Ciao ragazze!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! questo capitolo è un po' cortino, ma spero che vi piaccia ugualmente!.... non so se continuare questa storia.... nn credo molto nelle mie "doti".... vedremo! solo il destino lo saprà!
spero che comunque vi siate un po' affezionati alla mia Lizzy e al mio Filippo... anche se tra un po' ci dovrebbero essere un po' di colpi di scena.... :)
vi lascio al piccolo capitolo sperando che vi piaccia.... e mi raccomando, sentite "Nient'altro che noi" di Max Pezzali... ho ossessionato le mie amiche con questa canzone, e anche il mio povero Andrea, ma la amo troppo!!!!!!!!!!
kisses Bibi!
Ero ancora abbracciata a lui,
dormivo così come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ero in pace con me
stessa, stavo bene… non avrei mai voluto staccarmi da quell’abbraccio, ma ad un
certo punto…
«Lizzy?... Lizzy?»
No! Non volevo svegliarmi!
«Lizzy?...» lui mi accarezzava la
guancia, cercando di svegliarmi, non sapendo che mi stava facendo avere un
collasso.
«Dimmi…»
«Devo andare Lizzy… Stai
dormendo!»
«No rimani!» dissi io ancora
piena di sonno…
«Ma come? I tuoi non ci
sono!...».
Non c’era molta insistenza nella
sua voce, come se non aspettasse altro.
«Li chiamo ok? Sto troppo bene
ora…»
«Anche io…»
Lasciò quella sua frase a metà,
sospesa su noi… avevo paura che anche quelle parole fossero solo un sogno.
«Dai aspetta un secondo, non ti
muovere!»
Corsi in cucina e composi il
numero del ristorante. Poi guardai l’orologio. Era l’una e i miei non ancora
tornavano.
«Pronto?». La voce di mia madre
sembrava quella di uno zombi.
«Mamma sono io! Tutto ok?»
«Oh si tesoro! Solo che non
abbiamo finito… forse rimaniamo a dormire alle camere qui sopra… non mi azzardo
a mettermi in macchina con questo sonno che ho!»
Si sentiva che era stanca e
ringraziai il cielo che sopra al ristorante avevano fatto fare quattro camere.
Era stata un’idea di mia madre fare questa specie di agriturismo in miniatura.
Di solito di sopra o ci dormivano loro quando facevano veramente tardi o le
coppie di sposi, desiderosi di stare da soli in mezzo alla campagna prima del
viaggio di nozze.
«Ho capito! Senti… qui è venuto
Filippo a vedere un film… mica ti dispiace se rimane a dormire da noi? È
l’una…»
Sentii un mezzo sorriso
dall’altro lato della cornetta.
«Certo certo! Fate i bravi mi
raccomando… non farmi stare in pensiero!»
Arrossii.
«Perché ti dovresti preoccupare
scusa?»
«Lo sai benissimo perché! Sai
anche che non voglio perdere la fiducia in voi quindi evita di fare cretinate!»
Sapevo dove voleva arrivare e
sapevo anche quanto lei si fidasse di me. Mi conosceva come un libro aperto e
fin da subito aveva capito quello che provavo per Filippo. Non aveva paura di
vedermi cresciuta e mi aveva portata dal ginecologo fin dall’inizio, anche
perché avevo dei problemi col ciclo, la cui unica soluzione era la pillola. Era
una madre, un’amica… l’unica cosa che richiedeva in cambio era un po’ di
sincerità e di buon senso. Non avrei potuto avere madre migliore.
«Ok, lo so benissimo, ma sai
anche che non è il momento, anche perché non mi fila… non c’è pericolo!»
«Si si come no! Dai buonanotte
tesoro!»
«Notte mamma… ti voglio bene!»
«Anche io tesoro!»
Attaccai… ero fortunata in tutto
e per tutto. Col sorriso risalii in camera da letto e trovai Filippo ancora
affacciato alla finestra.
«Ha detto che va bene!... e che
non dobbiamo fare cavolate!» dissi ridendo. Lui si girò, con la solita faccia da
schiaffi chiedendo: «Tipo?»
«Lo sai! Però io le ho detto che
non ci sarebbe stato problema! Anche perché proprio con te…» dissi io ridendo,
ma lui non mi fece nemmeno finire la frase tirandomi un cuscino in pieno volto.
«Ehi!» gli dissi, reggendo la morbida
nuvola azzurra tra le mani.
«No! Ehi lo devo dire io!
Com’era? Proprio con te…» rispose, facendomi il verso.
«Cos’è? Ti ho toccato nel
profondo?!»
Gli rilanciai il cuscino e lui
fece altrettanto, creando una delle nostre famose battaglia di cuscini, sul
letto che ormai era completamente disfatto. Andammo avanti per una bella
mezz’ora, finchè non ce la feci veramente più. Eravamo completamente sdraiati
sul letto, lui era a cavalcioni su di me ed era passato dai cuscini al
solletico e continuavamo a ridere, io soprattutto con le lacrime agli occhi,
cercando di farlo smettere.
«Dai Fili ti prego!!! Non ce la
faccio più!!!» cercai di dire, ormai senza fiato per il troppo ridere.
Ma lui si bloccò, all’improvviso.
Lo guarda, ancora con le lacrime, e incrociai i suoi occhi che mi fissavano,
intensi, seri… cominciò ad avvicinarsi a me, sempre con quello sguardo che mi
stava sciogliendo… cominciai ad accarezzargli i capelli, il viso, ricambiando
il suo sguardo. Ogni atomo del mio corpo desiderava baciarlo in quel momento,
voleva solo lui. Il mio cuore intanto era salito in gola.
Chiudemmo gli occhi, insieme, a
un centimetro l’uno dall’altra…
«No Lizzy aspetta!»
Spalancai gli occhi e il cuore
perse un battito…
«Che c’è?»
«Non posso…» rispose lui. Alzandosi
dal letto. Andò alla finestra, il suo posto preferito quella notte.
Non ci credevo! Mi stava per
baciare e dopo?...
Lo
sapevo! Non mi vuole! Continuerà sempre a vedermi come una bambina!
Come se mi avesse letta dentro mi
disse: «Adesso non metterti in mente che non ti voglio o che per me sarai
sempre una bambina…»
Non gli risposi… non ci capivo
più niente!
«E’ solo che… non voglio che tu
pensi di essere solo un passatempo per me, non voglio che ti senta una delle
tante… non lo sei sicuramente… però è complicato!»
Io ero rimasta sul letto, senza
parlare, senza sapere che dire. Ero sull’orlo del baratro e stavo precipitando.
«Lizzy?... ascolta…»
«No… Fili basta…. Non ce la
faccio più… come pretendi che reagisca?! Come, dopo che stavi per baciarmi?! Come,
dopo tutta la scenata di oggi?!»
Mi alzai e come un automa scesi
di sotto. Casa mia era una bellissima villetta che si affacciava sul mare.
Faceva caldo fuori… non sentivo Filippo che da dentro mi chiamava a gran voce…
non lo volevo sentire più… non volevo sentire più le solite scuse… non capiva
quanto ci soffirvo?!
Cominciai a correre, senza
pensare a niente, con la luna che si specchiava sul mare. Correvo, con le
lacrime agli occhi, sapendo che la serata era rovinata di nuovo. Corsi fino a
che non ebbi più fiato in gola e fino a quando non sentii una mano stringermi
il braccio. Mi voltai e fidi i suoi occhi color del mare.
«Dove vai?!»
«Devi lasciarmi in pace! Tu non
capisci! Non puoi capirmi! O sembra che fai finta di non capire! Fili
veramente! Io non ce la faccio più a tenermi tutto dentro! A far finta che mi
basti esserti amica, quando invece soffro come una pazza! Quando evito di
andare dove vai tu per non vederti con qualcun’altra, quando vorrei essere io!
Io non…»
E lui senza parlare, prendendomi
il viso tra le mani, mi baciò. Mi baciò con tutta la forza che aveva in corpo.
Mi baciò e quel bacio sapeva di fragola, di buono, di dolce. Mi baciò, mentre
una lacrima scese sul mio volto. Mi baciò, e io mi aggrappai a lui. E perdemmo
l’equilibrio. E cademmo sulla sabbia. Ma non ci staccammo. E continuammo a
baciarci, mentre le onde del mare si infrangevano sui nostri piedi. Mentre quel
bacio alla fragola si mischiò alla sabbia che ci sporcava i capelli, i vestiti.
«Lizzy… mi dispiace aver rovinato
tutto… mi dispiace aver rovinato quella bella amicizia che avevamo, ma non
posso più far finta di niente!»
«Non mi importa niente! Voglio
solo te!»
E ricominciammo a baciarci, con
la voglia solo di noi due, come se staccandoci ci mancasse l’aria.
Rimanemmo lì a lungo, illuminati
dalla luna, sentendo nient’altro che noi.
Si, era proprio la canzone giusta… giusta per l’amore che provavo per lui, per quello che sentivo dentro quando non c’era… giusta per noi!
Mi ero innamorata
senza preavviso del mio migliore amico, avevo scoperto che ero
ricambiata ed ero sicura che il nostro amore sarebbe durato per sempre!