Mie carissime
personcine, non ci crederete mai ma… SONO TORNATA!
O cavoli gente,
sono in un ritardo pazzesco… chiedo venia! Mi dispiace
tantissimo, ma ho avuto un sacco di problemi. Insomma, prima la scuola,
poi una
litigata con mia sorella, tra una cosa e l’altra
l’ispirazione non mi veniva e
non mi piaceva niente di quello che scrivevo.
Insomma, ora
però rieccomi qui! Spero tanto che il capitolo vi piaccia,
anche perché è stato molto difficile da
scrivere… ma il tempo extra che mi sono
presa dovrebbe aver giovato!
neko_girl96: sono
una terribile ingrata! Tu mi fai tanti complimenti, e io ci metto poco
meno di
un mese ad aggiornare… TI PREGO PERDONAMI! Sono contenta di
averti trasmesso le
sensazioni di tutti, è davvero una cosa molto importante per
me.
yuri5: hai ragione,
Kish potrebbe anche meritarsi un lietofine… mi spiace
tantissimo per averci
messo così tanto tempo ad aggiornare! Mi rendi davvero
felice dicendomi che
sono riuscita a trasmetterti le emozioni di tutti, perché
è una cosa davvero
importantissima per me.
TaKari94:
tranquilla, vedere la tua recensione mi ha fatto comunque piacere!
Scusa se ti
ho fatto rimanere con l’ansia per tanto tempo, ma spero che
il lungo tempo che
mi sono presa abbia creato qualcosa di decente… fammi
sapere, se puoi
perdonarmi il ritardo XD!
elles: non
preoccuparti, a me fa già tanto tanto piacere avere la tua
recensione adesso!
Sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia tanto. La vera
ragione
dietro all’extra psicologia è che vorrei
“scusarmi” con alcuni personaggi
fondalmentalmente buoni, ma che ho reso sotto una luce quasi maligna.
Insomma,
è il mio modo per giustificarli e riscattarli XD.
Miss
Giulietta:
mia
carissima, CALMATI! In questo capitolo sarà tutto svelato, e
non sarà una
catastrofe… ma non ti dico nient’altro! La tua
recensione mi è piaciuta
tantissimo, è meravigliosa! Tranquilla, non è
ancora finita. Manca poco, ma non
è ancora finita! Comunque rasserenati e rilassati. Non sei
l’unica della nostra
storia che sta disperatamente chiedendo perché: Straw
è nella tua stessa situazione
XD!
Lady_Vampire:
CARISSIMA! Che bello risentirti, mi sei mancata! Sono contentissima di
sapere
che apprezzi la mia storia. Tranquilla, anche se la recensione
è breve io sono
contentissima lo stesso! Spero tanto di avere il tuo parere anche nel
prossimo
aggiornamento.
Your eyes
-
Dentro il
cristallo, freddo.
Se avesse ancora
avuto un corpo, probabilmente esso sarebbe stato scosso da
un tremore violento. Eppure, lei era abituata al gelo: era il suo
elemento.
Ma quel gelo,
non l’aveva mai conosciuto. Non era il tipo da cui puoi
proteggerti avvolgendoti in un piumone caldo, o mandando giù
un bel tazzone di
cioccolata calda, o facendoti abbracciare da qualcuno. In effetti, lei
non
avrebbe più potuto fare nessuna di queste cose.
Improvvisamente,
la sensazione di freddo cominciò a scemare. Una strana
forza magnetica, calda e accogliente, attraversò le pareti
della sua prigione
cristallina e le fece vibrare, tremare. Lei si lasciò
accarezzare da
quell’energia cangiante, si lasciò avvolgere.
Cominciò a sentire il
catalizzatore allentare la sua stretta possessiva,
mentre la luce argentea la
prendeva dolcemente con sé sottraendola a quella morsa
illegittima. Ben presto
il freddo si dileguò completamente, e lei si
sentì rigenerata e padrona di sé
stessa.
Quando
realizzò esattamente dove la luce la stava conducendo,
qualcosa
dentro di lei si ribellò. Riconobbe l’incantesimo,
e lottò per imporsi su di
esso. Avvertì chiaramente una parte di sé alzare
un ruggito di protesta, ma
l’ignorò a bella posta. Non era certa di
ciò che stesse succedendo, ma una cosa
la sapeva: non voleva tornare indietro, non se Kish se ne sarebbe
andato.
Kish
riuscì ad impedirsi di urlare, ma non potè
trattenersi dal battere un pugno contro il muro. Le spalle furono
attrversati
da alcuni singhiozzi smorzati, e la fronte del bell’alieno si
posò piano contro
la fredda parete intonacata.
Non ce
l’aveva fatta. Non era riuscito a salvarla, a
riportarla indietro. Ora Pai avrebbe recuperato l’anima e
l’avrebbe rimessa nel
cristallo, così il sacrificio si sarebbe compiuto. A quel
pensiero, il suo viso
si trasformò in una maschera d’odio.
Mewberry, che si
era stretta a Mark in cerca di
sostegno, lo guardò dispiaciuta. Improvvisamente, quando
osservò il suo volto
deformarsi a causa dei sentimenti cupi che gli turbinavano dentro, fu
scossa da
un brivido. Ricordava quell’espressione. O meglio, ricordava
di averla sognata
tempo addietro, quando Ryan aveva cacciato Iris dal gruppo.
--Alla fine si
è avverato.-- mormorò, rivolta a sé
stessa.
--Come hai
detto, amore?-- le chiese subito il ragazzo
dietro di lei, preoccupato. L’aveva sentita dire qualcosa, ma
non avevo capito
le parole.
--Dicevo il mio
incubo.-- rispose la MewLeader, sempre
a voce bassa ma comunque perfettamente udibile nel silenzio della
stanza.
--Sai, quello in cui vedevo Iris precipitare oltre la soglia luminosa.
Lo
sguardo di Kish è uguale a quello che aveva
nell’incubo…--
La ragazza
spalancò gli occhi nel vuoto, mentre nella
sua mente andava formandosi il ricordo di quel sogno. Chiuse di scatto
le
palpebre, voltando le spalle al divano e nascondendo il viso di
fanciulla nella
spalla del ragazzo che amava.
Iris
avvertì un’onda possente investirla. Era color
blu-nero, di un freddo
mordente. Sentì qualcosa di sé contorcersi in
maniera spiacevole, affranta dal
dolore che percepiva da quell’emanazione. La sofferenza la
toccava
marginalmente, ma non si permise di abbandonarvisi. Doveva restare
intoccabile,
doveva rimanere salda.
Una luminescenza
nerastra si riflesse sulla sua superficie, evidenziando lo
scudo che stava alzando isintivamente per proteggersi.
--Ma certo!--
esplose all’improvviso Kyle, mentre un
sorriso sollevato andava a disegnarsi sui suoi lineamenti adulti e
gentili.
--Cosa
c’è?-- chiese subito Alex alzando il capo di
scatto, attirato dalla nota di speranza che rideva allegra nel tono del
moro.
Quello gli fece
segno di attendere, e si volse in
fretta verso Mewberry. Fece un paio di passi per avvicinarsi a lei e la
prese
delicatamente per le spalle.
La MewMew
alzò lo sguardo per fronteggiarlo, ancora
sofferente per aver perso la sua sorella felina. La sua coda era
abbandonata e
immobile, le orecchie nere da gatta piegate per esprimere tutto il
dolore della
loro proprietaria. Gli occhi rosei erano grandi, lucidi delle stesse
lacrime
che avevano lasciato una traccia sottile e scintillante sulle gote
arrossate.
Kyle le
abbracciò e le spalle e le baciò dolcemente la
testa, mentre la ragazza in rosa si abbandonava a quelle coccole. I due
sembravano quasi padre e figlia.
--Piccola, ti
ricordi com’era Iris nel tuo sogno?-- le
chiese con tono dolce, cercando di stabilizzare i tremori violenti
della sua
schiena con la sua presa salda e delicata insieme.
La Mewgatto
cercò di scuotere la testa, come se non
potesse sopportare la domanda, ma poi si calmò. Prese due
respiri profondi e
iniziò a raccontare: --Sì, è la
p_parte che ricordo meglio.-- affermò con le
parole che si spezzavano per il pianto. --Era… serena, quasi
fel_lice. Come se
aves_se trova_ato la sua pace. Sor_rideva…--
Il moro
ascoltò quei balbettii in silenzio, poi annuì.
Le accarezzò piano la testa e fece cenno a Mark di
riprenderla tra le braccia.
Si avvicinò a Pai, che nel frattempo si era avvicinato al
divano con il
medaglione di cristallo in mano, e ne fermò il braccio che
si tendeva
sconsolato verso la sfera di luce.
--Potremmo avere
ancora una speranza.-- spiegò serio.
Tutti gli occhi
si fissarono improvvisamente su di
lui. Alcuni lucidi, altri gioiosi, altro spaventati, altri speranzosi,
altri
disillusi.
--Che vuoi
dire?-- chiese Alex ansioso. Non sopportava
quell’attesa, quei tentativi a vuoto, quel non sapere. Aveva
bisogno di una
certezza, qualunque essa fosse.
--Voglio dire
che quello di Iris non è stata
un’estrazione d’energia nella norma, diciamo.--
illustrò Kyle in tono
professionale. --Lei era cosciente di quello che stava facendo.
È possibile che
l’anima si opponga al richiamo del corpo proprio
perché si tratta di
suicidio.--
--E quindi?--
insistè il ragazzo, esasperato.
--E quindi_--
riprese il trentenne con pazienza. --_se
riuscissimo a convincere la forma eterea di Iris a tornare, questa si
riunirebbe con il proprio corpo.--
I presenti si
scambiarono sguardi elettrizzati. Kish,
invece, rimase a guardare fisso la ragazza esanime distesa sul divano,
sulle
quali labbra ancora brillava la sua essenza.
Alex
abbassò lo sguardo sull’alieno proprio mentre
allungava timidamente le dita verso quella stella lucente di vita, e
sentì
l’ira prendere possesso del suo essere.
Come, come osava
quell’egoista anche solo cercare di
avvicinarsi a lei? Era colpa sua se il dolore della sua amica aveva
toccato
tali livelli, perché aveva sbagliato a fare i suoi calcoli.
Si avvicinò a lui
con passo pesante e gli strinse le dita attorno al polso, con
cattiveria.
Iris
rabbrividì di apprensione quando si sentì
investire da una corposa
tempesta di rabbia vibrante. Di nuovo avvertì quella voglia
di ribellione
tremare dentro si sé, ma si impedì di reagire. Si
sarebbe fatta male, sarebbe
stata ferita ancora. Così si limitò a seguire il
flusso d’ira e vi trovò una
risposta stupefatta dall’aura lì vicino. Si
incuriosì quando si accorse che
qualcosa in lei sembrava riconoscere quella particolare emanazione di
coscienza…
Kish
sollevò gli occhi sorpresi sul ragazzo che lo
stava fronteggiando. Si vedeva la furia lampeggiare nei suoi occhi
scuri e
implacabili, tanto che l’alieno sentì un brivido
scivolargli lungo la schiena.
--Non osare
toccarla.-- ringhiò Alex irato. --Che diritto
ti permetti di avanzare su di lei?--
--Pensavo che
avessimo chiarito questo punto.--
ribattè l’alieno con voce dura. Ma in
realtà dentro tremava di dolore. Perché
anche lui si identificava nel responsabile della sua morte, esattamente
come la
pensava il ragazzo.
--Per me la
colpa resta tua. Non tanto per la tua
scelta di tornare a casa, quanto per il modo in cui l’hai
illusa.-- mise in
chiaro allora l’altro. --Capisco le tue scelte, il tuo punto
di vista. Ma,
onestamente, si stato un cretino di dimensioni epiche accorgendoti solo
DOPO
questo casino che non te ne saresti andato!--
Una fitta di
sofferenza talmente acuta costrinse Iris a contrarre la sua
luce in uno spasmo ferito. Riconosceva quell’aura addolorata
come se fosse sé
stessa: era quella della persona che amava. Quelle onde di dolore che
navigavano attraverso l’aria la colpivano con dolcezza, ma la
sofferenza era
tale da renderle ogni carezza insopportabile.
Sentì
l’aura di qualcuno, probabilmente della persona che stava
accusando
il suo amato, infiammarsi di nuovo. questa volta l’istinto
forte e ribelle ebbe
come una scossa di determinazione: Kish stava già soffrendo
abbastanza e lei
non avrebbe permesso a nessuno di fargli altro male.
Alex dischiuse
le labbra per continuare a vomitare
tutta la sua rabbia, ma un suono forte, deciso, rauco, lo interruppe.
Una luce
accecante cominciò a spandersi dal divano. La stella
d’energia che aveva brillato
anonimamente sopra il petto della ragazza stava pulsando, la luce che
si faceva
sempre più splendente. Ci fu un lampo accecante, e poi la
personificazione
della sesta MewMew toccò terra.
Iris
cominciò a sentire. Seppe di avere una bocca quando
l’aprì per ruggire,
e sentì il sapore dell’aria sulla lingua rasposa.
Seppe di avere degli occhi
quando li aprì per guardare la stanza, scoprendo di vedere
le sagome attorno a
sé circondate da un’alone luminoso. Seppe di avere
delle zampe quando avvertì
una superficie soffice come un piumone sotto i cuscinetti sensibili.
Seppe di
avere delle orecchie quando le sentì piegarsi
all’indietro, disturbate dai
suoni del mondo a cui era stata sorda fino a quel momento.
I presenti
sgranarono gli occhi quando una giovane
tigre dalla pelliccia argentea ed eterea atterrò dolcemente
sul pavimento.
Scoprì ancora i denti in un dolce ringhio soffocato,
passando poi a leccarsi i
baffi.
--Ryan…
che succede?-- chiese Mina guardando fisso il
felino impalpabile.
--Signore e
signori, vi presento l’anima della nostra
Iris.-- ironizzò il biondo mentre l’ombra di un
sorriso albeggiava sulle sue
labbra. --Se la sua energia vitale rimane concentrata, è
sensibile solo alle
nostre emozioni. In questa forma può sentire anche le nostre
parole, è
cosciente di quello che le succende attorno.--
--Iris?--
mormorò Kish esitante.
La tigre
girò il muso verso di lui.
L’alieno
avvertì il cuore bloccarsi in petto. Quegli
occhi meravigliosi, erano i suoi. Erano le iridi scure che amava, piene
di
stelle splendenti che variavano a seconda del suo umore. Lo sguardo
color notte
emanava furbizia, scaltrezza… e amore. Ma
quell’ultimo scintillava solo quando
lei guardava lui.
--Iris,
dolcezza?-- la chiamò ancora Kish, la voce
tremante per l’emozione e la speranza.
Iris fece cenno
di sì con la testa. Fece un paio di passi verso di lui,
avvicinando il naso sensibile a lui. La sua aura aveva un buon
profumo… sapeva
di sole, di esotico, di selvatico. Come a contrasto, da essa spiravano
però
dolore e senso di colpa. La tigre alzò lo sguardo, e
incontrò il suo.
Amava i suoi
occhi. Il color oro aveva come un brivido di vita propria che
l’affascinava, l’attraeva come un vortice dolce
quanto il miele. Ma in quel
momento le iridi erano cupe e lucide, piene di sofferenza e di lacrime.
Non
voleva che fosse triste…
Si
strusciò lentamente contro la sua aura cercando di
infondergli un po’ di
serenità.
Volse il muso
peloso, cercando di riconoscere le altre persone nella
stanza. C’erano proprio tutti, ne vedeva le forme tremule
emananti le loro
auree. Tutti quanti erano avvolti da un alone di tenerezza, misto a
speranza e
dolore insieme. Sentivano la sua mancanza…
La tigre
avvertì un battito di vita pulsare insistentemente dentro di
sé, e
fu assalita dalla paura. Voleva tornare. Ma se Kish se ne fosse andato?
Aveva
bisogno di una risposta.
Così
si volse di nuovo verso il suo alieno, incatenando i loro sguardi.
Tese il muso in avanti e quello, rispondendo inconciamente alla sua
chiamata,
allungò la mano per accarezzarla. Quando l’aura di
Kish arrivò a lambire la
consistenza eterea del pelo argenteo, l’energia esplose.
Un’improvviso
scoppio di luce costrinse i presenti a
coprirsi gli occhi per proteggersi dalla reazione.
--Ryan, che
succede?-- urlò Pai, cercando di
sovrastare il rumore causato dalla luce che tagliava l’aria
con i suoi raggi
impalpabili.
--Credo che la
nostra Iris abbia deciso di comunicare
con Kish!-- gridò il biondo in risposta, poi si rivolse alle
ragazze. --Non
smettete di dare energia al suo corpo! Se si convince a tornare,
avrà bisogno
di trovarlo vivo!--
Kish
avvertì un risucchio improvviso, come le spire di un tornado
che lo
tiravano insistentemente nell’occhio della tempesta. Non fece
nemmeno a
chiedersi se fosse il caso di opporre resistenza che un solo, imperioso
strappo
lo staccò completamente dalla realtà.
Quando
riaprì gli occhi, si ritrovò a contemplare
confuso ciò che gli stava
intorno. Era come rinchiuso in una specie di bolla di luce bianca e
argentata,
dentro alla quale regnava il silenzio più totale. Attorno a
lui giocavano
rifessi scintillanti, come quelle onde riflesse che si vedono sul fondo
della
piscina a causa della luminosità del sole. Quando
guardò sé stesso, si vide
strano. Etereo. Un’espressione di stupore e spavento insieme
si allargò sul suo
volto, alterandone i tratti affilati.
Una risata
cristallina riecheggiò leggera in quella gabbia protettiva,
separata dal mondo esterno. Kish alzò lo sguardo
sorpreso… e vide Iris a pochi
passi da sé. Era in forma di MewMew, e non in quella di
tigre come l’aveva
vista prima. Aveva gli occhi chiusi, e rideva divertita dalla smorfia
buffa che
gli si era probabilmente dipinta in viso. Quanto era bella, quando
rideva… le
sue gote morbide sembravano illuminarsi, mentre dalle sue labbra
piccole e
piene usciva un suono simile al trillo entusiasta di campane di
cristallo.
Anche il corpo
di Iris era etereo come il suo. La pelle era diafana e
impalpabile, eppure il vederla di nuovo lo stava riempiedo di vita
nuova. In
quel momento si sentì felice: anche se fosse andato storto
qualcosa, lui
l’avrebbe sempre ricordata così, bellissima e
sorridente.
La ragazza si
calmò e fece un paio di soffici balzi verso di lui,
arrivandogli di fronte.
“Ciao
Kish.” disse semplicemente.
“Ciao,
dolcezza.” rispose lui con voce tremante, mentre lacrime di
gioia e
nostalgia sembravano decise a rovinare quel momento così
intino.
Una carezza
gentile della MewMew scacciò la tristezza, riempiendolo di
pace.
“Ho
bisogno di te.” confessò allora
l’alieno. “Ho bisogno di te più di
quanto abbia bisogno di ogni altra cosa. Mi manchi”
Lei
annuì in segno di condivisione, le iridi intensi puntate
nelle sue.
“Dolcezza…
torna da me.”
Iris
affilò lo sguardo.
“I
tuoi occhi non sanno mentirmi.” disse. “Quindi ora
affrontami, e
rispondi: se io torno, resteremo insieme?”
Kish
alzò i bellissimi occhi dorati e li fissò nelle
iridi incantatrici di
lei.
“Finchè
avrò vita.” promise.
La Mewtigre
sorrise, e la sua felicità fu così travolgente da
generare un
oceano di luce. L’alieno chiuse gli occhi…
Le palpebre
dell’alieno di risollevarono lentamente,
senza fretta. Kish si ritrovò lungo disteso sul pavimento
del salotto di Iris,
la mano ancora tesa verso la tigre etera. Solo che ora la cucciolotta
gli aveva
voltato le spalle, e stava camminando leggiadra verso il divano. Il
Mewteam si
era disposto in cerchio attorno al corpo vuoto che vi giaceva, e dalle
loro
dita tese fluivano caldi fiumi di energia che filtravano sotto la pelle
della
ragazza. La tigre le guardò una per una, poi
spiccò un piccolo balzo. La
traiettoria del salto la portò sul petto della MewMew, ma
anziché atterrare
semplicemente sopra vi esso ella vi si immerse dolcemente, con
delicatezza. Il
corpo emanò una bolla di luce potente che spezzò
il flusso di energia irradiato
dalle cinque ragazze. Quando lo scintillìo si fu estinto, un
suono forte e
pulsante ruppe il silenzio. Un battito di cuore.
Kish si
avvicinò al divano per inginocchiarvisi
davanti, poi tese una mano e accarezzò la guancia morbida
della ragazza. La
pelle era calda e soffice.
Iris aprì
lentamente i suoi incantevoli occhi.
ANGOLETTO!
Ed eccoci qua.
Allora, siete rimasti soddisfatti dal finale? Spero proprio
di sì! Per chiunque non abbia apprezzato il comportamento
leggermente cieco di
Kish, tranquilli: Iris non lascerà correre ma
riprenderà il discorso. Beh, che
altro dire… attendo i vostri commenti, e spero che mi
perdoniate il ritardo. Spero anche di non metterci più
così tanto ad aggiornare, anche se vi confesso di avere un
altro problema piuttosto deprimente... ma farò del mio
meglio, per voi. Vi voglio bene, grazie a tutti! Un
bacio,
Clarisse