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Autore: purpleblow    30/01/2010    0 recensioni
Una raccolta di brevi storie (oneshot, drabble, flashfic) incentrata sui vari personaggi e\o pairing di FFVII (che possono essere sia Het che Shonen Ai).
01. Anxious Heart: "Era stato straziante per lui vedere le sue bellissime iridi color smeraldo, chiudersi per sempre. Quelle labbra non si sarebbero piegate mai più in un dolce e sbarazzino sorriso e non avrebbe mai più udito quella voce squillante e piena di entusiasmo, che tanto lo rallegrava.".
02. Ahead on your way: "Davanti all'entrata dell'ufficio di Tseng, Elena se ne stava immobile a guardarlo. Lei ammirava moltissimo il direttore dei Turks ed era così da sempre: un tempo lo conosceva solo perché ne aveva sentito parlare, nutrendo da subito per lui grande stima.".
03. Off the edge of despair: "Di fronte a lei c'era una persona che conosceva bene, ma che non vedeva da ormai tanto tempo per poter provare rancore nei suoi confronti: ormai gli screzi facevano parte del passato e di problemi ne aveva già fin troppi.".
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Off the edge of despair


Tifa stava camminando pensierosa lungo le strade di Midgar: guardandosi intorno, non poteva altro che provare una grande tristezza nel vedere tutti quei bambini affetti dalla Geostigma.
Molti di essi avevano lo sguardo spento, probabilmente si era rassegnati al loro destino. Altri invece, andavano avanti, senza mai abbandonare la speranza. C'era una bambina che particolarmente continuava a lottare ed era convinta che presto gli scienziati avrebbero scoperto una cura per quella tremenda malattia. Quella bambina aveva gli occhi luminosi, il volto sempre sorridente e in compagnia del suo fedele Moguri di pezza, si faceva in quattro per contagiare gli altri bimbi con la sua positività.
Quanto avrebbe voluto che anche il piccolo Danzel la pensasse come lei! A poco a poco, il bambino che ospitava al Seventh Heaven, stava perdendo ogni speranza e Tifa non sapeva più cosa fare.
Da sola non riusciva più a sostenere quel peso, non sapeva più come comportarsi con quel ragazzino o cosa dirgli per tranquillizzarlo. E poi, adesso che Cloud se n'era andato chissà dove, sorreggere quel dannatissimo fardello era diventato impossibile.
Certo, ad aiutarla c'era Marlene, ma non era abbastanza: lei aveva bisogno di una presenza adulta a cui confidare le sue frustrazioni, una spalla amica su cui piangere quando ne aveva bisogno... ma l'unica persona in grado di darle un appoggio non c'era.
Forse era meglio così, dato che anche Cloud Strife aveva le sue preoccupazioni a cui star dietro e probabilmente, se lui fosse stato con la ragazza le avrebbe trasmesso troppa negatività.
Ma allora, cos'è che voleva veramente? Chi poteva tirarla un po' su di morale?
Sospirando, cercò di scacciare dalla mente la sua ossessione per Cloud, tentando di sopprimere l'immagine del suo volto che si era formato nella sua mente.
Stanca di camminare, si sedette su una panca di legno per riposarsi qualche secondo e poggio il sacchetto di carta che teneva in mano, contenente la spesa. Si lasciò andare contro lo schienale, buttando indietro la testa e socchiuse gli occhi per via della forte luce.
"Non avrei mai pensato di vederti in queste condizioni, eppure in passato ci hai dato tanto di quel filo da torcere!" udendo quella voce, Tifa alzò il capo per vedere a chi appartenesse.
Di fronte a lei c'era una persona che conosceva bene, ma che non vedeva da ormai tanto tempo per poter provare rancore nei suoi confronti: ormai gli screzi facevano parte del passato e di problemi ne aveva già fin troppi. Nonostante tutto però, preferì restare in guardia.
"Io invece non avrei mai pensato di rivederti vivo." disse la giovane donna, realmente incredula; pensava che i Turks fossero scomparsi anni prima, anche perché dalla battaglia contro Sephiroth non li aveva più rivisti.
"E per quale motivo avrei dovuto essere morto?" domandò quello, piuttosto spiazzato dall'affermazione appena udita, nonché lievemente offeso. I Turks non erano mica delle mezze calzette!
"Semplicemente perché non ti ho più visto in giro a far danni. E mi sto riferendo a tutti voi della ShinRa." spiegò la mora, passandosi una mano fra i capelli ed esibendo un sorrisetto divertito, avendo notato di aver colpito Reno nell'orgoglio.
Restarono in silenzio per qualche minuto ad osservarsi, probabilmente entrambi stavano aspettando che uno dei due parlasse, finché non fu Tifa a prendere l'iniziativa.
"E dimmi Reno dei Turks... che cos'avete fatto per tutto questo tempo, senza l'illustre Presidente farvi da guida?" chiese, esibendo un tono disgustato nel nominare Rufus, l'unico verso il quale non avrebbe mai smesso di portare rancore, nonostante fosse morto.
Erano stati a causa sua la maggior parte dei problemi riguardanti Midgar. Lui e suo padre avevano guidato l'orchestra, prestando attenzione solo al loro potere e ai loro sporchi soldi, ignorando il resto del mondo.
"Veramente il Presidente..." s'interruppe per un attimo, fermandosi in tempo prima di dire ciò che avrebbe dovuto tenersi per sé "Beh, senza il Presidente è un'altra storia, non avevamo più un lavoro. Ma con Tseng alla guida, abbiamo ugualmente tirato avanti: ci stiamo dando da fare per rimediare a ciò che abbiamo fatto in passato." disse con un tono solenne, cosa che fece capire a Tifa che non stava mentendo.
"Non l'avrei mai creduto possibile da persone come voi, ma in fondo è vero che la gente cambia." affermò, sollevata dal fatto che i vecchi nemici adesso avevano messo la testa apposto.
"E tu? Che hai fatto? Ho sentito dire che vivi con degli orfani." fece un passo in avanti avvicinandosi di più alla ragazza, pronto ad ascoltarla.
"Sì, è vero. Lo faccio per aiutare i bambini. E poi, ho riaperto il Seventh Heaven." quest'ultima frase interessò particolarmente il Turk, che essendo un frequentatore assiduo di qualunque posto in cui vendessero dell'alcool ne fu entusiasta.
Conosceva il pub che la ragazza gestiva anni prima, ma non ci era mai andato per mancanza di tempo e poi, ovviamente perché più tardi il Settore 7 era stato distrutto.
"Interessante, credo proprio che un drink da te non me lo farò mancare!" esclamò strizzando l'occhio a Tifa, che gli sorrise serena in un primo istante per poi rivolgergli un ghigno divertito.
"E chi ti ha detto che la tua presenza è gradita?" Reno però non si fece scoraggiare, dato che aveva la risposta pronta che non tardò ad arrivare, accompagnata da un sorrisetto ironico.
"Tanto per cominciare non staresti qui a parlare con me. E poi... sono comunque un cliente." la ragazza scosse la testa, quel tipo non sarebbe mai cambiato. La sua ironia era un particolare che non le era mai sfuggito, le volte in cui si erano scontrati non lo aveva mai visto serio.
Non che fosse un idiota, ma il sarcasmo era una caratteristica che faceva parte di Reno, da sempre e se tempo prima lo aveva odiato per questo, adesso la faceva sorridere. Probabilmente perché non lo vedeva più come un nemico.
Lo sguardo di Tifa si posò sul sacchetto della spesa che aveva vicino, così guardò l'orologio che teneva al polso e si rese conto dell'ora che si era fatta. Non era tardi, ma doveva dare una ripulita al locale e preparare la cena.
Afferrò la busta di carta, si alzò in piedi e fece qualche passo verso Reno.
"Dovrei andare. Non avrei mai immaginato di dirlo ma... è stato un piacere rivederti." disse, porgendo la mano al ragazzo, che non aveva smesso di osservarla neppure per un istante.
"E se invece volessi accompagnarti?" si offrì lui, per nulla intenzionato a lasciarla andar via. Non le era dispiaciuto affatto stare in sua compagnia e di certo, non voleva separarsi da lei tanto presto.
Tifa stette per qualche secondo a guardarlo incredula, poi però accettò di buon grado.
"D'accordo. Questa però la porti tu!" esclamò, posandogli poco delicatamente il sacchetto tra le mani e aumentando il passo in direzione del Seventh Heaven. Lui la seguì, restando appositamente indietro per godersi la visione del corpo di Tifa -beh, è pur sempre un uomo, no?
Durante il tragitto chiacchierarono del più e del meno, evitando di toccare l'argomento Geostigma e soffermarsi a parlare dei poveri orfani affetti dal virus. A entrambi faceva male discuterne, dato che entrambi conoscevano almeno una persona che avesse quella brutta malattia.
A Reno veniva in mente Rufus. Il Presidente della ShinRa era ancora vivo all'insaputa di tutti, solo i Turks ovviamente ne erano a conoscenza. L'uomo che gli faceva da guida aveva contratto il virus, era stato molto sfortunato e lui, era tra quelle persone che stavano abbandonando la speranza, consci che la morte si stava avvicinando.
Al giovane Turk, faceva male quella situazione, perché Rufus da quando aveva scoperto di avere la Geostigma, non era più se stesso. Certo, ancora aveva grandi ambizioni e il suo obiettivo di far rinascere la ShinRa -con nuovi propositi- era ben impresso nella sua mente. Però, purtroppo gli si leggeva in faccia che era stanco e che non aveva più molta voglia di andare avanti; il suo sguardo era spento e la sua espressione era perennemente cupa.
Non aveva più neppure la forza per arrabbiarsi con Reno, quando combinava qualche casino dei suoi, o quando si lasciava andare a lunghi sproloqui inopportuni.
Anche in quel momento il ragazzo stava pensando alle condizioni del Presidente, per cui Tifa, accortasi del suo attuale stato d'animo cercò di riportarlo alla realtà.
"A cosa stai pensando? Non ti ho mai visto così pensieroso." fermò i suoi passi per poterlo guardare negli occhi e per la prima volta si rese conto di colore fossero: un bellissimo verde smeraldo.
"Eh? No, niente. Non farci caso." detto questo, per nulla intenzionato a parlare, tirò dritto verso l'abitazione di Tifa che si trovava ormai a pochi passi di distanza. Lei fece spallucce e non gli chiese più niente, consapevole che qualunque cosa avesse Reno, non la riguardava.
Estrasse la chiave del Seventh Heaven dalla tasca dei pantaloni e aprì il portone, invitando l'altro ad entrare e facendogli cenno di posare la busta sul bancone.
Lui obbedì e lasciò il sacchetto sul ripiano in legno, mentre lei andò al piano superiore per vedere se c'erano Marlene o Danzel. Si soffermò a studiare le bottiglie sulla mensola che stava attaccata alla parete e pensò che bersi un drink non gli sarebbe per niente dispiaciuto.
Udendo il rumore dei passi sugli scalini, si voltò verso la ragazza che gli disse che i due bambini non c'erano e che probabilmente erano usciti. Lui rimase a guardarla mentre riponeva il cibo appena comprato.
"Che ne dici di offrirmi qualcosa da bere? Sai... la mancia..." disse lui, indicando la busta che Tifa stava ripiegando con cura.
"Va bene. Che cosa vuoi?" domandò mentre andava dietro al bancone. Si mise di fronte a Reno e si appoggiò con i gomiti sul piano di legno, in attesa che lui decidesse.
"Uhm... una Tequila." lei spalancò gli occhi, provando quasi disgusto. A quell'ora non sarebbe mai riuscita a bere una roba del genere, ma forse lui doveva esserci abituato.
Si voltò per prendere la bottiglia e un bicchiere e versò il liquido in esso, porgendolo poi a Reno, che come al solito era rimasto ad osservare ogni suo movimento, quasi incantato.
Aveva sempre pensato che Tifa fosse carina, ma ora che aveva la possibilità di guardarla così da vicino doveva ammettere che era proprio bella. Adesso capiva come mai Rude ne fosse attratto, come dargli torto?
Afferrò il bicchiere e lo portò alle labbra, prese un lungo sorso di Tequila e lo riappoggiò sul ripiano.
"Senti ma il tuo amico dov'è? Non credo sarebbe tanto felice di vedermi qui." sghignazzò lui al pensiero dell'espressione truce che Cloud gli aveva sempre rivolto.
"Ti riferisci a Cloud per caso?" domandò Tifa, sforzandosi di sorridere.
"Sì, proprio lui. Ricordo ancora l'ultimo scontro... non ho intenzione di avere a che fare ancora con la sua spada." dicendo questo si toccò istintivamente la spalla, ricordando il doloroso contatto con l'enorme Buster Sword.
"Di questo non devi preoccuparti. Lui... non verrà." l'espressione della ragazza si fece piuttosto cupa, perdendo il sorriso spensierato che aveva fino a poco prima. Reno capì di aver detto qualcosa di inappropriato e si sentì in colpa, consapevole di essere lui la causa di quel cambiamento d'umore.
"Oh... scusa. Devo aver detto qualcosa di sbagliato." le disse, portandosi una mano sulla fronte in preda al nervosismo.
Entrambi rimasero a lungo in silenzio, senza sapere cosa dire e lasciando che attorno a loro si creasse una leggera tensione. Reno avrebbe voluto dirle qualcosa, ma non riusciva a trovare le parole.
Fu Tifa a spezzare quel silenzio, cominciando a parlare di Cloud, ritenendo che probabilmente l'altro fosse curioso di sapere dove si fosse cacciato il suo amico d'infanzia.
"Lui... non torna a casa da molto tempo ormai. Non so il motivo ma... credo di poterlo intuire. Cloud non è mai riuscito a perdonarsi per la morte di Aerith e molto probabilmente si sente in colpa anche per quella di Zack.
Le ultime volte che l'ho visto era parecchio silenzioso, più del solito almeno! Però ha scelto un momento critico per andarsene, qui abbiamo bisogno di lui: Danzel ha bisogno di lui. Io... ho bisogno di lui. Da sola non ce la faccio!" terminò la frase senza nascondere l'immensa tristezza che le incupiva il volto.
Tifa soffriva per quell'abbandono, ma non ne aveva mai parlato a nessuno prima di allora. E senza pensarci due volte, si era confidata con Reno: non se ne capacitava in effetti, ma in fondo, non le importava.
Si sentiva un briciolo meglio di prima, perché si era svuotata da alcuni pensieri che la tormentavano da tanto tempo.
Reno, nel vederla così provò compassione: davanti a sé non c'era la Tifa forte e aggressiva di un tempo, ma una ragazza che non conosceva. La vedeva fragile e tremendamente disperata, affossata dagli eventi.
Istintivamente appoggiò la mano sulla spalla di Tifa, stringendola lievemente fra le dita. Alzò lo sguardo e notando le sue guance inumidite dalle lacrime, sentì la rabbia crescere dentro di lui.
"Non lo merita, smettila." sbottò duramente. Non ce l'aveva ovviamente con lei, ma con Cloud che l'aveva ridotta così. "Come puoi piangere per uno che ti ha lasciata da sola, con un branco di orfani affetti dalla Geostigma? Dovrebbe essere qui e aiutarti a reggere questo fardello, invece è chissà dove a piangersi addosso! Uno così mi fa solo schifo, lascia che te lo dica. E tu, falla finita per favore!" non avrebbe mai voluto usare un tono tanto brusco, ma non era riuscito ad impedirlo. Le parole gli erano uscite così, troppo arrabbiato per potersi contenere.
"Pensi che non lo sappia? Ma che diavolo dovrei fare allora?! gridò in preda al pianto, passandosi bruscamente una mano sugli occhi, nel tentativo di asciugare le lacrime.
Il giovane Turk, che prima era seduto sullo sgabello, si arrampicò sul bancone sedendovisi sopra, in modo da avvicinarsi a Tifa e stringerla fra le sue braccia. Se avesse detto solo un'altra parola, probabilmente l'avrebbe ferita, per cui aveva deciso di confortarla in un altro modo. Anche perché, non era bravo a parlare in una situazione simile.
La ragazza non ebbe neppure la forza di protestare -normalmente non gradiva essere toccata quando era in quelle condizioni, preferiva restare da sola. Si lasciò andare e si aggrappò con forza alla giacca di Reno, affondando il viso contro al suo petto.
Voleva solo sfogarsi, liberarsi una volta per tutte di quel maledetto peso che si portava dietro da troppo tempo. Lei non piangeva mai, era solita tenere dentro le sue emozioni e ora, le stava buttando fuori tutte insieme.
Era grata a Reno di trovarsi lì, perché se fosse scoppiata a quel modo da sola era convinta che avrebbe sofferto il doppio. Ma quella volta c'era lui, c'erano le sue mani ad accarezzargli i capelli, c'era il suo respiro a rassicurarla.
Se gliel'avessero detto anni prima, che un giorno proprio Reno dei Turks l'avrebbe consolata, si sarebbe messa a ridere sguaiatamente. Non ci credeva nemmeno lei, la situazione che si era creata era delle più strane.
Pian piano, le lacrime smisero di scendere dai suoi occhi e, prendendo un paio di lunghi respiri, riuscì a calmarsi. Si scostò dall'abbraccio e si asciugò il viso, ricomponendosi.
"Va meglio ora?" domandò lui apprensivo e chiaramente sollevato che Tifa avesse smesso di piangere.
"Sì... grazie..." gli disse sorridendo debolmente "Mi dispiace averti coinvolto in questa seccatura." quel poveretto l'aveva rivista dopo un paio di anni e le era scoppiata davanti. Se non si fosse più fatto vere, non l'avrebbe di certo biasimato.
"Figurati. È il minimo, dopotutto è stata colpa mia. Se solo imparassi a stare zitto..." rise nervosamente, dandosi dell'idiota per ciò che aveva fatto. Tifa però scosse la testa contrariata.
"Quelle cose me le tengo dentro da un sacco di tempo. Che tu abbia introdotto l'argomento forse è stato solo un bene, per questo sento di doverti ringraziare." la ragazza gli rivolse un sorriso pieno di riconoscenza, che rassicurò l'altro.
Reno si ricordò improvvisamente della Tequila lasciata a metà -e che aveva spostato di lato prima di sedersi sul bancone- così la prese e la buttò giù in un sorso, sentendone il bisogno.
Dopo una scena simile, sentiva di dover bere qualcosa e forse, anche di fumarsi una sigaretta, ma avrebbe evitato.
"Penso che tu ti sia guadagnato un altro drink." e senza attendere alcuna risposta, prese il bicchiere che l'altro teneva in mano e ci versò dentro la Tequila.
"Oh, grazie." disse. L'istinto lo portò anche ad aggiungere dell'altro, ritornando al discorso di poco prima "Ah, e comunque lo farei di nuovo." Tifa lo guardò perplessa, non avendo capito tale affermazione.
"A cosa ti riferisci?" domandò dopo qualche secondo passato a scrutare il ragazzo.
"Intendo, che semmai avessi ancora bisogno di... non so, incazzarti, sfogarti o quel che ti pare... posso darti il mio sostegno." Reno si sentì stupido per come aveva detto quelle parole. Non era da lui esitare, lui aveva sempre qualcosa di pronto da dire, mai si era trovato nella situazione di tentennare mentre faceva un discorso. Anche Tifa se ne accorse, infatti soppresse una risata.
"Beh, ti ringrazio. Ma non vedo perché dovrei sfogarmi con te, è stato solo un caso Reno dei Turks." disse lei con ironia, marcando volutamente quelle tre parole con tono scherzoso.
"Ah davvero? Beh, tesoro, sarai tu a perderci. E non tornare da me strisciando!" le rispose di rimando lui, assumendo la stessa tonalità ilare che aveva usato la ragazza. Entrambi scoppiarono a ridere, sollevati anche dal fatto che la tensione era definitivamente svanita.
Notando l'orologio appeso alla parete di fronte a lui, Reno notò quanto fosse tardi: probabilmente gli altri lo stavano aspettando, così a malincuore scese dal bancone per poi salutare Tifa.
"Devo tornare dagli altri." disse senza riuscire a nascondere il dispiacere. La ragazza annuì e gli sorrise, rivolgendogli un muto ringraziamento.
"Ti accompagno alla porta." insieme si diressero verso l'uscita mantenendo un'andatura lenta, cercando di prolungare quel momento. Nessuno dei due aveva intenzione di separarsi.
Tifa si arrestò davanti al portone e si voltò verso il ragazzo.
"Torna pure quando vuoi. Tu e i tuoi amici mi fareste guadagnare sicuramente una fortuna!" esclamò, convinta che se gli altri bevevano quanto Reno, ci avrebbe solo guadagnato. Anche se... a dire il vero non era solo per quello.
Il ragazzo annuì e nel momento in cui lei mise una mano sulla maniglia, aprendola un poco, lui senza pensarci un attimo l'afferrò per i fianchi e unì le labbra con le sue. Si rese conto di aver desiderato quella bocca dal momento in cui l'aveva vista, non era riuscito a frenarsi.
Dopo un'incredulità iniziale per via della sorpresa, Tifa si lasciò andare a quel bacio e si aggrappò alle spalle di Reno, trasportata dall'emozione che stava provando. Era piacevole e sentire quelle mani delicate che ancora una volta le accarezzavano i capelli, la rilassarono completamente. Doveva ammettere di sentirsi protetta fra le braccia di quel ragazzo.
O almeno, quella sensazione di sicurezza durò fino a che la mano di lui andò a posarsi non poco delicatamente sul suo sedere e, grazie ai riflessi pronti che aveva acquisito con gli anni, fu veloce a tirargli uno spintone che lo fece finire fuori dal locale, accompagnato dalle grida di Tifa.
"Ma dai, era solo uno scherzo!" cercò di giustificarsi Reno e in effetti, non l'aveva fatto di proposito: era istinto quello. Lei però non ne volle sapere e rivolgendogli un'occhiata truce lo invitò ad andarsene immediatamente.
"Non ti azzardare a tornare, deficiente!" disse urlando e sbattendo la porta, sotto lo sguardo incredulo e al contempo divertito del Turk. In fondo se l'era cercate... però senza sapere perché era sicuro che se fosse tornato, Tifa ne sarebbe stata felice.
E infatti, all'interno del locale, la ragazza se ne stava appoggiata al portone con un sorrisetto stampato sul volto. Nonostante l'ultimo ed evitabile, non gli era dispiaciuto come si erano evolute le cose.
Trovava un peccato che Reno se ne fosse già andato, ma tanto sapeva perfettamente che la sera stessa se lo sarebbe ritrovato davanti. Eccome se sarebbe successo.

[Fine.]


Angolino di Cami:
Finalmente ho scritto una RenoTifa. È da mesi che me lo dico e finalmente ce l'ho fatta!
Li trovo adorabili questi due... forse perchè sono i miei due personaggi preferiti di FFVII ed io tendo spesso ad accoppiare i miei prediletti. Ma comunque sia, penso ce li vedrei bene ugualmente! *O*
Spero che abbiate apprezzato, ma soprattutto spero di non essere andata OOC... cosa che temo. Ho cercato di rendere Reno per come è, ma soprattutto tentando di evitare di renderlo un cretino come in AC.
Tifa ho dovuto renderla fragile per via degli eventi, ma spero di non averla fatta troppo melensa. Insomma, fatemi sapere!
Nel complesso, a me piace com'è uscita, ma anche un parere dei lettori non mi dispiacerebbe.
Allora alla prossima! :D
   
 
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