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Autore: Sophy    31/01/2010    10 recensioni
L'ultimo ritrovamento riguardante il nostro amato (seeeeeee...) poeta Dante: una poesia che compose descrivendo un suo sogno davvero enigmatico e per alcuni aspetti profetico. Buona lettura!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Popolo di EFP

Popolo di EFP! Pubblico qui di seguito per voi in anteprima mondiale l’ultima scoperta riguardante il ben noto poeta Dante Alighieri.

E’ stato ritrovato un codice medievale contenente un componimento di Dante per molti versi enigmatico, nel quale il poeta riferisce di un suo sogno proprio come molti fanno ancora oggi, solo che a differenza di lui scrivono in prosa (almeno normalmente...). =)

Il componimento inizia nello stesso, identico modo della Divina Commedia, il che fa pensare che, quando il poeta fece questo sogno, avesse già iniziato la composizione dell’opera.

Trascrivo qui di seguito il testo che era scritto nel fascicolo di cui sono venuta illegalmente in possesso e alla fine pubblico le annotazioni che vi erano scritte a matita a fianco, alcune non riesco a leggerle a causa delle macchie di sang…di cioccolato. ^^

 

 

Nel mezzo del cammin di nostra vita

Mi ritrovai per una selva oscura,

Che la diritta via era smarrita

Ahi quanto a dir qual’era è cosa dura

Esta selva selvaggia e aspra e forte

Che nel pensier rinova la paura!

Ma ecco una fanciulla1 di gambe corte

per la selva affannosamente errare.

Ah, come movea le membra accorte!

Con cura sceglieva ove il piede posare.

E vidi gli occhi suoi di rama in rama

Moversi come per qualcun cercare.

Arrestò la corsa la bella dama,

Quando me vicino un faggio vide,

E io di movermi non avevo brama,

com’era ammaliato dalla bella iride!

-Se’ tu forse quel Dante da Fiorenza

La cui opera gli studenti uccide?-

Diss’ella con sì strana veemenza.

-Signora sì, mi fu dato nome Dante

Avete forse di me conoscenza?

In voi vè la serenità delle sante!-

-Serenità una tua flatulenza2!

Ti conosco sì, schifoso brigante!

Le tue parole maladette

Tanto sudor mi son, ahimè, costate

Ch’altro non voglio se non farti a fette!-

Soavemente prese ben affilate

e lucenti due robuste accette3

-La vostra fine ora, Dante, guardate!-

Con quel soave andar che crea scompiglio

S’avvicina la bella dama soave

E a me giunta con risoluto cipiglio

Alza un’accetta con gesto grave

E quindi dice- Salutami Virgilio!4

 

 

1. Gli studiosi hanno ipotizzato che la figura di questa misteriosa fanciulla sia l’allegoria delle studentesse e degli studenti che oggi si spaccano la testa per studiare la Divina Commedia. Un’altra ipotesi poco accettata la identifica invece come la ragazza che lavora tutt’oggi nel bar davanti la casa di Dante, molto brava a fare i panini al prosciutto, cibo preferito del poeta. Entrambe le ipotesi fanno emergere un lato profetico della poesia dantesca che sarebbe riuscita a intravedere ciò che sarebbe stato in futuro.

2. Scoreggia

3. Da dove la fanciulla abbia estratto le due accette è tutt’oggi un mistero. Alcuni studiosi ipotizzano le avesse nascoste sotto la gonna, altri, facendo notare che le accette sotto la gonna l’avrebbero potuta ferire durante la corsa, suggeriscono che le tenesse in mano e che Dante non le avesse notate prima a causa dell’oscurità, altri ancora ricordano che il componimento riguarda un sogno e che i sogni sono il luogo per eccellenza dell’innaturale, quindi non c’è da stupirsi nel veder comparire oggetti dal nulla; infine una quarta ipotesi, che si sta facendo largo negli ultimi tempi, afferma che le accette altro non siano se non una rarissima forma di patronus non-animale evocato dalla fanciulla, se quest’ultima ipotesi fosse quella vera, Dante avrebbe predetto anche il fenomeno Harry Potter.

4. Il testo finisce qui, probabilmente nel momento in cui Dante si è svegliato. E’ tuttavia una chiusura piuttosto insolita in quanto molto netta, per non dire brutale; questo si spiega con la probabile difficoltà da parte di Dante di trovare una parola decente che facesse rima con “grave”.

  
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