Salve a
tutti! Ringrazio chi ha letto il primo capitolo della mia fanfic, e in
particolare SuperC18 per avermi lasciato una recensione, e Ansem6 per
avermi
messa tra i preferiti !
Sono felice che la fanfic vi abbia incuriositi. Prendo spunto dal
commento di
SuperC18 per chiedervi di non badare troppo ai "suffissi" nei nomi.
La verità è che io non mi muovo bene con queste
regole giapponesi di chiamarsi
col "Kun, Sama, Chan..."
Quindi preferisco, onde evitare di creare pasticci, di usare
l'italiano. Il
massimo che leggerete sarà "signor, signorina, piccolo
Byakuya..."
Spero riuscirete a chiudere un'occhio, grazie^^
Ah, per quanto riguarda Renji, sempre rispondendo a SuperC18, ricordavo
che si
chiamassero per nome. Provvederò a correggere non appena
avrò tempo.
Vi lascio col nuovo capitolo!! x x
CAPITOLO
02.
Erano
appena le otto del
mattino. Finalmente faceva un po’ più caldo a
Karakura.
Mattinate calde, serate gelide. Per certi versi un clima terribile, ma
d’altro
canto, meglio di un costante brutto tempo.
Yoruichi si alzò dal letto terribilmente assonnata. Poco si
curò della sua
presentabilità.
I capelli erano sciolti e spettinati, aveva delle terribili occhiaie ed
indossava un abitino da notte decisamente in disordine.
Guardò distrattamente fuori dalla finestra e richiuse gli
occhi infastidita da
quel sole già così alto e accecante. Si
svegliò definitivamente dopo un forte
starnuto.
“Etciù..! Dannato polline!” disse fra
sé, infastidita.
Si stiracchiò per bene e sbadigliò più
volte. Scaraventò le coperte all’aria e
subito cominciò a svestirsi lasciando gli indumenti a terra,
che andarono ad
accumularsi ad un’altra marea di vestiti.
Svogliatamente si diresse in bagno ed aprì violentemente la
doccia azionando
l’acqua gelata.
Rabbrividì di brutto, ma nulla più di una doccia
fredda era capace di
risvegliarla con quella grinta necessaria per sostenere la giornata.
Guardò il suo braccio e cominciò ad agitarlo.
Alla fine si limitò semplicemente
a muovere le dita armonicamente, poi sospirò.
“…questo gigai è terribilmente
fastidioso.”
Chiuse l’acqua e si apprestò ad assumere le
sembianze di gatto per poi scendere
in strada.
Era diretta ancora una volta da Kisuke Urahara.
La casa che Yoruichi era riuscita a comperare, per fortuna, distava non
più di
una ventina di minuti dall’emporio dell’amico.
Una volta giunta lì, poco le ci volle per indovinare dove
lui fosse.
Sul retro del negozio vi era un secondo ingresso che affacciava proprio
nel
laboratorio di Urahara. Come aveva previsto, lui era già li.
Intento a
sperimentare nuovi aggeggi o aggiustarne altri.
Yoruichi assunse la sua forma umana e lo guardò
impazientemente sperando che si
accorgesse di lei.
“Kisuke!” urlò infine.
Urahara fermò la macchina e si girò sorpreso. Non
appena vide Yoruichi, assunse
un’espressione felice.
“Ehilà! Ti aspettavo già da un paio
d’ore, mia cara. Sonno pesante?”
Yoruichi sbuffò e si avvicinò a lui stiracchiando
le braccia.
“Colpa del gigai di merda che mi hai dato. Questo
è terribilmente scomodo!”
“Ovvio. Tu ne distruggi tre alla settimana. Ho dovuto dartene
uno provvisorio.”
Disse mentre riprendeva il suo lavoro.
La ragazza rise e improvvisò qualche mossa stile arti
marziali.
“Però devo ammettere che anche questo pupazzo
è riuscito a resistere a sei
hollow senza molti problemi.”
“Mi fa piacere, ma non mi va che distruggi così i
miei ragazzi.” Sistemò delle
viti, poi tirò su il cappello soddisfatto. “Ecco!
Ho quasi finito. Oggi
pomeriggio puoi venire a ritirare il nuovo gigai.”
La donna annuì sorridendo.
“Bene, allora ripasso.” Si avvicinò
all’uscita. “A dopo, Kisuke.”
“Ah, Yoruichi. Un attimo!”
“Uh?” Annuì incuriosita e Urahara
trattenne a stento un sorriso divertito.
“Non che io non ci sia abituato, ma se hai intenzione di
rimanere in forma
umana, ti consiglio di procurarti dei vestiti.”
Yoruichi rimase perplessa, poi scoppiò a ridere e si
dileguò definitivamente.
[…]
“Uno e due mucca e bue, tre e quattro cane e gatto, cinque e
sei sono miei,
sette e otto c'è un leprotto...a quanti siamo? Ricominciamo!
Uno e due...”
Una giovane ragazza dai lunghi capelli ramati canticchiava allegramente
sul
ciglio della strada del proprio quartiere.
Indossava una semplice divisa scolastica. Una camicetta bianca abbinata
ad un
fiocco rosso appena sotto il colletto e una gonna grigia a pieghe.
Sebbene fossero appena le otto del mattino, era già pronta
per andare a scuola.
Alzò gli occhi al cielo e poco si curò di essere
per natura goffa, aveva voglia
di ammirare quel cielo così azzurro anche a costo di
sbattere contro un palo
della luce.
Sorrise di gioia e continuò interrottamente a guardare le
chiome degli alberi,
le nuvole, gli uccelli e i tetti delle case finché veramente
un palo le si parò
davanti e deviarlo per lei fu praticamente impossibile.
“Ouch!” disse lasciando cadere la cartella di mano
e toccandosi il naso
indolenzito. Subito, però, scoppiò in una
fragorosa risata d’imbarazzo. “Eh,
eh..! Che scema!”
Si assicurò che il naso fosse a posto, poi si
chinò delicatamente per
raccogliere la borsa e i quaderni per poi proseguire indisturbata.
“Ehi, Orihime!”
“Cosa..?”
Una voce la fece sobbalzare e velocemente cominciò a
guardarsi attorno.
“Chi è?” chiese al suo fantomatico
interlocutore.
“Dove guardi? Sono qui!” bisbigliò la
voce.
Orihime si avvicinò perplessa ad un cespuglio dal quale
sbucò senza preavviso
una Yoruichi accovacciata e dall’aria furtiva.
La ragazza rimase sbigottita e per poco non le venne di urlare. Non si
aspettava per niente di vedere la donna-gatto.
“S-signorina Yoruichi!” urlò, poi si
accovacciò di fronte a lei. “Ma cosa ci fa
li dentro?” disse indicando il cespuglio dall’aria
decisamente scomoda.
“Ho bisogno di parlare con Ichigo. Volevo raggiungerlo
direttamente a scuola,
ma non so dov’è. Tu lo sai, no?”
“Oh, certo. A dire la verità, stavo andando a
prendere Kurosaki proprio
adesso.” Disse ingenuamente.
“Perfetto! Allora andiamo.” Disse alzandosi di
colpo in piedi.
Il suo immancabile entusiasmo fu smorzato non appena vide Orihime che
era
cascata a terra praticamente pietrificata e con gli occhi spalancati.
“Che hai?” le chiese secca.
“Signorina Yoruichi… lei non può andare
in girò così! È praticamente
nuda!”
disse dimenandosi in maniera esagerata e con il viso oramai dello
stesso colore
dei capelli.
In effetti Yoruichi era assolutamente impresentabile.
Era coperta unicamente dai suoi lunghi capelli scuri che scendevano sul
seno e
terminavano poco prima dell’ombelico.
La gatta si guardò distrattamente, poi strofinò
il capo con le dita, divertita
della reazione della ragazza.
Si fecero le otto e mezza quando Orihime riuscì finalmente
ad arrivare di fronte
casa di Ichigo.
Posò la cartella e portò le mani vicino alla
bocca cominciando ad urlare.
“Kurosaki! Scendi, abbiamo già fatto
tardi!”
Ci fu un istante di silenzio e poi…un frastuono. Delle urla
e parole oscene
uscirono dalla casa-clinica del ragazzo dai capelli arancioni.
“Folle! Ti sembra il modo?!”
“La prossima volta impari a calciarmi in questo modo,
deficiente!”
Si vide infine un Ichigo Kurosaki in forma smagliante (cerotti a parte,
posti
su più parti del viso) uscire dalla porta di casa.
Sbuffò e urlò inveendo
contro il suo interlocutore che con tutte le probabilità era
il padre. Solo con
lui aveva un rapporto così “amorevole”.
“Torno alle quattro, idiota!” urlò prima
di avvicinarsi ad Orihime.
“Yo!”
“Buongiorno Kurosaki!” disse lei con gentilezza.
Ichigo annuì e poi le fece
cenno di avviarsi verso scuola.
“Icchi esce spesso con le ragazze ultimamente, eh?”
disse una voce sottile e
timida.
“Tsk. Fa tanto il santarellino, ma è anche lui il
classico uomo attratto dalle
ragazze con le cosiddette: ‘curve al posto
giusto’.” Rispose una voce
decisamente più sgraziata e prepotente.
Ichigo, che già di suo di pazienza ne aveva poca,
sbottò nell’udire simili
constatazioni e in un attimo fu di nuovo di fronte la porta di casa che
spalancò senza remore.
“AH!” urlarono Yuzu e Karin, del tutto impreparate.
“Ebbene?!” disse lui con faccia satanica.
Ne ebbero per un bel po’ e Orihime non riuscì a
far altro che sorridere
rassegnata. Non appena Ichigo si ricordò di lei, corse
imbarazzato e in poco le
fu accanto.
“Scusa, Inoue. Ora andiamo.” Disse e
portò la cartella sulla spalla.
“Ah, Kurosaki. Prima di andare a scuola, devo avvisarti
che…”
Orihime cercò di attirare l’attenzione del
ragazzo, quando fu interrotta
prontamente dalla donna dalla carnagione scura.
“Ciao, Ichigo!” disse con un aspro sorriso.
Ichigo sbandò nel vedere di fronte a sé Yoruichi.
“Tu…tu…TU! Che diavolo ci fai
qui?!” Disse puntandole il dito contro. La scrutò
meglio e impallidì ulteriormente. “Con la divisa,
poi?! N-non vorrai forse..?”
Orihime lo interruppe cercando di calmarlo.
“Tranquillo! Le ho prestato io la mia divisa di riserva. Eh,
eh! Aveva bisogno
di qualcosa da mettere addosso e così..!” disse
massaggiandosi la testa con una
mano.
“Già. Una volta tanto abiti di una giovane
giapponese che mi calzano bene.”
disse per provocare Ichigo di proposito. Il ragazzo non la
curò, ma non riuscì
comunque a spiegarsi la sua presenza lì.
“Yoruichi, non hai risposto alla mia domanda. Cosa
combini?”
Inaspettatamente la gatta si fece più seria. Guardo i
ragazzi richiamando la
loro attenzione che non tardò a venire.
“Sono qui per avvisarvi. Avete un po’ di
tempo?” chiese.
“Il tempo che arriviamo a scuola, credo.” rispose
Orihime riflettendoci su.
“E’ un tempo sufficiente.”
Annuì e poi tornò ai due. “La
situazione non è molto
facile alla Soul Society. Kukaku mi ha riferito che le difese sono
diminuite e
tutta la gotei sta provando difficoltà nel proteggere la
città e Karakura.” Li
guardò. “Questo sapete che cosa
significa?”
“Hollow..? Ce ne sono ancora?” chiese Ichigo
perplesso.
“Certo che ce ne sono ancora! Anzi, da quando Aizen
è stato sconfitto, ce ne
sono anche di nuovi…” si fermò, un
attimo, poi proseguì. “Prima era difficile
vedere particolari Hollow a Karakura, ma ora più che mai
abbiamo bisogno di
assicurarci che tutto vada bene e i normali shinigami non bastano.
Anche se i
capitani non lo sanno, anche io faccio quotidiane ronde notturne, ma
non è
sempre facile e non basta a migliorare la situazione.”
“Possiamo fare qualcosa?” intervenne Orihime,
preoccupata.
Yoruichi scosse la testa.
“Non dovreste saperlo ne voi ne io. Non sanno nemmeno che li
sto aiutando. Io
ho voluto avvisarvi perché nel caso dovete essere pronti ad
un eventuale
attacco, chiaro?”
“Ovvio, ma se la situazione degenera?”
osò Ichigo, non riuscendo a starsene con
le mani in mano.
“Questo non accadrà. So che verranno mandati a
Karakura alcuni capitani e
shinigami più esperti il prima possibile
e…”
“Shinigami esperti?” chiese Ichigo interrompendola
impulsivamente. “Anche Rukia
quindi?”
“Non lo so, ma ne dubito.” Di colpo levò
via quel tono basso e serioso e si
rivolse a loro sorridente. “Beh, ora devo andare! Devo
sistemare un paio di
cosette! Vi terrò aggiornati e…mi raccomando,
occhi aperti!”
Con un balzo sparì con la stessa velocità con la
quale era apparsa.
In poco tempo già raggiunse la zona periferica di Karakura.
Per fortuna, era quello il luogo più popolato dagli hollow e
non il centro.
Si guardò attorno furtiva e solo quando non vide
più nessuno nei paraggi scese
dai tetti per continuare a proseguire sulla strada.
Guardò l’orologio che portava sul polso e
sbuffò.
Era decisamente presto per ripresentarsi da Kisuke.
Aveva assolutamente bisogno del nuovo gigai, ma al momento era
costretta ad
accontentarsi di quello che aveva.
Si stiracchiò e si preparò per la perlustrazione
della zona. Doveva evitare che
dei possibili hollow attaccassero la gente. Girandosi attorno,
però, costatò
che sembrava tutto tranquillo.
Prese posto sull’erba e si fermò a guardare il
fiume che attraversava la città
mentre rifletteva sul da farsi.
La vita di Yoruichi era davvero in disordine ultimamente e non era
più sicura
di sapere da che parte stesse remando, oramai.
In parte aiutava Urahara al negozio, in parte cercava di rimanere
sempre in
contatto con gli shinigami, poi svolgeva qualche lavoro in cambio di
denaro…
Certo che la sua vita era decisamente cambiata da quando era capitano
della
seconda compagnia.
Tuttavia, non rimpiangeva nulla di quello che aveva perso e la sua
nuova vita
era infondo piacevole.
Delle volte non accadeva niente di niente e passava le giornate intere
a
mangiare, ad allenarsi o a guardare il televisore stesa sul divano.
A volte questo suo “equilibrio” veniva sconvolto da
lunghi via-vai, battaglie
occasionali contro hollow o, come diceva lei, “roba del
genere”.
Anche in quel momento si trovava in quella zona della città
per “cacciare”.
Sapeva che gli shinigami erano già partiti e probabilmente
stavano già
sorvegliando la città, ma lei era convinta che sarebbe valso
a poco sperare che
gli hollow sarebbero apparsi così facilmente.
Questi andavano colti in flagrante, questa era la tecnica migliore. Un
agguato
era possibile solo in pochissime circostanze.
Grazie a Kukaku e le analisi di Urahara, aveva con sé i dati
degli hollow e le
loro caratteristiche principali. Così per lei sarebbe stato
ancora più facile
salvaguardare Karakura e allo stesso tempo evitare di insospettire gli
shinigami.
Perché lo sapeva benissimo come avrebbero reagito: bisognava
lasciare il lavoro
degli shinigami agli shinigami.
Una frase che trovava tanto noiosa quanto fastidiosa.
Sospirò e guardò la luce del sole che andava a
riflettersi sulle acque del
fiume.
Era un’atmosfera davvero piacevole e, dopotutto, forse era
anche per questo che
aveva deciso di rimanere a Karakura. Oltre che per Urahara.
Scosse la testa.
No, non poteva prendersi in giro: se lei era a Karakura, era
soprattutto per
lui, Kisuke.
Per un attimo si ritrovò a pensare a quell’uomo
che conosceva da così tanto
tempo da farle credere che nella sua vita ci fosse sempre stato.
Tuttavia aveva
ancora così tanti dubbi per quanto li riguardava…
Quelle emozioni le diedero un enorme fastidio. Non sopportava pensare a
lei e
Urahara. Loro erano…loro! E non aveva bisogno di pensare ad
altro per quanto
riguardava il loro rapporto.
Infondo…
I pensieri di Yoruichi vennero improvvisamente interrotti da un reiatsu
particolarmente elevato.
Nulla di pericoloso, ma preoccupante rappresentando che avvertiva una
simile
energia in un luogo come Karakura.
Si alzò di colpo e si guardò attorno cercando di
localizzare il nemico.
L’intensità del reiatsu era sempre più
forte, ma Yoruichi non riusciva proprio
a vedere quel dannato hollow.
Fortuna che in giro non ci fosse nessuno, così fu libera di
muoversi con la
velocità e l’agilità che la
distingueva.
All’improvviso sentì un urlo disperato.
Tra le terre di periferia distinse un vecchio e malandato fabbricato.
“Che provenga da lì..?”
Stette poco ad indugiare e in pochi salti fu lì.
Aprì il portone, ma era così rovinato che le
bastò poggiare appena una mano per
farlo crollare a terra. Yoruichi rimase senza parole nel vedere un
luogo così
decadente, ma non si fece problemi ad entrarvi.
Dei gemiti, dei respiri affannati, un disgustoso rumore di
masticamento…
La ragazza si ritrovò ad assistere all’infelice
morte di un’anima trangugiata
da un hollow di grandi dimensioni. Mangiava tranquillamente creando
un’atmosfera agghiacciante, tra tutto quel sangue ancora
fresco e il corpo di
quell’anima ancora con forma umana.
Yoruichi portò una mano vicino alla bocca e
sgranò gli occhi, inorridendo.
Solo allora l’hollow alzò la faccia impregnata di
sangue e la vide. Sorrise
aspramente alla visione di una donna così giovane e con
un’energia così alta.
In lei vide un pasto parecchio più succulento e decisamente
più soddisfacente
dell'anima che stava appena mangiando.
L’hollow si mise eretto e le si mostrò imponente.
Yoruichi sorrise e guardò
dritto negli occhi il mostro con aria soddisfatta.
“Non si può dire che questo sia un campo di
battaglia molto abbordabile, ma…
diamoci da fare!” e subito cercò di sfuggire allo
sguardo del nemico con un’agilità
sorprendente. Difatti l’hollow non si accorse per niente di
lei che intanto gli
ricompariva da dietro e faceva per colpirlo alla nuca.
L’hollow ruggì furiosamente.
Yoruichi apparve di fronte a lui su una delle travi
dell’edificio e rise di
gusto.
“Grande e grosso, ma di fatto una vera bazzecola! Inutile,
non ci sono più i
‘cattivoni’ di un tempo!”
Rise ancora mentre l’hollow cercava invano di colpirla.
In quanto a velocità, non era seconda a nessuno.
“Ah, ah! Cosa speri di fare? Fammi solo il piacere di non
morire subito e di
farmi almeno sgranchire un po’!”
Quel combattimento era nelle sue mani.
Nonostante i tanti anni in cui era stata lontana dal campo di
battaglia, ancora
le bastava pochissimo per ritornare in forma.
Giocò con quell’hollow per diverso tempo e
nonostante si inferocisse sempre
più, questo non la scalfiva minimamente.
Solo un piccolo dettaglio aveva sottovalutato. Un qualcosa che non
avrebbe
dovuto dimenticare e che presto le si ritorse contro: il gigai
difettato.
Bastò un frangente di secondo dove il gigai non rispose
istantaneamente ai suoi
comandi, che il nemico riuscì a colpirla ed a ferirla sul
fianco.
Yoruichi cadde in ginocchio di fronte al nemico e toccò la
ferita sanguinante.
Si alzò in piedi ignorando il dolore.
“Accidenti a te! E ora come ridò
l’uniforme a Orihime, eh?!” disse al mostro
indicando la gonna e la camicia in parte strappate per colpa di quel
graffio.
“Ora sei ufficialmente morto!”
Cercò di fare un balzò per arrivare
all’altezza dell’hollow ma, ancora una
volta, il gigai non assecondò i suoi movimenti e si
ritrovò costretta a
ripararsi dal nemico.
“Ma cosa..?” disse sconcertata.
Rovinato com’era, non riuscì nemmeno a sbarazzarsi
di quel gigai difettato.
Tentò la fuga ma anche la sua trasformazione in felino
fallì miseramente.
Quella che si era preannunciata come una comune battaglia, si era fatta
più
difficoltosa del previsto.
Dopo l’ennesimo attacco, cadde a terra e sentì il
sangue scorrere sul viso.
Guardò l’hollow che preparava il colpo finale.
Con sforzo, Yoruichi riuscì a rimettersi in piedi.
L’hollow si scagliò contro di lei con una
velocità e voracità sorprendente, ma
un colpo improvviso lo fece volare lontano, danneggiando una parte
della
fabbrica.
Subito di fronte a lei si presentò uno shinigami dai sottili
capelli neri e
dall’aspetto decisamente aristocratico.
Yoruichi sgranò gli occhi, sorpresa di vedere di fronte a
lei il capitano della
sesta compagnia, Byakuya Kuchiki.
Rimase senza parole, mentre si sforzava di continuare a rimanere in
piedi.
Non ebbe il tempo di dire qualcosa che subito il capitano
pronunciò il nome
della sua zanpakuto, senbozankura.
“Disperditi.” Disse con voce bassa e per
l’hollow fu praticamente la fine.
Il giovane Kuchiki ripose la spada e lentamente si allontanò
lanciando alla
ragazza un debolissimo sguardo.
Yoruichi sorrise con fierezza e si mise più composta.
“Il piccolo Byakuya che si preoccupa per me! Ottimo lavoro,
devo dirlo, ma
avevo la situazione sotto controllo!” disse, ammiccando e
portando le braccia
sui fianchi.
“Non sono venuto per te. Il mio incarico era di abbattere
l’hollow.” Le rispose
senza batter ciglio, gelido come sempre.
Yoruichi rise di cuore e con un gesto impulsivo saltò sulle
larghe spalle del
ragazzo.
“A-ah! Sarai anche cresciuto in altezza, ma rimani sempre lo
stesso il mio
piccolo Byakuya scontroso!”
Byakuya sgranò gli occhi.
Si divincolò immediatamente dalla presa di quella donna e la
guardò ancora più
freddamente di prima.
“Come osi?” disse con una rabbia molto controllata.
Solo lui era in grado di
parlare in quel modo. “Piuttosto, riguarda bene la tua
posizione.”
In tutta risposta Yoruichi rise di nuovo, guardandolo maliziosamente.
Questo
provocò non poco disdegno in lui.
“…e ti imbarazzi ancora come ai vecchi tempi! Ih,
ih..! Sei decisamente il mio
spasso preferito!”
Byakuya si risentì. Non trovava per niente piacevole
l’essere preso poco sul
serio. Specie se a trattarlo così fosse Yoruichi.
Sospirò pazientemente e la guardò con i suoi
occhi glaciali. La ragazza,
tuttavia, non si lasciò per niente impressionare. Non che
Byakuya se
l’aspettasse.
“Non spetta a te, Yoruichi Shihoin, il dovere di combattere
gli hollow di
Karakura.”
“Tutto qui? E dire che mi aspettavo un incontro molto
più strappalacrime..!”
disse con quell’insopportabile atteggiamento che la
contraddistingueva da
quando la conosceva.
Byakuya le girò le spalle e leggiadramente fece per
allontanarsi.
“Però mi chiedo cosa ci faccia qui, il piccolo
Byakuya.”
“Non sono cose che ti riguardano.” rispose dopo
qualche attimo.
Yoruichi annuì sprezzante e, solo dopo che il capitano fu
sparito con un abile
shunpo, si accasciò nuovamente a terra, completamente
sfinita.
“Spero per te, Kisuke, che il mio nuovo gigai sia
pronto..!!”
[…]
Erano le nove di sera quando Yoruichi riuscì a risistemarsi
e ad arrivare
all’emporio di Kisuke Urahara.
Si avvicinò all’ingresso e prontamente Ururu le si
avvicinò.
“Vuole il signor Urahara?” le disse con voce
debole.
Yoruichi si chinò di fronte a lei e sorrise.
“Sì. Sta ancora giù in
laboratorio?”
Ururu annuì e le fece strada per poi allontanarsi con una
scopa e riprendere le
faccende domestiche che prima stava svolgendo.
Yoruichi scese la piccola scalinata.
“Uff..! Kisuke, mi sa che questo gigai ha fatto il suo
tempo!”
Alzò gli occhi e non vide dinanzi a sé Kisuke
come si aspettava.
Si bloccò rimanendo senza parole.
Non che non si aspettasse di ritrovarselo d’avanti,
semplicemente non si
aspettava che questo avvenisse così presto.
Byakuya Kuchiki non sembrava tipo capace di avvicinarsi a luoghi come
l’emporio
di Urahara.
Inoltre, il fascinoso capitano, le si presentò in maniera
del tutto inedita.
Senza il kenseikan, con un lungo cappotto blu-notte, camicia e un
semplice
jeans a sigaretta, era a dir poco irriconoscibile.
Lo vide controllare scrupolosamente il suo corpo prima di proferire
parola.
“E’ resistente?” chiese ad Urahara che
sistemava il suo laboratorio.
“E’ uno degli ultimi brevetti. Garantito al cento
per cento, capitano!” disse
con una giocosità che il Kuchiki poco gradì.
Urahara, ovviamente, non se ne
curò per niente.
Solo quando Byakuya fece per andare via, sgranò gli occhi
alla vista della
donna gatto.
“Tu.” Disse muovendo appena le labbra.
Yoruichi sorrise con fare provocatorio e i suoi occhi furono in grado
di mettere
in soggezione persino uno inscalfibile come lui.
“Il piccolo Byakuya! E così la tua permanenza qui
è più lunga di quanto avevo
immaginato!” Il suo sorriso si fece più largo e
inquietante. “Che bello! Allora
potremo giocare un po’, uno di questi
giorni…”
Cominciò a sghignazzare e Byakuya la guardò quasi
con disgusto non trovandola
degna nemmeno di una risposta.
Fece per salire le scale quando lei attirò la sua attenzione.
“Dunque gli shinigami hanno preferito correre ai
ripari?” disse incrociando le
braccia e sporgendo il busto verso di lui.
“Ti avevo già avvisata di non tentare di
immischiarti in affari che non ti
riguardano più.” Le disse freddamente.
Tra i due regnò per più di un attimo un silenzio
provocatorio. Urahara li
guardò perplesso, poi di colpo proferì parola.
“Ah, Yoruichi! Ho preparato il nuovo gigai anche a
te!” disse con euforia.
Yoruichi sorrise e si sentì decisamente sollevata.
“Meno male! Penso che quello che ho adesso sia da buttare
direttamente!”
“Perché? Cosa gli hai fatto?”
guardò il gigai. “Il mio povero gigai…
che ti
hanno fatto!?”
Yoruichi si divertì da morire nel vedere l’amico
Kisuke quasi piangere davanti
una delle sue “creature”.
Subito però si fece più seria a si rivolse a
Byakuya.
“Piuttosto, dove pensi di andare, ora?”
Byakuya si voltò a malapena.
“Ho l’ordine di rimanere qui finché non
avrò eliminato tutti gli hollow
indicatomi. È solo per questo se sono venuto a prendere un
gigai.”
La donna si fece pensierosa.
“Hai già pensato a dove stare?” si
rivolse verso Kisuke. “Nel caso sono sicura
che Urahara ti potrà offrire una stanza, vero?”
disse cordiale.
Urahara annuì confermando le parole di lei.
“Ma certo! Avrai fitto, alloggio, cibo e tutto il resto QUASI
gratis!”
Il “quasi gratis” fece deglutire Byakuya che
rispose senza esitare troppo.
“Ho buoni motivi per pensare che sia molto meglio un
albergo.” Disse ricordando
fra sé la testimonianza del suo luogotenente Renji.
“Con permesso. Ora devo
andare.”
“Un albergo? Ah, ah! Il solito signorino.” Disse
Yoruichi sinceramente
divertita, poi urlò contro di lui. “Ehi! Se ti
serve una casa puoi sempre
venire a stare da me!”
Byakuya si girò rimanendo sbigottito.
“Una casa? Tu?”
“Certo! Non è nemmeno lontana da qui.”
disse puntando il dito verso una
probabile direzione della casa. Poi assunse un’espressione
terribilmente
beffarda. “E poi… staremo una meraviglia noi due
da soli, soletti, sotto lo
stesso tetto, uh, uh…!”
Il viso del ragazzo assunse un’espressione indescrivibile nel
vedere quella
donna che chissà su quali diavolerie andava fantasticando.
Non la rispose. Si limitò ad un semplice e sarcastico:
“No, grazie.” Dopodichè
uscì dall’emporio.
[…]
Appartamento di Yoruichi Shihoin.
Come sempre, era in uno stato così caotico che poco si
addiceva ad una donna.
L’ingresso, formato da un salotto con televisore e divano,
era inondato di
panni, da vecchi cartoni di pizza e da cianfrusaglie di ogni tipo.
Il fatto era che Yoruichi passava veramente poco tempo in casa e quelle
poche
volte o dormiva, o mangiava o, come in quel caso, preferiva un
rilassante bagno
caldo.
“Ah, che meraviglia!” disse fra sé
abbandonandosi completamente nella vasca.
Una sensazione così piacevole era in grado di dargliela solo
un bel bagno
caldo. Oltre il latte!
Socchiuse gli occhi e in un attimo riuscì ad allontanare
dalla sua mente ogni
tipo di pensiero. Belli e brutti.
Ultimamente molte cose la turbavano, quindi aveva voglia di distendersi
e di
non provare assolutamente niente. Niente di niente.
Rimase a lungo in silenzio mentre guardava distrattamente le bolle di
sapone
che di tanto in tanto apparivano tra la schiuma.
Ci giocherellò per un po’, soffiando la schiuma e
lasciando che le bolle
colorate galleggiassero per la stanza, per poi scoppiare.
Si riabbandonò nella vasca sprofondando quanto
più giù fu in grado di arrivare,
portando persino le gambe fuori dalla vasca.
Il tempo di sentire il campanello della porta suonare che
quell’atmosfera si
dissolse completamente.
Si mise seduta sulla vasca.
“Chi può mai essere a
quest’ora..?”
Si alzò e velocemente tamponò i capelli.
Coprì il suo corpo con un corto asciugamano e si diresse
verso l’ingresso.
Guardò attraverso lo spioncino e, non appena vide che
davanti al pianerottolo
del suo appartamento c’era Byakuya Kuchiki, aprì
esterrefatta.
“Byakuya?! Tu qui?” disse mentre gli faceva cenno
di entrare.
Byakuya non rispose e, al contrario di come volesse Yoruichi, non
avanzò di un
passo.
Guardò con la coda dell’occhio Yoruichi, ma
immediatamente distolse lo sguardo
da quel corpo succinto che lei esibiva senza la benché
minima inibizione.
Considerando però il soggetto in questione e la sua
considerazione riguardo al
pudore, trovò inutile farci caso.
Posizionò a terra la rigida valigia e scandì la
voce con qualche colpo di
tosse.
“Premetto che mi trovo qui non per scelta, ma
per…” sospirò seccato prima di
proseguire. “…necessità.”
Yoruichi non comprese.
“E cioè? Non dovresti aver già trovato
il miglior albergo di Karakura?” disse
con fare un po’ saccente. “Comunque entra, fuori fa
freddo.”
Non appena fu in casa, Byakuya assunse un’espressione di
disapprovo sul luogo
che gli si presentò dinanzi agli occhi.
Un caos che non vedeva da lungo tempo e che solo una donna come
Yoruichi era
capace di fare. Nonché viverci.
Lei non lo curò per niente e subito lo fece accomodare in
cucina.
“Dicevi? Perché sei qui?” disse lei
mentre faceva per preparare qualcosa di
caldo.
Byakuya prese posto, evitando palesemente di incrociare lo sguardo
della
ragazza.
“Ho avuto dei problemi con la moneta attuale di Karakura, se
così passiamo
dire.” Confessò con un tono decisamente basso ed
indignato.
“Cosa?!” rispose Yoruichi senza il
benché minimo ritegno.
“Ovvio che abbia avuto dei piccoli problemi. Mi è
stato riferito solo in tarda
serata della mia permanenza prolungata qui…”
parlò a denti stretti.
Byakuya rimase seccato nel notare il poco acume della ragazza, ma
continuò a
spiegare la sua situazione, evitando passaggi imbarazzanti.
Non appena era uscito dal locale di Urahara, si era diretto al primo
albergo
cui era riuscito ad avere indicazioni.
Arrivato, si era presentato con il suo immancabile atteggiamento
nobile. Alla
reception, aveva precisamente espresso di voler prendere per
più giorni una
camera da letto, con i relativi comfort cui non avrebbe mai rinunciato.
Nonostante il numero di yen decisamente elevato, Byakuya non aveva
battuto
ciglio e subito aveva messo sul bancone cinque o sei monete
d’oro massiccio.
“Tenga il resto.” Aveva persino annunciato mentre
si dirigeva verso la sua
stanza.
La donna della reception, guardando sbigottita una delle monete,
bloccò il
capitano.
“Ma questi soldi…di che valuta
saranno?!” guardò Byakuya. “Ma quante
centinaia
di anni hanno??”
Byakuya non capì esattamente e, in verità, non si
era mai informato sul denaro
di Karakura.
Ovviamente la donna della reception si sentì presa in giro e
poco ci volle per
Byakuya nel ritrovarsi di nuovo sulla strada.
“E dunque sei venuto qui..?” chiese Yoruichi
sforzandosi di non ridergli in
faccia. Byakuya non sentì di dover apprezzare tale
accortezza da parte della
gatta e inarcò le sopracciglia.
“No. Sono prima ripassato da Urahara. Per una notte avrei
potuto stare
all’emporio. Questo ho pensato, prima che lui si rifiutasse
categoricamente.”
Le rispose secco, incrociando le braccia e accavallando le gambe.
Yoruichi si sorprese di ciò che aveva sentito.
Scostò una ciocca di capelli dal viso e cercò di
capire se Byakuya stesse
bleffando. Cosa, in realtà, poco probabile.
“Urahara ti ha cacciato via? Ma perché? Che gli
hai fatto?”
Il giovane capitano alzò gli occhi al soffitto per poi
rivolgerli di nuovo
verso la ragazza. Le si rivolse con voce bassa e fredda.
“Mi ha risposto testualmente che non ha gradito il mio
‘no, grazie’ detto a suo
modo di vedere ‘con disgusto’. E così mi
sei venuta in mente solo tu. Ti basta
o vuoi sapere altro?”
Era visibilmente infastidito da ciò che gli era accaduto.
Yoruichi proprio
allora non riuscì più a trattenersi e
cominciò a ridere arrivando fino alle
lacrime.
“Ah, ah, ah…! Ti ha cacciato fuori!”
disse puntandogli il dito. “E’ proprio da
Kisuke! Grande! Ah, ah, ah..!”
Non appena alzò lo sguardo, vide un Byakuya sempre
più indignato, per questo
cercò di calmarsi. “E…ehm, allora va
bene. Puoi restare da me per stanotte.”
Gli sorrise.
Byakuya rimase in silenzio, infastidito di trovarsi in quella
situazione, ma
alla fine si ritrovò costretto ad essere grato a Yoruichi.
“Grazie.”
“Di che? Anzi, seguimi!” disse mentre si avvicinava
ad un grosso armadio posto
vicino l’ingresso.
Cominciò a cercare, mettendo sottosopra il guardaroba
già caotico di suo, e
lanciò a Byakuya una coperta e un cuscino che lui prese al
volo.
Li guardò perplesso, poi si rivolse alla ragazza.
“E cosa ci dovrei fare..?” chiese infastidito di
sembrare un attaccapanni.
Yoruichi risistemò l’asciugamano attorno a
sé, che intanto si era allentato,
ovviamente importandosi poco della presenza del giovane Byakuya,
dopodichè lo
guardò con un sorriso sgargiante.
“Caro piccolo Byakuya, queste sono le tue lenzuolina.
Sistemati per benino sul
divano e poi domani mi fai sapere come hai passato la notte!”
Disse lei mentre gli dava delle affettuose pacche sulle spalle,
indicandogli il
divano posto nel salotto/ingresso della casa.
“Molto divertente, Yoruichi.”
Il ragazzo, nel vedere il divano, si sforzò di sorridere. In
un modo molto
amaro e sarcastico a dire il vero.
“Mi fa piacere che ti diverta! È questo lo spirito
giusto!” disse salendo
velocemente le scale e dirigendosi in camera sua.
Byakuya rimase letteralmente senza parole.
“Dormirò davvero su un divano? Stai
scherzando?!” il tono si fece decisamente
preoccupato.
Era raro vedere Byakuya alzare la voce o assumere una qualche
espressione, ma
in quella circostanza non riuscì proprio a controllarsi.
“ ’Notte, piccolo Byakuya! A domani!” gli
rispose Yoruichi da dentro la stanza
con una voce terribilmente canzonatoria e solo allora Byakuya comprese
che
quello non era affatto uno scherzo.
[…]
Note
dell’autrice: Di
“recente” (si fa per dire) mi sono
letteralmente innamorata della versione “casual” di
Byakuya Kuchiki presente in
una card di BLEACH facilmente reperibile in giro su internet. Lo
raffigura in
una posa tipicamente da modello, con una lunga giacca blu/nera, una
camicia con
maglioncino scuro e dei pantaloni a sigaretta grigi. Semplicemente lo
adoro,
per questo ho deciso di inserirlo così in questo capitolo
*__* Vi volevo
rendere partecipi di questo ^^’ *scappa la versione fangherla
dell'autrice*