Il 2 novembre del 1981, si celebrò il funerale per James Potter e la sua consorte, Lily Evans.

Pioveva lentamente, e tutto nel cimitero di Godric's Hollow era grigio e triste, a tono con l'umore cupo dei partecipanti.

Un uomo, con il volto solcato di cicatrici e gli occhi caramello, fissava le lapidi come se volesse morire.

Portava in braccio un bambino con capelli corvini e iridi smeraldine, e una cicatrice a forma di saetta sulla fronte altrimenti immacolata.

Piangevano tutt'e due, disperatamente, ma in silenzio.

La cerimonia continuava, con Albus Dumbledore che decantava le doti dei due ragazzi, amati da tutti e all'apparenza perfetti, senza nemico alcuno.

Ma allora perché giacevano lì, cadaveri?

Perché non sorridevano, seduti accanto al camino, il loro bimbo al fianco?

No, non erano perfetti.

Lui era uno spaccone, un pò vanitoso, lei quasi saccente, dall'ira terribile.

Nè amati da tutti.

Ma erano buoni e gentili, coraggiosi, e avevano dato la loro vita per salvare quella del figlio.

Il vuoto nei loro cuori divorava tutto, e le parole senza significato dell'anziano Preside perdevano consistenza appena pronunciate.

False.

Tutte false.

Dalla prima all'ultima.

Il bimbo singhiozzava piano, carezzando con lo sguardo i sepolcri delle persone che l'avevano amato tanto da morire per lui senza la minima riserva. Non sapeva precisamente cosa stava accadendo, aveva meno di un anno, sentiva solo tanto dolore...

Tra le poche persone che assistevano, vestite di nero, intravide due figure sbiadite e argentee.

Queste si avvicinarono adagio, sistemandosi tacitamente dietro al ragazzo che lo teneva in braccio.

L'infante singhiozzò, e venne immediatamente cullato dolcemente dal biondo, con dolcezza.

Avevano più o meno la stessa età, non più bambini, ma nemmeno lontanamente adulti.

Tre ragazzi, con una vita da vivere e un futuro già negato.

<< Guarda, Harry. >> Sussurrò la donna, indicandogli una farfalla gialla che dolcemente si posava su uno dei fiori portati da chi partecipava al funerale.

Aveva dei pallini neri sulle ali, i bordi leggermente più scuri e maculati, con un accenno di castano chiaro, parevano di morbido velluto.

<< Quella, piccolo mio, ti proteggerà... Ti basterà pensare intensamente a noi, tesoro, e lei apparirà. Ti vogliamo bene, angioletto. >> Continuò l'uomo, baciandogli teneramente il capo.

Un ultimo sorriso e svanirono, per sempre.

L'ultima immagine dei suoi genitori fu la coppia abbracciata, la testa rossa di lei incastrata sotto il mento di lui.

Il piccolo tentò di esprimere i suoi pensieri con un singulto.

<< Ma..Mama... Pa..Papà... >> Disse piagnucolando, tendendo la mano verso le lapidi.

Se erano comparsi si sarebbero rialzati, no?

No, capì.

Era un bambino, ma certe cose si sanno senza rendersene conto.

La farfalla si alzò in volo, posandosi elegantemente sul suo palmo, aperto in una muta richiesta di aiuto.

Soffice al tatto, solleticava la pelle, emanava un calore vagamente materno.

Un minuscolo abbraccio.

<< Ricorda Harry, noi ci saremo... Non piangere,amore. Saremo i tuoi angeli custodi, e veglieremo su di te. >> Bisbigliò il vento.

 

 

 

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Vorrei spiegare codesta stronz- cioè, codesta mirabile prova del mio innato talento.

Uhm. Okay.

Andava meglio stronzata.

Mooooolto meglio.

Comunque, dicevamo...

Questa cosa è uscita fuori da un sogno, e non ho resistito all'impulso di scriverla.

Fine delle note =)

Ah, dimenticavo: AUGURI, GIYN!

Questo è il secondo regalo, anche se meriti molto di meglio di tutto ciò.

E in bocca a lupo per lo stage! :**