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Autore: aletheangel    11/07/2005    2 recensioni
Ecco una fanfic tradotta
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sconfitto by StrangerWithMyFace

Disclaimer: Questa è la parte in cui nego la proprietà. La Rowling ha scritto i personaggi. Io li ho rubati. Cattiva, cattiva.

Note dell’autore: Questo è il mondo dal punto di vista di Draco, così se Harry sembra fuori-carattere, questo è il motivo


Draco Malfoy era seduto sulle gradinate vuote. Ore fa erano piene delle grida degli studenti di Hogwarts. Il ruggito del vento primaverile passò sul suo capo.
Sembrava come se i fantasmi di quegli studenti fossero tornati per dargli la caccia. Stava diventando buio, solo alcune strisce di sole al tramonto rimanevano nel cielo, facendo sì che i suoi capelli argentati luccicassero come diamanti tra il verde ruvido del campo di Quidditch.
Lui era pienamente visibile per chiunque all’interno del castello, ma a Draco non importava chi potesse vederlo.
Lui non riusciva a credere che fosse accaduto di nuovo. Aveva perso di nuovo. Draco strinse i suoi pugni così forte che le unghie si conficcarono nel palmo, facendo scorrere un rivolo di sangue. Dannato Potter, pensò.
Al diavolo la sua fama. Al diavolo la sua popolarità. Al diavolo la sua cicatrice. Tutti amavano Harry Potter. Lui era il ragazzo che era sopravvissuto. Draco sbuffò, come se fosse qualcosa di cui essere orgogliosi.
Tutti quelli che lui conoscevano erano vivi. Sebbene essi non sembrassero rendersi conto che lui era vivo quando Potter era in giro.
Oggi doveva essere il giorno. Oggi Serpeverde finalmente avrebbe battuto Grifondoro.
Oggi Harry Potter avrebbe dovuto rimangiarsi le sue parole. Non era andata in questo modo. Invece Harry Potter era nella torre di Grifondoro a celebrare con tutti gli altri idioti di Grifondoro e Draco Malfoy era ancora seduto sul campo di Quidditch desiderando di poter avere un’altra possibilità.
Le cose erano sembrate mettersi bene per Serpeverde fin dall’inizio. A Fred e George Weasley, le stelle battitori di Grifondoro, non era stato permesso giocare a causa di una particolarmente insana bravata che avevano fatto ai danni del professor Piton.
Piton aveva sempre fatto tutto ciò che poteva per aiutare la squadra di Serpeverde fino ad ora ed aveva fatto in modo di essere sicuro che loro scontassero la loro punizione mentre avrebbero dovuto essere in campo.I Grifondoro erano stati messi ko su nel cielo. Harry Potter aveva subito una caduta particolarmente brutta che Draco aveva sperato lo avrebbe messo fuori gioco. Non sembrò andare così. Potter semplicemente risalì sul suo manico di scopa come se niente fosse accaduto.
Draco non era riuscito a sentire l’incantesimo che Madama Chips aveva fatto per curarlo a causa dello strepito della folla. Loro l’avevano adorato ancora di più per essere rimontato in sella.
Poi tutto era andato a rotoli. Draco poteva ancora vederlo in modo vivido nella sua mente.
Harry stava volando senza difficoltà in cerchi sopra il campo di gioco. Era annoiante quanto tutto fosse facile per lui. Draco doveva stare attaccato al suo manico di scopa nell’osservare il campo con occhi d’aquila alla ricerca del boccino dorato.
Lui si rifiutò di permettere all’esibizione di Potter di distrarlo. Oggi non avrebbe perso.
Lui si concentrò ancora più duramente. Improvvisamente Potter si fiondò in basso, la sua sagoma era semplicemente una linea di rosso e marrone nell’aria. Solo allora Draco vide ciò che avevo visto Potter; il boccino.
Lui imprecò e si gettò all’inseguimento ad una velocità tale da rischiare di rompersi il collo ma Potter aveva un vantaggio considerevole su di lui.
Draco chiuse gli occhi e cercò di bloccare le immagini che fluivano nella sua mente.
Ciò non ridusse la pena. Lui poteva ancora udire l’acclamazione che aveva attraversato la folla mentre Harry Potter catturava senza sforzo il boccino dorato e assicurava la vittoria a Grifondoro.
Lui sollevò la palla luccicante sopra la testa come un trofeo. Poi tutti nella folla trattennero il fiato all’unisono, ci fu un rumore sgradevole nel momento in cui Draco colpì il terreno, seguito da un silenzio ultraterreno.
Non era abbastanza che lui avesse perso, vero? Doveva anche rendersi ridicolo. Una rabbia pura e cieca lo afferrò. Potter aveva riso di lui. Tutti gli altri lo avevano subito imitato. Cercando di mantenere un po’ del suo orgoglio di Malfoy,
Draco non aveva permesso a Madama Chips di condurlo in infermeria nonostante il dolore acuto al suo braccio. Lui non avrebbe permesso loro di vederlo lamentarsi.
Lui si non si sarebbe comportato in nessun altro modo se con compostamente. Un sorriso sadico si era formato sul suo volto pallido.
Lui non avrebbe dato loro soddisfazione.

"Malfoy?"

Una voce timida lo chiamò dalle ombre. Draco si voltò. Non si era reso conto di avere compagnia. Lei indossava un sottile vestito verde che lui era quasi sicuro fosse la sua camicia da notte, non che lui l’avesse vista
in camicia da notte prima. Un luccicante scialle dorato le copriva le spalle. Lei lo teneva stretto, cercando di bloccare il vento sempre più freddo. Le ombre turbinarono intorno a lei come se volessero carezzare la sua pelle morbida. Ciò faceva risaltare ancora di più nella notte i suoi fieri capelli rossi.

"Che cosa vuoi, Weasley?"

sogghignò lui beffardamente. Il viso di lei si sgretolò ed istantaneamente lui avvertì una fitta di colpa.
Lui non poteva capire ciò. Lei avrebbe dovuto essere dentro a celebrare con i suoi fratelli e gli altri Grifondoro. Forse lei era semplicemente venuta qui per ricordargli la sconfitta? Anche se lei sembrava genuinamente preoccupata, Draco non riusciva a crederci. Ginny Weasley era l’ultima persona che avrebbe potuto preoccuparsi per lui in questo momento. Dopo tutto i Weasley erano tutti
Grifondoro e Ron Weasley era il miglior amico di Harry Potter. Le loro famiglie si odiavano a vicenda. La profondità dell’odio tra suo padre ed il padre di Ginny, Arthur, era veramente maestosa. La lotta a pugni che avevano avuto nel primo anno di Ginny non era nemmeno la punta dell’iceberg.
Draco stesso era spesso abbastanza duro con Ginny. Sebbene al momento lui avesse difficoltà a ricordare il perchè. Lei era
probabilmente la ragazza più carina su cui lui avesse mai posato gli occhi. Ginny era cresciuta dalla prima volta che l’aveva incontrata. Era più alta e più magra. Aveva la grazia di una ballerina ed il volto di un angelo. I suoi folti capelli rossi erano cresciuti in lunghe e setose ciocche che terminavano con il più leggero accenno di ricciolo.

"Io ... io ti ho visto dalla mia camera da letto ... ho pensato ... sembravi solo,"

sussurrò lei con voce tremante. Lui ebbe la distinta impressione che lei avesse deciso che questa era una cattiva idea e fosse sul punto di fuggire.

"Hai mai pensato che io ero qui fuori da solo perché volevo stare da solo?"

scattò Draco. Lui rimpianse le parole non appena esse uscirono dalla sua bocca. Qualche volta lui non era in grado di controllare la sua bocca. Lei sembrava scioccata, ferita ed arrabbiata tutto allo stesso tempo.

"Perché non ritorni dentro? Non dovresti essere a festeggiare?"

chiese lui, questa volta più gentilmente. Ginny fece un passo incerto più vicina a lui.

"Non mi piace molto il Quidditch,"

rispose lei.

"Non dirlo ai miei fratelli."

"Oh certo,"

Draco si lascio scappare una risatina.

"Cercherò di non farmelo sfuggire durante le mie frequenti e amichevoli conversazioni con i tuoi fratelli."

Lei sorrise. Il sorriso di lei era come una musica bellissima. Sembrava essere lo stato naturale del volto di lei, a differenza di Draco il cui volto di solito era contorto in un ghigno. Lei si sedette con cautela accanto a lui.

"Vuoi che ti dia un’occhiata al braccio?"

Draco fu sorpreso che lei lo ricordasse. Lui la guardò pieno di incredulità. Se lui non aveva permesso ai professionisti di vedere quanto
gravemente era ferito, di certo non aveva intenzione di permetterlo al nemico. Sebbene più ci rifletteva e meno chiamarla 'il nemico' sembrava avere senso. Forse era il modo affettuoso con cui lei lo stava guardando o forse era qualcos’altro... Ginny roteò gli occhi.

"Non essere sciocco, Malfoy. Sto solo cercando di aiutarti. Sono abbastanza brava con gli incantesimi di guarigione."

Aveva senso che lei fosse brava in ciò. Non c’era potere più puro di quello di un guaritore.
Istintivamente lui si allontanò da lei. Lui non voleva l’aiuto di lei. Lui non voleva l’aiuto di nessuno. Lei sospirò.

"Lascia perdere. Se vuoi morire dissanguato questo è affar tuo."

Gli occhi di lei danzarono nella luce della luna.

"Solo fammi sapere quando ci sarà il funerale così potrò trovare il perfetto mazzo di fiori 'te l’avevo detto'."

Lui sogghignò. Da quando le era cresciuta la spina dorsale? Probabilmente poteva essere in un qualunque momento dei pochi anni in cui era stata ad Hogwarts.
Lui davvero non aveva mai fatto molta attenzione a lei. Certo, si era preso gioco di lei, ma l’aveva fatto con tutti gli amici di Potter. Lei era semplicemente una nota e piè di pagina nel suo libro 101 modi per odiare Harry Potter. Ginny si appoggiò all’indietro, assumendo una posizione più confortevole.

"Così su cosa stiamo meditando oggi?" Draco non rispose. "Quidditch?" Immaginò lei. Lui mormorò qualcosa di incoerente. Nonostante ciò Ginny seppe che cosa voleva dire. "Ah... Harry."

I grigi occhi di Draco si scurirono visibilmente.

"Non voglio parlarne,"

brontolò lui. Non voleva. Lui davvero non voleva. Nonostante ciò chissà come le parole si rifiutarono di rimanere dentro ed uscirono dalla sua bocca come un oceano di veleno.

"Semplicemente non riesco a sopportarlo. Voglio solo togliergli quello stupido sorriso dalla faccia. Tutti lo amano ma davvero che cosa ha mai fatto per meritare ciò a parte essersi quasi fatto uccidere insieme a tutti i suoi noiosi amici? Lui avrebbe potuto risparmiare a molte persone molti guai se non fosse andato in giro a ficcare il naso in tutto. Ma a nessuno importa se Potter infrange le regole perchè lui è Harry e Dio sa che lui non è capace di fare mai nulla di sbagliato. Il perfetto Potter, ecco come dovremmo chiamarlo. Sdraiamoci tutti a terra e lasciamo che lui cammini su di noi. Poi tutti mi odiano perché non credo che lui sia il migliore ragazzo che abbia mai camminato sulla faccia della Terra. Sono l’unico che vede attraverso di lui? Lui non è così speciale. Perché lui deve sempre vincere? Perchè lui deve sempre essere l’eroe? Perchè io devo sempre perdere?"

Ginny rimase silenziosa. Lei fissò davanti a se stessa, considerando tutto ciò che Draco aveva appena detto. Lui la osservò intensamente cercando di giudicare la reazione di lei. Lui non aveva avuto intenzione di dire tutte quelle cose, specialmente non a lei.
Ginny adorava Harry come un eroe. Lei lo seguiva in giro come un cagnolino. Lentamente lei portò gli occhi su di lui. Lei sembrò guardarlo per la prima vera volta.
Lui si era aspettato che lei inveisse contro di lui, che gli gridasse contro e gli dicesse che Harry non era così male. Ma quando finalmente lei parlò, non fece nulla di ciò. Lei parlò lentamente e con pacatezza, esponendo con calma la sua opinione sulla faccenda che lui ci credesse oppure no.

"Tu non dovresti permettergli di avere un simile effetto su di te. Sei così occupato a cercare di batterlo che non sei effettivamente in grado di batterlo. Solo ricordati che tu hai un sacco di cose che Harry non possiede. Non permettergli di farti impazzire così."

Lei sorrise in modo enigmatico.

"Non ti si addice."

Loro rimasero seduti in silenzio per un po’. Draco rifletté su cosa lei aveva detto. A lui non piaceva davvero seguire i consigli e Ginny non era esattamente un amico fidato.

"Posso curarti il braccio adesso?"

chiese lei impaziente, rompendo finalmente il silenzio. Lui le permise malvolentieri di esaminare il suo braccio.

"Non capisco perchè ti preoccupi così tanto,"

borbottò lui mentre lei mormorava gentilmente un incantesimo. Scintille di colori brillanti uscirono dalla bacchetta magica di lei. Istantaneamente la sua pena sparì.
Ginny sollevò il viso in alto per guardarlo.

"Forse sono una persona che si preoccupa."

Draco allontanò il suo braccio da lei.

"Non ho bisogno della tua simpatia, lo sai. Non sono un caso caritatevole come Potter,"

ruggì lui. Lui stava per aggiungere "come la tua intera famiglia" ma decise di evitarlo.

"Oh, siamo di nuovo tornati ad Harry,"

annunciò lei sarcastica.

"Tu pensi a lui un sacco di tempo. Se non sapessi che è impossibile, direi che sei un suo ammiratore."

Lei incrociò le braccia sul petto, ovviamente annoiata. Draco restrinse gli occhi a delle fessure. Come osava? Lui era così furioso da dirle con violenza:

"Non sono io quello che l’ha seguito in giro per anni anche se l’unica volta che lui ha notato la mia esistenza è stata quando mi ha detto che non era minimamente interessato."

Draco non era sicuro che la frase avesse un qualche senso, ma era furioso e voleva colpirla in profondità. Ginny voltò la testa indignata. Si rifiutò di guardarlo.

"Alcune persone -"
cominciò lei ma Draco non aveva finito.

"E’ per questo che sei qui stasera, Weasley? Lui non ti stava dedicando abbastanza attenzione e tu hai pensato che avresti potuto dare fastidio a me."

Lui assunse un tono di voce falso e squittente e la prese in giro.

"Oh, forse Draco mi dirà qualcosa di veramente imbarazzante ed io porterò le mie piccole perle di saggezza ad Harry come un cagnolino che porta al suo padrone le sue pantofole."

Draco fece ribollire le sue parole che diventavano sempre più violente e piene di odio. La sua diatriba avrebbe potuto andare avanti per ore, ma Ginny fece qualcosa che lo bloccò. Lo colpì.
Non fu un colpo giocoso da ragazza ma un potente e ben piazzato pugno che lo colpì alla mascella e gli fece perdere l’equilibrio facendolo cadere. Lui la fissò incredulo. Ginny stava respirando a fatica; le sue mani erano ancora chiuse a pugno, sfidandolo a metterla alla prova.
Lei lo fissò con uno sguardo minaccioso. Gli sembrò che i capelli di lei fossero semplicemente un’estensione del fuoco che bruciava dentro di lei e saltava fuori dal suo corpo.
Loro si guardarono male l’un l’altro fino a quando lei alla fine riuscì a calmare se stessa abbastanza da parlare a denti stretti.

"Sto facendo del mio meglio per essere civile con te, Malfoy, ma ovviamente alcune persone sono incapaci di portare avanti una conversazione di base in modo civile."

La realizzazione improvvisa (di ciò che aveva fatto) attraverso il volto di Ginny. Lei arrossì per l’imbarazzo. La mano di lei si sollevò al viso a coprire la sua bocca.

"Weasley?!? Che cosa..."

Draco sputò scioccato.

"Mi dispiace," mormorò lei mentre lentamente si rimetteva di nuovo a sedere.

"Ho perso la calma."

"Certo."

Lui si sfregò la guancia.

"Dimmi qualcosa che non so già."

"Io ... io..."

lei cercò un modo di spiegarsi mentre cercava di aiutarlo ad alzarsi.

"Beh sono cresciuta in una casa piena di ragazzi ed ho dovuto imparare come tenerli in riga..." la sua voce vacillò. Lei si strinse la testa, sapendo che non c’erano scuse. Draco la fissò. Lei non lo aveva appena paragonato ad uno dei fratelli Weasley? Lui si sarebbe dovuto offendere moltissimo ma decise di lasciar correre...

"Io ... mi dispiace."

Il volto di lei era rosso. Era carino se ti piaceva quel tipo di cose.

"Mi hai fatto arrabbiare. Stavo solo cercando di essere gentile con te-"

Draco la derise risentito.

"Gentile? Tu sei quella che mi ha colpito."

"Tu,"

lei fece rotolare la parola fuori dalla sua bocca,

"sei quello che meritava di essere colpito."

Gli occhi di lei luccicarono e lui si ritrovo a sogghignarle. Loro rimasero di nuovo seduti in silenzio. Ciascuno di loro alla ricerca di qualcosa di appropriato da dire. Draco si rese conto per la prima volta che le stelle erano visibili in cielo adesso. Doveva essere tardi, pensò. Si chiese se qualcuno dei Serpeverde avesse notato che lui era assente.
Ne dubitava. Probabilmente erano tutti arrabbiati con lui per non aver preso il boccino. Lui era praticamente certo, comunque, che l’assenza di Ginny fosse stata notata nella torre del Grifondoro. I fratelli di lei erano probabilmente preoccupati da morire. Lui sorrise a quel pensiero.

"Immagino che tutti noi abbiamo delle cose che ci danno fastidio,"

cominciò Ginny, riferendosi alla sua precedente diagnosi della condizione di Draco. Lui trattenne una risata. Non avrebbe mai pensato che loro due avessero qualcosa in comune. In un certo senso gli piaceva la cosa.

"Lui è stupido per non volerti,"

la rassicurò. Ancora una volta Potter aveva qualcosa che non si meritava.

"Quale è il suo problema?"

"Gli piace Cho Chang,"

spiegò lei. Draco si scervellò. Cho Chang? Lui non aveva la più pallida idea di chi fosse Cho; lei poteva vederlo sul volto di lui. Ginny si lasciò scappare un piccolo sorriso di soddisfazione.
Questo non avrebbe dovuto renderla felice, ma lo faceva.

"E’ una Corvonero,"

la descrisse Ginny.

"E’ il loro cercatore."

Draco fece la connessione ed emise una smorfia che fece ridacchiare Ginny.

"Ho intenzione di aggiungere questo alla mia lista delle cose che non vanno in Potter,"

annunciò lui.

"E’ una lista molto lunga."

Lui le sorrise radioso. Ginny scoppiò a ridere ancora più forte. Chiunque l’avesse vista avrebbe pensato che era ubriaca.

"Lei è davvero carina,"

cercò di dire attraverso le fitte di risatine. Lei raddoppiò le risate quando venne fuori qualcosa più del tipo

"lei è davvero cana."

Draco non poté fare a meno di ridere anche lui.

"Mi fido del tuo giudizio."

Gli piaceva l’aspetto di lei quando rideva, sembrava una ninfa o qualcosa del genere. Lui poteva immaginarsela correre nella foresta con una lira, qualunque cosa fosse.

"Questo è stato orribile da parte mia,"

lei rimproverò se stessa dopo essersi calmata. Una solitaria ciocca di capelli scarlatti era caduta sul viso di lei. Draco dovette trattenersi dal spingerla dietro l’orecchio di lei.

"Hai un cuore cattivo,"

concluse lui. Lui sogghignò divertito, facendole capire che le piaceva questo in una donna. Lei riportò lo sguardo su di lui, con un sorriso che ancora aleggiava sulle sue labbra.

"Deve essere così."

Tutta la natura era silenziosa, come se trattenesse il suo respiro in anticipazione di cosa sarebbe venuto dopo. Qualcosa stava spingendo Draco in avanti. Ginny avvertì come se la gentile brezza sul retro del suo collo la stesse spingendo verso di lui.
Era come se tutto prima di questo fosse stato costruito per arrivare a questo momento ed ora che era arrivato, tutto era completo. Come l’ultimo pezzo di un puzzle che veniva finalmente inserito al suo posto. Le labbra di Draco erano su quelle di Ginny. Le labbra di Ginny erano su quelle di Draco.
Le mani di lui si mossero per immergersi nei capelli di lei, in parte perchè lui aveva voluto toccarli da quando lei era comparsa e in parte perchè aveva bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi prima di cadere a terra. Lui la spinse ancora più vicina così che il corpo di lei si conformò al suo. Lui voleva toccarla ovunque. Lei emise dei gemiti felici quando lui seppellì il volto nel collo di lei. Lui decise di farlo di nuovo. Lei gemette di nuovo.
Lui ebbe delle visioni di lei nel letto di lui, mentre si contorceva sotto di lui. Sorprendentemente l’idea non gli diede fastidio per niente. Piuttosto gli piaceva. Ginny era senza fiato.

"Sto baciando Draco Malfoy,"

pensò lei. La situazione era altamente incredibile ma chissà come sembrava giusta.

"Mi piace baciare Draco Malfoy."

Lei fece scorrere le mani lungo la schiena di lui. Lui aveva una corporatura migliore di quella che lei si era immaginata. I vestiti voluminosi dovevano aver nascosto dagli sguardi di lei il corpo di lui. Lei voleva esplorarlo ulteriormente. Lei riuscì ad aprire il davanti della camicia di lui con dita tremanti.
Draco avvertì una scarica elettrica scorrere lungo la sua spina dorsale quando lei toccò la sua pelle nuda. Come diavolo era possibile che la piccola Ginny Weasley gli facesse provare una cosa simile?

"Ginny!"

Una voce preoccupata risuonò nell’oscurità. Draco e Ginny si separarono con riluttanza.

"Ginny!"

La voce risuonò di nuovo. Anche se loro non avessero riconosciuto la voce, avrebbero saputo comunque chi era. Era semplicemente scontato.

"Potter è venuto a gettare acqua sul fuoco,"

Draco sogghignò mentre risistemava in fretta i suoi vestiti. Ginny gradualmente si voltò e vide la figura di Harry Potter emergere dal buio. Lui si stava avvicinando rapidamente ora che l’aveva scorta.
Ginny era sicura che lui non li avesse visti baciarsi perchè altrimenti non avrebbe avuto un’espressione così sollevata.

"Ginny,"

lui sbuffò ed ansimò senza fiato.

"Ti abbiamo cercata ovunque. Gazza avrà una giornata campale se ti trova qui fuori..."

Lui notò Draco per la prima volta. Confusione attraversò il suo viso.

"Che cosa ci fai qui, Malfoy?"

Draco lo fissò con uno sguardo glaciale.

"Ho rapito Ginny dalla sua stanza e l’ho costretta ad uscire e a guardare le stelle insieme a me. Ho un cuore cattivo,"

disse lui sogghignando diabolicamente. Harry rimase lì in piedi, a bocca aperta, a fissare la strana coppia. Qualcosa era successa, ma lui non riusciva a capire cosa fosse. Ginny inghiottì una risatina.

"Andiamo, Ginny."

Harry protese la mano verso di lei come se si offrisse di allontanarla dalle tenebre e riportarla alla luce.

"Andiamo."

Draco avvertì la rabbia ribollire dentro di lui.

"Oh certo, Ginny, farai meglio ad andare. Grazie a Dio Potter è qui per salvarti da me. Che cosa faremmo senza di lui?"

Lui guardò torvo Harry. Harry guardò torvo Draco. I due ragazzi erano uguali in altezza e in abilità sebbene avessero un aspetto opposto. Erano in piedi uno di fronte all’altro e si stavano fissando l’un l’altro cautamente come due uomini sul punto di azzuffarsi.
Se gli sguardi avessero potuto uccidere tutti e due sarebbero stati pugnalati a morte e poi tagliati in piccoli e sottili pezzetti e infine sarebbero bruciati. Una morte non era buona o abbastanza dolorosa.

"Oh onestamente!"

esclamò Ginny.

"Perchè voi due non vi limitate a tirarli fuori velocemente e la facciamo finite con questa storia. Io andrò a prendere un metro."

I ragazzi la fissarono scioccati. Lei si portò una mano sulla bocca.

"L’ho detto ad alta voce?"

chiese lei. Ginny si guardò intorno come alla ricerca della vera sorgente della voce. Harry tornò a guardare in cagnesco Draco. Ovviamente lui pensava che Draco avesse avuto una cattiva influenza sulla più innocente Weasley.
Draco non sembrò affatto sorpreso. Questa era la norma, per quanto lui potesse preoccuparsene. Potter dava la colpa a lui di tutto.

"Malfoy-"

ruggì lui.

"Ora basta!"

urlò Ginny. Tutti e due si voltarono a guardarla. Ognuno stava aspettando che lei dicesse all’altro di smetterla.

"Questo è abbastanza testosterone per un giorno, grazie mille."

Lei si voltò verso Draco.

"Niente lotta. Siedi,"

commando lei. Draco non aveva mai permesso a nessuno di dirgli cosa fare ma si sedette per placarla. Era ovvio che lui non era felice di ciò. Qualcosa si ruppe dentro di lui. Lui non poteva credere che stesse accadendo di nuovo. Lei sarebbe ritornata dentro insieme a Potter.
Lui aveva perso di nuovo. Le sue scarpe improvvisamente divennero molto interessanti. Ginny si voltò verso Harry.

"Harry,"

lei parlò gentilmente e deliberatamente.

"Verrò tra un minuto. Sto bene, davvero. Devo solo parlare con Draco da sola, d’accordo?"

Draco fu compiaciuto di vedere un’espressione scioccata attraversare il volto di Harry. Lui annuì e si diresse verso il castello, gettando occhiate disorientate al di sopra delle sue spalle per tutto il tempo. Draco e Ginny?
Draco sollevò lo sguardo su Ginny, un piccolo sorriso stava lottando per comparire sul suo volto. Lui cercò di non permettere al suo volto di tradire quanto vulnerabile lui fosse in questo momento.
Lei avrebbe potuto facilmente strappargli il cuore e romperlo in un milione di pezzi. Lui non avrebbe permesso a se stesso di osare sperare. Il fatto che avesse detto a Potter di tornare dentro era solo una piccolo vittoria. Lei poteva ancora lasciare Draco e correre dietro a Potter.
Ginny abbassò lo sguardo su di lui. La luna la illuminava da dietro. Quello che lei fece in seguito lo colse completamente di sorpresa. Lei afferrò tutte e due le sue orecchie, e lo spinse verso l’alto per piantare le sue labbra fermamente su quelle di lui. Lei lo baciò con passione per ciò che sembrò un minuto ma probabilmente era un po’ di più. Loro si separarono soltanto per riprendere fiato. I loro occhi si incontrarono. Gli occhi di lei stavano ballando.
Ginny appoggiò la testa sulla spalla di lui. Draco la tenne stretta; loro si sentivano a proprio agio insieme. Lui seppe in quel momento che lei non voleva tornare indietro con Potter. Lei non aveva mai voluto andare con Potter. Lei apparteneva a questo posto. Draco fece un sorriso genuino nato dalla pura gioia. Lui avvolse Ginny in un altro bacio. Lei aveva avuto ragione prima. Lui aveva qualcosa che Potter non aveva. Si chiese se era questo che lei aveva voluto dire. Se era per questo che lei era venuta qui fuori.
Che gli importava del maledetto incontro di Quidditch? Con il tempo tutti si sarebbero dimenticati dell’incontro. Questo, d’altro canto, importava davvero. In ciò che contava, Potter aveva perso. FINE
  
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