Dopo essere stata fidanzata per tre anni con l’amore della mia vita, Kishy, ebbi il peggiore trauma che avessi mai potuto ricevere. Una sera tornata a casa trovai sul tavolo della cucina Kishy che faceva sesso con il suo migliore amico. Cosa c’è che non andava in me? Non ero abbastanza attraente? Com’era possibile che l’uomo di cui ero follemente innamorata da anni potesse un giorno diventare gay dimenticando tutto quello che avevamo fatto per costruire il nostro rapporto?
Da quel giorno diventai una specie di puttanella. Appena mi si presentava l’occasione di farmela con un bel uomo, uscivo mostrando subito la mia merce.
“Salve bimba”,
ecco un altro uomo ricco che cercava una serata focosa con una bella donna.
“Piacere mi chiamo Sunny”, risposi con una voce che sottintendeva “ci
sto” . Mi portò in una camera di albergo e io uscii dalla
borsa la pillola. “Lo preferisci alla fragola o alla.. banana?”, fece un
sorrisetto stupido. Poi gli tolsi la maglietta e incominciai a baciargli il
petto come un’animale selvaggio. Mi fermò cingendomi le bracci “piano tesoro” e
poi mi buttò sul letto con addosso ormai solo le mutante. Ecco tolte anche
quelle. Il letto matrimoniale dov’eravamo stesi sembrava troppo piccolo per il
suo pene ma non rimase troppo tempo allo scoperto perché lo infilò lentamente
dentro di me come una lama. Faceva male, sentivo il suo pene molto duro dentro di
me. Le sue mani sul mio seno erano come delle ventose e me le palpava con gusto.
Il suo sperma sembrava così denso… forse era da tanto che non faceva sesso.
“Vuoi assaggiare?”, gli feci un cenno e poi abbassai la testa in mezzo alle sue
gambe per metterlo in bocca. Lo sentii respirare dal piacere.
Dopo avere
fatto sesso ordinammo la colazione.
“Come mai fai la puttana?”, non era la prima volta che me lo chiedevano. “Il
mio ex era diventato omosessuale”, spiegai indifferente al uomo mentre leggevo
il giornale e mangiavo una mela. “Sei molto bella. Potresti fare la modella”.
Mi stavo annoiando a sentire le sue chiacchiere così mi alzai più sexy
possibile e mi avvicinai a lui sedendomi in mezzo alle sue gambe, sentendo già
sotto di me il suo membro duro irrigidirsi. Iniziai a baciarlo sul collo e lui
mi baciò in mezzo al petto. “Dicevo sul serio prima. Sei molto sexy e il tuo
corpo venderebbe tantissimo se prendessi in considerazione questa idea”, la sua
voce con quei discorsi era quasi fastidiosa e così gli tappai la bocca
infilandone la mia lingua.
Rifacemmo sesso. Mentre mi rivestivo mi disse: “Questo è il mio numero privato.
Lavoro come organizzatore per modelle, tu saresti fantastica e guadagneresti
tantissimo. Chiamami.”, concluse con un occhiolino e se n andò.
Non lo richiamai. Non m’interessava il futuro che mi stava offrendo, preferivo
fare la prostituta.
Entrata in un
negozio di biancheria intima un commesso si avvicinò a me.
“Mi perdoni signorina”, disse imbarazzato e le guance rosse di vergogna. “Bhè
ecco… lei è così bella che non riuscivo a trattenermi dal desiderio di venirla
a salutare.”
Ecco un altro che ci voleva provare. “Vieni con me”, lo portai in casa mia e
gli offrii una bibita ghiacciata nella mia camera da letto. “Vuoi fare l’amore?”,
gli chiesi avvicinandomi a lui con intimità. Era imbarazzato, magari era
inesperto. “Non preoccuparti se non sai farlo, posso insegnarti”, continuai
respirandogli sul collo.
Mi guardò dritto negli occhi con una strana luce. “Scusami ehm… Sunny, però
anche se tu mi attrai molto e mi stai proponendo una cosa che il mio corpo
esulta al desiderio di farlo io…”
“Sei gay?”, arrivai subito al sodo senza ricordare il passato. Lui abbassò il
capo con una lieve risatina, “no”disse riguardandomi di nuovo negli occhi in un
modo strano. “Vedi… ecco… tu sei la ragazza più bella che abbia mai incontrato,
ma in te io … vedo qualcos’altro. Tu… hai qualcosa di speciale e vorrei tanto
conoscerti meglio.” Sembrava fosse quasi innamorato di me. “Ti sbagli, non c’è
niente di speciale oltre al mio corpo sexy”, ribattei. Rimase in silenzio
guardandomi ancora negli occhi. Anche io sentivo qualcosa di strano in lui,
come se non fosse lui quella persona che mi stava di fronte. Quasi volli anche
io conoscerlo meglio.
Scossi la testa per togliere quei pensieri dalla mia mente. “Mi dispiace ma se
non vuoi trombarmi farai meglio ad andare”, dissi fredda. Continuò a fissarmi
ancora più intensamente e io mi avvicinai al suo viso per baciarlo.
Non volevo fare l’amore con lui. Il bacio che gli detti era dolce e tenero.
Sentivo le sue labbra morbide sulle mie e la mia mano tiepida che stringeva con
tenerezza i suoi capelli dorati. Avevo chiuso gli occhi. Perché lo avevo fatto?
Quando mi staccai da lui i nostri sguardi rimasero incollati l’una all’altra e
mentre stavo per distoglierlo mi prese la mano. “Sunny, io ti amo.”, la sua
voce era melodiosa e dolce. “Non mi conosci, come fai ad amarmi?” , chiesi con
lo sguardo ancora fisso dei suoi e con
la mia voce calma. “Ehm, è da molto tempo che ti osservo. Bhè in realtà
tu qualche settimana fa hai fatto sesso con mio fratello Mettiu e mi ha
raccontato cosa avete fatto quella sera allora quando ti ho vista ho notato in
te qualcosa di strano, speciale.”
Sembrava sincero. “E allora? Credi che adesso mi mettero con te? Illuso... e
poi non sei il mio tipo io sono bisex”. Conclusi rimettendomi la camicia.
“Non m’importa”, il suo sguardo si di me rimase serio. “Sei solo un ragazzino
che non ha mai fatto e se non vuoi essere mio stanotte puoi anche toglierti dai
piedi”, non so perchè ma provavo un pò di rimorso a trattarlo così male, avevo
paura che desse davvero retta alle mie minacce. “Io resto qui”, disse
prendendomi il braccio. “Cosa vuoi da me?”, gli domandai dolcemente. “Te”,
ammise senza troppo indugio. Mi ritolsi la camicia e mentre lo stavo per
baciare mi fermai guardando i suoi occhi.
“Lo sai che non intendevo questo”, il suo alito era buono. Inizia a piangere
sul suo petto e poi mi portò in una vecchia casa abbandonata ma ancora
bellisima dov’ereno vissuti i suoi bisnonni da giovani. “Perchè sei così buono
con me?”
“Tu sei... la mia anima gemella”, sospirò guardando il tramonto. “Come puoi
dirlo?”, era impossibile. “Quando ti ho guardata degli occhi per la prima volta
dentro di me è successa una cosa”, mi sembrava che fosse successo lo stesso a
me. “Come ti chiami?”
“Mason”, meson pensai. “Mi piace”, dissi uardandogli i lineamenti del viso.
Rise. “Quanti anni hai?”, gli domandai stranamente sorpresa. “Più di quanti tu
creda” , mhm... “Allora non voglio saperlo”.
Iniziammo a parlare di cose banali, come il colore preferito e altre
stupidaggine e poi.. “Hai mai pensato di morire?”, mi chiese sorridente. “Ehm,
dato che un giorno succederà perchè dovrei stabilirlo io?”, che strana domanda.
“Io sono morto”...
...
..
Cosa?
“In che senso?”, ero molto MOLTO confusa. “Nel senso che non sono vivo”. “Si
e... cosa sai allora?”, non ci credevo. “Io cosa ti sembro?”, lo guardai
attentamente e ricordai il bacio e il suo tocco. “Un.. vampiro?”, poteva
essere. “Non esattamente”, disse divertito. “Un mezzo vampiro?”, continuai a
supporre. “Non esattamente”, rise. “E cosa sei esattamente?”, non esattamente
ribadii nei miei pensieri le sue parole. Che voleva dire? Mhmm. “Uno spirito
vampiro”, che? “Cioè?”, non capivo se mi stava prendendo in giro o che altro.
Rise.
“Sono morto 302 anni fa, a Londra. Un pastore trovò il mio corpo lasciato
sanguinante nel bosco. Questo lo portò nella sua casa per fare degli
esperimenti illegali che erano proibiti perciò nessuno poteva sospettare di un
pastore. Costui trovò nel bosco una Dea che si chiamava Irina. Era la
protrettrice dei vampiri. Il pastore chiese alla Dea di riportarmi in vita per
dimostrare al mondo che aveva fatto una scorperta meravigliosa e quindi non si
sarebbe ritenuto più un pazzo lunatico. La Dea rifiutò e l’uomo buttò il mio
corpo nella parte più buoi del bosco. La Dea Irina, trovò in me una strana dote
e pensava che forse se mi avesse fatto
rivivere da vampiro avrei avuto un potere grandioso di cui lei si sarebbe
possessata, ma il suo potere non funzionava contro di me e non riuscì a farmi
vivere come vampiro. Irina chise aiuto alla Dea degli spiriti, Leah. Per
collaborare decisero che avrebbero diviso il potere ma quando mi trasformarono
divvenni uno spettro vampito che poteva diventare invisibile agli occhi di chi
volevo e potevo leggere nel pensiero. Le dee si misero daccordo per dividersi
le parti ma quando provarono a sottrarmi i poreri non ci riuscirono allora
vollero uccidermi. Il Dio Alistair il loro protettore, decise invece di
mandarmi una maledizione. Essa diceva che solo quando avrò trovato la mia anima
gemella ritornerò ad essere un essere umano e potrò vivere felice con la mia
amata. Se lei mi rifiuterà morirò con le peggiori torture create dal Dio Felix
e la Dea Jane.”
Wow... come
poteva essere vero ciò che mi stava dicendo. “Io.. io, non so cosa dire”. Si
avvicinò a me accarezzandomi la guancia con la sua mano che mi dava piacere e
poi mi disse: “Ti amo, è la verità. Voglio solo che tu sia felice. Se tu non mi
vuoi io lo accetterò però non posso permettere che tu soffra sarebbe peggio
delle torture di Jane e Felix”.
Conoscerlo mi fatto capire tante cose e da quel giorno andammo a vivere in quella casa isolata e lui tornò ad essere un umano, senza più nessun potere. Ci sposammo in una piccola chiesetta lontana dal nostro paese e poi tornammo della nostra dimora vivendo la soli ma felicemente innamorati. Fare sesso non era più la stessa cosa di prima. Ora io amavo l’uomo che mi accarezzava in quel modo e facemo l’amore con dolcezza ogni volta che ci andava. Dopo 17 anni avemmo una bambina di nome Renny e lei a 17 anni incontrò il suo vero amore Paul antenato dei licantropi.
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Ficcy ispirata dalla grandiosa saga Twilight *____* Spero vi sia piaciuta questa ficcy ^___^ Ditemi ciò che ne pensate *__* baciux :*