Ritsuko:
“Misato, che ne dici di andare con me al quartier
generale? Ho bisogno di un passaggio e poi sarà un buon mood
per provare la tua
nuova security card”
L’ufficiale
dai capelli di porpora rispose con uno sbadiglio:
“No, preferisco andare a casa e dormire, ci
penserò domani”
Ritsuko:
“Misato, tu ci vieni adesso con me, che ti piaccia o
no Non ho tempo da perdere a guidare “tenenti
smarriti” alle otto del mattino
Al contrario di te io lavoro già Domani dobbiamo mettere in
funzione il Magi
System. Non ho bisogno di te che corri per la base. Sperduta come un
pulcino
solo perché non hai trovato il banco delle
informazioni”
Misato:
“Ritsuko.. sono troppo stanca”
La bionda fece
roteare gli occhi, dato che aveva intuito la
tattica e guardò bene in faccia l’amica
Ritsuko:
“Va bene.. facciamo un compromesso, io guiderò
fino
alla base e ti darò la tua card”
Misato:
“Ritsu, è perfetto”
“E
questa dovrebbe essere il direttore del nostro reparto
operativo” mormorò Ritsie tra sé e
sé
Misato
guardò il quindicesimo poliziotto: “Ristuko, sono
sempre così pazzi o c’è qualcosa che
non va?”
La bionda,
impegnata a cercare qualcuno nell’ingresso, ignorò
la domanda
“Hey
Yamatami! Cosa sta succedendo?” un tecnico, ovviamente
sconvolto, si avvicinò e le rispose: “Non sono io
la persona più adatta a
risponderle, dottoressa Akagi Tutto ciò che so è
che, se lei fosse venuta qui,
avrebbe dovuto far subito rapporto al comandante sul ponte di
comando”
Il tecnico
guardò subito il suo orologio, non appena ebbe
finito di parlare
Ritsuko:
“Molte grazie Yamatami, puoi andare”
Misato:
“Che succede Ritsuko?”
Ritsuko:
“Misato, hai sentito anche tu Non ne saprò nulla
finchè non vedrò il comandante”
Misato:
“Già mi hai costretta
a venire al quartier generale, ma non ci sarà
modo di costringermi a
vedere quel terrificante comandante”
Ritsuko:
“Bene, se vai in fondo a questo corridoio – la
dottoressa indicò alla sua destra – prendi, la
prima asinistra ed
entri nel terzo ufficio giù,
arriverai nel mio ufficio Ti incontrerò la tra venti minuti
Per favore non
perderti Misato”
“Non
mi perderò”
“Non
so perché ma ne dubito”
Fuyuzuki:
“Era davvero necessario mandare Rei a morire,
comandante?”
Gendo:
“Si Se Naoko Akagi fosse rimasta in vita, lo scenario
non avrebbe potuto realizzarsi. Lei sapeva troppo”
Fuyuzuki:
“Ma era davvero necessario? Non avresti potuto
continuare con entrambe le Akagi ancora vive?”
Gendo:
“No, perché questo piano abbia successo, qualcuno
deve
lasciare il palco”
Fuyuzuki:
“Si e tu credi di essere il direttore
dell’opera”
Il direttore non
si era accorto della presenza di una figura
bionda che stava in piedi proprio sulla soglia, ma la figura
più anziana se ne
era accorta ed ebbe un piccolo sorriso
“ooo
– disse Misato quando riuscì finalmente ad aprire
il
cassetto chiuso a chiave nella scrivania di Ritsuko e ne trasse fuori
una
bottiglia –ecco la roba buona”
All’improvviso
la porta fu spalancata con forza, Ritsuko
entrò, la chiuse alle sue spalle e girò la chiave
Misato la
squadrò: “Ritsu, non sono neanche dieci minuti!
Che
succede? Sembri la morte in persona”
Ristsuko
crollò per terra, tenendosi appoggiata alla porta,
la testa giù Le lacrime iniziarono a scendere
“Ritsuko?”
Misato si alzò e la guardò preoccupata
Ritsuko:
“Lui ha ucciso la mamma” Misato si sedette sul
pavimento, davanti a lei
Misato:
“Ritsu, che intendi dire?”
Ritsuko:
“Quel manipolatore l’ha sconvolta”
Misato:
“Così.. che intendi fare?”
Ritsuko si
alzò e si avvicinò alla scrivania: “la
pagherà”
Gendo:
“Yamatani, è arrivata la dottoressa
Akagi?”
Yamatani:
“Si signore”
Gendo:
“Puoi andare”
Misato seguiva
l’amica lungo il corridoio: “Ritsuko, non
penso sia una buona idea”
Ritsuko:
“Stai tranquilla e seguimi, hai una pistola, vero?”
“Be
si” rispose un insicura Misato.