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Autore: Lothiriel    11/07/2005    2 recensioni
Questa dovrebbe essere una raccolta di one-shot, legate da un unico filo conduttore, quello del protagonista. Ogni one-shot è ambientata in tempi diversi, che spaziano anche molto ampiamente per gran parte della Terza Era.
[Due note: Mithlond è il nome elfico dei Porti Grigi; la frase finale pronunciata dall’Elfo non è mia, ma si trova nell’Appendice B de “Il Signore degli Anelli”]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gandalf
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pomeriggio scorreva pigramente sui verdi prati della Contea

Il pomeriggio scorreva pigramente sui verdi prati della Contea. Dall’alto della Collina si godeva una splendida vista dei campi coltivati oltre il fiume, biondi di grano ormai maturo, bordati da siepi ben curate e filari di alberi da frutto. Seduti sulla soglia di casa Baggins, Bilbo in persona e il suo vecchio amico Gandalf stavano fumando in silenzio, osservando distrattamente le volute di fumo che si levavano in alto nell’aria tiepida.

La visita di Gandalf era stata del tutto inaspettata, ma Bilbo ne era rimasto piacevolmente sorpreso. “Immagino che da parte tua non ci si possano aspettare due righe per annunciare il tuo arrivo, vero?”, aveva scherzato. Gandalf di rimando gli aveva lanciato un’occhiata di rimprovero, ma non era riuscito a rimanere serio per molto. Scoppiando a ridere, aveva detto: “No, suppongo di no, mio caro Bilbo!”

Avevano parlato a lungo, finché Gandalf, tirando fuori la sua lunga pipa, aveva chiesto a Bilbo se per caso avesse un po’ di foglia di Pianilungone. Allora era sceso il silenzio fra di loro, un silenzio confortevole, carico di lontani ricordi.

 

“Devono essere già le cinque”, fece Bilbo alzandosi. “Sarà meglio che vada a preparare il tè. No, rimani pure”, disse vedendo Gandalf muoversi per seguirlo, “lo servirò qui all’aperto”.

Quando la porta rotonda si fu richiusa alle spalle di Bilbo, Gandalf allungò appena le gambe e sistemandosi più comodamente lasciò vagare il suo sguardo sul paesaggio dalle morbide linee che si stendeva attorno a lui. Aveva per la Contea e per i suoi abitanti una particolare predilezione; e di tanto in tanto, di ritorno dai suoi lunghi e pericolosi viaggi, era solito fermarsi lì per riposare un poco l’animo affaticato, e per rivedere il suo antico compagno di avventure.

Assorto nei propri pensieri, non notò un giovane hobbit risalire correndo la strada che portava alla Collina, e poi fermarsi appena entrato nel giardino di casa Baggins. Scorgendolo dopo qualche istante, incontrò il suo sguardo curioso che lo fissava con grande interesse.

Doveva essere piuttosto giovane; aveva una massa di riccioli bruni e ribelli, e negli occhi chiari, piuttosto insoliti per un hobbit, brillava uno sguardo vivace e divertito. Avanzò di qualche passo, continuando a fissare il cappello a punta dello stregone e il suo bastone appoggiato al muro, poi chiese: “Tu… sei Gandalf il Grigio?”

“Sì, sono io”, rispose. “E tu devi essere il nipote di Bilbo, se non sbaglio”.

Il ragazzo annuì, e andò a sedersi sull’erba ai piedi di Gandalf. “Bilbo mi ha raccontato tante cose su di te, e sulle avventure che avete affrontato insieme. Non vedevo l’ora di conoscerti”.

 

In capo a pochi minuti, quando Bilbo uscì portando il vassoio del tè, Gandalf era già immerso in un lungo racconto, popolato di Elfi, Nani e Uomini, e di altre strane creature che vivono negli angoli più remoti della Terra di Mezzo. Il giovane hobbit ascoltava con attenzione, gli occhi scintillanti di meraviglia e di gioia.

“Frodo! Non mi dire che sei riuscito a convincere perfino Gandalf a raccontarti una storia!”, esclamò Bilbo, posando il vassoio. “Gandalf, ti avverto che quando avrai finito ti tempesterà di domande, fino a farti crollare per la stanchezza…”

Frodo rise e si alzò in piedi. “Andiamo, zio Bilbo, lo sanno tutti che a te piace narrare le tue imprese, almeno quanto scrivere poesie; nessuno riuscirebbe a farti stancare, nemmeno io. Ma ho promesso al tuo amico Gandalf di non interromperlo finché la sua storia non sarà finita, e di non fargli domande. Siediti qui con noi e ascolta”, disse versando il tè nelle tazze e porgendole ai due compagni.

E Gandalf proseguì a riferire dei suoi numerosi viaggi, sorseggiando la sua tazza di tè, e godendosi la fresca brezza della sera.

  
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