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Autore: Fabi_    03/02/2010    2 recensioni
Ormai sono passati otto mesi dalla battaglia con Sephiroth, Cloud è tornato con noi a Midgar, ma dopo una settimana se n’è andato, ed ora tutti lo aspettiamo.
Almeno io, io lo aspetto.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cloud Strife, Tifa Lockheart
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler! | Contesto: Advent Children
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Ciao^^,

Sto passando un periodaccio, scrivere d’amore mi  fa male, sigh… quindi meglio che io non commenti e vi lasci al capitolo, ringrazio tutti tutti e lettori e soprattutto chi commenta, se non fosse per voi non credo che sarei arrivata a questo punto della storia.

Grazie.

Tifa_heart: si, Cloud è diventato giardiniere! AHahah.

Arisa_14: Lo so, sono cattiva, anche stavolta sono stata cattiva.

 

Tifa’s PoV:

 

“Signori e signore benvenuti alla visita guidata alla città fantasma di Nibelheim:  Cominceremo la nostra visita dalla Shinra Mansion, è qui gentili ospiti che Sephiroth ha scoperto delle sue origini, purtroppo tutto è stato distrutto, quindi non ci è possibile risalire a quello che l’ha reso pazzo.”

Mentre la guida parla osservo tutti i turisti attenti a fotografare praticamente tutto. La nostalgia per tutti quelli che sono morti in questa città mi rende malinconica, visitiamo la grande villa interamente, comprendendo i sotterranei. Ricordo che da piccola spesso mi nascondevo qui. Nessuno aveva il coraggio di entrare quando i proprietari erano assenti, ma io avevo trovato un passaggio che dava in cucina, da lì scendevo spesso a visitare la biblioteca sotterranea. La prima volta era stato solo un gioco, poi tutti quei libri mi avevano incuriosita. Da quando Cloud era partito per diventare soldato mi era venuta un’ossessione per la materia, per gli effetti che dava alla gente. Quei libri mi avevano fatto capire molto.

Quando avevamo inseguito Sephiroth era qui che avevamo incontrato Vincent. Anche lui era distrutto dalla perdita della sua amata, anche lui si sentiva in colpa per non averla salvata. Lui era quello che probabilmente sarebbe diventato Cloud se non avesse fatto qualcosa per ricominciare a vivere.

Se non avessimo incontrato Vincent forse non sarebbe mai uscito dallo stato in cui era. Ogni persona ha bisogno di tempo per ritrovarsi, a me sta capitando adesso, io ho trovato la forza partendo e sto vivendo. Non sto più aspettando.

“Stanotte distruggiamo tutto? Così fanno un altro libro.”

Cid sicuramente mi ha vista pensierosa, e prontamente mi soccorre con una battuta, non proprio bella tra l’altro, ma è meglio che rida, altrimenti continua a parlare…

“Ah Ah… Cid, non provocarmi, sai che distruggerei tutto, ma tu hai Shera, devi pensare a lei e al bambino, no?”

“Giusto.” Incredibile, il grande Capitano arrossisce pensando alla sua compagna, cosa può fare l’amore…

“Ora usciremo da qui per dirigerci alla vecchia città di Nibelheim, visiteremo l’albergo e un paio di case. Se volete seguirmi.” Sorridendo ossessivamente la guida si avvia lungo il corridoio. Attende che tutti imbocchiamo la scala a chiocciola e chiude a chiave la porta. Ci avviamo all’uscita e noto che anche all’ingresso c’è un banchetto con souvenir.

“Tifa, guarda, è casa tua!”

“Vero!” Rimango sconcertata a fissare un modellino della mia casa perfettamente in scala, e leggo la descrizione.

Modello della casa della ragazza che suonava il pianoforte. Cosa? Ma che si sono inventati?!”

“Siete interessati all’acquisto?”

“No, grazie, la conosco già questa casa. È Ridicolo Cid!”

La commessa mi guarda come se fossi pazza e anche i turisti sembrano scossi, mi calmo.

Visitiamo l’albergo e poi come immaginavo ci dirigiamo a casa mia.

“Questa casa era abitata da una famiglia molto unita, a volte il pianoforte suona, ricordando a tutti la presenza della ragazza che abitava questa casa, che purtroppo è stata uccisa da Sephiroth in persona. Se saremo fortunati potremo sentire la sua presenza.”

“Io la sento, è quiii!”

“Ah Ah Ah…” Cid mi guarda fingendosi spaventato, Penso che la mia sia un’espressione di sorpresa e rabbia, quindi sarei un fantasma?

La cosa strana è che tutto è rimasto com’era, me n’ero stupita quando eravamo tornati qui trovandoci i cloni, ora lo trovo ancora più incredibile. La mia camera è come la ricordavo. Chissà se lo scomparto segreto è ancora lì?

“Questa è la camera della ragazza, come vedete il pianoforte è originale, si racconta che ci sia una melodia segreta, chi la conosce suonandola può scoprire un segreto.”

Non c’è più niente nella scatola, ho già preso i miei segreti quando sono tornata l’ultima volta, ma sarebbe proprio una bella scena sedermi e aprirla.

“Mi scusi? È possibile provare a suonare?”

“Si, a chi riesce ad aprire la scatola viene dato in dono un premio in denaro, che si accumula dal primo giorno di visite perché nessuno finora ci è riuscito, pensi che io ci ho provato quasi ogni giorno… Prego allora, mettetevi in fila.

Lascio passare avanti gli altri, incrocio il mio sguardo con Cid che se la ride, immaginando la faccia di tutti quando aprirò la scatola, o meglio, lo farò se nel frattempo tutto è rimasto uguale.

“Bene, mi dispiace che non ce l’abbia fatta, prego signorina.”

Sorridendo alla guida appoggio le mani sul piano, chiudo gli occhi e suono il motivetto infantile che avevo scelto assieme a mio padre come chiave per la mia scatola dei segreti. La scatola si apre rivelando una foto, la vecchia foto che ritrae me Zack e Sephiroth. L’aveva Cloud. Tutti sono a bocca aperta.

“Hai visto Cid? L’ha portata qui. L’ha restituita a me.” Le lacrime mi bagnano il volto e i flash dei turisti mi abbagliano.

“Hai vinto.” La guida mi porge un assegno, io le faccio cenno di darlo a Cid, i turisti bisbigliano intorno a me.

Mi alzo con la foto e tento di andare via.

“Si fermi signorina!”

“Cosa c’è adesso?”

“La foto è della casa, non sua.”

“Sbagliato, la foto è proprio mia, vede, questa sono io e la casa è la mia. Come vi siete permessi di usare la mia casa per questa farsa! Non sono morta, sono nata qui.”

“Capisco…” Incerta la guida mi chiede di aspettare, io decido di farle questo favore nonostante l’irritazione. Pensavo di riuscire a sopportare il museo ma era troppo per me.

Il direttore decide di lasciarmi andare con la foto e i soldi, nella speranza che io non parli e non chieda indietro la mia casa, così torniamo indietro.

“Peccato, poca azione.”

“Potevamo distruggere il museo.”

 

Al nostro arrivo troviamo la piccola che dorme con Shera.

“Cosa faccio?”

“Non svegliarla, lasciala qui visto che ormai dorme. Vai all’hotel e ci vediamo domani mattina.”

“Mmm… Ok! Sono stanca, è meglio così.”

“Ciao.”

 

 

“Buonasera!”

“Signorina Lockheart, bentornata.”

“È possibile cenare?”

“Certo. Adesso?”

“Preferirei tra mezz’ora, così prima mi cambio, sono stata via tutto il giorno e sento il bisogno di rilassarmi.”

“Va bene, preparo un tavolo.”

Dopo essermi lavata e cambiata scendo per la cena.

“Signorina, quasi dimenticavo, oggi è arrivato un uomo che ha chiesto di lei.”

Un tuffo al cuore.

“Un uomo? Com’era?”

“Si chiama Strife, Cloud.”

“Ha chiesto di me?” Tremo…

“Si”

“Dov’è adesso?”

“In camera.”

“Che camera?”

“La 7.”

Non fa neanche in tempo a finire che sono già di fronte alla porta, so che devo bussare subito, altrimenti perderei il coraggio.

Sento un rumore da dentro la stanza.

“Arrivo.”

È lui, la sua voce.

Apre la porta convinto di vedere un dipendente dell’albergo.

“Tifa.”

Non riesco a parlare.

“Mi dispiace.”

Non me la sento di abbracciarlo o di perdonarlo. È troppo presto, non so ancora perché è qui.

“Lo so. Hai tanto da spiegarmi caro Cloud.”

“Si, è vero. Ho fatto troppi errori.”

“Vieni a cena con me?”

“Si.”

 

   
 
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