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Autore: Erin    04/02/2010    20 recensioni
<< Rose Weasley >> sentii finalmente chiamare e sobbalzai, benché me lo aspettassi. Salii i tre gradini lentamente, sorrisi alla preside, che chinò appena il capo in segno di saluto, e alla professoressa DeLance che mi fece sedere sullo sgabello. Chiusi gli occhi, perché non volevo vedere gli occhi di Albus e James fissi su di me. << Che mente brillante...si, proprio come tua madre! La timidezza è il tuo unico scoglio e forse caratterialmente l’unica cosa che hai preso da tuo padre. Ma il fervore e la tempra mi sono molto familiari. Potrei smistarti a Corvonero per l’intelletto o a Grifondoro per la tempra...ma io credo che ci sia una casa più adatta per te. Serpeverde! >>
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Edera

Edera

šsšts

Due anni dopo

šsšts

 

 

 

Quella mattina mi svegliai presto. Mi stiracchiai, tendendo le braccia verso il soffitto. Dalla finestra della mia camera potevo vedere papà impegnato a potare i cespugli di rose attorno alla nostra villetta. Era proprio una bella giornata.

Uscii dalle coperte e andai in bagno a farmi una doccia. Rimasi più del dovuto sotto il getto d’acqua calda, poi uscii. Mi pettinai poi i capelli, lunghi fino i fianchi, che subito iniziarono ad attorcigliarsi salendo verso l’alto, raggiungendo la vita, tornando ad essere boccoli rossi ben definiti. Non li asciugai con il magiphon, perché erano i primi giorni di settembre e faceva ancora caldo.

Scesi al piano di sotto a fare colazione. Hugo stava ancora dormendo e papà stava ancora fuori a dedicarsi alle sue piante. Mamma stava ai fornelli a tagliuzzare qualcosa.

<< Buongiorno >> salutai, avvicinandomi a lei.

<< Ah, ciao Rosie >> fece lei con una voce tintinnante, passandosi il dorso della mano sugli occhi.

<< Mamma, ma piangi? >> mi sorpresi, cercando di guardarla in viso.

<< No, macché! Sono le cipolle >> fece, girandosi a sorridermi. Si, sembrava tutto a posto.

Presi una tazza, il latte e i cereali e mi misi a fare colazione seduta al tavolo. Mamma fece altre cose, impegnata a cucinare per il pranzo. Domani, lunedì, era cinque settembre. Sarei tornata ad Hogwarts per il mio settimo anno. E tra cinque giorni avrei anche compiuto diciassette anni. Come passava il tempo...

<< Tesoro, hai sentito cos’è successo? >> fece d’un tratto mamma.

Alzai gli occhi dalla tazza, scuotendo la testa. << Cosa? >>

<< Il padre di Scorpius si è ammalato gravemente. Non te l’ha detto lui? >>

Il cucchiaio traballò dalla tazza, sollevando del latte che schizzò sul tavolo. Asciugai velocemente.

<< Mamma, lo sai che io e Scorpius non ci parliamo da due anni... >>

<< Ma si, certo che lo so! Ma mi sembra una cosa abbastanza grave, non credi? >> mi sgridò.

<< Certo... certo che è una cosa grave >> sussurrai, con gli occhi un po’ persi sui cereali che galleggiavano nella tazza.

<< E in più, il signor Malfoy deve essere malato da tempo. Dice che ha cambiato moltissimi medimaghi, ma nessuno ha trovato una cura... >>

<< Ma tu come l’hai saputo? Mica è uscito sui giornali? >>

<< No, hanno voluto tenere tutto segreto. Mica potevano sbandierare ai quattro venti che uno degli uomini più potenti del mondo magico è a letto da tempo e che forse ci lascerà presto? Sai quanti vorrebbero mettere le mani su quel patrimonio? >>

Rimasi a riflettere più del dovuto, pensando a ciò che mi aveva detto la mamma. Poi, feci scattare la testa verso l’alto.

<< E quindi tu come l’hai saputo? >>

<< Ah si, giusto. Beh, il padre di Scorpius mi ha mandato una lettera lui stesso. Dice che ha fiducia nella mia fama di medimaga e poi, conoscendo la nominata che avevo ad Hogwarts, di secchiona.. >> sorrise, continuando a tagliare delle carote. << Vuole che provi io ad occuparmi della sua malattia. Credo sia davvero disperato... >>

D’un tratto mi vennero le lacrime agli occhi pensando a Scorpius. Le repressi subito, come avevo fatto in quegli ultimi due anni.

Mi alzai dalla sedia, andai verso mamma e le poggiai una mano sulla spalla.

<< E pensare che avevi dei rapporti orribili con Draco Malfoy alla nostra età. La cosa che farai ti fa onore >> le dissi e lei mi sorrise, distogliendo però presto lo sguardo.

Mi disse di prepararmi le cose per l’indomani, così che fossi stata pronta a tornare ad Hogwarts.

 

šsšts

 

Ricominciare. Sempre. Ogni anno. Prima era diverso. Prima era stato diverso. Fino al quinto anno avevo ricominciato insieme a qualcuno. Lui. Adesso ricominciavo sempre da sola. Dopo le vacanze di natale o estive non c’era mai nessuno ad aspettarmi.

<< Ehi, Rosie! >>

Beh, nessuno all’infuori della mia famiglia. Hugo mi strattonò la manica della maglia e mi trascinò con lui verso Albus e Lily che erano appena arrivati al binario nove e tre quarti.

<< Ciao! >>

<< Che bello, non vedo l’ora di ricominciare! >>

<< Quest’anno voglio fare anche io il provino per la squadra di Quidditch. Mamma era bravissima ai suoi tempi... >>

<< Si zia Ginny se la cavava, ma zio Harry era più bravo. E Albus ha preso da lui! >>

<< Ehi, non fate i maschilisti! >>

<< Ahah, Lily non te la prendere!! >>

Sentirli parlare così animatamente era sempre bello. Peccato che io non riuscissi a sentirmi completamente felice, mai del tutto. C’era qualcosa che mancava nella mia vita, inutile negarlo. Si, loro erano la mia famiglia ma io volevo lui.

Come se i miei pensieri potessero influenzare il mondo esterno, d’un tratto Scorpius Hyperion Malfoy comparve.

Stava con due amici, parlava, rideva. Ma non rideva come rideva quando stavamo insieme. Era parecchio diverso. Era parecchio bello. Avevi quegli occhi grigi così freddi e sensuali, aveva imparato a giocare con il suo corpo statuario. Era diventato affascinante, sfacciato, calcolatore e presuntuoso. Era diventato l’idolo di tutta Hogwarts, femminile prima ancora che maschile, e il suo nome era sempre sulla bocca di tutti. Ma nessuno riusciva mai ad averlo a quanto si diceva in giro. Era bello quanto sfuggente e questo dannava ancora di più i cuori delle povere ragazza che quando passava si sentivano di svenire. Era ricco, intelligente, bravo a Quidditch.

Sembrava perfetto.

Ma erano ormai due anni che io lo guardavo con occhi diversi. Lo guardavo da lontano, senza che lui se ne accorgesse. Io lo conoscevo come nessun altro mai aveva conosciuto qualcuno. E sapevo, ancora prima che mia madre me lo dicesse, che c’era qualcosa che non andava. La sua era soltanto una maschera.

<< Andiamo, su! >> fece Hugo e mi trascinò ancora, questa volta sul treno diretto ad Castello di Hogwarts.

Loro mi precedettero e trovarono posto in uno scompartimento. Mio fratello cacciò fuori la testa, facendomi segno di andare lì e poi si rificcò dentro.

Mi aggiustai il maglione con le ciliegie. Mi trascinai il baule per lo stretto corridoio che fiancheggiava gli scompartimenti, fermandomi di tanto in tanto per far entrare qualcuno negli abitacoli che superavo. Come sempre, era pieno zeppo quel treno e i vagoni impraticabili. Ma mi sarebbe mancato, come tutto di Hogwarts, perché quello era l’ultimo anno per me.

Persa nei miei pensieri, non me ne accorsi. Non mi accorsi – mentre evitavo la gamba di una ragazzina e la palla volante di un giovane mago – di chi stava venendo verso di me dal lato opposto.

Fu un attimo.

La ragazzina si spostò, cadendo dentro uno scompartimento e il ragazzo con la palla mi spinse con il suo peso, così finii in avanti.

Non riuscii a capacitarmi bene di come avevo fatto a finire addosso a Scorpius Malfoy. Guardare di nuovo così da vicino i suoi occhi grigi e sentire l’odore della sua pelle fu un colpo basso. Sembrò durare tutto per un tempo lunghissimo. I miei respiri sembravano essere emessi a rallentatore e strinsi lentamente le dita sulla sua camicia chiara, prima che il suo battito di ciglia fece rimettere tutto in moto.

Sentii i suoi amici iniziare a fare stupide battutine – forse non mi avevano riconosciuto, perché tutto sapevano di Scorpius Malfoy e Rose Weasley.

Mi alzai, biascicando un scusami senza guardarlo negli occhi e mi sistemai un po’ i vestiti. Afferrai il baule e lo aggirai, continuando a camminare una volta che l’ebbi sorpassato.

I suoi occhi grigi mi avevano seguito per tutti i cinquanta secondi che erano trascorsi. Mi ficcai nel primo scompartimento vuoto che trovai e chiusi la porta. Mi andai a sedere, mi portai le ginocchia al petto e mi cullai, oscillando avanti e dietro, cercando di non piangere.

 

Rimasi lì anche quando smisi di piangere, perché non mi andava di stare in mezzo agli altri. Quei due anni erano stati difficili per me, ma non impossibili. Mi ero buttata a capofitto nello studio e quando potevo andarmene dal castello lo facevo. Passavo il tempo tra dormitorio e aule passando raramente per la Biblioteca. Nessuno mi vedeva in giro e la mia filosofia di vita era diventata: tieni gli occhi bassi e curati solo di te stessa.

Rimasi appollaiata con le gambe al petto a guardare fuori dal finestrino, non curandomi del fatto che avessi la gonna della divisa sollevata.

D’un tratto, la porta del mio scompartimento slittò.  Mi voltai nel momento in cui, con un passo, Scorpius entrò nell’abitacolo. Si richiuse la porta alle spalle, senza staccarmi gli occhi di dosso. E nemmeno io riuscivo a distogliere lo sguardo. C’era una luce tiepida nello scompartimento, mentre il treno continuava a scorrere sulle rotaie con un ritmo cadenzato.

Cosa ci faceva lui, qui, da me? Dopo due anni in cui ci eravamo completamente ignorati, ora si era presentato davanti a me. Mi sentivo il cuore battere all’impazzata e non sapevo cosa dire. Ma non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.

<< So che hai saputo di mio padre. Gradirei che non spargessi la voce tra Albus e gli altri.>>

Diretto, freddo. Glaciale.

<< C-certo. Non avevo intenzione di dirlo a nessuno >> dissi con voce flebile.

<< Bene >> fece, si voltò e afferrò la maniglia della porta. La fece scorrere, finché non scomparve nel muro. Poi uscì e se la richiuse di nuovo alle spalle.

Mi portai le dita alle labbra, mordendo nervosamente un polpastrello e tornando a guardare fuori dalla finestra.

 

šsšts

 

Non avrei mai pensato, da due anni a quella parte, che il giorno del mio compleanno mi sarei dovuta recare al maniero dei Malfoy. Mamma aveva fatto si che mi dessero un permesso speciale per lasciare il castello ad anno cominciato, perché voleva che l’accompagnassi. Non sapevo bene il motivo, ma praticamente mi costrinse.

Solo dopo venni a sapere che il nove settembre ci sarebbe stato anche lui a casa. Dovevo aspettarmelo forse. Anche Scorpius aveva preso un permesso per andare a trovare il padre e sentire cosa avesse da dire su di lui mia madre.

Quando lo seppi, però, ero già dentro alla loro villa. Guardavo Scorpius che stava in cima alla scalinata centrale del salone. I suoi occhi grigi sembrarono fulminarmi.

<< Signora Weasley, prego, da questa parte >> fece un maggiordomo li accanto, che prese i nostri soprabiti e ci indicò la strada. Un secondo maggiordomo ci precedette per guidarci fino alla camera del signor Malfoy. Intanto, Scorpius stava poco dietro di noi.

Passammo qualche corridoio, qualche salone privo di calore umano, finché non giungemmo davanti una porta in legno verde scuro tutta lavorata.

Il maggiordomo fece un mezzo inchino e si dileguò, aprendo la porta a mia madre. Io rimasi nella sua ombra. Vidi appena un uomo disteso in un letto: sulla quarantina, i capelli chiari come gli occhi, che somigliava molto a Scorpius. Poi mamma si voltò e mi disse “ ci vediamo dopo” e si richiuse la porta alle spalle.

Rimasi nel buio del corridoio. Ero stata incastrata. Non osai voltarmi e così rimasi immobile. Attesi qualche secondo, ma poi decisi che era giusto farlo.

Mi voltai, dischiudendo la bocca per parlare, ma non vidi nessuno. Se n’era andato?

 

Cercai di ricordarmi la strada ma quella casa era così grande e buia che avrei potuto perdermi tranquillamente. Camminavo piano e mi guardavo intorno, ma presto capii che non sapevo dove mi trovavo.

<< Ehi >>

La sua voce mi fece sussultare, così mi girai con una mano sul cuore. Scorpius era poco distante da me, appoggiato allo stipite di una porta.

<< Stai girando in tondo... >> aggiunse.

Mi tolsi la mano dal cuore, che però non smise di battere. In un attimo, la sua mano fu sul mio polso e venni letteralmente trascinata da lui.

<< Ch-che fai? >> farfugliai, stordita da quel gesto.

<< Rosie, zitta e seguimi. C’è una cosa che devi vedere >> mi zittì.

Mi aveva chiamata Rosie. Mi sentivo così leggera dopo tanto tempo. Cos’era successo? Cos’era cambiato?

Mi lasciai condurre da lui, finché non arrivammo davanti ad una porta socchiusa. Scorpius mi prese per le spalle e mi accostò allo spiraglio. Voleva che vedessi dentro?

<< Su, guarda... e ascolta >> fece, così obbedii.

Nella stanza c’erano mia madre e il signor Malfoy. Era un’altra porta quella, perché li vedevo da un’angolazione diversa da quella di prima. Tipo una porta secondaria di quella grande camera da letto, che qualcuno aveva lasciato socchiusa per sbaglio.

Osservai. E ascoltai.

 

<< Non sei cambiata per niente, Hermione >>

 

Vidi mia madre arrossire, distogliendo lo sguardo e prendendo dei medicinali.

 

<< Certo che sono cambiata... >>

<< No. Sei bella e giovane come quando stavamo insieme >>

<< Insieme... ne è passato di tempo ormai. Sono sposata e ho due figli >>

 

Il signor Malfoy si mise meglio a sedere, continuando a seguire i movimenti di mia madre con lo sguardo.

 

<< E’ con chi sei sposata che non va bene in questa storia >>

 

Mia madre scosse la testa, senza guardarlo.

 

<< Non parliamone, ti prego >>

<< Avresti dovuto essere mia moglie >>

<< Draco, ti supplico... >>

<< ... ma ai nostri tempi non si poteva stare insieme, eh? >>

<< Erano altri tempi, si >>

<< E così hai scelto Peldicarota >>

 

Mia madre si voltò, arrabbiata.

 

<< Sei tu che hai scelto la Greengrass! Non ti sei battuto per me! >>

 

Poi sembrò rimangiarsi le parole, si voltò e continuò con il suo lavoro. Il signor Malfoy rimase a guardare dritto davanti a sé. Mia madre tornò da lui e gli passò un attrezzo sulla gabbia toracica. Fu un attimo. Il padre di Scorpius l’attirò a sé, circondandole il corpo con le braccia e ficcando la testa tra i suoi capelli. Mi sembrava di vedere me e Scorpius.

 

<< La-lasciami Draco... >>

<< Ti ho continuato ad amare, in silenzio, per tutto questo tempo... >>

<< Io non distruggerò la mia famiglia. Io tengo a loro >>

<< Hermione, non ti chiedo niente. Neanche io vorrei mai distruggere la mia. Ormai siamo adulti e il tempo per agire è passato. Vorrei solo stare così, qualche minuto... >>

 

Mia madre pianse.

 

<< Hai una moglie bellissima, che sembra una ventenne. Cosa mai ci troverai ancora in me... >>

<< Amo di più le tue rughe, Filinna, che lo splendore della giovinezza. Mi piace di sentire nella mano il tuo seno che piega giù pesante, le sue punte, più del seno diritto d'una ragazza. Il tuo autunno è migliore della sua primavera ed il tuo inverno è più caldo della sua estate >>*

 

Recitò il signor Malfoy e io lentamente mi ritrassi. Feci qualche passo indietro e finii addosso a Scorpius.

Feci per scansarmi, ma lui mi trattenne per le spalle e allungò le mani a circondarmele. Poi poggiò il mento sopra la mia testa, pigramente.

Restammo un po’ in silenzio, fermi. Sentii i suoi respiri nei miei capelli. Mi sembrava di vivere una situazione irreale e che di lì a poco mi sarei svegliata. Ma non era un sogno.

 

šsšts

 

<< Te lo saresti aspettato? >> ruppi il silenzio, giocherellando con il copriletto.

Scorpius si scostò della colonna del baldacchino, venendo a sedersi sul materasso poco distante da me. La sua camera era rimasta la stessa di quella volta.

<< No >> ammise, lasciandosi cadere all’indietro e sdraiandosi sul letto. Com’era grande. Sembrava un giovane uomo maturo e io mi ero persa ben due anni del suo percorso per arrivarci.

<< Non lo diciamo a nessuno.. >>

<< Mi sembra ovvio >> mi interruppe lui. Guardava verso il soffitto e non me.

Lisciai le dita sul materasso foderato da quella stoffa verde pregiata.

<< Era destino, allora, che noi ci innamorassimo.. >> buttai lì, pentendomi subito di ciò che avevo detto.

Lo vidi voltarsi appena per guardarmi negli occhi. Mi fissò fin dentro l’anima e io cercai di reggere lo sguardo.

<< Io non ti amo >> disse poi.

Strinsi il lembo del copriletto, mentre qualcosa mi si rompeva all’altezza del seno. Cosa avrei risposto? Nemmeno io. Ho parlato al passato. Si avrei detto così.

Strinsi ancora più forte il lembo del copriletto. Lui, intanto, aveva distolto lo sguardo.

<< Io invece ti amo ancora >> mormorai. << Ti ho continuato ad amare, in silenzio, per tutto questo tempo... >> ripetei le parole del signor Malfoy.

Scorpius si voltò e si alzò a sedere. Mi guardò con occhi diversi.

<< Tu non sai cos’è l’amore... >>

<< Certo che lo so! >> sbottai.

<< E tu avresti provato amore nei miei confronti quando hai baciato un altro?! >> urlò.

Le sue parole mi arrivarono come lame taglienti sul viso.

<< Ero ubriaca e disperata... pensavo fossi tu, dannazione! >>

Scorpius mi guardò per un secondo, poi si voltò e scese dal letto.

<< Non voglio ascoltarti... >>

<< Invece devi! >> esclamai. Scesi dal letto e lo raggiunsi, parandomi davanti a lui.

<< Io quella sera in camera tua volevo solo renderti felice! Ho sbagliato, certo, ma ero sciocca e ingenua e non conoscevo niente e avevo paura che tu non mi desiderassi più e che volessi farlo e che se io ti continuavo a dire di no tu... >> mi bloccai, sollevando di nuovo lo sguardo verso il suo. Ormai piangevo. << Diamine, tu, piuttosto! Non mi hai parlato più da quella sera! Hai esagerato! >>

Scorpius sembrava scosso e provato. << Ho passato un momento difficile... >> mormorò.

<< Che diamine di momento difficile?! >> urlai.

<< Avevo scoperto la malattia di mio padre >> disse flebilmente. << Mi sono chiuso in me stesso. Non so cosa mi successe... ma quella sera del party volevo dirtelo... però poi ti ho visto con un altro e io... sono andato fuori di testa >> continuò vacillando.

Lo guardai con la gola che mi bruciava e le guance umide. Rimasi per un attimo a guardare la sua espressione smarrita, prima che si nascondesse il viso con le mani.

<< Che idiota che sono stato... >> disse con le labbra premute contro le mani. Lo sentii appena. Lo sentii quel poco che bastava per comprendere quanto stesse soffrendo.

Gli tolsi le mani dal viso e vidi i suoi occhi grigi umidi.

<< Scusami se sono stata così cieca... non avevo capito niente di quello che avevi... >>

<< No Rosie, scusami tu... scusami se sono stato così superficiale e orgoglioso e non sono venuto da te... >>

Le sue mani mi afferrarono i lati del viso e Scorpius scese a baciarmi.

<< Ti amo... >>

Il bacio fu leggero, romantico.

<< ti amo >>

Il bacio fu umido e salato. Fu dolce.

Ma qualcosa che entrambi non avevamo previsto accadde. Forse che non avevamo più quindici anni.

Le mani di Scorpius scivolarono sui miei fianchi e infilò le dita sotto la mia maglietta, scendendo a baciarmi il collo.

Io mi sentivo esplodere. Di una voglia bruciante pazzesca. Mi sentivo adrenalina e elettricità.

Per la prima volta, ero cosciente di voler fare l’amore con lui.

 

 

šsšts

 

 

 

 

Scusate l’immenso ritardo ^^’, spero mi perdoniate! Tra poco ho un esame e sono parecchio impegnata. Spero che il cap vi sia piaciuto. Adesso vado a dormire, che sono distrutta. Vi farò aspettare poco la prossima volta^^

 

Baci,

Erin.

 

Ps. Il brano recitato da Draco era “Canto a Filinna” di Paolo Silenziario.

 

 

 

 

 

 

  
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