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Autore: Mizar19    02/02/2010    12 recensioni
Un paese perbenista. Alcune famiglie. Due ragazze molto diverse, ma al contempo troppo simili. No, non è un "incontro-corteggiamento-passiamoaifatti-lietofine". Loro sono già felicemente assieme.
Inseriamo ora alcuni elementi di turbolenza: un trasloco repentino, sexy compagne di scuola, austere o lunatiche, incomprensioni e incomunicabilità.
Si verrebbe così a creare un mosaico di individui, ognuno con le sue ossessioni, i suoi desideri e le sue paure; un eterogeneo gruppo di ragazzi (e non solo) le cui vicende si legano e intrecciano attorno a quella di Maria Cristina, appassionata giocatrice di pallavolo, e Federica, poliedrica artista.
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La decima Musa'
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21.t.s.e.21 Apologia del XXI capitolo: chiedo umilmente perdono, fustigatemi, linciatemi, mettetemi alla gogna, quello che volete, è solo che ho avuto un periodo tremendo, nel quale riuscivo a malapena a studiare e non avevo nemmeno il tempo per riposarmi un po'. Ora le acque dovrebbero essersi calmate e riprenderò ad aggiornare più rapidamente!
Grazie a chi non è perito nell'attesa!

****

CAPITOLO XXI
GIOVANI DETECTIVE

Insomma, non era stato piacevole.
Un distacco commovente, umido, che sottintendeva un'angoscia dell'avvenire e del vuoto.
- Fede, ti chiamo appena atterro - le sussurrai all'orecchio, abbracciandola, mentre lei continuava a piangere silenziosamente.
Le baciai la fronte.
Basta lacrime, non ne potevo davvero più.
- Forza amore mio... ci rivediamo presto! -
Mi lanciai rapida un'occhiata attorno, poi la strinsi a me e la baciai.
Lei smise di piangere e ricambiò il mio bacio. L'ultimo per chissà quanto tempo. Ma ciò a cui proprio non riuscivo a rassegnarmi era lasciarla fra le grinfie di Ludovica: sapevo che lei non attendeva altro che la mia partenza per avere campo libero, sapevo benissimo che avrebbe attuato qualche stratagemma e avrebbe nuovamente ingannato Federica!
La sua insistenza nel voler vedere un lato buono in tutti era commovente ai limiti della stupidità, ma non riuscivo a farglielo entrare in testa. L'unico modo per farglielo capire era lasciarle sbattere il naso dentro. Ma non volevo proprio che il suo naso, o qualunque altra parte del suo corpo, entrasse in contatto con Lulù.
Federica passò anche fra le braccia di Giorgio e Davide, che le promisero di chiamarla non appena fossero atterrati. Poi tornò da me per un ultimo bacio.

- Mi mette agitazione - disse improvvisamente Giorgio.
Tutti e tre eravamo sprofondati in un dormiveglia tormentato.
- Cosa? Lara? - domandò Davide, preoccupato che la storia d'amore di Giorgio, fra l'altro non ancora nata, fosse già in crisi.
- No, Federica -
- Se è per questo, preoccupa anche me... - borbottai.
- Fossi al posto tuo, non dormirei la notte -
- Davide... i tuoi interventi non richiesti sono, appunto, non richiesti. Grazie per avermelo ricordato -, come se non fossi stata abbastanza angosciata di mio.
- Federica non si lascierà prendere in giro un'altra volta, mi fido di lei - asserì Giorgio.
- Beato te... -

- Mamma! -
Non mi aspettavo di vederla.
- Simone aveva da studiare, così sono passata io. Com'è andata? -, la abbracciai.
- Tutto bene -, con la mamma era meglio glissare su certi argomenti... silvestri.
- Venite, ragazzi - ci fece strada fino al parcheggio, dove caricammo le valigie nel bagagliaio.
- Qua tutto bene, qualche novità? - domandai prendendo posto nel sedile anteriore e allacciandomi la cintura.
- No... nulla... -, il suo tono era distaccato e assorto, non mi convinceva - Voi, invece, avete qualcosa da raccontarmi? -, il brusco cambio di argomento confermò i miei sospetti.
Non mi bastavano i drammi pastorali, ora ci si mettevano pure quelli casalinghi.
Un supplizio destinato a non finire mai.
Chissà cosa aveva combinato la mia tremenda sorella questa volta.

Dopo aver scaricato Giorgio e Davide, che si erano profusi entrambi in ringraziamenti per quel ridicolo favore, ci dirigemmo verso casa.
- Allora, mamma, cosa capita entro le mura domestiche? - domandai, osservandola attentamente per cogliere anche la più minima reazione.
- Niente che ti riguardi - rispose brusca.
Ammutolii e ritenni opportuno lasciar perdere il discorso.
L'avrei scoperto comunque, in un modo o nell'altro.
Appena rientrata in casa, mi attaccai allo studio, finendo furiosamente la mole di compiti lasciata a metà prima della partenza. Non potevo credere che domani sarei stata nuovamente rinchiusa in un'aula soffocante, costretta in quel banco minuscolo, con il foro per il calamaio!, tentando di incrociare le gambe sotto di esso senza rovesciarlo.
E soprattutto non avevo nessuna voglia di rivedere i miei compagni di classe.
Non siamo mai stati molto uniti, ci tolleriamo da quattro anni e spesso malcelatamente. Piccoli gruppetti che lottano contro altri gruppetti per la sopravvivenza.
La legge di Darwin applicata alla scuola pubblica. Altro che jungla.
E mentre sfogliavo svogliatamente il libro di letteratura, non potevo fare a meno di sentire e risentire la voce bassa e irritante di Ludovica, le sue bugie e le sue accuse velate.
Ora capivo perfettamente la gelosia di Federica, ma lei non aveva nulla da temere.
A me non piaceva Monica. No.
Assolutamente no.

*

14 dicembre 2009
Roma
13.22

Cara Maria Cristina,
qua la situazione è stazionaria, noiosa e deprimente. In classe, essendo che ormai il quadrimestre è verso la fine (e che manca una settimana alle vacanze di Natale!) c'è scompiglio e agitazione. A casa, essendo che mio padre è sempre incazzato, c'è ancora più putiferio e disordine.
Mattia vuole scappare di casa. Gli ho detto di piantarla di fare il cretino, ma è abbastanza deciso.
Non è che vuole scappare e andare a fare il barbone, ma tornerebbe su da voi. Spero che abbiate un posticino, in caso decidesse di andarsene.
E se lo fa sul serio, non dovrai attendere troppo la mia partenza immediata.
Non so se è l'aria natalizia, o se è semplicemente il freddo, ma qua tutti stanno dando di matto. Basta sbilanciarsi un po' più del solito e sei subito aggredito da chiunque.
A Roma sono tutti isterici. Ludovica più del solito, dovresti vedere come si comporta in classe!
Voglio tornare da te, porca miseria!
Non vedo l'ora che arrivino queste benedette vacanze, almeno ce ne torniamo a casa e possiamo stare insieme per due settimane intere...! Non vedo l'ora!
Sono agitatissima, ho già iniziato a preparare la valigia! Vero che staremo assieme tutto il tempo??
Ti mando un bacione enorme,
ti amo!

Federica

*

Nonostante mancasse solamente un giorno alle vacanze di Natale, l'atmosfera di casa nostra era tutt'altro che consona all'evento.
Erano tre giorni che mamma stava male e papà vagava per casa come uno spirito errabondo.
Inutile provare a chiedere delucidazioni, perchè loro due continuavano a dire che eravamo dei visionari.
Avevamo provato ad indagare, origliando e spiando, un comportamento vergognoso, ne sono perfettamente conscia, ma la situazione lo richiedeva assolutamente. Fatto sta che non abbiamo carpito nulla di utile, se non che la mamma e Lilith stavano organizzando una festa a sorpresa per Walter.
Puntualmente riferivo alla mia cara dolce metà della mela tutto ciò che scoprivo, anche se erano stupidaggini, ma non conoscendo la portata di ciò che stava accadendo, perchè di qualcosa doveva pur trattarsi, ogni infimo dettaglio poteva essere un tassello del puzzle.
Simone aveva persino preso in ostaggio Margherita, per scoprire se fosse lei la causa dello scompiglio, dato che non troppo tempo fa aveva scatenato un polverone tremendo in casa, mentendo sui voti e nascondendo insufficienze. Mamma e papà avevano litigato per giorni.
Questa volta, però, era innocente. L'aveva giurato.

*

- Quanti gradi ci sono? - rabbrividii, togliendomi la sciarpa e appendendola al gancio.
- Una decina sotto lo zero - borbottò Giorgio, anche lui rabbrividendo.
Anche in clase dovevano esserci una decina di gradi sotto lo zero, a giudicare da come la maggior parte dei miei compagni si sfregava la mani, con le braccia strette al corpo.
Il termosifone era sommerso da freddolosi, che vi si accalcavano attorno, e sopra.
- Lara? - domandai a Giorgio, notando che non era fra i presenti.
- Mi ha mandato un messaggio prima, arriverà un po' in ritardo a causa della neve -
- Perchè non vai tu a salvarla, o prode cavaliere? - lo schernì Davide, ricevendosi una meritata botta sul braccio.
In quel momento entrò Valentina, con i ricci neri completamente nascosti dal grande e lungo berretto di lana, una tremenda massa informe verde petrolio.
Al suo passaggio, Davide produsse uno starnuto, palesemente finto, che suonava tanto come "gongolo".
Lei lo fulminò con lo sguardo.
- Piccino, ancora a guardare le favolette? -
- A giudicare da come ti conci non sono io quelle che le guarda... e poi le favole hanno il loro fascino, ma tu non potresti mai capire -
Indispettita, si allontanò verso le sue care leccapidi.
- Effettivamente sembra uno dei sette nani -
- A me sembra di più Grimilde - borbottai, e loro scoppiarono a ridere.
Appena la campanella suonò, la professoressa di filosofia entrò di corsa, i capelli perennemente spettinati che le ondeggiavano lungo le spalle.
- E' sempre peggio - ridacchiò Davide, Giorgio lo zittì seccamente.

Dopo aver salutato Giorgio e Lara, che andavano a mangiare qualcosa assieme, mi diressi verso la fermata dell'autobus assieme a mio fratello. Davide si era subito dileguato per raggiungere Olivia all'uscita della sua scuola.
- Dobbiamo assolutamente scoprire che succede prima che arrivino Mattia, Fede e tutti gli altri - sentenziò Simone. Il suo fiato caldo si trasformava in sottili volute simili a fumo a contatto con l'aria gelida che sferzava il viso, neanche fossimo in Siberia.
- Secondo te mamma e papà vogliono separarsi? Li vedo un po' tesi... -, ero sinceramente preoccupata.
- No, assolutamente no. E' qualcos'altro... magari uno dei due ha problemi sul lavoro... oppure è successo qualcosa di molto grave che non ci vogliono dire -
- Tipo? -
Simone aveva questa splendida e apprezzatissima capacità di gettare le persone in uno stato di agitazione perenne nelle situazioni peggiori. La parola "rassicurare" non era compresa nel suo vocabolario.
- Magari una grave malattia -
Ora sì che mi sentivo meglio.

Quel pomeriggio realizzammo che, se mai avessimo aperto un'agenzia investigativa, saremmo falliti nel giro di poche ore. Eravamo davvero pessimi come detective.
Non solo non avevamo scoperto nulla, ma ci eravamo pure presi una sfuriata da papà, che quel giorno era a casa.
Afflitti a sconfitti ci rifugiammo nelle nostre stanze, decisi a dimenticare l'accaduto.
Fu allora che saltai in piedi esclamando: Eureka!
Per Eracle, avevo avuto un'illuminazione da trentamila volt e il mio spinterogeno girava che era una meraviglia.
Uscii quatta quatta dalla mia stanza, altrettanto silenziosamente ridiscesi le scale.
Come avevo fatto a non pensarci prima?!
Due sere fa mamma aveva chiuso un sacchetto dell'immondizia relativamente piccolo, destinato alla raccolta differenziata della carta. Ma il sacchetto era ancora in lavanderia, per altro dietro la porta.
Conoscendo mia madre era qualcosa di estremamente insolito: lei è una persona ordinata, precisa, non lascia mai nulla ad accumularsi, risolve ogni faccenda subito.
Avevo intravisto prima il sacchetto, mentre, con la coda bassa, mi avviavo mestamente in camera mia, e papà chiudeva la porta della lavanderia.
La porta dello studio di papà era chiusa. Bene.
E lui era al telefono. Ancora meglio.
Aprii lentamente la porta della lavanderia e mi ci intrufolai dentro. Poi richiusi la porta alle mie spalle.
Il sacchetto di carta era al suo posto. Mi chinai e lo aprii.
Mi tremavano le dita per l'agitazione.
Dentro c'era carta straccia. Solo ed escludivamente fogli di carta.
Li rovesciai tutti e tentai di ricomporli, ma non c'era nulla che mi presse utile: bollette, vecchi documenti di lavoro, fogli di brutta...
Diamine, possibile che mi fossi ingannata in questo modo?
Evidentemente sì.

Nonostante tutto non riuscivo a darmi pace. Magari mamma se ne era semplicemente dimenticata. Forse a causa del suo malessere.
Ma papà?
Non ci capivo più niente, eppure mi rodeva lo stomaco ignorare ciò che accadeva sotto il mio tetto a mia insaputa.
Mi coricai nuovamente sul letto, la testa affondata nel cuscino. Ero così stanca che mi addormentai.
Non so esattamente per quanto rimasi fra le braccia di Morfeo, e ricordo solo che sognai confusamente il volto di Fede, una Ludovica improvvisamente munita di artigli e mia madre che mi rimproverava per qualcosa.
Mi risvegliai di scatto con un gran mal di testa.
Barcollante raggiunsi il piano inferiore, fino alla lavanderia, dove c'era anche l'armadietto dei medicinali.
Iniziai a frugare fra le scatolette di medicinali, alla disperata ricerca di un'aspirina. E all'improvviso m'imbattei in qualcosa di inaspettato.
Una scatola rosa e bianca, nascosta dietro tutte le altre confezioni, impossibile da trovare senza mettere tutto a soqquadro, cosa che io avevo appena fatto.
Oh mio Dio.
Era un test di gravidanza.
Eppure Margherita aveva giurato di non esservi coinvolta!
Ma se non fosse Margherita... allora...
Aprii la confezione, dentro il test di gravidanza c'era ancora, ed era usato. Sul display c'erano due linee blu.
Non ci voleva una laurea ad honorem per capire cosa significasse.

****

L'angolo delle risposte:

harderbetterfasterstronger: grazie mille per i complimenti, cara! Monica  è sempre elegantissima, mentre Federica... ormai la conosci! Che ne dici di questo?
Nessie: sono felice che tu non riesca a fare a meno di recensire e spero che ti piacerà anche questo capitolo! Ciò che Ludovica ha detto a Fede è ancora da scoprire, ma ogni cosa a suo tempo... comunque, grazie mille per i complimenti, immagino che tu ormai sappia di quanti colori io sia diventata leggendolo! Ehi mammina, sta sera non posso andare a dormire presto perchè vado a giocare, non arrabbiarti :P
piccola peste: c'est l'amour! Monica è molto presa... più di quanto le sia mai capitato! Grazie per la recensione e... che ne dici dell'aggiornamento??
hacky87: già, meno male! Altrimenti sarebbe ancora lì invischiata... ma le sorprese ancora non sono finite, altrimenti che storia sarebbe? ;)  Monica non si può odiare troppo, come dici tu, per ora non ha fatto nulla... grazie che recensisci sempre i miei capitoli!!
the angelus: finalmente sono riuscita ad aggiornare! Grazie per quello che hai scritto, mi fa piacere sapere che quello che scrivo non sono totalmente baggianate e se la storia ti coinvolge... bè, ne sono davvero felice! Ammetto che adoro il personaggio di Monica, perchè fra tutte è la più strana e misteriosa.
pazzafuriosa92: lo so che non ti piace, ma tu sei una rompi :P e mangia prima di leggere quello che scrivo, altrimenti poi finisce che sbavi sulla tastiera e mandi tutto in cortocircuito! Sei una morta di fame!
Veive: no, non essere triste! Ovviamente la scena del gelato non è stata desunta da nulla di reale... no... certo che no! Cosa te lo fa pensare? *fischietta*
Apia: sono felice che tu l'abbia rivalutata. Monica, da sola, analizzata a sè con le sue riflessioni e le sue azioni, lontana da quell'aura che si crea quando abbassa le difese, risulta essere molto più umana. E Federica è una ragazza che dovrebbe perdere un po' di fiducia nel genere umano. Non preoccuparti, non hai ancora raggiunto il record, c'è di peggio! (ovviamente scherzo!)
Emmaps3: questo risotto è risultato gradito alla maggior parte di voi, bene, almeno so che come cuoca virtuale valgo qualcosa (in pratica diciamo che sono come Mari!). Per i momenti di gloria di Monica... vedrai...!
Kabubi: Davide è un personaggio-pagliaccio, serve ad alleggerire le atmosfere ed è liberamente ispirato ad una persona reale, quindi sono contenta che vi piaccia! No, con Poe sei andata troppo oltre! Ci sono riferimenti letterari sparsi qua e là, ma non nel nome di quel locale. Il nome viene da una bellissima immagine, appunto quella descritta, che avevo visto tempo fa.
reby94: grazie!

Prometto che aggiornerò con più solerzia! A presto (sul serio!),
Mizar
   
 
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