trovato> una voce più meliflua <ti ho cercato dappertutto> "...i...o..." <piccolo...> si raddolcisce anche la voce più crudele adesso, quasi non si rendesse conto della situazione, ma né vedesse un'altra sovrapposta, come una diapositiva su un muro <...stai ancora piangendo piccolo mio?> un sollievo immane a stravolgere il ritmo delle vicissitudini... "...non...volevo...farti...del...male..." <...vieni qui...> la cicatrice prende nuovamente a sanguinare lacrime... <stanotte stai abbracciato a me> un sorriso a tagliarle il volto, mentre i singhiozzi imperiavano adesso, si chiudono le iridi per qualche istante "...mi sono sentita così sola per tutto questo tempo..."<piccolo...> "...mi fai male..." <vicino a me non devi avere paura...non devi essere triste> singhiozza quasi spasmoticamente "...io..." <ho avuto paura, Seraph>***** 

Sudore ardente su quei polsi che non si ribellano... <...è.. è finito il tempo in cui avere paura Dana!.. è.. è finito il tempo...> ancora sibili sputati addosso alla piccina e quando una voce da donna, vissuta e voluttuosa fa la sua comparsa, sembra appena intimorito il ragazzo dalla chiara chioma, indugia appena la presa... balbetta.. <..non non... so.. sono piccolo... non chiamarmi piccolo!> scuote ancora il capo come volesse cacciar via una voce a cui non può rinunciare... <...adesso fammi vedere quanto sei brava Dana.. su.. fammi vedere come ti muovi> accesi d´un amara perfidia ancora i suoi occhi... mai la neve bruciava come adesso sulla pelle, che s´accinge a svestire con frenetica fretta il ragazzo, prima i suoi calzoni, che sfila alla bell´emmeglio, poi è la volta della blusa di Seraph, che squarcia con un cieco strattone...

Seraph: {abiti civili/pollo indistinto appresso|prua, con il ragazzo} come avrebbe potuto rispondere a cose che non poteva ricordare? Quelle salde mani a stritolarle i polsi...le forze morivano nel fiato...le lacrime colavano sulle puntite orecchie elfiche fino a congelarsi sul legno congelato della prua... "WAH!!" grida appena, non riuscendo minimamente a divincolarsi...a rivelar l´enorme cicatrice, così perfida da averle invaso interamente il corpo, mangiandola ogni attimo della sua esistenza... <sei il mio piccolo> mormora tra i singhiozzi la voce che tentava di farsi spazio <sei l´unica cosa importante> quelle iridi dalla tempra leggermente diversa, amorevoli e glaciali... <...> par guardarsi un pò intorno, come se non si fosse avveduta di ciò che capitava...ritorna dopo pochi attimi sul ragazzo, sorridendo dolcemente <tu sei l´unica cosa importante> si socchiudono le iridi <sono sempre stata tua> ovvia l´allusione che aveva messo in atto...quell´entità pareva non disprezzare quello che il presunto parirazza stava mettendo in atto <piccolo mio...> lieve mormorio melenso <non piangere...> le lacrime continuavano a colare sul meraviglioso scenario...la neve solleticava la pelle nuda...baciava quelle forme mangiate...<vieni qui...>

Non come ci si immaginano i fiocchi di neve baciarsi all´orizzonte, ma con sporca foga e rabbia velenosa, si prende quell´elfetta, come fosse una conchiglia appartenutagli da sempre... una furia che s´abbatte con spietata forza sulla sua vittima inerme, pasto serale da consumare in fretta... <...e continuareai ad esserlo.. mia... per sempre...> e si serran ancor di più quei denti quando prendon a ondeggiar sopra di lei.. <..per sempre gh..>.. <...non potrai più scappare.. gh... t´incatenerò come.. gh.. facesti col mio cuore... su... gh... fammi vedere quel che sai fare adesso...> ancora bava e rivalsa, vendetta amara e scadente... violino supremo quel che suona sulla pelle dei due..

Seraph: {abiti civili/pollo indistinto appresso|prua, con il ragazzo} in qualche modo la piccoletta avrebbe voluto gridare, quell´essere le faceva così tanta paura...ma qualcosa glielo impediva, l´attraeva fino al punto di impazzire. Spezzettarsi e distruggersi migliaia e migliaia di pezzi... "NOOOOOO!!!" grida quando si sente violata "IWAAAAHHH!!" grida la piccoletta scattando con la testa all´indietro "perché??ghhh...perché anche tu mi fai del male???" grida ancora in un balume di dolore e gioia inestimabili, come dolci fiocchi che si sciolgono abbracciandosi <...e...tu....col...mio...> mormorio di voce più matura in preda all´amore più feroce ed estremo, cibandosi di piacere e dolore, mescolandole, come un bacio sulla neve "...fe..fe...fe..." ondeggiava sopra di lei ritmico e suadente, come se fossero sempre stati una sola cosa "fermati...siiiigggg waaahhhh!! perché???PERCHé ANCHE TU MI FAI DEL MALE?!?!" strilla non riuscendo a divincolarsi in alcun modo, con la vocina piccola piccola, strozzata da rantoli <io...io...ti...hh...io...ti...> si chiudono le iridi...

<...solo per me.. era troppo chiederti...gh..> continua a domarla come fosse un´onda del mare, l´elfetta che sotto alla sua furia impotente si dimena... sordo alle sue urla, cieco ai suoi lamenti, va consumando ogni attimo di quella sera con fulgida sapienza.. <...una persona.. SOLO GH.. che potesse racchidere le mie mani, solo.. gh.. le mie.. SOLO PER ME.. GH...> non si sa se il sudore o ancora quella neve, o la saliva aspra a bagnare la pelle... quel distorto rantolo d´amore riecheggiava come un vento ululante sulla nave. Nessuno a correrle in soccorso però, nessuno che avvesse sonno tanto leggero da poter udire.. <...IO T´HO SEMPRE AMATO DANA... FOLLEMENTE... CON OGNI LEMBO DEI MIEI NERVI.. IN SILENZIO..!!.. E ORA FA' SILENZIO...> una ferocia inaudita quella che sprizza nel suo bacino, e nei morsi che le rifila sul collo succoso e prelibato...

Seraph: {abiti civili/pollo indistinto appresso|prua, con il ragazzo} tradisce le sue ultime volontà "IWAA!" un ultimo grido prima d´arrendersi a quella sensazione..dolorosa come migliaia di aghi...piacevole come un eterno abbraccio caldo...spalanca la bocca e annaspa inciampando tra lacrime e respiri...la sua pelle sopra di lei...ed eccolo addentarle la carotide, come a volerla mangiare...distruggere...amarla ancora... <...> mentre quei morsi infuriano la solita voce a far capolino... <...sei stato bravo...piccolo mio...> mormora lasciandosi distruggere le membra senza la minima esitazione <...ma tu...lo sai...Seraph...lo hai sempre saputo> il sangue che cola giù dal collo <...che ti ho sempre amato...più di quanto potessi amare me stessa...la mia vita...o il mio corpo...> pareva traer piacere anche da quei morsi assassini, anche da quei gesti di spasmotico odio...dunque lascia che continui...lo bravava al punto di poter morire per ogni suo piccolo desiderio o gesto...vittima dei suoi sorrisi...geme ancora, trascinata via...in un posto solo per loro due... "...ti amo..." anche la vocina a far da eco piangente...

Tutto si confondeva, i respiri, il sangue e il sudore sulla pelle, le vampate di gelo e d´amore, di follia e passato... proprio una folata di gelo in quell´eco.. <...anch´io... ti amo..> che si spegne pian piano, come la cieca rabbia che trafiggeva il corpo di Seraph un attimo prima... una folata di vento gelido a spazzar via tutto... un eco lontano, sussurri e parole, grida e preghiere... un eco portato dal vento, e da questo ripreso... Nulla e niente a premer la pelle di Seraph ora, come ripiombata vorticosamente giù da un sogno. Ancora la sua camicia a proteggerla dal freddo, freddo che può di nuovo sentire attanagliarle lo stomaco... solo una manciata di quella che le sembra aver imparato chissà dove esser neve, a riempirle un palmo, l´altro teso sul pavimento impolverato e lercio come sempre... solo un corvo, che non balla con Verruva, ma osserva l´elfetta, sul parapetto, che svolazza via dopo un momento. La notte ancora la fuori ad attenderla, e oltre le vele, ancora una musica forse provenir dall´orizzonte, forse dall´oscurità d´un vicoletto chissà... ad affacciarsi si potrebbe forse scorger uno di quei suonatori di violino solitari, che puoi catturare solo per un attimo di tutto il loro viaggio, uno di quelli che è pasto per l´orizzonte, trafitto ormai da uno squarcio d´alba.

Seraph {abiti civili/pollo indistinto appresso|prua, con il ragazzo} a terra...ancora le lacrime a tagliarle il viso...un colpo di piume di corvo...Verruca che cercava di scaldarla,posata proprio sul suo bacino..si schiudono appena quelle iridi a fissar la manina innevata...solleva solo l´altra mano a carezzar la testa di Verruca, abbandonandosi al legno della prua... "...ti amo..." mormora semplicemente, spaventata, esausta "...ma...sto...per morire..." singhiozzo che nel buio va disperdendosi, morendo tra le fauci della notte "...mi...mi dispiace..." un altro singhiozzo a soffocar del tutto il senno...si abbandona la a terra chissà per quanto ci sarebbe rimasta...solo quel corpicino che s´abbraccia da solo...in una notte così buia...

-FINE-

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* : sta cantando 'La Lira Di Narciso' dei Marlene Kunz.

**: Verruca è il suo famiglio, un corvo più simile ad un tacchino.

***: per via della maledizione il cuore di Seraph non batte, se non in rare occasioni.

****: Dana è il vero nome di Seraph.

*****: il nome dell'individuo par invece essere Seraph.


Grazie per aver letto ^^ è una vecchia giocata fatta a tarda notte, non siate troppo severi ^^"... m'era piaciuta e ho pensato di condividerla. =)
  
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