Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Jazz Hyaenidae    06/02/2010    5 recensioni
questa breve lettura è l'equivalente di un assioma non logico, dunque un postulato... un postulato in letteratura è qualcosa di vicino ad uno sputo di muco nasale reso però in una forma pseudoartistica.
(forse è un insulto alla categoria "introspettivo")
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(Ambiguità letterarie fini alla digestione)

-Sì Claudia, ho deciso che riprenderò a scrivere.
-Sentivi l'esigenza di venire sino a Termoli per dirmelo?
-No va be, volevo anche vederti.
Sarà banale dire che la mia lady sorseggiava la sua bibita avvolta da quel velo fascinoso che solo lei ha.
Eppure...i suoi occhi verdi e gialli brillavano nel sole che le si rifletteva contro.
Ancora qualche altro minuto e sarebbe venuto a piovere. Il suo cervello era contenitore da mitologia greca.
In un salotto di un locale da poltroncine bianche, con una vetrata che dava sulla piazza, la guardavo ancora una volta.
Un tempo avremmo osservato i bambini che giocavano fuori, o avremmo parlato male di qualche strano individuo presente nel locale.
I rapporti tra me e lei non erano più quelli di due giovani innamorati. Giovani eravamo giovani, ma abbandonati alle freddezze dei nostri animi.
L'uno all'altra.
Ciò nonostante ci volevamo ancora un gran bene. Questo era assai banale, superficiale e scontato.
Come la nicotina che si disperde nell'aria con un rumore metallico, la banalità può essere venduta a buon prezzo.

-Mi sei mancato in tutto questo tempo.
-Il tuo ragazzo come sta?
-Abbastanza bene, ma dimmi, come mai ti è tornata questa voglia di ricominciare con i romanzi? E' ancora un sistema per non perdere la prospettiva?
-Pensavo veramente a scrivere qualcosa di vendibile...
-Che? Mi prendi in giro?
-No. Penso di saperlo fare. Mi trovo a corto di denaro e sono abbastanza disperato da saper scrivere banali romanzi d'amore.
-Non hai mai scritto insensate storie d'amore.
-Ho scritto storie d'amore, questo basta.
-Davvero, sono cambiate troppe cose. Dunque la prospettiva?
-Lo sai, cambia... e nel toccare il suo valore più basso, possiamo dire di averla ormai persa.
I suoi biondi capelli però, odoravano ancora di camomilla.

Il fischio dei freni, del treno, sulle rotaie.
L'uomo con le unghie a punta della stazione di Termoli, puzza come un sacchetto della monezza, ma non è assolutamente la paura che incute.
S'impara anche a leggere uno sguardo di un alcolizzato, magari non lo vedi neanche tanto lontano da quello che sei tu.
Il fischio dei freni del treno sulle rotaie dicevo. Sì, è uno stato d'agitazione anche quello.
Come quando non hai presente ciò che sta accadendo nella tua vita, avverti soltanto un forte rumore. Qualcosa arriva.
Avevo smesso definitivamente con la droga, avevo capito che in realtà ostruiva i miei distacchi dalla realtà, anziché agevolarli.
Mi si permetta di dire che era anche un intasamento al mio flusso di coscienza,non che questo abbia potuto in qualche modo compromettere la mia carriera letteraria,
tant'è vero che non sono uno scrittore, né tanto meno un uomo di lettere, però in qualche modo debilitava il mio animo.
Piccolo particolare da aggiungere: se con la mia preferenza di droga, avevo un'alterazione distorta della realtà, da lucido era anche peggio. Causa, intolleranze alimentari.
Così capitava spesso di vedere cose che in realtà non c'erano. La questione iniziò con il vedermi blatte nere tagliare in tutta fretta il salotto di casa.
Dalle blatte ai topi e in seguito iniziai a vedere ragni un po' ovunque e strane creature dalle contenute dimensioni che si nascondevano negli angoli più improbabili.
Non è tanto una questione che sono esseri che fanno schifo, perché non ho di questi pregiudizi nella vita, però cazzo, non è bello sentire invadere la propria intimità.
L'intimità è forse l'elemento più prezioso per una persona che vive sola in un appartamento. La solitudine invece, beh sì è forza motrice a paranoie.
Con il tempo ci si abitua. Sebbene le difficoltà siano sempre presenti, soprattutto a lavoro. Quando la signora in pelliccia, ti guarderà malissimo mentre passi ripetutamente vicino a lei,
dandole il vago presentimento che tu stia avendo dei dialoghi alterni con il costoso indumento che lei porta sopra.
-Bestia maledetta... smettila, perché lo fai a me? Sto lavorando non lo vedi? E non ringhiare a me sai? Non ringhiare!
-Cameriere come ha detto scusi?
La carenza degli enzimi più importanti, ha effetti distruttivi. A far luce più chiara su ciò che accade, sono le persone che vedi comparire nel tuo letto, nell'oscurità della stanza.
Accendi l'interruttore della luce e... tutto svanisce.
Una questione d'abitudine.
Come farsi la barba la mattina e vedere nello specchio una bambina seduta sulla tazza da bagno. E' un automatismo, ricambiarle il sorriso.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Jazz Hyaenidae