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Autore: Alchimista    05/02/2010    6 recensioni
Il dolore può accecare... essere forte... distruggere e infine semplicemente stancare. E ciò che più conta è che nessuno può prapararsi: viene all'improvviso e non si sa mai com'è e come si reagirà ad esso... E tutto questo Watson lo sa bene... [ff senza alcuna pretesa, che spero non stronchi la mia "carriera" - per modo di dire - in questa sezione ^^]
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello che nessun lettore ha mai letto.

 

« È con cuore molto pesante che prendo la penna per scrivere queste parole, le ultime con le quali avrò mai più occasione di ricordare al mondo le straordinarie capacità che il mio amico Sherlock Holmes possedeva. »

 

Poi? Com’è che continua? Quali sono le parole da usare dopo queste? C’è davvero un continuo da scrivere?

Ma certo che c’è Watson! Mi pare evidente! Ah, lei si lascia trasportare fin troppo dai sentimenti, mio caro Boswell!

Mi sembra di sentire la sua voce, maledetta mente! Come se ora, voltandomi, fosse al mio fianco, chino sul foglio bianco che mi appresto a sporcare, curioso di quella strana e – per lui – affascinante indole che ho di mettere per iscritto lei sue avventurose indagini.

Non sarebbe il momento più opportuno mi dico come scusa in fondo è passata solo una settimana… è normale che tu stia così… che non abbia alcuna voglia di… ricordarlo.

Eppure non devo fermarmi, non posso: perché se il mio cervello non si applica su qualcosa all’ora tornerà sempre lì!

Scrivere, scrivere, concentrarsi sul passato per dare alla memoria un futuro, qualcosa che gli altri possano leggere per non dimenticare. Ma che ne sanno gli altri di ciò che si prova? Che ne sanno di quello che si nasconde dietro le righe di uno scrittore?

Una lacrima, di cui non mi sono accorto, bagna il foglio schiarendo e sfocando i contorni della parola “cuore”. Mi alzo, asciugando con rabbia quelle maledette gocce d’acqua salata che senza alcun pudore continuano a bagnarmi il volto.

Mi avvicino al camino e – appoggiato un braccio sulla sua mensola – lascio che la testa gli ci scivoli sopra senza più forze, mentre i nuovi spasmi del pianto fanno tremare il mio petto.

Perché mi chiedo perché è accaduto tutto questo? Perché non si è fermato pur sapendo il destino a cui andava incontro? Mio Dio… mi sento di morire…

Il mio respiro comincia a diventare innaturale, febbrile e la testa comincia a girare. Il braccio su cui sono appoggiato scivola all’improvviso sotto il troppo peso e riesco a mantenermi in equilibrio per pura fortuna.

Sprofondo, stanco e assonnato, sulla poltrona – quella in cui si sedeva sempre lui, constato meccanicamente – e, nonostante la vista semi-offuscata, scorgo un foglio di carta che ha appena toccato il pavimento.

Mi sporgo per prenderlo e sono sicuro di fare una faccia masochisticamente(*) ironica quando mi rendo conto che sono le ultime parole di Holmes.

Senza possibilità di scampo – non che lo volessi – gli occhi ripercorrono quelle poche righe.  

 

« Mio caro Watson
Le scrivo queste poche righe grazie alla cortesia del signor Moriarty che gentilmente aspetta che io abbia terminato prima di discutere circa le questioni in sospeso fra noi. Mi ha illustrato brevemente il modo in cui ha evitato la polizia inglese e si è tenuto al corrente dei nostri spostamenti. Confermandomi così l'altissima opinione che mi ero fatta delle sue capacità. Sono lieto di pensare che potrò liberare la società da ulteriori effetti della sua presenza anche se, temo, a un prezzo che addolorerà i miei amici e specialmente lei, mio caro Watson. Comunque, le ho già spiegato che, in ogni caso, la mia carriera era arrivata a un punto critico e che nessun'altra conclusione potrebbe andarmi meglio di questa. Anzi, per dirle tutta la verità, ero sicurissimo che la lettera da
Meiringen non fosse che un trucco e la lasciai andare solo perché ero convinto che ci sarebbero stati degli sviluppi. Dica all'ispettore Patterson che i documenti che gli occorrono per mandare in galera tutta la banda, si trovano nel casellario M, dentro una busta azzurra su cui è scritto «Moriarty». Ho lasciato precise disposizioni circa i miei averi prima di lasciare Londra, e le ho consegnate a mio fratello Mycroft. La prego di dare i miei saluti alla signora Watson e mi creda, amico mio,
il suo affezionatissimo»

 

Sherlock Holmes concludo.

Già: è stato facile per lei scrivere queste parole, non è così? Dice che quello che sta per accadergli addolorerà i suoi amici e me in particolare, ma la verità è che lei non sa realmente cosa ha fatto. Quanto male ha fatto!

Mi accordo di tremare, ma stavolta non di dolore bensì di rabbia. Rabbia ceca, folle e senza alcuna giustifica, ma forse ancora più forte proprio per quegli attributi.

«Perché mi ha lasciato solo?!» grido al massimo del patetico e dell’infantile «Sarebbe stato meglio se Moriarty avesse ucciso anche me a questo punto, non le pare? Egoista, è sempre stato un egoista! Io… io la disprezzo!» continuo ormai senza più possibilità di fermare quello sfogo senza senso «Non solo è andato via, ma mi ha anche tolto l’unica cosa che avrebbe potuto sostenermi in questi giorni: la vendetta! Ha portato con se anche lui e ora io… io… non so che fare… non so cosa dire… che pensare…» man mano la mia voce torna normale e poi diventa un sussurro mentre stringo forte le braccia al petto travolto da una nuova ondata di quel freddo che sa essere tanto pungente solo per la forza del dolore.

Ah… Watson… Dopo il dolore c’è sempre la rabbia, tanto forte quanto insensata: crede davvero che una persona voglia volontariamente lasciare solo un caro amico?

Ancora una volta la mia mente gioca con me: si diverte – fredda e irrazionale – a pensare rapidamente le battute che l’ormai silenzioso Holmes mi direbbe se mi vedesse in un simile stato.

«No… lei non voleva, lo so…» rispondo con la voce di chi chiede scusa e solo allora mi rendo conto che anche Holmes avrà sofferto, intuendo – come solo sui sa fare – ciò che avrei provato alla scoperta della sua dipartita.

«Maledizione! Non c’è via d’uscita!» grido stringendo forte gli occhi.

Sbaglia, mio caro Boswell: c’è sempre una via d’uscita. Basta reagire e mi creda: la vendetta non le avrebbe fatto bene… e poi non si addice per nulla a un gentiluomo quale è lei.

Ha ragione: obbiettivamente parlando – e mi chiedo come faccia in un momento simile ad esserlo – la vendetta sarebbe stata la cosa più nociva da fare e la sua fine sarebbe stata anche la mia.

Consuma il cuore dell’uomo con una velocità impressionante e quando ci lascia andare non abbiamo più nulla…

Ma io ora cos’ho? Nulla! Nulla! E allora sarebbe stato finanche liberatorio trovare fine con la vendetta, essere in pace con se stessi e sentirsi liberi.

Non è in pace con stesso, mio caro Watson?

Scuoto la testa: no, no che non sono in pace! Non lo sono affatto! Perché avrei potuto fare qualcosa in più e forse anche evitare questo destino se solo…

…se solo glielo avessi permesso?Oh, io sono sicurissimo di questo; ma non pensa che sia stata proprio tale sicurezza a fare in modo che io non la mettessi in condizioni di essermi d’aiuto? In fondo sono egoista, l’ha detto lei e ho preferito che fosse lei a soffrire ed io a morire, piuttosto che il contrario: perché dalla sofferenza ci si può rialzare, ma non mi è ancora giunta notizia di qualcuno che sia stato liberato dalla fredda stretta della Morte.

Illuminante e saggio come al solito… e sensibile, di una sensibilità che raramente ha mostrato, ma che io ho sempre saputo nel suo cuore.

Alzo lo guardo e scorgo su un tavolino poco distante da me la scatola in cui Holmes teneva le sue dosi di cocaina. Chissà se con quella troverei la pace…

Non una pace eterna – mi affretto a continuare – solo il tempo necessario per riprendermi, per consentirmi di rialzare la testa e scorgere ancora la luce del Sole.

Ecco un’altra cosa che non lei si addice minimamente.

Sorrido, rapido, scoprendo che, nonostante le sue parole, non ho mai preso realmente in considerazione quell’ipotesi: ho sempre odiato quella roba e ciò che è accaduto non cambierà di certo lo stato delle cose.

Ecco il mio Watson! Di sani e indistruttibili principi! Ora si rialzi, presto! Torni allo scrittoio e riprenda in mano quella penna!

Mi alzo quasi d’istinto, obbedendo a quell’ordine e mi siedo sulla sedia, di fronte a quel foglio, con una lucidità di cui non mi credevo capace. Non mi serve la vendetta, non è quella che mi avrebbe appagato; da ora in poi sarebbero stati i ricordi, tutti i ricordi impressi sui miei taccuini e nella mia mente a darmi la forza e – perché no – la gioia di continuare a vivere.

  

 « È con cuore molto pesante che prendo la penna per scrivere queste parole, le ultime con le quali avrò mai più occasione di ricordare al mondo le straordinarie capacità che il mio amico Sherlock Holmes possedeva. »

 

Stavolta però è un sorriso ad illuminare la parola “cuore”, mentre le lettere che cominciano a riempire la carta sono accompagnate da un sottofondo musicale.

Holmes ha ripreso in mano il suo violino ed ora l’archetto fa vibrare con potenza le note nella stanza in penombra… note che mi accompagneranno per tutta la vita, indissolubili.

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE

 

(*) So che non è un termine molto… “carino” e suona davvero male, ma non sono riuscita a trovare nulla che avesse la stessa forza… ^^’’’ Scusate…

 

Salve! Prima che qualcuno mi mandi a quel paese col supporto di pomodori ed uova marce ci tenevo semplicemente a dire che non so per quale motivo ho scritto questa One-Shot davvero… demenziale? Patetica?... insomma trovate voi il termine – in negativo – che possa qualificarla…

Da alcuni giorni mi sono letteralmente fissata con Sherlock Holmes e le ff che sono in questa sezione… e sto letteralmente impazzendo nell’attesa di comprare “Tutto Sherlock Holmes” *.*

A tale motivo chiedo venia se ciò che ho scritto non corrisponde alla realtà raccontata nei libri… sono ignorante in materia ^^’’’ abbiate pazienza.

In ogni caso l’istinto mi ha detto di gettar giù queste parole e non ho potuto dirgli di no.

Spero di non aver infangato troppo la reputazione di Holmes e Watson e degli autori e delle autrici di questa sezione… in caso contrario chiedo ancora scusa.

Ringrazio anticipatamente tutti coloro che leggeranno questa ff e in particolare quelli che recensiranno o la metteranno fra le preferite (sarebbe un vero miracolo *.*). Inoltre ci tengo a dire grazie soprattutto a Bellis e Bebbe5 che mi hanno dato il giusto slancio per provare a scrivere qualcosa si Holmes/Watson.

Baci…

 

Vostra Alchimista!

 

 

 

 

   
 
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