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Autore: gossow4ever    31/01/2010    0 recensioni
Allora...sono tornata!!! dunque in teoria questo è un regalo per una mia amica...solo che volevo altri pareri prima che gliela regalo e fa schifo... spero mi facciate sapere la vostra impressione "Cammino per i corridoi del backstage. Le cuffie nelle orecchie. "My immortal" rimbomba. Attraverso la musica sento Nick suonare la sua piccola, la sua batteria. Oddio quanto la ama dovresti vederlo."
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cammino per i corridoi del backstage. Le cuffie nelle orecchie. "My immortal" rimbomba.
Attraverso la musica sento Nick suonare la sua piccola, la sua batteria.
Oddio quanto la ama dovresti vederlo.
Ogni volta che tocca una delle bacchette sembra che l'accarezzi, dolce e delicato.
Mi ritrovo a sorridere.
Comincio a fare degli esercizi per riscaldare le corde vocali. Intanto parte "111".
Dopo qualche minuto Steven mi viene a chiamare. Lo spettacolo sta per iniziare, giusto il tempo per un ultimo controllo degli strumenti.
Mi tolgo le cuffie, appoggio l'iPod sullo scaffale, ripasso la scaletta mentalmente. La prima è "Cold in my soul". Mi incammino verso il retro del palco.
Trovo gli altri.
Jack si sta scolando letteralmente una bottiglia di birra. E' il nostro "portafortuna". Prima di ogni concerto buttiamo per terra la bottiglia vuota. Non sia mai che ce ne sia rimasta dentro qualche goccia, Jack potrebbe morire. Steven ripassa i suoi cori mentre Nick fa un po' di stretching e John ripassa per la ventesima volta gli assoli.
Li osservo. Ecco perchè sono con loro. Ecco perchè voglio loro così bene. Sono la mia famiglia. Sono i miei "consulenti" e "psicologi".
La luce comincia ad abbassarsi fino a lasciare il palazzetto completamente al buio.
La folla. Ci acclama.
Ci vuole lì, su quel palco, a cambiargli la giornata, a renderla indimenticabile. E lo faremo. Insieme. Qui nella nostra città. Perchè ormai, dopo quello che ci ho passato, Milano è la mia città.

Seconda solo a Trezzano.

I violini cominciano a suonare le loro note più gravi. Il pianoforte salta da una nota all'altra. Un miscuglio di voci, diverse tonalità ma unite più che mai,  raccontano la loro storia comune.
Il suono si dissolve.  John parte con l'intro. Le luci si puntano su di lui, lo illuminano e per quel lasso di tempo lo rendono un dio.
Gli altri si uniscono. Fanno quello che piace loro, quello che gli riesce meglio. In quel  momento sono degli dei.
Mi incammino verso il palco. Il microfono in mano. Come sempre tremo per l'emozione.
E salendo, sentendo le urla che mi vogliono, lancio un grido in aria, verso il cielo, quando Jack distorce al massimo il suono.
Grido tutta la mia rabbia. Il testo passa nella mia mente come se avessi i sottotitoli.
Finalmente ho imparato a cantare come Angela Gossow. Senza spaccarmi le corde vocali.
I miei occhi passano da un fan all'altro. Tutti sono scatenati, scuotono la testa di qua e di là. E tutta l'eccitazione che c'è nell'aria mi fa comparie nuovamente un sorriso sulle labbra e cantare ancora più forte.



Sono già passate 13 canzoni. Ancora 2.
Mentre muovo i primi passi verso il centro del palco, un peluches mi arriva quasi in testa. Un bradipo. MI volto verso la gente e noto un cartellone.

Sposami

Qualcuno ha fatto breccia nel cuore di quella ragazza.
Mi posiziono al pianoforte, pronta a cantare l'unica canzone con la voce pulita.
Passo le dita sui tasti, mi chino fino a sfiorarli col viso.

Grazie per tutte le emozioni che mi permetti di trasmettere.

Questa canzone è una delle poche che ho scritto da sola. Pianoforte e voce. Voce e pianoforte. Le uniche due cose che so suonare, ma che suono col cuore.
Steven inizia a parlare con il pubblico, aspettando che io sia pronta.
Mi ritrovo ad ascoltare la sua voce, la voce di Steven, la voce del mio ragazzo. Ci siamo fidanzati da poco. 3 mesi. Ma sono stati i più belli della mia vita. Averlo sempre accanto, nei momenti difficili e nei momenti di bisogno. E' una specie di te, anche se non puoi essere paragonata a nessuno.
Ed ecco che comincia a raccontare...

Everybody belive that this is not a real story. Well they're wrong.
Once upon a time there were two girls too much different.
They became friends, the became sisters.
And now they are too much distant for hear their thoughts.
It rains...

La gente impazzisce. E ancora una volta sorrido.
Premo i tasti uno dopo l'altro, creando la giusta melodia per il testo scritto durante il viaggio verso Helsinki nello scorso tour. Sento i fan che intonano questa melodia, come se volessero aiutarmi a continuarla, come se volessero spingermi verso la fine perchè da sola non ce la faccio.
Vedo una goccia cadere su un tasto poco prima che il mio dito si poggi su di esso. Ne sento un'altra scivolare lungo al ciuffo a lato del viso. Piove.
Un groppo mi si forma in gola. Gli occhi cominciano a pizzicare, la gola brucia per le troppe lacrime represse in questi giorni lontana da te. In questi mesi, in questi anni.
Una folata di vento mi scosta un po' il vestito.
Senza maniche, sostituite anzi da due pezzetti di pizzo rosso svolazzante collegati a dei polsini ai miei polsi con delle catenelle argento. La stoffa nera aderisce perfettamente al mio busto andando a finire in un corpetto stretto dai lacci sula schiena. E dalla vita in giù parte una gonna nera coperta da un'altro strato di pizzo bordeaux.
Il vestito del mio primo concerto.
Sembro una bambola. Il colore della  mia pelle quasi diafana è accentuato dalla cipria bianca. Sugli occhi padroneggia l'ombretto nero sfumato con del rosso. Le labbra, disegnate da bambola, nere.
E parto. Mi addento nel mondo che ho creato con i miei testi, nel mondo dove tutto è perfetto, dove la folla mi segue.

Under a street lamp
rain drops fall on my skin
living a cold halo of sorrow around me
Nothing can protect me
from the pain

Mi volto verso la gente, incitandoli a continuare, a farsi sentire. E ti vedo. Tu sei lì. In prima fila. E mi sorridi. E mi guardi interessata. E io rimango incantata, tanto che quasi non riesco ad attaccare al momento giusto con l'altra nota.

And again
it rains
The sky's tears torture me sweetly
with their suond
broken only by the asphalt
And again
it rains

Loro urlano. Gridano le parole di rabbia e dolore che io ho scritto, tirando fuori e mettendo a nudo le mie emozioni. Non mi ero mai accorta di che effetto facesse. Sentirsi raccontare le tue emozioni, mentre tu sei lì di fronte di me. Quando tu sei lì a ricordarmi tutti i momenti che avrei rinfacciarti quando me ne sono andata. Tutti quei ricordi che sono sicura non ti sei dimenticata.
Mi giro verso di nuovo il microfono, guardandocon la coda dell'occhio se sei ancora lì o se sei un'allucinazione.

Time runs too fast
Distance became too long
Can I run to you?
Can I get free from this?
Can I forgive myself?

Ma tu sei ancora lì, immobile tra le persone che agitano in aria le braccia, con in mano qualsiasi cosa luminosa sia capitata loro.
La voce si incrina per un attimo. Non riesco più a trattenermi. Le lacrime si confondono con la pioggia che nel frattempo è aumentata a dismisura. Mi ritrovo a piangere, sotto la pioggia, completamente fradicia  e stanca dei miei sforzi  per non pensare alla tua lontananza. Come quel giorno, sotto quel lampione in quella maledetta strada di Tokyo. Come mi sentivo stupida.

And again
it rains
The sky's tears torture me sweetly
with their sound
broken only by the asphalt
And again
it rains

E non riesco più a smettere. Cerco di mantenre la voce ferma, salda. Ma non ne ho bisogno, non stono. Urlo solo di più. Cerco di cambiare un po' la melodia, per non combinare disastri sulle note acute. Ma non ci sono problemi. Sto solo male. E quelle goccie d'acqua salata chiamte lacrime continano a scorrere lungo le gote, bagnando i tasti insieme alla pioggia.

How can the darkness
make me feel good?
Rain of blood
spread for a little desire
to save our lives
and lost in memory
Will our friendship be forgotten?
Will she survive the pains and solitude?

Adesso non posso sbagliare. Ho studiato questo assolo apposta perchè trasmettesse qualcosa che il testo non esrimeva. Una nota o una pausa errata e tutto il mio sforzo sarebbe andato ad affogarsi. Poggio il dito sul primo tasto. Procedo lentamente, come un condannato a morte verso la sedia elettrica. Mi giro ancora verso di te...
Dove sei?
Perchè non sei al tuo posto a proteggermi?
Pronta a difendermi da qualsiasi male?
Aumento la velocità del movimento delle mani, che va al passo coi battiti del mio cuore.
Ora sto veramente andando nel panico.
Tu ci sei sempre stata. Ad ogni concerto. A permettermi di andare avanti. Eri nella mia testa. Mi suggerivi le parole, le note.
Perchè ora non sei qui?
E' vero questo pezzo l'ho fatto molte volte, ma come faccio se tu non mi accompagni a braccetto?
Come faccio a concentrarmi se so di non averti accanto?
Per un attimo penso di aver sbagliato. La folla è muta e mi osserva.
Mi accorgo che le mani stanno cominciando l'ultima strofa. L'ho superato.
Come ho fatto?

And now I am here
alone
alone in a crowd

Sull'ultima parola la voce mi trema ancora. Souno l'ultimo accordo, che segna la fine della mia tortura. E loro, i miei sostenitori, esplodono. Cominciano a urlare parole incrompensibili mentre io mi alzo dallo sgabello e vacillo rischiando di cadere. Mi asciugo le lacrime con il polsino. Prendo una bottiglietta d'acqua e bevo fino a reidratarmi. Vedo gli altri che si mettono in posizione. Raccolgo il microfono dalla piattaforma della batteria. Mi avvicino alla fine del palco. Salgo su una cassa in fronte a me. Annuncio che questa è l'ultima canzone e che è stato un onore suonare per loro. Noto che alcuni nelle prime file hanno gli occhi gonfi e lucidi.
Jack mi fa un cenno.
Prendo un profondo respiro.
Porto il microfono alle labbra. E in quel momento tutte le mie preoccupazioni svaniscono lasciando posto alla gratudine.
Grazie per essermi stata accanto.
Grazie per avermi guidata in questo tour.
Grazie per avermi consolato.
Grazie per aver creduto in me.
Grazie per avermi voluto bene.
E finalmente, come una liberazione, urlo un'ultima volta nel microfono.


  
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