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Autore: nes95    31/01/2010    7 recensioni
Quando la porta si aprì alzai gli occhi dal libro.
"Dove sei stato?" gli chiesi senza alzare la voce, lui mi guardò distrattamente poggiando le chiavi sul tavolino, senza rispondere alla mia domanda.
"Sono le tre del mattino te ne rendi conto?" chiesi nuovamente. (...)
Strinsi al petto Sophie che dormiva, gettai un ultimo sguardo alla casa e misi in moto l'auto.
Sequel di "This Is A Promise".
Questa storia è scritta a quattro mani con la mia BFF Julie (damned_girl)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amy e Nick <3'
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Care lettrici di Pia e Julie's magazine...xD Mannò ragazze scherzo! Come avrete capito dalla "divertente" prefazione sono Julie e questo capitolo è interamente scritto dalla sottoscritta. Questo è un capitolo chiave visto che ci saranno alcuni cambiamenti e,come ha anticipato la socia, è tutto incentrato su Joe e Alex.

Vi lascio alla vostra lettura,giovani e aitanti scrittrici in erba!

Puahahaha lo so,non sto molto bene xD Vi lascio veramente alla vostra lettura,un bacio e ricordatevi di lasciare una recensione.

 

 

And love is just a game we lost.

“Nick Jonas”

 

 

Sorrisi allegramente osservando il vasto panorama di New York che si estendeva sotto di me.

Adoravo volare,mi dava una strana sensazione di potenza vedere il mondo praticamente ai miei piedi.

Pensai a quanto essere un Jonas Brothers comportasse molta fatica ,ovviamente, ma c’erano anche dei privilegi non indifferenti legati al ruolo che ricoprivo da circa cinque anni.

Uno dei tanti aspetti positivi era un bellissimo jet privato che riusciva a portare a termine tratte abbastanza lunghe,del tipo Los Angeles – New York in mezzora.

Sorrisi soddisfatto allacciando la cintura e tenendomi stretto al sedile. Devo confessarvi che gli atterraggi mi piacciono leggermente meno rispetto al concetto di volo che ho espresso poco prima.

Poco dopo l’hostess mi annunciò che eravamo arrivati e che potevo slacciare la cintura e scendere a ritirare i bagagli.

Indossai la giacca e gli occhiali da sole e scesi allegramente,ritirai la mia valigia e mi diressi contento verso la fermata dei taxi.

Ero a dir poco su di giri,a breve avrei rivisto la mia Alex,l’avrei abbracciata forte e mi sarei fatto perdonare tutte le inutili liti che ormai caratterizzavano le nostre non più lunghe conversazioni. Mi era molto mancata. I suoi dolci sorrisi,il suo viso furbo e bellissimo,le sue critiche e la sua ironia pungente. I baci,le carezze,i sorrisi…erano tutti aspetti della nostra relazione che mi mancavano più che mai.

Mi lasciai andare ai miei pensieri mentre il taxi mi portava verso casa sua. Ero riuscito ad estorcere il loro indirizzo ad Amy e mi ricordai di comprarle un pensierino in segno di ringraziamento ed eterna gratitudine.

Ridacchiai fra me e me iniziando a immaginare l’espressione di stupore e forse anche un po’ di rabbia,che presto si sarebbe dipinta sul volto della mia ragazza.

Continuai a sghignazzare felice mentre la città che non dorme mai scorreva fuori dal finestrino.

Ero stato costretto a partire nel tardo pomeriggio a causa di un impegno improvviso della band ma fortunatamente ero riuscito ad arrivare in orario diciamo…accettabile.

Pensai che,se dovevo realmente sorprenderla, dovevo fare le cose in grande in stile Jonas.

Passai più o meno tutta la sera alla ricerca dei fiori giusti e della collana perfetta.

Tra le mille pietre che il gioielliere mi mostrò non seppi quale scegliere e iniziai ad andare nel pallone. Presi il cellulare e chiamai prontamente Amy e dal verso infastidito di Nick capì probabilmente di averli interrotti.

“Amy,quale pietra preziosa potrebbe risaltare il bel viso di Alex?” chiesi in prenda al panico.

Amy ridacchio “Prova con il topazio,penso che le piacerà” rispose bonariamente.

“Oh grazie mille,ti devo due favori cognatina! Adesso ti lascio a quella sanguisuga di mio fratello,un bacione” riattaccai e scelsi il topazio.

Ovviamente per comprare qualcosa che fosse anche minimamente degno del suo candidissimo collo scelsi la collana più costosa che il commesso mi presentò.

Era veramente bella. Sorrisi pensando che forse,non era abbastanza bella per reggere il confronto con la bellezza di Alex.

Preparai tutto con minuzia stando attento ad ogni particolare,anche il più piccolo ed insignificante.

Doveva essere tutto assolutamente perfetto. Ma si sa che le cose non vanno mai come desideriamo.

Alla fine della mia estenuante pianificazione perfetta mi resi conto di quanto si fosse fatto tardi. Era quasi mezzanotte e venti. Dovevo sbrigarmi o Alex sarebbe andata a dormire e a quel punto nemmeno le cannonate delle dieci avrebbero potuto fare qualcosa per svegliarla.

Chiamai un taxi e lo pregai di fare il più in fretta possibile. Pagai la mia corsa,non ricordo nemmeno quanti soldi lasciai sul sedile, e corsi a perdifiato fino a casa sua. Suonai ripetutamente ma non udì i passi pesanti e poco graziosi di Alex.

Avranno avuto una chiave di riserva da qualche parte,no? Così presi il telefono e chiamai nuovamente Amy.

“Shh non parlare,sono a quota tre,lo so. Avete una chiave di riserva? Alex probabilmente sta dormendo e non mi ha sentito.” Dissi velocemente.

“Ci credo che sta dormendo,è l’una e mezza cretino!” urlò mio fratello. Probabilmente li avevo svegliati. Sentì Amy che lo zittiva con un verso e sorrisi mentre si rivolgeva a me.
“Dovrai sporcarti le mani,è quella specie di foglia sintetica mimetizzata nel vaso. Lo so,sono un genio non devi nemmeno dirmelo” disse orgogliosa.

“Grazie ancora,Amy, ti voglio bene” riattaccai e cercai la chiave. Dovetti ammettere che la loro trovata per mimetizzare la chiave era veramente ingegnosa.

La trovai,mi pulii le mani e aprì velocemente la porta. Entrai cercando di non far rumore.

Trovai sparsi per terra i tacchi vertiginosi di Alex e il suo vestito. Realizzai tristemente che era davvero andata alla festa. Scossi il capo quasi a voler cancellare quei pensieri e in punta di piedi mi diressi verso il piano superiore. Verso la metà del corridoio che portava alle loro stanza mi resi conto di non aver prestato attenzione ad un rumore di fondo che mi aveva accompagnato per quasi tutto il tragitto percorso dalle scale fino a li e più mi avvicinavo alla stanza di Alex più questo rumore si faceva forte e distinto. Erano mugolii. Strinsi la mascella cercando di razionalizzare. Non dovevo lasciarmi andare alla fantasia ma i rumori che udivo erano poco rassicuranti. Aprì con cautela la porta della sua stanza e la scena che si presentò davanti ai miei occhi fu a dir poco raccapricciante.

Alex e un altro ragazzo più o meno della sua età,se non più grande di lei, aggrovigliati fra le lenzuola e nudi come due vermi che facevano sesso e sembravano anche piuttosto soddisfatti.

Sentii distintamente una strana rabbia assalirmi. Lo scatolo di Cartier mi cadde di mano così come i fiori.

“E così era questo il tuo esame…che troia” dissi con ribrezzo “Mi fai veramente schifo Alexandra”

Solo a quel punto sembrarono accorgersi della mia presenza e si fermarono.
Alexandra sgranò gli occhi e si coprì immediatamente con il lenzuolo guardandomi persa.

“Joe io…” non provò nemmeno a discolparsi e abbassò lo sguardo.

Solo allora mi resi conto che,da parte sua, la nostra relazione era finita da molto,molto tempo.

“I ricordini qui per terra sono per te” mormorai con disgusto,uscendo velocemente dalla sua stanza.

Uscì da casa sua sentendomi realmente distrutto. Io ero un uomo distrutto. Una goccia di pioggia mi sfiorò il viso. Non chiamai nemmeno un taxi,avvertì solo il mio jet del cambio di programma: sarei partito adesso.

Continuai a camminare sotto la pioggia mentre le lacrime amare che non ero riuscito a fermare si confondevano alle gocce di pioggia che mi sfioravano il viso.

Era successo tutto così velocemente che forse non razionalizzai nemmeno molto bene la faccenda.

La rabbia prese il sopravvento e mi resi conto di odiare Alex per quello che mi aveva fatto.

Tutti i bei progetti,tutti i bei sentimenti e tutte le belle parole che avevo sprecato con lei mi si ritorsero contro abbattendosi su di me con forza.

Si,ero decisamente un uomo distrutto. Arrivai poco dopo all’aereo porto ormai fradicio e stanco.

Non avevo nemmeno più lacrime da versare,ormai. Salì sul mio jet e non calcolai minimamente i consigli amorevoli della hostess che mi consigliava di asciugarmi e coprirmi con una coperta calda. Per poco non la mandai a quel paese quando mi portò una cioccolata calda che nessuno le aveva richiesto.

“Ma si faccia gli affari suoi” risposi congedandola malamente.

Mi ero lasciato distruggere da una diciassettenne impertinente e acida priva di ogni senso di tatto o di ogni senso del pudore e della bontà.

Mi ritrovai a chiedermi cosa mi avesse fatto innamorare di lei e inspiegabilmente non riuscì a darmi una risposta.

Scossi il capo chiudendo gli occhi per evitare che altre lacrime si beffassero di me.

Atterrammo non molto tempo dopo,il pilota fu abbastanza cauto visto che era notte inoltrata.

Chiamai un taxi e tornai a casa,distrutto. La cosa che mi faceva sentire peggio era la strana rabbia che si era impossessata di me.

Dovevo canalizzare quella rabbia … mi sarei iscritto in palestra.

  
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