Anime & Manga > Lamù
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Autore: Amy Dickinson    06/02/2010    2 recensioni
Ciao a tutti ^_^
ecco il primo capitolo della mia fanfiction ispirata a Lamù... non è un granché... ma spero possiate comunque gradirla :) Ho cercato di ricalcare il più possibile il carattere dei personaggi e lo stile di Rumiko Takahashi cercando però, in qualche modo, di reinventarlo a modo mio... ad ogni modo voglio preventivarmi con l'avvertimento OOC, specialmente per i personaggi di Rei e Ran che, al contrario degli altri, sono proprio fuori del loro personaggio originale. Niente di pretenzioso comunque, vi auguro buona lettura ^^
Amy
Genere: Commedia, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atarù Moroboshi, Lamù, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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LAMù 9

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 Capitolo 12

 

Ran, Rei ed Ataru raggiunsero finalmente il posto che avevano stabilito per il picnic.

Ran tirò fuori dal cestino il telo a scacchi e facendo volteggiare il suo abito da bambolina lo posò sul prato fiorito, quindi in un batter d’occhio vi dispose ordinatamente dei vassoi con sopra le pietanze che aveva preparato.

“Cosa aspettate? Servitevi pure ragazzi, buon appetito!” li esortò con un sorriso.

I due, affamati, non se lo fecero ripetere due volte e si avventarono avidamente sul cibo.

“Come va Ataru?” gli domandò Ran dopo un po’.

“Bene, grazie…perché?”

“Non sembra affatto che tu stia bene, anzi…hai una pessima cera, come se non avessi dormito…”

Ataru quasi si strozzò.

“Fai attenzione!”

“Cough…va tutto bene…mai stato meglio…cough, cough”

“Non dire bugie”

Ran e Ataru si volsero in direzione di Rei che stava continuando a mangiare.

“Non dico bugie!”

“Sarà…ma che hai dormito male si vede lontano un miglio…”

“A dire il vero avete ragione, non ho dormito molto stanotte…”

“E perché?” chiese la ragazza che gli sedeva di fronte.

“Se ve lo dico mi promettete di non trarre conclusioni affrettate?”

“Certo”

Anche Rei annuì.

Ataru fece una pausa, poi disse:

“Sono stato nella stanza di Lamù stanotte”

Ran sputò via l’acqua che stava bevendo, Rei smise per un secondo di mangiare…solo un secondo, poi riprese il ritmo velocemente.

“A-Ataru…”

“Perché fai quella faccia Ran?”

“Ma hai detto che ti sei introdotto nella stanza di Lamù…sei un vero pervertito!”

“Ecco lo sapevo io!”

“Lo sapevo che sei innamorato di lei” fece Rei fra un boccone di riso e l’altro.

“Accidenti, di male in peggio…Non avrei dovuto dirvelo…”

“Ma insomma, perché sei andato da Lamù?”

“Il bello è che non lo so…speravo che voi avreste potuto aiutarmi invece di sparare idiozie…”

“Come sarebbe a dire che non sai il motivo?”

“E’ proprio così Ran, credimi…non so il perché…”

La ragazza lo guardava sbigottita.

“Cara, per favore, dell’altro riso…” fece Rei porgendole l’enorme insalatiera che usava come scodella, poi si rivolse al terrestre “Ataru ci sono solo due spiegazioni plausibili…”

“Sarebbero?”

“La prima è che sei stato spinto dal desiderio che provi per il corpo di Lamù…”

Ataru tacque.

“…e la seconda è che ne sei innamorato…”

Deglutì con una strana consapevolezza.

“Smettetela con queste false insinuazioni, vogliamo litigare?”

“Qui nessuno vuole litigare ma è ora che tu la smetta di mentire a te stesso!” s’aggregò Ran porgendo al suo fidanzato la sua porzione.

“Ma come devo dirvelo che Lamù non mi interessa?”

“Dillo pure finché vuoi, sappi che noi non ti crediamo! ”

“Pensavo che mi sareste stati d’aiuto, invece mi complicate solo la vita!”

“Forse ci capirai davvero solo quando la pianterai di mentire a te stesso ed accetterai il tuo amore per Lamù!”

“Ma se non la amo cosa devo accettare?”

“La stai facendo soffrire…e così soffri anche tu!” disse Rei d’un tratto, in tono calmo, che ben si contrapponeva a quello irato che gli altri due stavano utilizzando.

“Già, ammetti che la ami, dannazione!” gli urlò contro Ran.

La frase di Rei colmava la testa di Ataru.

Allora lo avevano capito?

Era così palese che anche lui stesse male nonostante gli sforzi che avesse compiuto per nasconderlo?

“Smettiamola Ataru, fai pace con Lamù”

“No! Me ne sono liberato, non tornerò mai più con lei! La schiavitù è finita!”

“Ataru!” Ran era arrabbiatissima.

“Non posso contare nemmeno su di voi…me ne vado!” e così dicendo si alzò dal telo e fece per andarsene, ma una voce al di sopra della sua testa lo fece sussultare:

“Eh no, non vai proprio da nessuna parte, Ataru!”

Il ragazzo alzò lo sguardo e notò Benten in sella alla sua moto.

Era a dir poco furiosa.

“Benten!” fu l’esclamazione generale.

La ragazza planò sul prato vicino alla coppietta seduta sul telo e a pochi metri lontano da Ataru.

“Benten, ma non avevi da fare oggi?” domandò Ran.

“Tu non preoccuparti Ran…devo mettere in chiaro un paio di cosette con questo sciagurato prima! E a proposito, perché è con voi?”

“Beh ecco…”

“Okay, lasciamo stare, me lo spiegherai in un altro momento…ho da fare ora…”

Scese così dal suo veicolo e prese a camminare nella direzione del ragazzo.

“Cara Benten, è un po’ che non ci vediamo…fatti abbracciare!” disse propagandosi in avanti una volta che lei si fu avvicinata abbastanza.

Per tutta risposta la ragazza lo stese con un pugno alla Ryunosuke.

“Ma perchè mi tratti così? Che ti ho fatto?”

“Non avvicinarti, farfallone che non sei altro!”

“Ma quale farfallone? A me interessi solo tu…”

“Finiscila! Dimmi piuttosto: come ti sei permesso?”

Ataru sembrò cadere dalle nuvole.

“Non far finta di niente, sto parlando di Lamù!”

Lo sguardo interrogativo si intensificava sempre di più sul viso del terrestre.

“Come osi farla soffrire a quel modo?” gridò piena d’ira.

Stavolta Ataru non seppe trattenere il nervosismo che teneva in corpo e sbottò:

“Oh insomma…qui non si parla d’altri che di Lamù! Come se esistesse solo lei al mondo! E a me non pensa mai nessuno, credete che stia bene? Pensate che mi faccia piacere vederla piangere a causa mia?”

“Ma non fai nulla per migliorare i rapporti con lei!”

“Cosa pretendete, che mi rimetta con lei? Beh mi spiace deludervi ma non accadrà mai!”

E così dicendo salutò il terzetto con un cenno della mano e fece per andarsene ma Rei lo raggiunse con la terza porzione di riso fra le mani e gli disse:

“Calmati Ataru, parliamone”

“Ma di cosa vuoi parlare tu? Sei stato mollato eppure difendi quella strega!”

Benten gli tirò addosso la moto con una forza tale da fare invidia a Shinobu.

“Non ti permetto di offenderla!”

“Già, basta Ataru!” tornò a farsi sentire anche Ran.

“Basta io me ne vado!”

“Aspetta” gli diceva Rei, sempre in tono calmo, con la bocca piena.

“No, mi dispiace, ma è evidente che non posso contare su di voi, infondo dovevo aspettarmelo…siete amici suoi”

“Ma io non ho ancora finito con te!” protestò Benten.

“Possiamo parlarne a cena, da soli, ma non ora”

“Maledetto dongiovanni…”

“Che diavolo sta succedendo?”

Lamù era appena saltata fuori dalla sua piccola astronave ed era furibonda.

*Di male in peggio…*

 “Non ho alcuna intenzione di parlarti Lamù, voglio avvisarti prima che i tuoi amici mi assalgano!”

“Non ne ho la minima intenzione, stai tranquillo!” disse aspra “Benten per favore lascia perdere e torniamo su Nettuno!”

“No! Quest’inetto deve sapere…”

“Che cosa?”

“Devi sapere che…”

“Benten!” Lamù ne coprì la voce.

“Ma Lamù, deve saperlo!”

“Io ho accettato la sua decisione e se ho detto che la rispetterò andrò fino in fondo! Quindi non hai proprio nulla da dirgli, su andiamo!”

Benten avrebbe voluto replicare, ma si arrese e montò in sella alla sua moto.

“Quanto a voi due” fece Lamù rivolgendosi a Ran e Rei “Ecco cos’avevate da fare, una scampagnata con lui! Immagino sappiate tutta la storia…”

“Lamù aspetta, lascia che ti spieghi…”

“Non sprecare il fiato Ran, è una testona, non capirebbe…” fece Ataru fiondandosi ad abbracciarla, sperando così di suscitare le ire di Lamù.

“Mollami dannato maniaco!” strillò Ran.

Rei allora, dopo molto resistere, si trasformò e ruggì contro Ataru che fece un volo di diverse decine di metri più in là.

Lamù aveva osservato la scena.

I suoi occhi di ghiaccio erano colmi di rabbia e piccole scariche incorniciavano minacciosamente i suoi cornini.

Ma d’un tratto si bloccò e scoppiò a ridere.

“Cos’hai da ridere tanto?” chiese Ataru piccato.

“Sei soltanto un fastidio, persino se respiri importuni la gente!”

“Non sono fatti tuoi quello che faccio!”

“No di certo, neanche mi interessano guarda!”

“E allora per quale motivo mi prendi in giro?”

“Semplice: sarebbe impossibile non ridere di uno sfigato come te!”

Ataru a questo punto era livido di rabbia.

Lamù non lo degnò più di uno sguardo e posando gli occhi su Ran e Rei disse loro:

“Se vi piace stare in sua compagnia fate pure, ma sappiate che mi avete molto deluso!”

“Lamù lasciaci spiegare!” chiesero all’unisono.

“Non le dovete alcuna spiegazione, siete liberi di frequentare chi volete, non dovete darne conto a lei!”

“Nessuno ti ha interpellato, fai silenzio” sibilò la bella oni.

“Come puoi dirmi quel che devo o non devo fare? Pensi che sia ancora il tuo schiavetto, per caso?”

“Fortunatamente non lo sei più”

“E già, fortunatamente lo dico io però!”

Lamù tornò ad ignorarlo e disse:

“Ran, Rei…buona fortuna, prendetevi cura di lui, ne ha bisogno”

Si librò in aria ed andò a rinchiudersi nella sua astronave.

“Andiamo Benten, Oyuki ci sta aspettando!”

“Okay”

Sia la navicella che la moto si alzarono in volo producendo un gran rumore.

“So badare benissimo a me stesso…io…io non ho bisogno di nessuno!…” *Non ho bisogno di te…*

Le vetture spaziali si erano allontanate a gran velocità ed era impossibile per i loro comandanti udire le parole di Ataru.

Il ragazzo cadde in ginocchio al suolo.

Rei e Ran lo raggiunsero.

“Ma sei scemo?! Vuoi aggravare ancora di più la situazione?” lo sgridò Ran.

Ataru non le rispose, lo sguardo fisso sull’astronave che si allontanava.

 

 

“Lamù?” chiamò Benten dallo schermo della sua moto.“Lamù, perché diavolo stai piangendo ora?”

All’altro capo la oni piangeva a dirotto mentre pilotava la navicella.

“Non dovevo dirgli quelle cose…sono stata…perfida…”

“Hai fatto bene invece!” tentò di consolarla.

Lamù scosse la testa.

“E’ così triste…perché non posso essere libera di amarlo, Benten? Perché?”

L’amica avrebbe voluto poterle rispondere, ma cosa poteva dirle?

Ataru l’aveva lasciata davvero, non sembrava intenzionato a voler tornare indietro e le sue parole piene d’astio nei suoi confronti non potevano che confermarlo.

E per quanto fosse doloroso da accettare Lamù ne era consapevole e voleva rispettare il volere di Ataru nonostante tutto, anche se ciò voleva significare sacrificare la sua felicità e seppellire il suo amore per lui, murando il suo cuore in una prigione di malinconici e forzati silenzi.

“Ti prego fatti coraggio amica mia…”

Si sentiva un’idiota a dire quelle parole, suonavano vuote e prive di significato, voleva solo rincuorarla, anche se sapeva che era impossibile.

Se solo non l’avesse interrotta, Benten avrebbe messo Ataru al corrente delle stato in cui si trovava Lamù visto che lui non lo vedeva…o chiudeva gli occhi per non vederlo.

Chissà come avrebbe reagito se avesse saputo come stava Lamù.

“Ora andiamo da Oyuki, ci prenderemo un bel gelato e passeremo il pomeriggio in compagnia, basta lacrime e singhiozzi però, pensiamo a stare bene, okay?”

“Sì”

La risposta fu debole ma Benten vide che le sue parole avevano convinto Lamù che prese ad asciugare le lacrime.

 

 

“Mi scusi signora, sono Ataru”

“Oh ciao, dimmi…” fece la madre di Lamù all’altro capo della ricetrasmittente.

“Mi scusi potrebbe mandare qualcuno a prendermi? Vorrei tornare a casa…”

“Sì certo, puoi darmi le tue coordinate geografiche?”

“Ehm…”

“Da’ qua, ci penso io!” fece Ran strappandogli l’oggetto dalle mani.

“Grazie” disse Ataru.

“Ataru…” Rei si era calmato ed era tornato normale.

Il ragazzo lo guardò.

“Mi spiace sia andata così…comunque accetta un consiglio…rifletti”

“Grazie, puoi tenerteli i tuoi consigli” rispose scortesemente mentre Ran gli porgeva la ricetrasmittente.

“Stanno arrivando”

“Grazie”

Nonostante i modi sgarbati di Ataru Rei non demorse:

“So esattamente come ti senti…”

“E come potresti?”

“Credimi…i tuoi occhi lucidi dicono tutto”

Punto nell’orgoglio Ataru si voltò e corse via.

Eppure gridò:

“Già se la spassa con altri…lei ci ha già messo una pietra sopra…”

“Ma che dici?”

“Non puoi capirmi Rei…non sai niente di me… un bel niente!”

 “Ataru!” lo chiamò Ran.

Lui però era già lontano e non l’ascoltava affatto.

“Vedrai, prima o poi tirerà fuori quello che ha dentro, ma gli ci vuole tempo…”

“E’ un bambino…” fece Ran, scuotendo la testa “Ma come può Lamù amare uno come lui?”

“Beh, non giudicare gli altri…” ridacchiò Rei mandando giù diverse porzioni di nikuman “Guarda con chi stai tu…”

Ran sorrise e lo abbracciò forte.

“Spero che la situazione possa risolversi presto…lo spero per Lamù…”

“E io lo spero anche per quel povero diavolo laggiù!” disse Rei mentre con una mano abbracciava Ran e con l’altra mangiava un’altra porzione di riso!

Poco dopo un’astronave planò poco distante da Ataru.

Lui fece un cenno verso i due ragazzi e salì a bordo, ansioso di andare a casa, sperando non vi fosse Lamù.

Fortunatamente il viaggio fu rapido e a casa non incontrò nessuno.

Sgattaiolò in camera sua e si sdraiò sul suo futon.

Era stanco, ma le solite vocine nella sua testa sembravano provar gusto a torturarlo, perché non accennavano a zittirsi.

Rei era proprio uno strano ragazzo.

Pareva quasi muto e davvero stupido quando lo aveva conosciuto, eppure non lo era affatto, magari era maturato, chissà?

Lui sapeva quasi leggergli nella mente, capiva davvero il suo stato d’animo?

E soprattutto, come ci riusciva?

Si voltò nel letto.

*C’è mancato poco…maledizione, quando l’ho vista andare via così…Lamù…* pensò.

Si girò dall’altra parte.

*Chissà se è vero…chissà se deve uscire con quel ragazzo…Non ci pensare Ataru, in fin dei conti non te ne importa nulla…*

Affondò la testa nel cuscino e, prima che potesse accorgersene, la stanchezza prevalse sui suoi dubbi amletici e lo fece sprofondare nel sonno.

Quando si svegliò uscì dalla stanza con l’intenzione di andare in sala.

Tuttavia le voci di Lamù e di sua madre, poco distanti, attirarono la sua curiosità, così si nascose dietro una colonnina per poter ascoltare.

“Ma Lamù perché non vuoi dirmelo? Chi è? Lo conosco?”

“No mamma, e poi non starmi così addosso… non è un appuntamento galante”

“Suvvia cara, sono tua madre…a me puoi dirle certe cose!”

“Ti ripeto che non è un appuntamento!”

“E perché ti fai bella allora?”

Ad Ataru sfuggì un ringhio sommesso.

“E’ tanto che non mi preparo per un’occasione, ne sto approfittando…”

“Bene…Ma la prossima volta presentamelo, okay?”

“Dai smettila di scherzare… non è niente di che, non è un appuntamento ti dico!”

“Va bene cara, ma mi raccomando non tornare troppo tardi…”

“Sta’ tranquilla”

Si sentì il rumore dei baci sulla guancia che le due si scambiarono e vide Lamù filar via come un fulmine.

Non gli passò davanti, quindi suo malgrado non la vide, ma una ventata di profumo lo investì e comunque si affrettò a cambiar direzione.

*Se speri di agire indisturbata hai fatto male i conti, cara Lamù!*

Quando sentì il portone principale chiudersi corse dalla madre di Lamù e le disse:

“Signora io sto uscendo…”

“Di nuovo Ataru?” chiese sorpresa.

“Sì, vado a fare una passeggiata…non mi aspettate per cena…”

“Ma sei sicuro?”

“Sì, scusi sa, vado di fretta…” salutò con un cenno ed uscì di corsa dalla casa.

*Speriamo di non averla persa…*

Subito dopo vide la ragazza accendere la navicella.

Senza pensare si mise a correre a perdifiato, senza remore spiccò un salto e si attaccò alla navicella in partenza (ci aveva preso l’abitudine ormai!).

Lamù atterrò su un pianeta poco distante da Uru, ci mise pochi minuti.

Fortunatamente Ataru riuscì a resistere con il poco ossigeno disponibile.

L’astronave planò in un ampio parcheggio e la oni scese dal veicolo spaziale.

Ataru non poté spostarsi da dove si trovava, perché Lamù non si mosse per alcuni minuti.

Il ragazzo era particolarmente nervoso, non solo perché non poteva muoversi, ma anche perché sapeva che lei si era fatta bella…per un altro.

Dopo alcuni minuti di silenzio una voce poco distanze chiamò:

“Ehi Lamù!”

Era una profonda voce maschile.

Una voce molto seducente.

Una voce che gli dava sui nervi.

Ataru trattenne a stento un altro ringhio.

“Buonasera Alec!” salutò lei in tono squillante.

*Eccolo il famoso tizio…Alec…Vuoi spassartela indisturbata, eh Lamù?! Bene! Vedremo!* pensò mentre gli montava addosso la rabbia.

 

 

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Ciao gente,

come va?

Wow Ataru si sta innervosendo…e non poco! Nel prossimo capitolo vedremo come si svolgerà la serata…chi è il misterioso Alec e cosa vuole da Lamù? E lei perché mai ci sarà uscita? Per fare un dispetto al suo ex o c’è dell’altro? E che farà Ataru? Vi lascio con un po’ di suspance^^

 

Per Achille88: Ciao, anche a me piace il personaggio di Benten, sempre schietta e sincera, non ha paura di dire le cose come stanno! Quanto a Lamù non ci si può far nulla, è cotta di Moroboshi! Ho studiato Lucrezio ma quella pillola di saggezza me l’ero persa, grazie : ) Ti ringrazio per la recensione e spero il capitolo ti piaccia^^

 

Per Andy Grim: Ciao, grazie del testo-recensione, direi che per la fanfiction è azzeccatissima! Grazie della recensione ^^

 

Ciao e alla prossima,

Amy Dickinson


  
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