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Autore: Jessh    02/02/2010    2 recensioni
L’aria profumava ancora del suo dolce odore, della sua dolce anima. Potevo sentire ancora il suo respiro, ora regolare ora affannato, sul collo. La stanza era buia ma io mi sentivo a mio agio solo perché poco fa lui era stato qui, con me. I suoi baci, però, mi mancavano già terribilmente
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’aria profumava ancora del suo dolce odore, della sua dolce anima. Potevo sentire ancora
il suo respiro, ora regolare ora affannato, sul collo. La stanza era buia ma io mi sentivo a mio agio
solo perché poco fa lui era stato qui, con me. I suoi baci, però, mi mancavano già terribilmente


Ero seduta sulla solita poltrona della Sala Comune. Ero sola ma la situazione non mi
infastidiva affatto. Volevo rimanere sola,non volevo vedere nessuno. Qualcosa di caldo
iniziò ad accarezzare il m io collo. Le mani di Harry le avrei riconosciute ad occhi chiusi tra infinite.
Ormai le conoscevo molto bene. Appena sentii le sue labbra avvicinarsi alla
pelle del mio collo sussultai. Le labbra di Harry arrivarono fino alle mie dominandole con
piacere. Subito, però, le allontanai.
“Ci possono vedere”- dissi io alzandomi di scatto dalla poltrona rossa. Presi i miei libri.
“E allora?”-mi chiese lui guardandomi attraverso i suoi occhiali rotondi. Un ciuffo di capelli gli
scivolò dinanzi gli occhi e lo riportò al suo posto con un soffio. Intravidi la sua cicatrice.
“Allora non voglio”-sbottai io. Feci per andarmene ma la sua mano mi prese i fianchi. Sussultai
poiché un brivido percorse il mio stomaco.Mi faceva sempre questo effetto.
Sta volta, però, dovevo andare oltre ciò che provavo per Harry. Lui mi aveva fatto molto male e,ora,
non lo avrei più perdonato. Mi sciolsi dalla sua presa e mi indirizzai verso la camera.
“Ginny aspetta”- disse lui seguendomi-“Che cosa ti ho fatto?”-continuò correndomi dietro.
Non volevo nemmeno girarmi a guardarlo. Non osavo, avrei visto la faccia di un vigliacco
“Perché mi fai questa domanda?”-chiesi io indirizzandomi verso la finestra. Una lacrima mi
scese veloce dagli occhi. Mi sentivo tradita.
“Te lo chiedo perché non so cos’ho fatto”-Harry non si avvicinò a me ma rimase li dov’era.
“Dimmi Harry”- dissi io girandomi verso di lui. Appena vide il mio viso bagnato sgranò gli occhi
ma non si mosse da dove si trovava.-“dimm cos’hai fatto l’altra sera quando sei uscito con lei”-continuai
io con voce spezzata. Le mie lacrime scendevano furiose dai miei occhi.
“Con lei?”-mi chiese Harry
“Si Harry, con Pansy”-risposi
“Ginny io…”
“DIMMELO HARRY”-lo interruppi subito io
“Siamo andati ai Tre Manici Di Scopa e poi…”- abbassò la testa. Vigliacco.
“E POI?”-urlai io.Ormai avevo perso il senno e nessuno l’avrebbe più ritrovato
. “E poi l’ho accompagnata al castello e..l’ho baciata”-continuò lui. Non aveva il coraggio
di guardarmi negli occhi.
“Dimmelo guardandomi negli occhi”-M’indirizzai velocemente verso di lui. Gli presi con violenza
il viso tra le mani-. Ormai non riuscivo nemmeno più
a parlare.
"HO BACIATO PANSY PARKINSON"-urlò lui. Le mie mani scivolarono sul suo volto tastando
la sua morbida pelle per l’ultima volta. Indietreggiai fino a toccare il davanzale.
"ESCI DI QUI HARRY"- abbassai lo sguardo-"esci di qui, ti prego". Il ragazzo s’ indirizzò
verso la porta senza mai girarsi verso di me.
"Harry aspetta"-lo chiamai io. Alzai lo sguardo verso il suo viso, verso i suoi occhi azzurri
"tra noi è finita"-il suo sguardo mi scrutò per qualche secondo poi scomparì dietro l’angolo.



Ero li, seduta sotto quel davanzale illuminato dalla luna piena. Avevo la testa vuota, lo sguardo
era perso nella stanza. Avevo perso Harry e non per colpa mia. Non aveva nemmeno avuto
il coraggio di dirmi autonomamente la verità. Lo avevo perdonato troppe volte ma, ora, non riuscivo
più. Avevo perso l’unica persona a cui tenevo veramente, l’unica persona che amavo veramente.
Harry ti amo Questo era il pensiero che continuava a galleggiare nella mia testa. Da quanto
andava avanti la loro storia?
Dopotutto, però, il passato era passato e tale doveva rimanere. Dovevo andare avanti con la vita.
Dovevo continuare a stare con i miei amici, volevo dare il meglio di me a scuola e, di certo, Harry
non mi avrebbe ostacolata.
Con calma mi alzai dal freddo pavimento e m’indirizzai verso l’uscita. Nella sala comune trovai
Harry seduto nell’oscurità. Gli passai davanti senza degnarlo di uno sguardo e quando stavo per uscire
sentii un oggetto scagliarsi contro il muro. Il suo gesto, lo ammetto, mi spaventò ma non mi volevo girare.
Non volevo sapere come stava poiché, ero sicura, il mio umore non era lontanamente paragonabile al suo.
Improvvisamente il silenzio fra di noi venne interrotto dai suoi singhiozzi. Harry non piangere, ti prego. L’hai
voluto tu tutto ciò
. Mi faceva terribilmente male vederlo così. Tu mi hai fatto più male.
“Ginny”-improvvisamente mi bloccai.La sua voce mi piaceva tantissimo e l’idea di non sentire più le sue
dolci parole mi faceva impazzire. Mi voltai verso Harry guardandolo.
“Ginny, ti prego…”-singhiozzò lui. Non avevo mai visto Harry piangere-“Ti prego scusami”
Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui. Riuscii, non so come, a guardarlo negli occhi. Gli asciugai
le lacrime che, poco fa, erano state mie.
“No Harry”- dissi alzandomi-“mi dispiace mi hai fatto troppo male”.
Mi voltai e, prima che lui potesse vedere le mie lacrime, mi buttai tra i corridoi di Hogwarts.
  
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