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20.
Il vice procuratore Benjamin Talbot scese dalla macchina e raggiunse i due uomini. Era solo.
"Abbiamo un problema, signor Talbot..."
Ben li fissò preoccupato.
"Neverland è bruciata. E abbiamo dovuto ferire un certo Mick St. John..."
"Ah, dì piuttosto che è moribondo!" Precisò Jim.
"MICK ST. JOHN?"
Ben sobbalzò a quel nome ben noto.
"Io avevo capito che quelli sulla lista fossero intoccabili!"
"Infatti, Mister... è stato un nostro errore." Si scusò Spugna.
"Un piccolo incidente..." Si giustificò Long John Silver, ma Ben era furioso.
"Se Mick St. John dovesse morire, io vi sbatto in galera a vita! E faccio chiudere la Fondazione! Sono stato chiaro? Ditelo al vostro capo!"
Ben smaniava come un cane bastonato, incapace di credere che la situazione fosse sfuggita di mano proprio con l'investigatore con cui era meglio non avere problemi.
"Le regole devono esistere per tutti!" Li rimproverò con stizza, sbattendo il pugno sul cofano della sua auto. E in quel momento avvertì il rombo lontano della Ferrari. Vide i fari illuminare il vialetto e svoltare davanti al garage. In tutta fretta li congedò, raccomandandosi di non farsi vedere.
"Ora eclissatevi... e cercate di farlo per un bel po'!"
Josef aveva sentito il mio odore, poi aveva visto la Mercedes parcheggiata lungo la strada. Avvicinandosi, si era accorto con orrore che ero sdraiato a terra dietro i secchioni, come un rifiuto qualunque. Provò in quel momento qualcosa che raramente aveva provato, un odio incontenibile per gli esseri umani.
E si sentì strizzare il cuore quando si chinò sull'asfalto bagnato, sopra di me.
Non avevo perso conoscenza e lui all'inizio non pensava che la mia condizione fosse tanto grave.
"Mick! Ma che diavolo volevi fare da solo? Eh?"
Solo pochi istanti e trovò l'ago con la fiala ancora infilata nel mio fianco. Quando fece per toglierla, si rese davvero conto di quanto fosse accaduto.
"Maledizione! Stai sveglio, hai capito? Cerca di stare SVEGLIO!"
Io rantolavo con quel poco di fiato che mi usciva dalla gola, ma non riuscivo a parlare, mentre Josef mi sollevava per mettermi sul sedile.
"Resisti, Mick. Ti porto a casa, dalla tua Beth. Resisti!"
Ricordo bene cosa cercai di sussurrare in quella auto, durante il tragitto. Era l'unica cosa che cercavo di ripetere da quando ero stato ferito.
L'unica cosa che sapevo.
"Sto morendo..."
In realtà stavo soffrendo sotto tortura, e quello che all'inizio era un dolore, stava lievemente svanendo insieme al tremore. Non perchè lo stessi vincendo, ma perchè non avevo più la forza per oppormi ad esso. Mi stavo lasciando andare.
"No Mick... NON te lo permetterò."
Il mio migliore amico mi porgeva l'orecchio e mi sgridava, con convinzione.
"Dio fa che si salvi... fa che si salvi." Sussurrò a denti stretti, guidando pericolosamente.
Dovevano essere diversi anni che non pregava, ma per me lo stava facendo.
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21.
Josef mi portò alla Fortress in pochi minuti, e fu come se la sua ferrari avesse messo le ali.
Inchiodò davanti all'ingresso del palazzo, lasciando metà copertone sull'asfalto e si precipitò fuori dall'auto.
Quando Beth ci aprì la porta, il suo cuore si fermò per un istante.
Quell'ultimo soffio di vita che c'era in me, aspettava solo di vedere lei.
"Oh MIO DIO!"
Josef mi lasciò scivolare sul divano e si fiondò al frigo in cerca di qualcosa con cui combattere l'azione dell'argento.
"Beth! AIUTAMI! il SANGUE! MI SERVE IL SANGUE!"
"Lì dentro c'è anche il MIO!" Urlò lei con decisione.
Josef capì all'istante a cosa si riferisse e spalancò il frigo, trovando le fialette di Beth. afferrò la siringa e ne riempì una dose.
"Resisti Mick..."
Mi sparò in vena tutte le fiale che Beth aveva raccolto in due giorni.
Erano poche, per quante davvero ne servissero, e Beth, piangendo si stava già spogliando per porgere il braccio ad un nuovo prelievo.
"Prendi tutto quello che ti serve, ma salvalo!"Lo implorava.
E Josef fece tutto il possibile. Ci provò, ci provò davvero. Ma le mie palpebre erano troppo pesanti per aprirsi, il potere dell'argento mi stava devastando internamente.
Ad un tratto trovai la forza di spalancare gli occhi con grandissima fatica e fu come tirare su di botto una saracinesca. Era il preludio al calvario che mi aspettava. Cominciò così una forma di delirio inquieto, mai provato prima.
Le mie pupille erano più grigie che mai, le occhiaie più profonde e la pelle ancora più bianca, il respiro, meccanico e del tutto inutile, ridotto ad un lievissimo fiato. Provai a chiamarla ma non ricordo neanche se fu comprensibile.
"Beth..."
"Resta con me Mick. Andrà tutto bene... sono qui, non ti lascio." Mi sussurrò lei, con la voce spezzata dai singhiozzi.
"Ti amo... Andrà tutto bene."
Baciandomi sulla guancia, mi accarezzò lentamente, mentre mi stringeva convulsamente la mano.
"Coraggio Mick, metticela tutta..."Implorava Josef.
Agonizzavo ormai da troppo tempo e nonostante il sangue di Beth, mi addormentai di colpo, sotto i loro occhi, tornando improvvisamente in forma umana. E sognai.
Feci tanti incubi tali da agitarmi continuamente, digrignando i denti. Sognavo di bruciare tra le fiamme dell'inferno e loschi figuri minacciarmi in una lingua che non riuscivo a capire.
"Ho fatto tutto quello che potevo. Vedremo se ha funzionato. Non ho la più pallida idea di cosa gli stia succedendo. Non sono sicuro che gli abbiano iniettato solo argento..."
Josef si abbandonò sulla mia poltrona, portandosi la testa tra le mani. Si sentiva impotente di fronte a quella situazione.
Pensava al fatto che mi aveva trovato solo in quel vicolo e che, se ci fosse stato anche lui lì con me, tutto questo non sarebbe mai accaduto, perchè lui avrebbe avuto la fermezza di uccidere, se necessario, anche quando a me fosse mancato il coraggio.
Sentivo il suo sguardo triste su di me, sentivo quello sofferente di Beth e sentivo anche le loro voci, spezzate dalla commozione e dalla paura, ma non riuscivo a riprendere il controllo di me stesso.
Beth pianse tutta la notte su di me. E la mattina dopo pensò di andare a prendere il registratore e, posando il suo dito smaltato sul tasto del play, lo azionò.
La voce degli angeli si spandeva nell'aria della stanza e Josef si destò dal suo dormiveglia.
"Beth?"
"Gli piaceva questa musica..." Spiegò lei.
"Piace anche a me."
Ma non piaceva a lei e io ora lo sapevo. Le straziava il cuore, riducendolo a brandelli in quel momento di profondo sconforto.
"Forse può aiutarlo..."
Beth sentì le lacrime riempirgli di nuovo gli occhi. Non riusciva più nemmeno a vedere bene il sorriso stanco di Josef che voleva rassicurarla.
Il groppo che aveva in gola le impediva di deglutire e si appoggiò a lui, per raggiungere di nuovo il divano.
E in quel momento trovai la forza di svegliarmi. Schiudendo le ciglia, trovai il suo sorriso a darmi il buongiorno.
Josef si avvicinò e le accarezzò la spalla, sorridendo.
"L'hai salvato, Beth... E' stato il tuo sangue a salvarlo."
Se avessi trasformato Beth, sarei morto. Invece la sua essenza da mortale mi aveva probabilmente curato.
Non ero stato io, con i miei poteri sovrannaturali, a salvarle la vita, era stata lei con il suo essere stupendamente umana a salvare la mia.
Forse era stato il sangue di Beth, forse la voce degli angeli. Forse tutte e due le cose o soltanto il destino, ma nel mio cuore sapevo di dover ringraziare Dio per le cose più importanti che avevo: l'amicizia sincera di Josef e l'amore immenso di Beth.
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22.
Chiuso nel suo ufficio, il vice procuratore Talbot sembrava agitato.
Camminava a braccia conserte, avanti ed indietro per la stanza, senza potersi dare pace, preso da una smania incontenibile.
Ad un tratto sentì il telefono squillare.
Si spostò i bordi della giacca e rimase per qualche secondo pensieroso, con le mani ferme sui fianchi.
Si stava nervosamente mordendo il labbro, indeciso se rispondere o meno, ma al quarto squillo si precipitò a prendere la cornetta.
"Pronto?"
Gli rispose una voce che conosceva molto bene e che aveva imparato a temere.
"Mick st John è sopravvissuto."
"Ah, è lei! Quello che stava per succedere è..."
"Non è successo nulla. Questo è l'importante. Lei non si preoccupi, continui a fare quello che le ho chiesto... e noi faremo la nostra parte. Buonanotte, signor Talbot."
All'altro capo della cornetta avevano già riagganciato, ma Ben rimase immobile in quella posizione.
Quando riuscì a muoversi lentamente, seguì l'istinto e, prendendo il cellulare, iniziò a scorrere la rubrica fino a fermarsi sul nome che i suoi occhi stavano cercando.
Beth Turner
Il suo sguardo s'incupì e facendo appello al suo buonsenso, ricacciò la tentazione di chiamarla.
"Non gli permetterò di farti del male Beth... non glielo permetterò."
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23.
Josef invece aveva messo un passo dietro l'altro meccanicamente, fino ad arrivare a casa di Simone.
Quando gli aveva aperto, gli si era gettata subito al collo.
Era arrabbiata, ma dopo averlo visto, era sbiancata e aveva iniziato a tempestarlo di domande.
"Josef! Sei sconvolto, che cosa è successo? Stai bene? Avevi promesso che saresti passato, ieri sera, ti ho chiamato e ho aspettato fino alle 3! Mi hai fatto preoccupare..."
Josef spostò lo sguardo stanco su di lei, ma non aveva nemmeno la voglia di stringerla a sè.
Avanzò di qualche passo nella stanza, col viso affranto dalla stanchezza e dal peso dei suoi pensieri. Erano troppi e troppo agitati per tenerli buoni ancora nell'angolino buio.
Qualcuno aveva acceso la luce e come tanti demoni impazziti, correvano sparpagliandosi ovunque, nella sua mente.
Josef faticava per tenerli a bada.
"E' stata una notte intensa... Hanno quasi ucciso Mick."
Si voltò per guardarla e con voce atona pronunciò poche parole, ma chiare e ferme.
"Io non voglio abbracciarti, Simone. Non lo farò mai. Perciò, se vorrai continuare a vedermi, non dovrai più chiedermelo."
Simone faceva fatica a credere che gli parlasse con quel tono apatico. Non lo aveva mai visto in quello stato così provato, ma il brivido che la percorse le fece capire che era serio e molto convinto di quello che diceva.
In realtà sembrava volesse dire che tra loro non avrebbe mai potuto funzionare come sperava, che doveva rassegnarsi.
"Sono venuto solo per dirti questo... Mi dispiace."
Concluse desolato, abbassando lo sguardo color miele per evitare di scorgere nei suoi occhi quel qualcosa che li univa e che, ne era sicuro,si sarebbe spezzato in modo tanto brusco da lasciare un segno evidente sul suo viso.
Perciò preferì girare i tacchi, e così come era entrato, senza essere invitato, imboccò la porta ed uscì con passo lento e cadenzato.
Se Simone avesse potuto guardargli nel cuore, ora che qualcosa aveva rinvigorito una piccola fiamma di speranza, avrebbe letto un nome riaffiorare lentamente dall'abisso dei suoi sentimenti più profondi.
Sarah.
Fine ff episodio 18
Continua...
Cast di queste prime due puntate:
Mick St. John: Alex O’Loughlin
Beth Turner: Sophia Myles
Josef Kostan: Jason Dohring
Benjamin Talbot: Eric Winter
Logan Griffen: David Blue
Guillermo Gasol: Jacob Vargas
Jack McLow : Matthew Broderick / Lisa McLow : Sarah Jessica Parker
Juliet McLow : Shiri Appleby
Tony (Anthony) Romeo: Jason Behr
Mrs Romeo: Kristin Davis
Lawrence Flown: David Garret
Dr. Alan Rider: Tom Skerritt
Cindy Morrigan: Naomi Watts
Roger Kale: Patrick Thompson
Long John Silver/Jim: Michael Chiklis
Phil: James D. Dever
Ringraziamenti:
Prima di tutto voglio ringraziarvi per avere avuto la pazienza di leggere e averci dimostrato il vostro interessamento.
E in particolare...
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