Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: DreamWanderer    31/01/2010    5 recensioni
Una sorta di déjà-vu, come se la storia si ripetesse... gli alieni sono tornati per altra AcquaMew, ma l'opposizione degli Angeli Protettori della Terra causerà delle nuove ostilità, delle nuove battaglie... e nuovi amori. Tutto a causa di una tigrotta dagli occhi tali e quali alla notte __ "Aveva visto quegli occhi sorprendenti accendersi, oltraggiati, e non era riuscito ad evitare il calcio che lei gli aveva tirato per liberarsi. Poi la ragazza si era trasformata... in una MewMew."
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mie carissime personcine, non ci crederete mai ma… SONO TORNATA!

O cavoli gente, sono in un ritardo pazzesco… chiedo venia! Mi dispiace tantissimo, ma ho avuto un sacco di problemi. Insomma, prima la scuola, poi una litigata con mia sorella, tra una cosa e l’altra l’ispirazione non mi veniva e non mi piaceva niente di quello che scrivevo.

Insomma, ora però rieccomi qui! Spero tanto che il capitolo vi piaccia, anche perché è stato molto difficile da scrivere… ma il tempo extra che mi sono presa dovrebbe aver giovato!

 neko_girl96: sono una terribile ingrata! Tu mi fai tanti complimenti, e io ci metto poco meno di un mese ad aggiornare… TI PREGO PERDONAMI! Sono contenta di averti trasmesso le sensazioni di tutti, è davvero una cosa molto importante per me.

 yuri5: hai ragione, Kish potrebbe anche meritarsi un lietofine… mi spiace tantissimo per averci messo così tanto tempo ad aggiornare! Mi rendi davvero felice dicendomi che sono riuscita a trasmetterti le emozioni di tutti, perché è una cosa davvero importantissima per me.

 TaKari94: tranquilla, vedere la tua recensione mi ha fatto comunque piacere! Scusa se ti ho fatto rimanere con l’ansia per tanto tempo, ma spero che il lungo tempo che mi sono presa abbia creato qualcosa di decente… fammi sapere, se puoi perdonarmi il ritardo XD!

 elles: non preoccuparti, a me fa già tanto tanto piacere avere la tua recensione adesso! Sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia tanto. La vera ragione dietro all’extra psicologia è che vorrei “scusarmi” con alcuni personaggi fondalmentalmente buoni, ma che ho reso sotto una luce quasi maligna. Insomma, è il mio modo per giustificarli e riscattarli XD.

 Miss Giulietta: mia carissima, CALMATI! In questo capitolo sarà tutto svelato, e non sarà una catastrofe… ma non ti dico nient’altro! La tua recensione mi è piaciuta tantissimo, è meravigliosa! Tranquilla, non è ancora finita. Manca poco, ma non è ancora finita! Comunque rasserenati e rilassati. Non sei l’unica della nostra storia che sta disperatamente chiedendo perché: Straw è nella tua stessa situazione XD!

Lady_Vampire: CARISSIMA! Che bello risentirti, mi sei mancata! Sono contentissima di sapere che apprezzi la mia storia. Tranquilla, anche se la recensione è breve io sono contentissima lo stesso! Spero tanto di avere il tuo parere anche nel prossimo aggiornamento.

 

 

 

        Your eyes

-

Dentro il cristallo, freddo.

Se avesse ancora avuto un corpo, probabilmente esso sarebbe stato scosso da un tremore violento. Eppure, lei era abituata al gelo: era il suo elemento.

Ma quel gelo, non l’aveva mai conosciuto. Non era il tipo da cui puoi proteggerti avvolgendoti in un piumone caldo, o mandando giù un bel tazzone di cioccolata calda, o facendoti abbracciare da qualcuno. In effetti, lei non avrebbe più potuto fare nessuna di queste cose.

Improvvisamente, la sensazione di freddo cominciò a scemare. Una strana forza magnetica, calda e accogliente, attraversò le pareti della sua prigione cristallina e le fece vibrare, tremare. Lei si lasciò accarezzare da quell’energia cangiante, si lasciò avvolgere. Cominciò a sentire il catalizzatore allentare la sua stretta  possessiva, mentre la luce argentea la prendeva dolcemente con sé sottraendola a quella morsa illegittima. Ben presto il freddo si dileguò completamente, e lei si sentì rigenerata e padrona di sé stessa.

Quando realizzò esattamente dove la luce la stava conducendo, qualcosa dentro di lei si ribellò. Riconobbe l’incantesimo, e lottò per imporsi su di esso. Avvertì chiaramente una parte di sé alzare un ruggito di protesta, ma l’ignorò a bella posta. Non era certa di ciò che stesse succedendo, ma una cosa la sapeva: non voleva tornare indietro, non se Kish se ne sarebbe andato.

 

Kish riuscì ad impedirsi di urlare, ma non potè trattenersi dal battere un pugno contro il muro. Le spalle furono attrversati da alcuni singhiozzi smorzati, e la fronte del bell’alieno si posò piano contro la fredda parete intonacata.

Non ce l’aveva fatta. Non era riuscito a salvarla, a riportarla indietro. Ora Pai avrebbe recuperato l’anima e l’avrebbe rimessa nel cristallo, così il sacrificio si sarebbe compiuto. A quel pensiero, il suo viso si trasformò in una maschera d’odio.

Mewberry, che si era stretta a Mark in cerca di sostegno, lo guardò dispiaciuta. Improvvisamente, quando osservò il suo volto deformarsi a causa dei sentimenti cupi che gli turbinavano dentro, fu scossa da un brivido. Ricordava quell’espressione. O meglio, ricordava di averla sognata tempo addietro, quando Ryan aveva cacciato Iris dal gruppo.

--Alla fine si è avverato.-- mormorò, rivolta a sé stessa.

--Come hai detto, amore?-- le chiese subito il ragazzo dietro di lei, preoccupato. L’aveva sentita dire qualcosa, ma non avevo capito le parole.

--Dicevo il mio incubo.-- rispose la MewLeader, sempre a voce bassa ma comunque perfettamente udibile nel silenzio della stanza. --Sai, quello in cui vedevo Iris precipitare oltre la soglia luminosa. Lo sguardo di Kish è uguale a quello che aveva nell’incubo…--

La ragazza spalancò gli occhi nel vuoto, mentre nella sua mente andava formandosi il ricordo di quel sogno. Chiuse di scatto le palpebre, voltando le spalle al divano e nascondendo il viso di fanciulla nella spalla del ragazzo che amava.

 

Iris avvertì un’onda possente investirla. Era color blu-nero, di un freddo mordente. Sentì qualcosa di sé contorcersi in maniera spiacevole, affranta dal dolore che percepiva da quell’emanazione. La sofferenza la toccava marginalmente, ma non si permise di abbandonarvisi. Doveva restare intoccabile, doveva rimanere salda.

Una luminescenza nerastra si riflesse sulla sua superficie, evidenziando lo scudo che stava alzando isintivamente per proteggersi.

 

--Ma certo!-- esplose all’improvviso Kyle, mentre un sorriso sollevato andava a disegnarsi sui suoi lineamenti adulti e gentili.

--Cosa c’è?-- chiese subito Alex alzando il capo di scatto, attirato dalla nota di speranza che rideva allegra nel tono del moro.

Quello gli fece segno di attendere, e si volse in fretta verso Mewberry. Fece un paio di passi per avvicinarsi a lei e la prese delicatamente per le spalle.

La MewMew alzò lo sguardo per fronteggiarlo, ancora sofferente per aver perso la sua sorella felina. La sua coda era abbandonata e immobile, le orecchie nere da gatta piegate per esprimere tutto il dolore della loro proprietaria. Gli occhi rosei erano grandi, lucidi delle stesse lacrime che avevano lasciato una traccia sottile e scintillante sulle gote arrossate.

Kyle le abbracciò e le spalle e le baciò dolcemente la testa, mentre la ragazza in rosa si abbandonava a quelle coccole. I due sembravano quasi padre e figlia.

--Piccola, ti ricordi com’era Iris nel tuo sogno?-- le chiese con tono dolce, cercando di stabilizzare i tremori violenti della sua schiena con la sua presa salda e delicata insieme.

La Mewgatto cercò di scuotere la testa, come se non potesse sopportare la domanda, ma poi si calmò. Prese due respiri profondi e iniziò a raccontare: --Sì, è la p_parte che ricordo meglio.-- affermò con le parole che si spezzavano per il pianto. --Era… serena, quasi fel_lice. Come se aves_se trova_ato la sua pace. Sor_rideva…--

Il moro ascoltò quei balbettii in silenzio, poi annuì. Le accarezzò piano la testa e fece cenno a Mark di riprenderla tra le braccia. Si avvicinò a Pai, che nel frattempo si era avvicinato al divano con il medaglione di cristallo in mano, e ne fermò il braccio che si tendeva sconsolato verso la sfera di luce.

--Potremmo avere ancora una speranza.-- spiegò serio.

Tutti gli occhi si fissarono improvvisamente su di lui. Alcuni lucidi, altri gioiosi, altro spaventati, altri speranzosi, altri disillusi.

--Che vuoi dire?-- chiese Alex ansioso. Non sopportava quell’attesa, quei tentativi a vuoto, quel non sapere. Aveva bisogno di una certezza, qualunque essa fosse.

--Voglio dire che quello di Iris non è stata un’estrazione d’energia nella norma, diciamo.-- illustrò Kyle in tono professionale. --Lei era cosciente di quello che stava facendo. È possibile che l’anima si opponga al richiamo del corpo proprio perché si tratta di suicidio.--

--E quindi?-- insistè il ragazzo, esasperato.

--E quindi_-- riprese il trentenne con pazienza. --_se riuscissimo a convincere la forma eterea di Iris a tornare, questa si riunirebbe con il proprio corpo.--

I presenti si scambiarono sguardi elettrizzati. Kish, invece, rimase a guardare fisso la ragazza esanime distesa sul divano, sulle quali labbra ancora brillava la sua essenza.

Alex abbassò lo sguardo sull’alieno proprio mentre allungava timidamente le dita verso quella stella lucente di vita, e sentì l’ira prendere possesso del suo essere.

Come, come osava quell’egoista anche solo cercare di avvicinarsi a lei? Era colpa sua se il dolore della sua amica aveva toccato tali livelli, perché aveva sbagliato a fare i suoi calcoli. Si avvicinò a lui con passo pesante e gli strinse le dita attorno al polso, con cattiveria.

 

Iris rabbrividì di apprensione quando si sentì investire da una corposa tempesta di rabbia vibrante. Di nuovo avvertì quella voglia di ribellione tremare dentro si sé, ma si impedì di reagire. Si sarebbe fatta male, sarebbe stata ferita ancora. Così si limitò a seguire il flusso d’ira e vi trovò una risposta stupefatta dall’aura lì vicino. Si incuriosì quando si accorse che qualcosa in lei sembrava riconoscere quella particolare emanazione di coscienza…

 

Kish sollevò gli occhi sorpresi sul ragazzo che lo stava fronteggiando. Si vedeva la furia lampeggiare nei suoi occhi scuri e implacabili, tanto che l’alieno sentì un brivido scivolargli lungo la schiena.

--Non osare toccarla.-- ringhiò Alex irato. --Che diritto ti permetti di avanzare su di lei?--

--Pensavo che avessimo chiarito questo punto.-- ribattè l’alieno con voce dura. Ma in realtà dentro tremava di dolore. Perché anche lui si identificava nel responsabile della sua morte, esattamente come la pensava il ragazzo.

--Per me la colpa resta tua. Non tanto per la tua scelta di tornare a casa, quanto per il modo in cui l’hai illusa.-- mise in chiaro allora l’altro. --Capisco le tue scelte, il tuo punto di vista. Ma, onestamente, si stato un cretino di dimensioni epiche accorgendoti solo DOPO questo casino che non te ne saresti andato!--

 

Una fitta di sofferenza talmente acuta costrinse Iris a contrarre la sua luce in uno spasmo ferito. Riconosceva quell’aura addolorata come se fosse sé stessa: era quella della persona che amava. Quelle onde di dolore che navigavano attraverso l’aria la colpivano con dolcezza, ma la sofferenza era tale da renderle ogni carezza insopportabile.

Sentì l’aura di qualcuno, probabilmente della persona che stava accusando il suo amato, infiammarsi di nuovo. questa volta l’istinto forte e ribelle ebbe come una scossa di determinazione: Kish stava già soffrendo abbastanza e lei non avrebbe permesso a nessuno di fargli altro male.

 

Alex dischiuse le labbra per continuare a vomitare tutta la sua rabbia, ma un suono forte, deciso, rauco, lo interruppe. Una luce accecante cominciò a spandersi dal divano. La stella d’energia che aveva brillato anonimamente sopra il petto della ragazza stava pulsando, la luce che si faceva sempre più splendente. Ci fu un lampo accecante, e poi la personificazione della sesta MewMew toccò terra.

 

Iris cominciò a sentire. Seppe di avere una bocca quando l’aprì per ruggire, e sentì il sapore dell’aria sulla lingua rasposa. Seppe di avere degli occhi quando li aprì per guardare la stanza, scoprendo di vedere le sagome attorno a sé circondate da un’alone luminoso. Seppe di avere delle zampe quando avvertì una superficie soffice come un piumone sotto i cuscinetti sensibili. Seppe di avere delle orecchie quando le sentì piegarsi all’indietro, disturbate dai suoni del mondo a cui era stata sorda fino a quel momento.

 

I presenti sgranarono gli occhi quando una giovane tigre dalla pelliccia argentea ed eterea atterrò dolcemente sul pavimento. Scoprì ancora i denti in un dolce ringhio soffocato, passando poi a leccarsi i baffi.

--Ryan… che succede?-- chiese Mina guardando fisso il felino impalpabile.

--Signore e signori, vi presento l’anima della nostra Iris.-- ironizzò il biondo mentre l’ombra di un sorriso albeggiava sulle sue labbra. --Se la sua energia vitale rimane concentrata, è sensibile solo alle nostre emozioni. In questa forma può sentire anche le nostre parole, è cosciente di quello che le succende attorno.--

--Iris?-- mormorò Kish esitante.

La tigre girò il muso verso di lui.

L’alieno avvertì il cuore bloccarsi in petto. Quegli occhi meravigliosi, erano i suoi. Erano le iridi scure che amava, piene di stelle splendenti che variavano a seconda del suo umore. Lo sguardo color notte emanava furbizia, scaltrezza… e amore. Ma quell’ultimo scintillava solo quando lei guardava lui.

--Iris, dolcezza?-- la chiamò ancora Kish, la voce tremante per l’emozione e la speranza.

 

Iris fece cenno di sì con la testa. Fece un paio di passi verso di lui, avvicinando il naso sensibile a lui. La sua aura aveva un buon profumo… sapeva di sole, di esotico, di selvatico. Come a contrasto, da essa spiravano però dolore e senso di colpa. La tigre alzò lo sguardo, e incontrò il suo.

Amava i suoi occhi. Il color oro aveva come un brivido di vita propria che l’affascinava, l’attraeva come un vortice dolce quanto il miele. Ma in quel momento le iridi erano cupe e lucide, piene di sofferenza e di lacrime. Non voleva che fosse triste…

Si strusciò lentamente contro la sua aura cercando di infondergli un po’ di serenità.

Volse il muso peloso, cercando di riconoscere le altre persone nella stanza. C’erano proprio tutti, ne vedeva le forme tremule emananti le loro auree. Tutti quanti erano avvolti da un alone di tenerezza, misto a speranza e dolore insieme. Sentivano la sua mancanza…

La tigre avvertì un battito di vita pulsare insistentemente dentro di sé, e fu assalita dalla paura. Voleva tornare. Ma se Kish se ne fosse andato? Aveva bisogno di una risposta.

Così si volse di nuovo verso il suo alieno, incatenando i loro sguardi. Tese il muso in avanti e quello, rispondendo inconciamente alla sua chiamata, allungò la mano per accarezzarla. Quando l’aura di Kish arrivò a lambire la consistenza eterea del pelo argenteo, l’energia esplose.

 

Un’improvviso scoppio di luce costrinse i presenti a coprirsi gli occhi per proteggersi dalla reazione.

--Ryan, che succede?-- urlò Pai, cercando di sovrastare il rumore causato dalla luce che tagliava l’aria con i suoi raggi impalpabili.

--Credo che la nostra Iris abbia deciso di comunicare con Kish!-- gridò il biondo in risposta, poi si rivolse alle ragazze. --Non smettete di dare energia al suo corpo! Se si convince a tornare, avrà bisogno di trovarlo vivo!--

 

Kish avvertì un risucchio improvviso, come le spire di un tornado che lo tiravano insistentemente nell’occhio della tempesta. Non fece nemmeno a chiedersi se fosse il caso di opporre resistenza che un solo, imperioso strappo lo staccò completamente dalla realtà.

Quando riaprì gli occhi, si ritrovò a contemplare confuso ciò che gli stava intorno. Era come rinchiuso in una specie di bolla di luce bianca e argentata, dentro alla quale regnava il silenzio più totale. Attorno a lui giocavano rifessi scintillanti, come quelle onde riflesse che si vedono sul fondo della piscina a causa della luminosità del sole. Quando guardò sé stesso, si vide strano. Etereo. Un’espressione di stupore e spavento insieme si allargò sul suo volto, alterandone i tratti affilati.

Una risata cristallina riecheggiò leggera in quella gabbia protettiva, separata dal mondo esterno. Kish alzò lo sguardo sorpreso… e vide Iris a pochi passi da sé. Era in forma di MewMew, e non in quella di tigre come l’aveva vista prima. Aveva gli occhi chiusi, e rideva divertita dalla smorfia buffa che gli si era probabilmente dipinta in viso. Quanto era bella, quando rideva… le sue gote morbide sembravano illuminarsi, mentre dalle sue labbra piccole e piene usciva un suono simile al trillo entusiasta di campane di cristallo.

Anche il corpo di Iris era etereo come il suo. La pelle era diafana e impalpabile, eppure il vederla di nuovo lo stava riempiedo di vita nuova. In quel momento si sentì felice: anche se fosse andato storto qualcosa, lui l’avrebbe sempre ricordata così, bellissima e sorridente.

La ragazza si calmò e fece un paio di soffici balzi verso di lui, arrivandogli di fronte.

“Ciao Kish.” disse semplicemente.

“Ciao, dolcezza.” rispose lui con voce tremante, mentre lacrime di gioia e nostalgia sembravano decise a rovinare quel momento così intino.

Una carezza gentile della MewMew scacciò la tristezza, riempiendolo di pace.

“Ho bisogno di te.” confessò allora l’alieno. “Ho bisogno di te più di quanto abbia bisogno di ogni altra cosa. Mi manchi”

Lei annuì in segno di condivisione, le iridi intensi puntate nelle sue.

“Dolcezza… torna da me.”

Iris affilò lo sguardo.

“I tuoi occhi non sanno mentirmi.” disse. “Quindi ora affrontami, e rispondi: se io torno, resteremo insieme?”

Kish alzò i bellissimi occhi dorati e li fissò nelle iridi incantatrici di lei.

“Finchè avrò vita.” promise.

La Mewtigre sorrise, e la sua felicità fu così travolgente da generare un oceano di luce. L’alieno chiuse gli occhi…

 

Le palpebre dell’alieno di risollevarono lentamente, senza fretta. Kish si ritrovò lungo disteso sul pavimento del salotto di Iris, la mano ancora tesa verso la tigre etera. Solo che ora la cucciolotta gli aveva voltato le spalle, e stava camminando leggiadra verso il divano. Il Mewteam si era disposto in cerchio attorno al corpo vuoto che vi giaceva, e dalle loro dita tese fluivano caldi fiumi di energia che filtravano sotto la pelle della ragazza. La tigre le guardò una per una, poi spiccò un piccolo balzo. La traiettoria del salto la portò sul petto della MewMew, ma anziché atterrare semplicemente sopra vi esso ella vi si immerse dolcemente, con delicatezza. Il corpo emanò una bolla di luce potente che spezzò il flusso di energia irradiato dalle cinque ragazze. Quando lo scintillìo si fu estinto, un suono forte e pulsante ruppe il silenzio. Un battito di cuore.

Kish si avvicinò al divano per inginocchiarvisi davanti, poi tese una mano e accarezzò la guancia morbida della ragazza. La pelle era calda e soffice.

Iris aprì lentamente i suoi incantevoli occhi.

 

 

ANGOLETTO!

Ed eccoci qua. Allora, siete rimasti soddisfatti dal finale? Spero proprio di sì! Per chiunque non abbia apprezzato il comportamento leggermente cieco di Kish, tranquilli: Iris non lascerà correre ma riprenderà il discorso. Beh, che altro dire… attendo i vostri commenti, e spero che mi perdoniate il ritardo. Spero anche di non metterci più così tanto ad aggiornare, anche se vi confesso di avere un altro problema piuttosto deprimente... ma farò del mio meglio, per voi. Vi voglio bene, grazie a tutti! Un bacio,

Clarisse

   
 
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