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Autore: _Pulse_    07/02/2010    4 recensioni
Una volta usciti dall’acqua, ancora placcata da i due Jonas, il terzo si avvicinò e passò due asciugamani ai fratelli.
«Tante grazie!», gridai, fuori di me.
«Non iniziare a lagnarti! Vieni qui con me!», gridò il più piccolo, attirandomi a sé e avvolgendomi nel suo asciugamano con lui. Rimasi piacevolmente sorpresa da quel gesto e mi arresi al fatto che ormai non mi restava altro da fare che seguirli e scoprire che cosa volevano da me.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! ^-^
Finalmente, dopo due mesi, ce l’ho fatta a scrivere il secondo capitolo! Scusatemi per la lentezza, ma sapevate che questa ff non era una mia priorità e poi io sono una ragazza impegnata assai u.u
Comunque, ce l’ho fatta n.n Spero che questo capitolo vi piaccia come il primo o anche di più, dai!
È stato difficile scrivere questo capitolo perché questo non è stato un sogno, ho dovuto spremere un po’ le meningi ma non penso sia venuto male!
Bene, ho detto tutto, me ne vado. Ci vediamo a fondo pagina per i ringraziamenti! A dopo, buona lettura! ;D Vostra, _Pulse_

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Capitolo 2

Dovetti sbattere più volte le palpebre per abituarmi alla luce del sole che entrava dalla finestra.
Mi guardai intorno e sul comodino vidi la radiosveglia che confermava che era ormai l’alba; mi stiracchiai e mi stropicciai gli occhi per diversi istanti, fin quando non sentii dei rumori al piano inferiore, dove probabilmente dovevano esserci i miei cari coinquilini.

Mi tirai su a sedere e un fascio di luce mi accecò gli occhi, facendoli lacrimare. Da quelle lacrime del tutto spontanee se ne susseguirono altre quando mi resi conto che ero una specie di prigioniera, sola e con troppe responsabilità sulle spalle.
Sarei riuscita a riacquistare la mia libertà, a ritrovare la mia amica, a liberare i miei parenti dal carcere e a ritornare a casa sani e salvi?

Chissà ora dov’era finita Loruama. Quando ero scappata dalla casa di Fiore l’avevo lasciata lì, in pasto al corteo che ci inseguiva ormai da settimane.
Mi sentii tremendamente in colpa e un senso di solitudine mi si attanagliò al cuore: perché doveva capitare a me una cosa del genere? Perché proprio io?

Voglio tornare a casa…
Voglio la mia mamma, il mio papà, i miei zii…
Voglio la mia amica…
Voglio la mia libertà.

Mi passai le mani fresche sulle guance e tirai su col naso, poi corsi alla porta e ci sbattei contro. Sbigottita provai e riprovai ad aprila, ma… era chiusa a chiave. Era chiusa a chiave!
Quel Nick mi aveva presa in giro la sera prima! Perché mi aveva chiuso a chiave lì dentro?!

«Ehi!», cominciai a gridare, tempestando la porta di calci e di pugni. «Che qualcuno mi venga ad aprire subito! EHI!»

Smisi di fare rumore e sentì il rumore assordante del silenzio, solo qualche gabbiano volava nel cielo riproducendo il suo verso.
Mi accasciai a terra e mi strinsi le gambe al petto, incominciando di nuovo a singhiozzare, la testa appoggiata alla porta.
Perché nessuno veniva ad aprirmi, volevano lasciarmi lì per quanto tempo ancora?

“Piccola, perché piangi? La mamma è qui con te”
“Ho paura, tanta paura.”
“La paura esiste solo se non si ha nulla per cui lottare; allora sì, che bisogna averne.”

Le parole di mia madre fecero breccia nella mia memoria e pensai che non c’era nulla di più veritiero. Stare lì a piangere dunque non serviva a niente ed avere paura nemmeno, perché io avevo tantissime cose ancora per cui combattere e, finché le avessi avute, nessuno mi avrebbe fermata.

Mi alzai e feci un giro per la stanza, guardandomi intorno. Andai alla finestra e tentai di aprirla, ma era chiusa a chiave anche quella e inoltre sarebbe stato impossibile calarsi giù in quanto era altissimo e io soffrivo di vertigini.
Dovevo trovare un altro modo per evadere, ma così a prima vista non c’erano molti. Eppure… doveva esserci! Non potevo e non volevo restare lì per sempre!

Sospirai e mi massaggiai le tempie, in cerca di una soluzione, quando mi venne in mente che se non volevano che morissi di fame prima o poi mi avrebbero dovuto portare qualcosa da mangiare: in quel momento avrei potuto assestargli un bel calcione e cercare di fuggire.

Sfregai le mani l’una contro l’altra e mi gettai di nuovo sul letto sfatto, sul quale mi rotolai come facevo da bambina. L’occhio mi cadde sul comodino, sul quale era appoggiato il telecomando che doveva essere per forza del televisore al plasma appeso alla parete.

Lo presi e accesi lo schermo, che si sintonizzò subito sul telegiornale. Mi soffermai a seguire il servizio e mi si bloccò il respiro quando vidi inquadrati i miei zii e mio padre in una cella, i visi sciupati ma gli occhi brillanti che richiamavano solo giustizia e voglia di libertà. Poi fecero vedere anche Loruama, in un’aula di tribunale e condannata a scontare una pena a tempo indeterminato per avermi aiutata a fuggire.

Strinsi i pugni dalla rabbia e trattenni un grido, quando anche la mia immagine passò sullo schermo accanto alla signorina che parlava sorridente, dicendo che ero la ricercata numero uno delle forze dell’ordine come se fosse la cosa più normale del mondo, per poi passare tranquillamente ad un servizio sui cani.

Come mai mi ricordava un telegiornale che c’era anche nell’altro mondo? Bah.

Spensi il tv e andai all’armadio, incuriosita. Aprii le ante chiare e finii dentro una grande stanza, ricoperta di abiti su tre pareti e al centro c’era un grande specchio su cui ammirarsi fino alla nausea.
Non ero mai stata una ragazza attenta al proprio look, mi piaceva vestirmi bene ma se non ne avevo voglia mettevo le prime cose che capitavano nell’armadio e il fatto che la gente parlasse bene o male di me non mi interessava.

Feci scorrere le dita sugli abiti, da semplici jeans e magliette a vestiti da sera quasi principeschi. Ne presi uno verde e tanto per passare il tempo me lo infilai e mi guardai allo specchio, chiedendomi se mai potessi essere io quella lì.

Stavo per togliermelo quando sentii la porta della camera mia aprirsi e mi precipitai fuori dal guardaroba, trovandomi di fronte ad un Nick che rimase a bocca aperta vedendomi.

«B-Buongiorno», balbettò.

«Buongiorno», dissi stizzita, portandomi le braccia al petto e fissando un punto sulla mia sinistra, indifferente, anche se sentivo le gote bruciarmi. Possibile che dovessi farmi beccare con quel vestito addosso?!

«Sei… come dire… bellissima.»

Lo guardai con la coda dell’occhio e mi morsi un mezzo sorriso, ma tornai subito a fare l’offesa:
«Che ci fai qui?»

«Sono venuto a portarti la colazione.»

A quella parola mi si illuminarono gli occhi e corsi da lui, gli rubai il vassoio dalle mani e mi misi seduta sul letto, mangiando avidamente una ciambella ricoperta di zucchero a velo. Era dalla mattina precedente che non mettevo niente sotto i denti, anche per colpa loro!

«Avevi fame?», ridacchiò.

Io non gli risposi, anzi gli diedi ancora di più le spalle e bevvi tutto d’un sorso la spremuta d’arancia, per poi tuffarmi su una fetta biscottata con la marmellata ai mirtilli.

«Ehi, che hai? Sei arrabbiata con me?»

«Potrebbe essere», bofonchiai a bocca piena, rischiando per altro di strozzarmi.

«Ma… Che cos’ho fatto?!»

Sgranai gli occhi e li strinsi all’istante, girandomi verso di lui minacciosa: «Che cosa hai fatto? Che cosa hai fatto?!» Mi alzai e marciai verso di lui, fino ad arrivargli ad un palmo dal viso, un’espressione dura ed irremovibile.
«Mi hai presa in giro! Ieri sera non mi avevi chiusa a chiave, stamattina mi sveglio e puff, chiusa qui dentro! A che gioco stai giocando, me lo spieghi?!»

«Non ti ho chiuso io a chiave, te lo giuro», sospirò passandosi una mano sulla fronte.

«E chi è stato, di grazia?»

«Joe, mio fratello. Non si fidava a lasciarti così libera, questa notte ha preso le chiavi e…», alzò una mano e di scatto mi irrigidii, lui mi sorrise rassicurante e mi pulì un angolo della bocca, sporco di zucchero a velo, con un dito.

Rimasi per diversi secondi immobile dopo quel gesto, spiazzata e in tremendo imbarazzo, tanto che mi sentivo rossa come un peperone non solo in faccia, ma dalla testa ai piedi.
Lui ridacchiò – doveva trovarmi divertente – e poi mi prese per mano e aprì la porta, portandomi con sé. Però, almeno quella volta, ebbi la forza di fermarmi e di guardarlo accigliata: insomma, ero ancora arrabbiata con lui!

«Dove mi stai portando?»

«Vorrei farti capire che siamo tutti nella stessa barca e che non vogliamo farti del male, ma che semplicemente ci servi.»

«Vi servo? Cos’è, mi volete sfruttare per uno dei vostri loschi piani?!»

«Oh!», sbuffò scuotendo la testa – quegli adorabili ricci lo seguirono. «Non intendevo dire quello! E non siamo dei mafiosi, per la cronaca!»

«Scusami tanto se sono ancora arrabbiata con te per avermi chiusa là dentro come una prigioniera!»

«Ti ho già detto che non sono stato io, ma mio fratello!»

«Tuo fratello è comunque una parte di te!»

Si fece di colpo serio: «Sei figlia unica?»

«No», abbassai il capo, un velo di malinconia negli occhi. «Mio fratello è stato spedito qui con me, la mia amica e il resto della famiglia che conosci già.»

«E ora dov’è?»

«Da qualche parte in questo mondo parallelo, non ho fatto in tempo a trovarlo ancora», feci una smorfia e lo sorpassai.

Lui mi raggiunse, mi affiancò in un silenzio alquanto imbarazzante e mi scortò fino ad una sala nella quale c’erano fior di macchinari supertecnologici e alcuni scienziati in camice bianco che stavano facendo degli esperimenti.

«Ehi fratello!», agitò la mano quello che doveva essere Kevin. Ci avvicinammo e scambiò una lunga occhiata con Nick, come se si stessero parlando con il pensiero, poi si soffermò a guardare me con attenzione e sollevò il sopracciglio: «Come mai sei vestita così?»

Mi guardai e borbottai stirandomi il vestito che non avevo nemmeno avuto il tempo di togliere, per una cosa o per un’altra, sulle gambe, poi sollevai lo sguardo incontrando quello divertito di Nick.

«Stai molto bene comunque», sorrise cordiale. «Ah, non mi sono nemmeno presentato decentemente: io sono Kevin, piacere!», mi stese la mano e io la strinsi, borbottando il mio nome.

«Che stavi facendo?», chiese Nick.

«Uh, le ricerche stanno andando avanti. Molto lentamente, ma stanno andando avanti. Prima sono riusciti pure a trasportare una mela nell’altra dimensione! O almeno… si presuppone. Sai, non sono solo due le dimensioni, ce ne possono essere anche infinite altre e…»

«Cioè, voi state tentando di trovare un modo di tornare alla nostra dimensione con la tecnologia?», chiesi sbigottita.

«Sì, esatto. Anche noi vogliamo ritornare a casa», mi rispose Nick con uno sguardo tutt’altro che bugiardo.

«Ma… ma non è contro il regolamento? È per questo che voi mi cercavate, per non farmi tornare a casa!»

«No, noi…», balbettò Kevin, passandosi una mano sul collo.

«Diciamo che facciamo il doppio gioco», disse una voce alle nostre spalle: Joe ci stava vendendo incontro con le mani in tasca e con il suo sorrisetto strafottente e allo stesso tempo molto sexy.

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Ringrazio:

nes95: Ah no cara, per i sogni strani sai che ci sono anch’io ora xD
Grazie mille per la recensione, alla prossima! ^-^

Utopy: Uuuh, tu ci sei sempre comunque e dovunque! Tu sei una vera fedele *-*
Sììì, solo certi sogni possono essere di mia competenza! xD Con i Jonas, tra l’altro! Si sa che preferisco fare sogni con altri protagonisti, ma chissà cosa mi è preso quella volta: avrò mangiato pesante, sicuro! xD
Fa uno strano effetto anche a me, a dirti la verità. Non so come cavolo potrebbero comportarsi questi tizi, però dai sono avvantaggiata perché è tutto quasi surreale xD
Se piace a te, sai che non può andare meglio di così per la sottoscritta! Sono supercontenta che ti piaccia, assai! *-*
Grazie Alessandruccia mia, ti voglio tantissimo bene!! Luv yaaa ©

svampy1996: Sono contenta che ti piaccia e spero che ti piaccia anche questo capitolo ^-^
Per favore, non chiamarmi “scrittrice sempina”! xD Grazie milleeeee.
Alla prossima, bacio, ciao!

music__dreamer: No, stai pur certa che non lo sei! xD
Spero che questo “continuo” ti sia piaciuto e sono contenta che questa versione dei Jonas ti piaccia ^-^
Grazie per la recensione, alla prossima! Bacio.

Per le recensioni allo scorso capitolo! Grazie, voi non sapete quanto mi hanno fatto piacere! Soprattutto sapendo che non era nulla di particolare quel capitolo, in quanto confuso e molto… particolare, come chi l’ha scritto xD Grazie grazie grazie! *-*
Ringrazio tantissimo anche chi ha messo questa ff fra le preferite e le seguite, davvero non me l’aspettavo!
Al prossimo capitolo, speriamo presto xD Con affetto, vostra

_Pulse_

   
 
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