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Autore: Nadeema    07/02/2010    0 recensioni
"Mi sarebbe piaciuto essere una musa, una meravigliosa donna un po' formosa che spingesse i geni più grandi dell'umanità a produrre le loro opere ed a dar voce ai loro sogni"...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“A volte mi sembra che tutto il mondo abbia una possibilità in più di me: tutti hanno la fortuna di poter aspirare alla realizzazione dei propri sogni, tutti possono combattere, e si sa che quando vuoi qualcosa con tutto te stesso alla fine in qualche modo ce la fai. Non so a cosa serva vivere se a vent’anni devi già gettare la spugna ed accettare la consapevolezza che il tuo unico sogno non si avvererà mai”…  

Jennifer Dove

 

 

Sembrava ormai che nevicasse da un mese intero sui giardini di Kensington Garden.

Ripensava a quanto spesso aveva maledetto il cattivo tempo di quei giorni, e a quanto in quel momento invece le sembrasse quasi un alleato, quasi un espediente divino per rendere più facile camuffare le lacrime che abbondanti le rigavano il viso senza lasciarle tregua.

E quel nevischio che a tratti diventava pioggerellina accompagnava l’andamento del suo stato d’animo, quasi riusciva un poco a consolare quel suo dolore.

Jennifer Dove sedeva sulle scale di un’antica chiesa, di fronte la quale si ergeva un piccolo obelisco sorretto da un elefantino in pietra.

Sapeva perfettamente che lui non sarebbe venuto ma sedeva li come per farsi ancor più del male, lo aspettava anche se non voleva più vederla.

Rimembrava l’emozione folle che aveva provato un mese prima nel rivederlo dopo un lungo periodo di lontananza forzata. Sembrava quasi che tutto quel tempo non fosse passato, la loro innegabile intesa era perfetta comunque nonostante i disastri cui erano andati incontro in passato.

E forse era stata solamente una stupida illusione, perché quello stesso passato ora sembrava essere troppo pesante. Greve ed inesorabile le piombava ancora una volta sul cuore.

Prepotenti si affollavano i ricordi di tre anni vissuti insieme, di tante promesse ed una miriade di progetti, quelle solide certezze ormai crollate. Tanto solide da godere del dirsi “per sempre ci sarò, sarai mia e ti amerò”.

Ma quelle solide fondamenta erano andate distrutte ormai. L’inferno era piombato sulla loro storia d’amore, lo spettro della frustrazione e del senso di colpa. Troppi problemi li avevano tormentati nell’arco dell’ultimo anno vissuto insieme.

Jennifer e Jacob si erano conosciuti a scuola, all’epoca avevano solo quattordici anni e nonostante questo credevano entrambi di conoscere meglio di chiunque altro la vita.

Jacob era un musicista dall’intelligenza straordinaria, i capelli arruffati e la classica calligrafia illeggibile del genio.

Fu facile per la sua innata sensibilità trovarsi immediatamente d’accordo con Jennifer, l’unica forma di vita al mondo che sembrava capirlo e condividerlo in tutto.

Pareva che le loro anime appartenessero ad un essere unico che qualche Dio dispettoso aveva voluto separare per divertirsi e per capire quanto sarebbero sopravvissute sulla terra da sole.

Ed oltre ad essere possessori di un’unica anima, i due giovani sapevano anche divertirsi un mondo insieme, e fin dal primo momento in cui si videro avevano passato molto del loro tempo a scherzare e a stuzzicarsi , era come se soltanto insieme potessero vivere le esperienze più uniche, i divertimenti più magici.

Si erano scoperti innamorati a sedici anni e da allora non si erano mai separati, vivevano come fossero parte di un solo essere divino, erano felici insieme ed il loro amore pareva essere indistruttibile, il più grande nella storia dell’umanità.

Fino a quando quel maledetto male non prese piede dentro di lei che scioccamente lo lasciò entrare senza opporre resistenza. Iniziò un inferno senza fine, una morsa inarrestabile che li tenne intrappolati per un anno intero nel pantano della colpa, della frustrazione, dell’ansia e della sfiducia lontani da tutto e da tutti, avvinghiati in mezzo al peggio di loro stessi.

Fu così che l’ultimo giorno di scuola, dopo gli esami di Maturità, Jacob decise di sparire nel nulla. Per giorni Jennifer ed i suoi amici provarono invano a rintracciarlo, ma il giovane pareva essersi volatilizzato come una nuvola di fumo.

Lei cadde in preda allo sconforto sperando ogni giorno di vederlo tornare, di trovare una sua lettera od un suo messaggio, ma per mesi aveva collezionato soltanto delusioni e continue dimostrazioni del fatto che egli non volesse più saperne di parlare con lei.

 Fu solo verso la fine dell’estate che ricevette una sua lettera, nient’altro che il triste e disilluso congedo di un uomo che non aveva avuto il coraggio di parlare a voce della fine del suo amore.

Jacob scriveva dal Libano. Era andato a stare da alcuni parenti e li sembrava finalmente aver ritrovato il suo equilibrio oltre ad aver iniziato una vita totalmente nuova, piena di amici e divertimento.

Con il passare del tempo il giovane si convinceva sempre di più della risolutezza del suo agire, ed ogni giorno che trascorreva lontano da lei, si abituava inesorabilmente ad una vita nuova ed accattivante in cui giunse all’amara consapevolezza di non amarla più, di sentire il suo cuore congelato, sicuro ormai di poterla guardare negli occhi e non provare più nulla all’infuori di un profondo affetto.

Eppure lei continuava ad amarlo senza poter riuscire a mettere in discussione i suoi sentimenti e viveva in preda ad un amaro senso di colpa. Non poteva rinunciare all’uomo che per la prima volta nella sua vita, dopo un’infanzia disastrosa, l’aveva fatta sentire felice e nulla più che se stessa. Jacob le aveva donato la vita ed il pensiero di viverla senza di lui adesso la distruggeva, la lasciava inerte e senza speranza per il futuro.

Jennifer non aveva mai smesso di credere nell’amore. Aveva sempre avuto la sciocca idea che fosse un sentimento donato da Dio, l’unica essenza umana che permettesse alle creature mortali di avvicinarsi a lui.

Credeva che l’amore vero non finisse mai, che avrebbe resistito a qualsiasi avversità, anche alle separazioni più ostinate o ai problemi più duri da affrontare

Forse si era crogiolata fin troppo in questo pensiero, tanto che le rendeva impossibile costatare che invece gli episodi inauditi a cui era andata incontro insieme a Jacob probabilmente sarebbero rimasti per sempre a macchiare indelebili la purezza del loro amore, il più grande della storia.

Forse nessuno merita di vivere un amore macchiato, anche se è il più grande, anche se è divino. Forse tutti meritano di poter guardare negli occhi il proprio amore e sentire esclusivamente leggerezza e felicità.

Forse non si può amare più quando si è stati feriti troppo dalla persona a cui hai consegnato il tuo cuore e la tua fiducia.

Riflessioni simili le attanagliavano il cervello mentre continuava ad aspettare invano davanti all’obelisco con l’elefante.

Un mese prima, Jacob era tornato a casa ed aveva espresso il desiderio di vederla.

Si era recata in quello stesso luogo un po’ nervosa e ben vestita, le unghie dipinte e molti braccialini ai polsi.

I capelli scuri e lunghissimi le ricadevano lisci sulle spalline imbottite del suo cappotto ben sagomato sui fianchi. Sulle guance un filo di cipria, sulle labbra un leggerissimo strato di lucidalabbra trasparente e sul capo un basco bianco calato sull’orecchio destro.

Jennifer era bellissima, nessuno avrebbe potuto negarlo, lei stessa ne era insolitamente consapevole ma quando lo vide cercarla con gli occhi tra la folla indugiò e rimase ad osservarlo per qualche secondo.

Il cuore le batteva in gola ed il respiro si faceva affannoso, erano sei lunghissimi mesi che non aveva potuto guardarlo negli occhi nonostante fosse il suo più grande desiderio, ed ora era li, di nuovo a Londra tra la folla, un po’ spaesato, e stava cercando lei, proprio lei.

Sentì gioia e coraggio nel cuore quando si decise a fare capolino da dietro la sua spalla.

Le sorrise dolcemente emozionato, lei balbettò appena, ma dopo pochi, pochissimi istanti, sembrò ad entrambi che non fosse trascorso neppure un giorno da quando si erano separati, o meglio, da quando avevano smesso di essere felici insieme…

 

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Sospirando sonoramente ripose il violino sul letto…

 

“pausa”?

 

Jacob: No David, non ce la faccio a suonare oggi…

 

Il pianista lo scrutava perplesso: è successo qualcosa?

 

J: ho mandato una mail a Jen, non dobbiamo più vederci…

 

D: ma dai? Perché?

 

J: è così e basta, ci ho pensato stanotte ed ho capito che Io forse non riuscirò mai a riavvicinarmi a lei, innamorarmi di nuovo di lei e ad essere felice più di una volta con lei come mi sono ripromesso. Troppe cose , troppi ricordi mi riportano a quel periodo bruttissimo che abbiamo passato insieme, a tutta la sofferenza che so che dura e durerà ancora.

 

D: non so cosa dirti Jack, è un mese che vi vedete e mi sembrava foste molto affiatati, tu stesso mi hai detto che ogni volta andava meglio, vi stavate riavvicinando, che era solo questione di tempo, insomma, credo tu abbia bisogno più che altro di far pace con il cervello!

 

J: No, devi capire: appena cerco di riavvicinarmi a lei, insomma quando cerco di aprire il mio cuore un po' di più, di capire ciò che potrei provare per lei nel futuro, tutti i ricordi e le sofferenze riaffiorano insistenti e prepotenti nella mia mente e scacciano tutta la momentanea serenità ed il coraggio che avevo, mi scacciano tutta la voglia di ricostruire qualcosa con lei, mi scacciano tutto…

 

D: senti, io non voglio prendere le parti di nessuno, è stato già abbastanza difficile doversi barcamenare tra voi due in questi mesi, ma secondo me adesso è tutto a posto, lei sta bene…

Ho trascorso molto tempo con lei mentre tu non c’eri e puoi credermi quando ti dico che è tornata ad essere la donna di un tempo…

 

J: ma io sbagliavo nel dire che la paura che tutto possa risuccedere di nuovo è l’elemento principale che mi allontana da lei. Paradossalmente dopo tutto ciò che le ho detto credo che tutte quelle cose, se mai potrà andare tutto bene, non succederanno più…

ma mi sono accorto che ciò  che più mi allontana da Jen non e' la paura di quello che nel futuro potrebbe accadere, bensì il ricordo di ciò che e' gia accaduto che non potrà mai essere cambiato, della frustrazione, del senso di colpa e di ingiustizia allo stesso tempo che provai allora e che non mi potrò mai dimenticare.

 

D: dopo averla vista dovevi pur prenderla una decisione, ma forse è troppo presto, hai trascorso con lei troppo poco tempo!

 

J: Ma io ho capito che non potrò mai stare di nuovo con lei come se tutto non fosse successo o meglio senza ricordarmi ogni tanto con amarezza e sofferenza tutto ciò che ci e' accaduto.
Questo toglierebbe anche per un minuto una ipotetica felicita che forse potremmo raggiungere e ciò non deve mai accadere, è un enorme crimine!
non potrò mai iniziare una storia con lei con questa consapevolezza, cioè quella di sapere sempre che c’e' qualcosa sotto che non potrà essere mai cancellato o superato. Io non ci riuscirò mai, sarò sempre trattenuto da qualcosa, non mi lascerò mai andare come ho sempre fatto!

 

D: forse ci sono dei limiti in una storia che non possono essere superati ma ti stai facendo un mare di seghe mentali, poi così all’improvviso! Fino a ieri mi sembravi contento di vederla, di parlare di voi!

 

J: E' tutto inutile. Inutile vederci o parlare. non credere che ne sia felice, non credere che dire queste parole sia facile per me. Ma non dobbiamo più vederci!

 

D: Tu lo sai che Jen vuole fuggire negli Stati Uniti? Lo sai che se glielo lasci fare non la vedrai mai più? Se trova il coraggio di partire troverà anche quello per chiudere per sempre i contatti con te!

 

J: è tutto inutile David… e poi neppure io so se resterò a Londra!

 

D: Ma che stai dicendo? Ti hanno appena riammesso al conservatorio e poi dove te ne vai?

 

J: ho pensato che potrei trasferirmi definitivamente in Libano e studiare economia all’università americana di Beirut!

 

D: Andiamo di bene in meglio…. Ed il violino che fai lo molli?

 

J: Lo sai che non potrò mai, studierei da privatista fino a prendere il diploma…

 

D: e poi molli…

 

J: si ma in compenso imparerò l’arabo e potrò aprirmi molte porte nel campo del lavoro, far si che tutti gli anni di studio non vadano buttati e mi fruttino un buon lavoro, un buono stipendio!

 

D: mi stai deprimendo Jack… tu hai ragione, ma a volte sembra che ti abbiano rapito gli alieni, cosa devo aspettarmi adesso?

 

J: Ma dai David, non ho ancora deciso, se fossi tornato con lei sarei rimasto senza dubbi, ma adesso non è più così, devo andare avanti senza di lei…

 

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