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Autore: bibi8890    05/02/2010    1 recensioni
Inizia tutto con un sogno, il sogno di una notte come tante... ma il sole, il mare, e soprattutto quel ragazzo... sarà davvero un sogno come tutti gli altri per Lizzy? oppure era un segno del destino?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My stories, my dreams'
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Mi stropicciai ancora gli occhi, cercando di riprendere i sensi, vedendo davanti a me solo gli occhi di quello sconosciuto, riscoprendo il desiderio di baciare Filippo… ero confusa e incuriosita da quello strano sogno che per me era quasi oscuro. Mi alzai dal letto e raggiunsi la mia scrivania, afferrando il cellulare. C’era un messaggio sul display… era di Filippo. Sorrisi… se lo era ricordato!

Buongiorno principessa! Come vedi mi sono ricordato del nostro “anniversario”! Che bravo vero? Sono quattro anni che ci conosciamo, anzi… sono quattro anni che ti sopporto!:-) scherzo naturalmente! Ci vediamo dopo! Ti voglio bene!

Misi una mano sul cuore, che aveva cominciato a battere più velocemente al sol leggere il suo nome sul display. Ero felice dell’arrivo di quel messaggio, soprattutto perché credevo non arrivasse mai.

Non stavamo insieme, non erano quattro anni che ci amavamo… eravamo solo amici, ma qualcosa ci legava, qualcosa di più profondo di un’amicizia, anche se non lo volevamo ammettere. Certo era qualcosa che sembrava amore, ma che non lo era ancora.

Ricordo ancora la prima volta che lo vidi, non avrei mai e poi mai pensato che potesse nascere un legame così forte tra noi.

Era l’inizio di maggio di quattro anni prima. A scuola la mia migliore amica si era avvicinata a un ragazzo, un bellissimo ragazzo che io però non conoscevo.

«Chi è?? Il tuo ragazzo???» avevo subito chiesto io con una vocina ammiccante, ma lei con una risata mi aveva guardata come se fossi pazza.

«Ma no scema! È il figlio di amici dei miei genitori! Non c’è assolutamente niente tra di noi! Siamo come due fratelli… ci vogliamo bene ma niente di più!».

Io sinceramente non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso e questo alla mia amica non passò certo inosservato, tanto  che mi aveva afferrato per il braccio e mi aveva letteralmente spinto verso di lui, presentandomi.

«Filippo questa è la mia amica Lizzy!» aveva detto con la sua solita faccia da schiaffi mentre io stavo sprofondando dalla vergogna.

«Piacere di conoscerti!» aveva risposto lui con un sorriso. Voleva fare il duro, ma dopo mi confessò che si era vergognato tanto quanto me.

Non so nemmeno spiegarlo, ma nello stesso momento in cui i nostri occhi si erano incrociati e c’eravamo dati la mano per presentarci, dentro di me nacque la piena convinzione che quella non sarebbe stata un’amicizia come tutte le altre… il mio cuore sapeva che sarebbe stato qualcosa di più forte.

Lui faceva il terzo, io soltanto il primo, ma ciò nonostante nacque una splendida amicizia, che continuava a durare sempre più meravigliosamente nel tempo.

Andai a lavarmi velocemente, cercando di non fare tardi… quel giorno non sarei andata a scuola! C’eravamo messi d’accordo tutti noi amici per fare una giornata al mare, in vista di tutto quello stress che sarebbe venuto in seguito per l’esame di maturità… che ansia!

Misi nella borsa il costume da bagno e di corsa scesi le scale. Mio padre era sveglio, anche se solo in teoria: gli occhi erano praticamente chiusi e il caffè fumante, che aveva davanti, non era stato davvero toccato… era troppo stanco anche per portarsi la tazza alla bocca!

«Buongiorno pà! Tutto ok» gli chiesi un po’ preoccupata. Chissà da quanto tempo non dormiva come si deve.

«Si si, sto bene!... oggi non vai a scuola vero?» mi chiese con una voce assonnata che era tutta un programma.

«Si… te lo avevo chiesto ieri…»

«Lo so, lo so… me lo sono ricordato!» disse sbadigliando.

«Ma hai dormito almeno un po’ stanotte?»

«No… ho cercato di scrivere, ma non sono riuscito a buttar giù nemmeno mezza pagina…» disse triste.

Mio padre era uno scrittore. Aveva già scritto molti libri, che avevano avuto anche abbastanza successo, ma spesso, soprattutto all’inizio di un nuovo romanzo, aveva dei vuoti, dei blocchi: niente soggetti, niente idee, niente protagonisti… niente!

Quando succedeva così, l’unico modo per uscirne fuori era andare al ristorante che lui aveva con mia madre, cucinare, magari servire anche ai tavoli e studiare le persone, scoprirne le sfumature, quello che avevano nascosto nell’anima… alcuni di loro, quelli che lui riteneva i più entusiasmanti, sarebbero stati i nuovi protagonisti del suo racconto.

Aveva scritto veramente di tutto: dal fantasy alle fiabe, alle storie per adolescenti, ai saggi… e per me era il migliore di tutti!

«Io vado allora, sennò Roberta questa volta mi uccide! A dopo!!!»

Gli diedi un bacione sulla guancia e uscii da casa, assaporando tutta l’aria di quella giornata stupenda.

Il sole brillava come non mai, cercando di farsi spazio tra i rami degli alberi e rendeva tutto incantevole. La temperatura era più estiva che primaverile ed era appunto per questo che avevamo deciso di non andare a scuola.

Mi ero preparata con cura quella mattina… era un giorno speciale e doveva essere magnifico!

Camminavo tranquilla, cercando di arrivare fresca in spiaggia, quando il suono di una macchina mi fece sobbalzare.

«Deficiente!!! Che cavolo…» ma fermai le mie parole a metà. Filippo mi guardava sorridendo da dietro il volante della sua Smart azzurra. Mi avvicinai allo sportello e salii.

«Buongiorno!» mi disse Filippo, sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori. Io mi sciolsi come un gelato al sole. Lo abbracciai e gli diedi un bacio sulla guancia.

«Come facevi a sapere che passavo per questa scorciatoia?»

«Passi sempre da qui per andare al mare!» disse lui, come se la risposta fosse scontata.

«Uau.. come mi conosci bene!» gli risposi sorridendo.

«Oh sono quattro anni che ti conosco! Avrò imparato pure qualcosa che dici?! Ah! Dimenticavo! Questo è un pensierino per te!»

Dal sedile di dietro estrasse un piccolo pacchetto con un bellissimo fiocco verde.

«Ma Fili!!! Non dovevi…»

«Aprilo su!»

Cominciai a scartare il pacchetto, non trovando le parole per esprimere quanto fossi felice di quel regalo. E lo fui ancora di più quando dalla scatolina estrassi una catenina con un bellissimo ciondolo a forma di farfalla. I brillantini incastonati nelle ali, illuminati dalla luce del sole, coloravano la macchina di mille colori diversi.

«Fili… è bellissima!!! Ma non dovevi…»

«Finiscila di dire cretinate! Vieni qui che ti aiuto a metterla!».

Prese in mano la catenina e cominciò ad armeggiare per attaccarmela. Sentivo il suo fiato sul collo, il profumo della sua pelle e arrossii… Una strana sensazione m’invase il corpo: ero attratta da Filippo, ma nessuno lo sapeva… soprattutto non lo sapeva lui.

«Ecco! Ti sta veramente benissimo!»

«Grazie… veramente!» dissi e mi avvicinai ad abbracciarlo, stringendolo forte.

«Di niente! Ora andiamo al mare, sennò gli altri ci uccidono!».

Lungo la strada parlammo di tutto, del nostro primo incontro, di quante volte le persone avevano confuso la nostra splendida amicizia per amore… Poi a un tratto esclamò.

«Ah non te lo avevo detto! Viene anche Francesco con noi oggi!»

«E chi è Francesco?» chiesi, incuriosita.

«Come non ricordi? Era il mio vecchio compagno di scuola, il mio compagno di banco! Te ne avrò parlato milioni di volte!»

«Si ma non me lo hai mai presentato!» risposi, e poi decisi di stuzzicarlo un po’: «Non è che è talmente tanto bello che hai paura di sfigurare di fronte a lui?! Ammettilo che non vuoi perdere il primato di “bello del gruppo”!»

«Non è vero! E poi non spetta a me dire chi è il più bello tra di noi… quello è compito tuo!»

Lo fulminai con lo sguardo, mentre le mie guance diventarono rosse. Ma lui rise e lasciò cadere il discorso.

Per me non c’erano dubbi… per me il più bello in assoluto di qualsiasi ragazzo sulla Terra sarebbe stato Filippo. Proprio lui con i suoi occhi azzurri come il mare, lui con il suo fisico palestrato, con i suoi capelli chiari, lui con la sua faccia da schiaffi e il sorriso che toglieva il fiato… Era bellissimo!

Ma ero tanto ingenua a quel tempo dal poter pensare che sarei stata per sempre innamorata di lui…

Arrivammo al mare in ritardo, perché tra una viuzza e l’altra c’eravamo anche persi. Tutto ciò non passò certo inosservato ai nostri amici che, appena arrivati, cominciarono a fare le solite battute…

«Lo potevate benissimo dire che volevate stare da soli! Non c’era bisogno di farcelo capire in questo modo! Svergognati!» cominciò ad urlare Marco, il più scherzoso del gruppo.

«Guarda che non è successo niente!» rispose ridendo Filippo.

«Si si, dicono tutti così! Anche se, caro amico mio, non mi aspettavo da te tutta questa velocità! Mi hai un po’ deluso!»

Tutti risero, finchè Filippo non gli tirò uno schiaffetto scherzoso dietro la testa. Ma loro continuarono così per un bel po’, almeno finchè non arrivo Francesco. Filippo gli corse incontro, abbracciandolo, e ce lo presentò.

Non so come non svenni nella sabbia, ma sicuramente sbiancai tanto.

«Lizzy tutto ok?!» mi chiese Filippo preoccupato, ma io non risposi, non ci riuscii. Ero folgorata dal ragazzo che aveva abbracciato…

«Lizzy!!!»

Gli stessi occhi verdi, gli stessi capelli neri… lo stesso viso! Era lui! Ma non poteva essere possibile!

Filippo si era avvicinato a me, chiamandomi allarmato, cercando di farmi uscire da quello stato di trans in cui ero entrata… alla fine riuscii a reagire, anche se con molto sforzo.

«Cosa…»

«Lizzy!! Si può sapere che ti è preso?!»

«Io… niente! Sarà stato il sole!...»

«Sicura di stare bene?»

«Certo…»

Ma non era assolutamente vero. Continuavo a fissare Francesco come se fosse un fantasma, come ammaliata dal suo fascino e dal sogno di quella notte… come era possibile?!

Filippo si accorse del mio sguardo insistente su Francesco… e di certo non ne fu molto contento!

«Francesco… questa è Lizzy!...» disse Filippo, anche se la sua voce era abbastanza stizzita.

«Piacere! Finalmente conosco la Lizzy di cui mi ha tanto parlato Filippo!»

Gli diedi la mano, cercai di sorridere, ma quello che provavo dentro era indescrivibile…

Era impossibile una cosa del genere! Come avevo fatto a sognarlo se nemmeno lo avevo mai visto in faccia?! Eppure era lui, con la stessa voce, la stessa espressione da bambino… e Filippo…. Lo guardai: capii che qualcosa nel suo sguardo era cambiato, che aveva notato il mio cambio di umore, si era accorto che ero rimasta affascinata da Francesco, ma di certo aveva frainteso quegli sguardi… e adesso?

La confusione non passò e per tutto il resto della giornata continuai a guardare Francesco di nascosto, non riuscendo a convincermi di tutta quella storia. Dal canto suo Francesco si era completamente integrato nel gruppo e rideva e scherzava come se fosse stato da sempre uno di noi. Filippo invece cercava di capire che cosa mi era preso, ma… non lo capivo nemmeno io!

«Vuoi dirmi che cosa ti è preso?!»

«Lo vuoi capire?! Niente! Non ho fatto niente! Rilassati…»

«Ma se quando lo hai visto sei sbiancata!»

«Ma chi?» feci io, cercando di fare l’indifferente.

«Non fare la scema! Sai benissimo di chi sto parlando! Di Francesco! E non fare la finta tonta con me, perché stai continuando a guardarlo!» disse, quasi furibondo. Nel mio cuore intanto stava nascendo la speranza che lui facesse tutto quel macello perché era geloso… di me!

«Non è vero che continuo a guardarlo! È solo la tua folle immaginazione!»

Mi voltai verso Filippo, cercando di tranquillizzarlo, ma non ebbi un gran risultato. Ottenni solo uno strattone verso gli spogliatoi dello stabilimento per un “colloquio privato”. Andò verso la cabina numero 8 e mi ci ficcò quasi a forza.

L’interno della cabina era molto piccolo, così che ci ritrovammo a pochi centimetri l’uno dall’altra. Il suo profumo mi invadeva, il mio cuore batteva forte e non riuscivo a stargli così vicina… stavo scoppiando!

«Si può sapere che ti è preso?! Perché mi hai portata qui dentro?!»

«Devo parlarti!» mi rispose lui.

«Non mi vorrai mica chiedere se tra me e Francesco c’è qualcosa?» gli dissi io prendendolo in giro.

«Perché??!! C’è qualcosa?! Dimmelo subito perché io…»

«Ma ti è andato di volta il cervello!?!?!?? Come sarebbe possibile, scemo che non sei altro?! Me lo hai presentato stamattina! O te lo sei scordato?!»

«Però ti piace! Ammettilo!»

«Bhè… non è mica brutto… anzi!» dissi io, con un sorriso malizioso. Ero al settimo cielo perché forse quella gelosia significava che provava qualcosa per me, e io non volevo altro che stuzzicarlo per vedere fino a che punto sarebbe arrivato. Lui dal canto suo era diventato paonazzo.

«Ma non ti preoccupare… c’è qualcuno che mi piace tanto, tanto di più!»

E dicendo questo gli scoccai un grande bacio sulla guancia e uscii dalla cabina.

Non riprendemmo il discorso per tutto il giorno, almeno fino a quando non mi riaccompagnò a casa con la macchina. Avevo continuato comunque a guardare Francesco, ma con tutta la forza di volontà avevo cercato di convincermi che fosse tutto un caso e che il sogno… se ne poteva tornare da dove era venuto. Intanto Filippo continuava a essere scuro in viso…

«Fili… tutto ok?»

«Se lo sapevo non te lo facevo conoscere!» rispose lui, con lo sguardo burbero fisso sulla strada.

«Ma si può sapere che ti prende?!»

«Sei tu quella che deve rispondere a questa domanda! Che ti è successo?! Ti sei innamorata di lui?! Cos’è? Un colpo di fulmine?»

«La vuoi smettere di fare il bambino?! Non è assolutamente vero! E poi… se anche fosse… tu che cosa c’entri?»

«Come cosa c’entro?!». La sua voce era molto nervosa e avevo notato che aveva allungato la strada verso casa mia, forse per parlare più tempo.

Io non potei non sorridere… per me quelle mezze frasi, quella gelosia improvvisa, significavano moltissimo!

«Già! Cosa c’entri? Non sei mica il mio ragazzo…!»

«Che c’entra?! E poi io… io…»

«Tu cosa?» chiesi io sperando con tutto il cuore che rivelasse i suoi sentimenti.

«Io… oh! Siamo arrivati!»

Mi voltai verso il finestrino e mi ritrovai davanti casa mia… ma che sfiga!

«Lo hai fatto apposta! Eri entrato in un argomento pericoloso, ammettilo!»

«Scendi dai… tuo padre sarà in pensiero!»

«Ah! Mi vuoi pure fuori dai piedi ora?! Bene! Bell’amico che mi ritrovo! Addio!»

Scesi furibonda dalla macchina sbattendo lo sportello, ma mi ritrovai con Filippo vicino che mi tirava per un braccio.

«Ok scusa! Non volevo essere scortese! Mi perdoni?» disse, con la sua faccia da schiaffi a cui, lo sapeva anche lui, non potevo resistere.

«E tu mi prometti che la smetti di essere geloso di Francesco?»

«Ok…» disse, anche se non molto convinto.

«Bravo!» gli diedi un bacio e questa volta mi lasciò entrare in casa.

Quando entrai in cucina trovai un bigliettino sul tavolo. Era scritto in modo frettoloso da mia madre.

Cara Lizzy, tuo padre aveva bisogno di idee e io di tanto aiuto. Staremo al locale fino a tardi, forse anche domani mattina perché mi hanno commissionato un matrimonio all’ultimo momento e qui è un macello. Mi dispiace lasciarti da sola… se vuoi prendi una pizza e chiama Filippo… è così caro quel ragazzo… ci vediamo domani. Ti vogliamo bene. Mamma e  papà

Sorrisi… sapevo quanto mia madre adorasse Filippo, ancora di più da quando aveva scoperto, quattro anni prima, che era il figlio di una sua vecchia compagna di scuola che non rivedeva da tempo. Da quel giorno in poi non perdeva occasione per invitarlo a pranzo, a cena, con i suoi genitori e qualche volta era pure successo che lo avesse invitato a dormire da noi, soprattutto quando facevamo la serata “cinema” e vedevamo i film fino a notte tarda e lei non voleva che lui andasse in giro a quell’ora.

Presi subito il telefono, non me lo feci ripetere due volte e chiamai Filippo.

«Pronto?» rispose lui, forse un po’ sorpreso di sentirmi così presto.

«Filippo? Sono io…»

«Già senti la mia mancanza?!»

«Che scemo che sei! No, è che i miei stanno al ristorante fino a tardi e non volevo stare sola… ti va di mangiare una pizza e vedere un film?»

«Certo! Vengo subito… e passo a prendere anche le pizze!» disse tutto contento.

«Io voglio…»

«Una quattro stagioni! Lo so!» e riattaccò. Mi conosceva proprio bene… non c’erano dubbi.

Andai in bagno e riempii la vasca. Cercai di rilassarmi, perché da quando avevo attaccato il telefono non facevo altro che pensare a Filippo, alle parole di quel giorno, a quella gelosia inaspettata… non vedevo l’ora che arrivassero le otto per rivederlo… per passare con lui la serata più bella della mia vita!



Ciao ragazzi! questo è il primo capitolo... spero che vi piaccia... la storia è già finita ma le sto dando una ritoccatina! :) speriamo bene...

ringrazio TheDreamerMagic che mi ha scritto e si è interessata un po' alla storia... spero che continuerà a leggerla...

un bacio a tutti

bibi!

  
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