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Autore: Plumose Things    05/02/2010    4 recensioni
Una Snarry, tutta dedicata a Giyn. Auguri cara! E' un esperimento, e so che fa schifo. Perdonatemi per averla pubblicata -_- NOTA: Ora la fic si vede, scusate. Grazie a DeeplyBellatrix per avermi fatto presente la mancanza della storia! Due parole, non importa quali, solo il significato conta. Credo sia OOC, poi ditemi voi.
Genere: Romantico, Dark, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'e'
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Quanto tempo era che stavano insieme?

Qualche anno, forse.

Non gli piaceva contare gli attimi passati con Severus, gli sembrava di fare un orribile conto alla rovescia verso la fine della loro burrascosa relazione.

Si poteva chiamare relazione la loro?

Non ne era certo.

Sev, con lui, era spesso acido e sarcastico.

Ma non era proprio questo che l'aveva attirato, all'inizio?

Quella sua causticità intrisa di verità - che lo faceva scendere dal piedistallo su cui tutti volevano innalzarlo - era stata la sua liberazione.

Con il Pozionista era sè stesso, e poteva sentirsi criticato e giudicato per quel che realmente era, non per ciò che rappresentava.

Solo in rari momenti il burbero uomo poteva definirsi pacifico: nella beatitudine post orgasmica, quando lui ed Harry rimanevano nel letto, sfiniti, senza una parola a testimoniare la loro soddisfazione, che tuttavia aleggiava nella stanza. Il silenzio che riempiva l'aria non era arrabbiato o sdegnato, era... Sereno.

Un aggettivo che mai avrebbe pensato di poter associare tanto facilmente alla spia dell'Ordine.

Erano quasi unici i momenti di tenerezza, poche le volte in cui si erano scambiati vicevolmete parole romantiche o sdolcinate.

Tra loro vigeva quella regola, mai infranta, di non mettere in imbarazzo l'altro con frasi inutili e sviolinate inadatte al loro vero essere.

Ma la verità era che, nonostante tutto, si amavano.

Era amore il desiderarsi e conoscersi mutamente, scambiarsi semplici messaggi con un'occhiata altrimenti indecifrabile? Comprendersi e nonostante tutto scoprirsi ogni giorno di più, ogni giorno migliori del precedente?

C'era un silenzioso accordo tra di loro: avrebbero affrontato tutto, assieme.

Insieme avrebbero sconfitto l'Oscuro e superato i pregiudizi.

Ad occhi altrui erano rimasti quelli di sempre, e pochi erano a conoscenza dei momenti liberi condivisi.

Solo il Preside - quell'uomo sapeva tutto, sarebbe stato la loro dannazione - ed Hermione erano consapevoli di tutto ciò.

Hermione - ragazza fin troppo brillante - aveva notato fin da subito il minuscolo e cruciale segno violaceo lasciato dai morsi violenti di Piton, e non aveva impiegato molto per arrivare a una conclusione sfortunatamente esatta.

Entrambi gli amici avevano concordato: non l'avrebbero detto a Ronald.

Per quanto buono e gentile, era cresciuto con dei 'principi' che non ammettevano alcune cose.

L'omosessualità e l'avere una storia con l'arcigno professore erano tra queste.

Nonostante tutto, non potè impedirsi di pensare al fatto che oramai da più di un anno - un lunghissimo, cupo, tempestoso e difficile anno - convidevano un letto.

Già, un, non il letto.

Pochissime volte avevano fatto l'amore - si poteva chiamare così, il sesso con Severus Tobias Piton, dio della freddezza e della gelida malignità? - nel talamo dell'uomo.

Era pericoloso... E se qualcuno fosse entrato? Non potevano permettersi di essere scoperti.

E così si appartavano su ogni superficie disponibile, per condividere un pò di calore ed eccitazione.

Il 25 gennaio - quel giorno - compiva esattamente 12 mesi, la loro strana storia.

Ed Harry si avviava verso la torre di Astronomia, riflettendo su di loro. Una coppia?

Arcano, per la sua giovane mente, irrisolvibile.

L'inverno e la neve - fastidiosamente attardatisi - gli pungevano le mani, e lo intorpidivano spiacevolmente.

Ma una fitta alla cicatrice lo riportò attivo e preoccupato.

Voldemort.

Qualcosa non quadrava, e un presentimento orrido lo spinse a correre in una direzione diversa dal percorso che stava faticosamente compiendo.

Si diresse verso la Foresta Proibita - luogo d'incontri e marachelle, disgrazie e rivelazioni - con un sentimento d'urgenza che lo lacerava.

E allora vide.

Severus era in piedi, con un cipiglio concentrato, avvolto nelle sue vesti nere, la bacchetta alzata che sprigionava raggi di luce.

Davanti a lui quel che una volta fu Tom Riddle, il volto mefistofelico e privo di appendice nasale che ghignava malvagiamente.

Era il riso di chi sta vincendo e ne è consapevole.

Successe in un attimo; un fulmineo, doloroso attimo.

Severus si girò, avvertendo la sua pietrificata presenza.

<< Harry, vattene! >> Gridò velocemente, girandosi per un momento verso il ragazzo.

E Voldemort lo colpì.

Un " Avada Kedavra! " si infranse contro il suo petto solido, sollevato in quello che sarebbe stato il suo ultimo - e inconsapevole - respiro.

Il Pozionista puntò lo sguardo pece in quello di Harry, fissandolo, prima che i suoi occhi si facessero vacui nella morte, che l'aveva preso all'immediato.

Cadde senza un suono, il rumore soffocato delle membra inerti che toccavano terra in un sottofondo quasi irreale.

L'aveva ucciso.

Ucciso.

Severus... Severus non sarebbe più rimasto con lui, non avrebbero affrontato insieme un bel nulla.

Il volto bianco dell'essere serpentesco si contorse in una smorfia orribile, una risata maligna e crudele gli scosse il corpo sottile e disgustoso a vedersi.

<< Il Traditore è morto. Miei Death Eaters, gioite! >> Furono le sue parole, e la massa, finora non visibile, di cappucci neri si mosse in cenno d'assenso e soddisfazione.

<< Tu... Tu... >> Harry tremò, incapace di esprimere il suo dolore e la sua rabbia.

Tutto quello che riuscì a fare fu correre verso l'amato, crollando frastornato accanto al suo cadavere già freddo.

Mise delicatamente la mano sulla carotide, tentando disperatamente di trovare un battito che sapeva sparito.

Ma nessuna pulsazione induceva lo scorrere del sangue.

Si alzò con un tremito delle ginocchia, indebolite dalla sofferenza.

<< L'hai... L'hai... >> Non era in grado di parlare.

Una lacrima silenziosa - una sola - scese sul volto immobile e pallido, sbiancato nel momento in cui la luce verde aveva compiuto il suo crudele dovere.

<< Ucciso, Potter? E' questo che intendi dire? Sì, l'ho ucciso, ho ammazzato la spia. Ora cosa vuoi farmi, condurmi alla morte con un Expelliarmus? >> Lo sbeffeggiò, aprendo le braccia a mo' di invito.

Harry non se lo fece ripetere due volte, e con un Avada tentò di ottenere la sua vendetta.

Ma di certo non sarebbe stato così semplice...

Infatti la creatura che corrispondeva al nome di Voldemort lo deviò facilmente, beandosi della sua supposta onnipotenza.

Il duello iniziò.

La resa dei conti era finalmente arrivata, il momento finale, quello che avrebbe deciso le sorti del Mondo Magico e della vita di entrambi.

E l'uno... Dovrà morire... Per mano dell'altro... Perché nessuno dei due... Può vivere... Se l'altro... Sopravvive...

La frase che aveva condannato i due al decesso era proprio quella che aleggiava tra loro, come un sussurro, dalla voce asmatica e spaventata di Sibilla Cooman.

Era la loro immaginazione, o la sentivano realmente?

Echeggiava nell'aria gelida e statica, mossa solo dai loro incantesimi mortali.

Intanto, Harry ricordava.

Severus, prima che un amante, era stato un maestro.

Gli aveva insegnato tutto ciò che un abile combattente come lui poteva donare a un apprendista, e lui lo aveva assorbito.

Raddrizzò le spalle, castando un Diffindo particolarmente potente.

Un Death Eaters intervenne, deviandolo, ma il suo Padrone lo sbalzò via con un irritato gesto della mano.

<< Non intervenite! Devo essere io, a finirlo! >> Gridò, mettendo più impegno nell'incantesimo.

<< Stralum! >>

<< Trinity! >>

Improvvisamente urlarono lo stesso incantesimo - L'Anatema che Uccide - e le anime delle bacchette entrarono in contatto, creando il Prior Incantatio.

L'immagine di Severus comparve labile nell'aria, guardando serio l'amante.

<< Ce la farai... Ne sono certo. >> Si gettò rabbiosamente sull'Oscuro Signore, offuscandogli la vista e deviando il raggio verde che diretto verso il moro.

Per un attimo Tom non vide più nulla, e ancora una volta un singolo istante fu capace di uccidere: un SectumSempra creò una lunga ferita sul petto abnorme e pallido, scavando la carne fino ad arrivare al cuore.

Cadde in un lago di sangue, e ad Harry parve di vedere una scintilla di paura e stupore nello sguardo rossastro ed assassino.

I suoi servi si fissarono, terrorizzati e spaesati, smaterializzandosi immediatamente.

Codardi...

Ma non era il momento di pensare all'enorme viltà che avevano dimostrato.

Severus.

L'uomo non si muoveva, sempre più freddo, sempre più rigido.

Passò la mano sul volto pallido, disperandosi e chiedendo a sè stesso e a Dio una soluzione.

Severus non poteva morire.

Non era possibile.

Era semplicemente...

Inaccettabile.

Desiderò con tutto il cuore che tutto ciò non fosse mai accaduto, che quel viso amato tornasse a vivere.

E un grido si levò.

Non umano, nè bestiale.

Un canto.

<< Fanny! >>

La Fenice.

La Fenice!

Era salvo, era salvo...

La melodia deliziò le sue orecchie, quasi bruciando invece quelle dei pochi Death Eaters rimasti, costringendoli a scappare o a coprirsi la testa, angosciati.

La chiamò a sè, preso da un'improvvisa speranza, e dall'urgenza che da essa derivava.

<< Aiutami Fanny, ti scongiuro.... Piangi! >>

Con un trillo acuto essa obbedì, e stille salate caddero sul cadavere dell'arcigno professore di Pozioni.

Un minuto.

Due....

Sembrava non aver avuto effetto.

Improvvisamente un respiro sconnesso animò il pallido uomo, una tosse convulsa scosse il suo longilineo corpo.

<< Harry... >>

<< Ce l'abbiamo fatta. >> Disse soltanto, aiutandolo a rialzarsi e piangendo di sollievo.

L'incubo era finito, ed erano tutti vivi...

Lui era vivo.

Solo questo contava...

Snape l'abbracciò, consolandolo, come se a morire non fosse stato lui stesso, ma il giovane che stringeva fra le braccia.

<< Va tutto bene, tutto bene... >>

<< Ti amo. E non farmi mai più scherzi simili. >> Per una volta, il patto fu rotto.

Doveva pronunciare quelle parole, come per assicurarsi che nulla di tutto ciò accadesse di nuovo.

<< Anche io. >>

Due parole, non importa quali, solo il significato conta.

Due parole, che sancirono un'unione.

La loro.

 

 

 

 

 

 

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E tanti auguri a Giyn!

Anche questo fa parte del tuo regalo di compleanno.

Temo non sia un granché, tesoro mio...

Ma entrambe amiamo le Snarry, ed era un dovere dedicartene almeno una!

Che altro dire?

COMMENTATE!

Scherzo, non è un obbligo...

Ma mi farebbe tanto, tanto, tanto, tanto-tanto piacere!

Ancora auguri, Giyn!

Ti voglio bene! <3

 

 


   
 
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