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Autore: BeautifulMessInside    04/02/2010    6 recensioni
"Eden Spencer rapinava banche. E non solo. O almeno è quello che faceva prima di essere presa. Oggi collabora con l'FBI. Ma c'è stato un tempo in cui Eden era solo una ragazzina di buona famiglia, figlia di una ricca imprenditrice dell'Upper West Side di Manhattan... Poi un giorno si era innamorata. Della persona sbagliata. Che era anche la persona giusta." Per tutti gli altri Eden è morta quel giorno. Oggi, quasi cinque anni dopo, è costretta a tornare allo scoperto per aiutare l'FBI ad arrestare quelli che una volta erano i suoi amici. Tra verità, bugie e segreti nascosti... In un continuo conflitto tra amore ed odio... Al confine tra la redenzione e la dannazione... Eden scoprirà che non è così semplice spezzare un patto stretto col proprio diavolo personale. - trama, wallpaper e spiegazioni nel capitolo -
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo19

CAPITOLO 19


CHIUNQUE TU SIA”


And I lost who I am

And I can't understand

why my heart feels so broken

rejecting your love...

Who I am from the start

take me home to my heart

let me go and I will run...”

Shattered – Trading Yesterday




Dove diavolo eri finito?!!”


La furia di Blake riempì la stanza non appena Davis vi mise piede.


Sua sorella gli si scagliò contro pronta a scaricare tutta la tensione accumulata in quelle ore.


Davis schivò il suo arrivo restando in silenzio.


Ti rendi conto? Credevo ti avessero arrestato! Ho avuto paura che fossi morto o magari anche peggio!”


Cosa c'è di peggio Blake?”


Ribatté lui con una calma del tutto fuori luogo.


Lei strinse i pugni


Ci hai fatto rischiare tutti, lo sai? Nemmeno Leman vuole più aiutarci adesso e comunque...”


Blake rimase a bocca aperta spalancando gli occhi verso la porta.


Eden fece il suo silenzioso ingresso lanciandole una semplice occhiata.


Una parte di lei avrebbe voluto sfoggiare un bel sorriso sardonico, ma data la situazione, meglio evitare.


Nascosta dall'ombra di sua madre, Sophia rimase sulla soglia sbirciando l'assoluta novità con i suoi grandi occhi scuri.


Blake divenne bianca come un lenzuolo.


Riportò lentamente gli occhi su suo fratello e sulla sua totale mancanza di reazioni.


Gli scattò vicino trascinandolo il più lontano possibile.


Che cosa significa tutto questo!? Non solo continui a riprenderti quella strega, adesso ti sei messo anche a raccattare bambini?!”


E' la figlia di Eden.”


Rispose, lasciando ulteriori particolari ad un momento migliore.


Blake strabuzzò gli occhi.


Co.. Come?”


Balbettò guardando di nuovo Sophia.


La piccola sollevò lentamente la mano in un saluto.


Blake rabbrividì.


E' impossibile.”


Te lo spiego più tardi...”


Davis uscì dalla sua presa riavvicinandosi ad Eden e Sophia.


...Dove sono gli altri?”


Proprio come se avesse sentito il suo richiamo, André venne fuori dalla cucina con un'enorme ciotola di pop-corn.


Hey, ce l'avete fatta!”


Esordì biascicando con la bocca piena.


Il suo sorriso sparì due secondi più tardi.


Mandò giù con fatica puntando il dito verso la soglia.


Che... Che cos'è quella?”


Il suo indice puntò dritto verso Sophia.


Gli occhi della bambina si illuminarono.


Pop-corn!”


Esclamò venendo fuori dall'ombra di Eden per raggiungere André.


Lui indietreggiò vedendola venirgli incontro.


Di nuovo deglutì.


Avete.. Avete rapito una bambina?”


Eden non riuscì a trattenere un sorriso.


E' mia figlia.”


André guardò giù verso Sophia. Gli arrivava poco più su delle ginocchia, ma poteva facilmente riconoscere gli stessi occhi di Eden.


Pop-corn!”


Esclamò di nuovo lei allungando la mano.


Quel sorriso però non era il suo.


André mise la ciotola alla sua altezza e lasciò che ne prendesse una manciata.


Come ti chiami?”


Domandò la bambina.


André.”


Rispose ancora un po' intimorito.


Anche tu sei un amico della mamma?”


Credo di sì.”


Ribatté sollevando un sopracciglio.


Io sono Sophia Spencer.”


Precisò la bambina e lui non riuscì a fare altro che abbozzare un sorriso.


Davis si guardò intorno mentre quella scena accadeva poco più là.


Una bella casa in un quartiere residenziale. Aveva perfino il parquet ed il giardino.


Come avete trovato questo posto?”


Domandò riportando l'attenzione su di lui.


Blake inspirò profondamente approfittando del cambio di argomento per tranquillizzarsi.


Io volevo andare in un motel, ma André aveva bisogno delle sue comodità...”


Guardò l'amico in preda al sarcasmo


...Così ha convinto un'agente immobiliare del tutto idiota a farci usare questo posto per un po'. Non chiedetemi come.”


André sollevò l'angolo della bocca strofinandosi il pugno sul petto


Modestamente.”


Blake sfoggiò una smorfia disgustata.


Ma se pesava almeno cento chili!”


Non era così male! E poi devo ammettere che aveva delle doti nascoste..”


Davis sorrise per la prima volta dopo tanto.


Ci sono delle stanze anche per noi?”


Al piano di sopra.”


Davis guardò sua sorella sperando che avesse esaurito i bollenti spiriti


Ti dispiace accompagnarle?”


Chiese. Blake sollevò le sopracciglia mimando un “Come, prego?”, ma capì ben presto di dover seguire la sua richiesta.


Andiamo.”


Pronunciò tra i denti avviandosi verso le scale.


Eden lanciò un'ultima occhiata verso Davis, come se avesse improvvisamente paura di separarsi da lui. Scacciò via l'idea richiamando sua figlia.


Sophia sorrise guardando in su verso il viso del suo nuovo ed alto amico


Ciao André!”


Lui rispose goffamente al saluto ed attese di vederle sparire sulle scale.


Puoi farmi un riassunto per favore?”


Davis sembrò cambiare totalmente aspetto in un solo secondo. Tutta la calma apparente sparì e la stanchezza attaccò irrimediabilmente i suoi muscoli. Finalmente poteva rilassarsi. Finalmente poteva dirlo a qualcuno.


E' mia figlia.”


Sputò tutto d'un fiato.


André fece per parlare, ma rimase a bocca aperta. Non riuscì a proferire parola mentre il suo amico raggiungeva il divano crollando sfinito sui cuscini.


Davis buttò indietro la testa sbuffando verso il soffitto.


Non si sentiva affatto meglio.


Com'è possibile?”


Riuscì infine a domandare André.


Davis sollevò le spalle


Era già incinta quando noi...”


Non terminò la frase, ma del resto non era necessario. Era fin troppo facile tirare le somme.


Cavolo..”


André si grattò un sopracciglio ancora preda della sorpresa.


Inspirando raggiunse la più vicina fonte di alcool e versò un abbondante whisky doppio.


Tieni.”


Porse il bicchiere a Davis sedendosi accanto a lui.


Davis buttò giù un paio di sorsi mentre tutti e due guardavano in silenzio il nulla di fronte ai loro occhi.


E così sei diventato papà.”


Ribadì André tamburellando con le dita sulle sue stesse ginocchia.


Davis rispose con un semplice “Mm”.


L'altro sospirò ancora, probabilmente cercando qualcosa di giusto da dire. Le conversazioni intime non erano di certo il loro forte.


André cercò di sforzarsi. Conosceva bene Davis e in fin dei conti anche le parole di cui lui aveva bisogno.


Quindi adesso hai una famiglia.”


Davis sollevò una mano buttando giù altro whisky


Ti prego non dire quella parola.”


Rispose, forse senza accorgersi di aver citato proprio Eden.


Non è quello che volevi?”


Finalmente André gli rivolse lo sguardo.


Davis rispose sollevando un sopracciglio


Ti prego, non dirmi che stiamo per avere una conversazione a cuore aperto.”


André affilò lo sguardo


Credimi, non mi sono rammollito del tutto.”


Bene.”


Davis riportò lo sguardo avanti


Ma ci tengo comunque a precisare...”


Riprese André puntando l'indice verso l'amico


...che il fatto che io preferisca non parlarne, non vuol dire che non sappia perfettamente cosa mi succede intorno.”


Davis contrasse la mandibola in attesa.


André strinse uno dei cuscini


Hai la famiglia che volevi. Dovresti essere felice.”


Disse con tono sommesso quasi temesse la reazione di Davis.


Lui scosse la testa


Non è quello che volevo.”


Sì lo è.”


No invece.”


Sì.”


No.”


Perché diavolo l'hai sposata allora?”


Stavolta Davis non ribatté.


Sbuffò di nuovo guardando in su


Eden mi ha mentito...”


La solennità del suo tono svanì in una sorta di rassegnazione


...e mi odia.”


André sollevò appena le spalle


Crede che tu l'abbia lasciata a morire da sola.”


E' quello che ho fatto.”


Davis non riuscì ad ignorare la fitta allo stomaco.


L'altro scosse la testa


Sai che non è vero... Sono stato io a trascinarti via di peso. Se non l'avessi fatto saresti rimasto lì, ti saresti anche fatto arrestare.”


Di nuovo calò il silenzio. Ricordi e flash mischiati a colpa nella testa di entrambi.


Davis strinse il ponte del naso tra le dita.


Era abituato a tenere sotto controllo ogni emozione, ma stava diventando tutto troppo difficile.


Dal canto suo André cercava di ignorare la scomodità di quella situazione.


Era ora di fare l'amico.


A me non piacciono le persone. Questo lo sai, vero?”


Iniziò girando intorno alla meta del discorso.


Davis annuì in silenzio.


Quindi c'è una ragione se sono diventato tuo amico.”


Continuò gesticolando imbarazzato


Ed è che io ti ammiro.”


Stavolta Davis sollevò lo sguardo fissandolo quasi allibito.


André sollevò le mani in tutta risposta


Non fraintendermi, non è certo per il tuo sguardo da duro o perché hai sposato una donna con un gran fondoschiena...”


Davis si schiarì la voce.


Come non detto, scusa.”


André cercò di riprendere il filo del discorso.


Fece dondolare la mano davanti al proprio viso come se volesse sottolineare ciò che stava per dire.


Tu prendi sempre quello che vuoi.”


Finalmente riuscì a riassumere il concetto.


Da che ti conosco è sempre stato così. Se vuoi qualcosa tu vai e te la prendi. Non ti servono ragioni o giustificazioni, ti basta sapere che è qualcosa che vuoi.”


Davis abbassò lo sguardo. Non sentiva più di essere l'uomo che l'altro stava descrivendo. Ma avrebbe voluto esserlo ancora.


André tirò fuori una sigaretta per smorzare la tensione.


Ora lascia che te lo chieda...”


Iniziò ficcandosi la sigaretta tra le labbra.


La accese e sputò fuori il fumo.


Per la prima volta si rivolse direttamente a Davis


E' lei che vuoi?”


Lui inspirò il fumo che André aveva sputato fuori.


Si riempì i polmoni di quell'odore forte cercando di rallentare l'improvviso batticuore.


Non sarebbe riuscito a rispondere con le parole.


Non avrebbe saputo ammetterlo.


Rispose con un piccolissimo cenno della testa.


André soffiò fuori un'altra nuvola di fumo.


Allora va' di sopra e prenditela.”


Davis aggrottò le sopracciglia cercando di ribattere, ma dall'espressione di André era chiaro che non aveva più nulla da dire.


Si era sforzato fin troppo per dire quello che pensava.


Non gli aveva lasciato via d'uscita. Né le bugie di Eden, né i suoi segreti... E nemmeno il suo odio.


Davis Miller se ne sarebbe fregato. Avrebbe solo salito le scale e si sarebbe ripreso ciò che gli appartiene.


Sua moglie. La sua famiglia.




-----------




Eden si strinse nell'abito pulito tra le quattro mura della sua nuova stanza.


Non si sentiva a suo agio.


Quella appena passata era stata la cena a base di take-away più inquietante che avesse mai consumato.


Blake aveva fissato il piatto tutto il tempo, o almeno per i dieci minuti in cui era riuscita a rimanere seduta.


André aveva mangiato i suoi ravioli al vapore intrattenendo una bizzarra conversazione con Sophia su Hannah Montana.


E Davis l'aveva fissata tutto il tempo.


Con quegli occhi addosso non era riuscita a mandar giù più di un paio di bocconi.


E ancora aveva lo stomaco sottosopra.


Tutte le sue cene sarebbero state così d'ora in poi.


A meno che non avesse trovato un modo per cambiare le cose.


Tentò di sistemare i pochi vestiti sparsi sul letto.


Eden sospirò. Non le piaceva più stare da sola.


Sua figlia era rimasta al piano di sotto davanti alla tv.


Con lei André e Davis.


Di certo una buona madre non affida sua figlia a ladri ed assassini.


Eppure Sophia sembrava non avere alcun timore di loro.


Eden contemplò allora l'idea di tornare in salotto.


Il silenzio di quella stanza era ancora più insopportabile degli occhi di Davis e delle accuse di Blake.


Tutti i suoi pensieri urlavano e lei non aveva alcun modo per ignorarli.


Si passò le dita tra i capelli.


Con tutto quel rumore nella testa non riusciva nemmeno a pensare.


Quasi rimpiangeva la sensazione dei giorni passati.


Davis aveva preso il controllo della situazione ed aveva deciso per lei. E nonostante quel maledetto vortice di sentimenti contrastanti, si era sentita leggera. Protetta. Al sicuro quasi.


Adesso cosa avrebbe fatto invece?


Non poteva più scappare. E non poteva più tornare indietro.


Molto presto sarebbero arrivati anche Tyler e Payne e così la vecchia banda sarebbe stata al completo.


L'ultima fuga dagli Stati Uniti e poi?


Sarebbe riuscita a vivere un'intera vita sforzandosi di odiare Davis? O magari fingendo che il loro passato non esistesse?


Sarebbe riuscita a vivere con lui senza avvicinarsi mai troppo?


Eden non trattenne un lamento acuto prendendosi il viso tra le mani.


Non doveva dimenticare sua figlia.


Per quanto ancora avrebbe potuto negarle la presenza di suo padre?


Non per molto probabilmente.


Uscì dalla stanza spinta dall'esasperazione.


Meglio la tensione di dividere la stanza con Davis che quella solitudine assordante.


A metà della rampa di scale dovette però ricredersi.


Strinse il corrimano restando in silenzio a guardare quella scena.


Sophia era seduta al centro del divano, stretta tra Davis e André.


Dalla tv arrivava chiaro il chiacchiericcio tipico dei cartoni animati.


Una stupida musica allegra in sottofondo.


I suoi occhi erano puntati contro lo schermo.


E la sua testa poggiava tranquilla sul braccio di Davis.


Lui sembrava sorprendentemente essere altrettanto a suo agio.


Guardava quei cartoni come se fossero lo spettacolo più divertente del mondo.


Eden sentì il cuore spezzarlesi nel petto.


Ciò che sarebbe dovuto essere.


Per un istante le sembrò di essere piombata in una delle sue fantasie.


Milioni di volte aveva immaginato come sarebbe stato.


Se solo le cose non si fossero complicate fino a quel punto.


Davanti a lei prendeva vita la risposta.


Ogni cosa al proprio posto.


Ogni cosa tranne lei, incapace di lasciarsi il passato alle spalle ed andare avanti.


Se solo avesse messo da parte l'orgoglio per un attimo, se solo fosse stata meno egoista... Forse poteva farlo davvero.


Eden scese lentamente un altro gradino.


Era come se i suoi piedi pesassero di colpo una tonnellata.


La sua mano scivolava pesante sul legno lucido della balaustra.


La sua ombra si affacciava in salotto timorosa quanto lei.


Davis fu l'unico a cogliere la sua presenza tremolante.


Spostò rapidamente gli occhi dallo schermo alla sua figura.


Eden si bloccò.


Lui non disse niente, ma i suoi occhi parlavano da soli.


E le stavano chiedendo di scendere quei gradini.


Eden rimase immobile, terrorizzata dall'ennesima conferma di quanto fosse trasparente agli occhi di Davis.


Scendere avrebbe voluto dire arrendersi.


Anche a lui.


L'istinto di fuga prese il sopravvento sui suoi muscoli.


Eden voltò rapidamente direzione e corse indietro.


Appoggiata al letto tentò di calmarsi.


Aveva paura.


Non c'era altro modo per definirla. Paura.


Il rumore della maniglia la fece sobbalzare di nuovo.


Davis entrò in silenzio chiudendosi la porta alle spalle.


Stai bene?”


Domandò a bassa voce.


Eden scattò in piedi sistemandosi istintivamente il vestito.


Sì... Sì... Volevo solo controllare che fosse tutto a posto.”


Aggiunse tentando di giustificarsi.


Lo sguardo di Davis cambiò rapidamente di tono, mentre scorreva la sua sagoma, ancora vacillante.


Eden abbassò il viso.


Lui la guardò arrossire di imbarazzo o di timore e ne rimase stupito.


Come se il ghiaccio dei giorni passati avesse finalmente iniziato a sciogliersi.


Ed era sempre la donna più bella che avesse mai visto.


Dal primo giorno che l'aveva vista non aveva mai smesso di pensarlo.


Stupenda. Elegante. Intelligente. Del tutto fuori dalla sua portata.


Eppure era riuscito ad averla, proprio come aveva detto André.


Eden sentì quello sguardo intenso che le si scaldava addosso.


Che c'è?”


Domandò avvertendo i brividi lungo la schiena.


Era stata piuttosto dura con lui durante l'ultima conversazione.


Forse era arrivato il momento di essere ripagata con la stessa moneta.


Invece Davis si stampò in faccia un'espressione inattesa.


Sembrava sicuro di sé e di quello che stava per dire.


Strafottente quasi.


Le ciglia di Eden tremarono mentre un ricordo le affiorava alla mente.


Aveva visto Davis nelle peggiori condizioni. L'aveva distrutto pezzo per pezzo ed era rimasta a guardare mentre lui andava giù.


Arrabbiato. Deluso. Disperato.


Eppure era ancora quella l'espressione che più aveva effetto su di lei.


Era come avere di nuovo di fronte il ragazzo dell'ultimo anno di liceo. Quello che tutte le ragazze volevano, ma che solo lei aveva avuto.


C'ho pensato e non ti credo.”


Esordì.


Eden arricciò le labbra.


Che.. Che vuoi dire?”


In un secondo fu travolta dal terrore che si riferisse a Sophia.

Che non credesse più di essere suo padre. Che Blake fosse riuscita a convincerlo del contrario.


Tutto quello che hai detto l'altra sera. Al Motel. Io non ti credo.”


Eden scorse rapidamente la scena.


Aveva detto di non odiarlo. Aveva detto di essere diversa. Forse aveva detto anche altro.


Davis si mosse verso di lei


Hai detto che è tutto finito.”


Fece un altro passo


Che il passato non conta.”


E un altro ancora


Che ora sei un'altra persona.”


Eden mandò giù intravedendo il fine di quella conversazione.


Indietreggiò.


Mi ricordo cosa ho detto.”


Precisò decisa cercando un appoggio, ma quella stanza era tremendamente vuota.


Bene...”


Davis allargò le braccia


... allora dimmi chi sei adesso. Cosa sei diventata.”


Eden strinse i pugni.


Cercò rapidamente una risposta.


Sono una madre.


Sono un'infiltrata.


Una traditrice.


Sono una stupida.


Ecco... Una stupida.


Tutte cose che già sai.


Eden annaspò schiudendo le labbra per non dire nulla.


Lui sorrise sollevando un angolo della bocca.


Scosse piano la testa


E' proprio questo il punto Eden.”


Iniziò


Tu nemmeno non lo sai. E a me nemmeno interessa.”


Mentre parlava si avvicinò ancora un po'.


Eden rimase ferma sulle sue gambe.


Il respiro le si fermò in gola.


Chiuse gli occhi per qualche istante.


Cosa sarebbe successo se l'avesse lasciato avvicinarsi?


Sarebbe davvero stato così terribile?


Il sangue che scorreva veloce nelle sue vene era una chiara risposta.


Forse sarebbe bastato abbassare la guardia per cambiare le cose.


Lei non sarebbe stata più sola.


E così anche sua figlia.


Non avrebbe più dovuto scappare.


Né dall'FBI. Né dai suoi sentimenti.


Sentì Davis sfiorarle il viso.


Tremò mentre le sue dita le accarezzavano i capelli ed esitavano sulle sue labbra.


Il calore di quel tocco aveva il chiaro sapore della resa imminente.


Riaprì gli occhi in un ultimo stremante tentativo.


Lui era lì.


Vicino a lei.


Dove in fondo era sempre stato.


Io ti amo e basta. Chiunque tu sia.”


Gli occhi di Eden si spalancarono nei suoi.


Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata.


Non mosse un muscolo mentre lui stringeva la presa.


La bocca di Davis sfiorò la sua pelle.


Lentamente. Indugiando sulla linea della mandibola.


Eden trattenne il fiato mentre tutto il mondo intorno a lei spariva.


Voleva arrendersi.


Lo voleva disperatamente.


Sfidando le sue resistenze mosse piano la mano.


Ancora ad occhi chiusi accarezzò il viso di Davis con le dita, come se dovesse riappropriarsi dei suoi lineamenti.


Le erano mancati per così tanto che quasi li aveva dimenticati.


Lui le cinse la vita con un braccio stringendola a sé.


Avvicinò le labbra al suo orecchio sfiorandole il collo col respiro.


Sei mia moglie...”


Sussurrò marcando l'aggettivo possessivo.


...Ecco chi sei.”


Eden trattenne a stento la voglia di piangere.


Non si era resa conto di quanto fosse vero finché lui non l'aveva detto ad alta voce.


Sembrava l'unica definizione possibile.


L'unica che non suonasse nemmeno un po' sbagliata.


Davis si mosse ancora.


Le sue labbra continuarono a lambirle la pelle percorrendo a ritroso il loro percorso.


In quel momento Eden non desiderò far altro che dimenticare tutto.


Sprofondare in quell'abbraccio e smettere finalmente di pensare.


Cosa importa che fosse un ladro o un assassino?


Che le avesse mentito? O che l'avesse abbandonata?


Lei non era certo migliore.


E non lo amava di meno.


Strinse i denti in un ultimo unico istante di dolore, appena prima di sentire la bocca di Davis sulla sua.


Anch'io ti amo


Rispose alla pressione lasciandogli libero accesso.


Raggiunse il suo viso anche con l'altra mano ed approfondì il bacio.


Perfetto quanto il primo. Diverso da ogni altro.


Senza la supremazia della passione, poteva sentire il sapore dei sentimenti negati che tornavano alla luce.


Ti amo anch'io


Continuava a pensare senza la forza di dirlo.


Ma sapeva bene che non ce n'era bisogno. Non più.


Perdonami.”


Il respiro di Davis di mischiò al suo in quell'ultima richiesta.


Non l'aveva forse appena fatto?


Eden accennò un sorriso contro le sua labbra.


Tutto stava tornando a posto.



Quasi tutto.



Mamma! Mamma!”


La voce di Sophia arrivò dal piano di sotto prima che Eden riuscisse a dirlo ad alta voce.


Tornando bruscamente alla realtà si staccò da Davis.


Mamma!”


Eccola di nuovo.


Guardò lui per un secondo.


Tutti e due in immediato stato di allarme.


Senza pensarci un secondo di più Eden corse fuori dalla stanza e giù per le scale.


Sua figlia era ancora la cosa più importante di tutte.


Dopo l'ultimo gradino i suoi passi si pietrificarono all'istante.


Per fortuna Sophia stava bene.


Anzi, sul suo viso splendeva un sorriso smagliante.


Espressione opposta per l'uomo accanto a lei sulla porta.


Eden sgranò gli occhi sentendosi sbiancare.


Davis apparve dietro di lei aggrottando le sopracciglia.


Non conosceva lo sconosciuto che se ne stava sulla soglia tra le facce preoccupate di Tyler e Payne.


E' arrivato Daniel!!”


La voce squillante di Sophia riempì la stanza gelandosi all'istante.


Era l'unico volto felice tra tanti.


Eden credette di essere diventata di pietra.


Lo sguardo di Dair su di lei era così furioso che forse si era davvero trasformata in una statua di marmo.


Davis le passò accanto avvicinandosi al centro della stanza.


Tyler abbassò lo sguardo sfuggendo i suoi occhi.


Payne invece li teneva incollati sulla bambina.


Chi sei tu?”


Chiese allora rivolgendosi direttamente a Dair con tono deciso.


Non rispose.


Dair ricambiò il suo sguardo per un solo secondo prima di tornare a fissare Eden.


Lei riuscì a sentire chiaramente il rumore dell'illusione che si infrangeva davanti ai suoi occhi.


Come un vetro che va in mille pezzi.


Davis seguì la linea di fuoco tra sua moglie e l'estraneo.


Evidentemente per lei non era affatto uno sconosciuto.


Gli si parò davanti preso da una rabbia improvvisa


Chi sei tu?”


Chiese di nuovo scandendo le parole come lame perché fosse chiaro che non avrebbe accettato di nuovo il silenzio come risposta.


Dair affilò lo sguardo puntando gli occhi in quelli del suo nemico.


Si leccò le labbra prolungando oltremodo la provocazione.


Quasi sperava di poter passare direttamente alle mani saltando tutte le presentazioni.


Davis strinse i pugni.


Voleva una risposta.


Risposta che purtroppo o per fortuna non tardò ad arrivare.


Sophia si avvicinò tagliando la tensione tra i due con la sua ingenuità.


Guardò Davis sfoggiando un nuovo sorriso inopportuno



Lui è Daniel. Il fidanzato di mamma!”



*******



Lasciatemi dire che sono mortificata!! Ci ho messo una vita e mi dispiace!! Purtroppo sono rimasta 2 settimane senza internet per problemi tecnici e nel frattempo sono stata risucchiata nella vita reale!! Attualmente ho 3 esami da preparare e tra libri e tesine tutto il mese sarà un inferno!! :((


Avevo già scritto questo capitolo, ma rileggendolo non mi convinceva più, quindi ho deciso di cambiare alcune parti.. Avrò fatto bene?? Spero che possiate dirmelo voi e che mi perdoniate per il lungo ritardo!!


Di nuovo mille volte scusa, scusa, scusa!!!


Ringrazio Mividam, Supreme, Meredith91 e Cinzia818, tutti voi che avete aspettato e tutti quelli che si sono avvicinati alla mia storia in questo periodo di stasi!! Purtroppo l'università mi toglie la vita, ma ciò non significa che smetterò di scrivere! Spero solo che possiate avere pazienza!!


PS. Una scusa particolare va a Mividam, a Lotiel (se mai leggerai) e a Meredith91... So che avete aggiornato le vostre storie e che non ho ancora recensito, ma cercherò di farlo il più presto possibile!!










































































  
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