What
you want
Da allora, l’Aqua Laguna era sfumata in un
pallido ricordo e sia la parte alta città che quella
popolare, costruita sulle
ruderi dell’antica metropoli, erano state riportate al loro
splendore
originario.
Iceburg, in veste di sindaco per la quarta
volta consecutiva, e Pauly, che ormai rappresentava il carpentiere in
capo
della Galley-la Company, avevano riportato la pace un tempo insperata.
«Questo posto mi porta brutti ricordi…»
fece
Nami, schermandosi con una mano dal sole alto.
Sanji scrollò le spalle «Secondo me, invece,
tutto quello che è successo non può che aver
fatto bene…»
«Whoaaa, siamo tornati nella Metropoli
dell’acquaaa!»
«Io penso che quegli idioti non si ricordino
niente» aggiunse Zoro, indicando Capitano e cecchino che
cantavano e ballavano
a squarciagola da più di un’ora.
«E io che me lo ricordo come un momento
tragico… chi li capisce è bravo»
sospirò Nami, mentre Sanji rideva.
«Ragazzii, è di qua!» Gridò
Chopper
modello-renna, annusando l’aria.
Perché loro non potevano di certo ammettere
con Robin di aver assolutamente dimenticato
la strada della casa.
Dopotutto ci erano andati solo quattro
volte e – ogni volta – ci
erano arrivati in modo a dir poco rocamboleschi; probabilmente mezza
città
ricordava ancora il “Rufy volante” e lo schianto
che aveva distrutto quasi
tutto il quartiere. Come al solito, insomma.
«Yohoho vedrò la casa di Frankie-san!»
Gridò
tutto contento Brook, terminando per bontà divina quel ballo
orrendo.
«Aha, tu non ci sei mai stato è vero! Beh in
questa città abbiamo conosciuto Franky… e il
sindaco Iceburg, una sirena di
nome Kokoro…»
«Sirena…»
«Zitto, Zoro! Uhm e i carpentieri più famosi
del mondo…» fece Nami, contando sulle dita.
«Abbiamo anche affrontato quei bastardi del
CP9» le ricordò Sanji.
«E abbiamo sfidato il Gov- ehm, avete sfidato
il Governo Mondiale…» s’intromise Usopp,
ricordandosi in extremis come, effettivamente,
ci fosse Sogeking al suo posto.
Nami gli fece un sorriso d’intesa
«Già!»
«Qui abbiamo anche cambiato nave…»
sussurrò
Chopper, mentre gli altri si adombravano un poco.
Brook annuì «Oh?»
«La Sunny è stata costruita da Franky e gli
altri carpentieri» fece Zoro. «Poi abbiamo fatto il
funerale della Merry».
Rufy, che aveva continuato a saltellare come
un ossesso per mezzo percorso, si fermò un attimo con la
mano sullo sgualcito
cappello di paglia.
«R-Rufy?» Chiamò Usopp preoccupato, ma
il
Capitano si limitò a sorridere «Qui abbiamo anche
avuto le nostre taglie da
veri piratii!»
I ragazzi ghignarono, mentre Nami gli mandava
un pugno giusto in testa «Non c’è niente
da essere felici, idiota! Da allora
siamo perseguitati ancora di più!»
«Aha! Meglio!» Esclamò Zoro con un
ghigno
affilato e poggiando una mano sulle else delle katane.
«Marimo esaltato…» grugnì
Sanji al suo
fianco.
Lo spadaccino gli mandò un’occhiata, poi gli
indirizzò un sorriso poco raccomandabile «Parli tu
che stavi per suicidarti
quando hai visto la tua foto?»
Il cuoco arrossì fino alla punta dei capelli,
afferrandolo per la maglia «Quello era Duval!»
«Io continuo a dire che assomiglia più a te,
cuoco cieco!»
«Sì, noi andiamo eh?» Fece Usopp,
seguito da
tutti gli altri che – come al solito – preferivano
ignorarli tutte le volte che
cominciavano a battibeccare come una coppa in crisi di
mezz’età.
Chopper alzò il naso blu a sniffare l’aria e
si ritrovò di fronte una mano sbucata dal nulla, con
l’indice puntato sulla
sinistra «Finalmente» commentò Robin,
sulla soglia della casa a due piani. «Vi
siete persi di nuovo?»
«No!» Sbottarono Usopp e Chopper
all’unisono,
prima di essere scaraventati all’aria dal loro sempre
composto Capitano.
«Ciao Robin!» Salutò, passandole accanto
in
un lampo ed entrando in casa; quasi automaticamente rumori di oggetti
distrutti
saturarono l’aria e Nami sospirò «Oddio,
ti avrà distrutto di nuovo qualcosa…»
Robin sorrise «Ho i miei metodi…»
replicò
lasciandoli passare e mostrando un Rufy totalmente invischiato in una
rete di
mani che, a loro volta, sorreggevano una quantità di oggetti
fragili.
«Rufyyy»
Gli altri pensarono bene di lasciare Nami e
Rufy ad uccidersi, mentre loro andarono fino alla cucina dove Franky se
ne
stava spaparanzato tra oggetti metallici e strumenti «Oh,
fratelli! Che piacere
rivedervi!» Esclamò, alzandosi gli occhiali da
sole sulla testa.
«Ohh che stai costruendo?» Fece subito Usopp,
sedendosi al suo fianco.
«Ahh è una cosa suuper, Nasone!» E via,
lanciati in spiegazioni tecniche alquanto noiose – almeno per
tutti gli altri.
«Waah Robin, ma questa biblioteca è
assolutamente diversa dall’altra volta!»
Esclamò Nami dal grande salone
limitrofo alla cucina.
Robin annuì «Ho chiesto a Franky di
costruirne una più grande, ormai i libri non ci stavano
più…» spiegò, anche se
ormai era sicura di averla persa, visto come sbavava su una cartina
enorme
dell’isola del cielo.
«La tua casa è molto bella Robin-san»
fece
Brook, avvicinandosi. «Posso chiederti di che colore
son-»
«Brook!» Lo interruppe Nami, con un colpo in
testa. «Quante volte devo dirtelo che non si chiedono queste
cose? E poi Robin
è fidanzata
ora!»
«Yohohoh!» Rise Brook. «Rischio di farmi
uccidere… oh, ma sono già morto!»
Nel frattempo il flagello dei quattro mari, e
delle povere suppellettili innocenti, si liberò dalla rete
di sicurezza della
padrona di casa e trascinò Chopper a far danni al piano
superiore.
«Yaaah, Robiiin!» Esclamò Rufy,
scivolando giù
dalla balaustra delle scale. «Questo è un megalogpose!»
Fece ad occhi sbrilluccicanti, mostrando un Log Pose molto
più grande del
normale, che gli riempiva quasi entrambe le mani.
«E’ un modello che ho costruito io!»
Esclamò
Franky dalla cucina. «Oi cuoco, noi non abbiamo cucinato
perché eravamo sicuri
che ti saresti incazzato!»
Sanji sorrise, mentre spegneva la sigaretta e
scorciava le maniche «Avete fatto benissimo! Lasciate fare a
me!»
Ovviamente cacciò tutti dalla cucina, compreso
padrone di casa, così passarono la successiva
mezz’ora in salotto. Zoro si
appostò giusto sulle scale, rischiando tra un sonno e
l’altro di essere pestato
dai soliti tre decerebrati, mentre Nami, Robin, Frankie e Usopp
discutevano
seduti sui divani.
«Che strano pensarvi come una coppia!» Stava
dicendo Nami.
Robin rise «Non dirlo a me!»
«Oi, io sono Super! L’ho sempre detto! Ora
bisogna trovare qualcuno per i fratelli!»
Una bestemmia. Una assoluta, sordida
blasfemia.
Fortuna che tra quei tre che correvano in
giro, Sanji in cucina e il solito idiota che dormiva, nessuno aveva
sentito;
tranne Usopp e Nami a cui venne un colpo, naturalmente.
«N-noi? Ahahah no» replicò il cecchino,
sicuro, tornando ad esaminare avidamente le costruzioni del cyborg.
Nami tentò veramente di non ridere «F-Franky!
Cioè dai sono loro!»
«Ehi! Cosa avresti da dire?!» Sbottò
offeso
Usopp, mentre gli altri due ridevano.
Zoro aprì pigramente un occhio, tanto per
capire perché diavolo facessero tutto quel baccano.
«Oi, che vi prende?»
«Ecco, l’uomo-spada! Perché dovrebbe
essere
difficile trovare qualcuna a lui?»
Il gelo che scese non solo nel salotto, ma
nella casa in generale fu abbastanza indicativo. Dalla cucina, poi, si
levò una
risata che a Zoro sembrò particolarmente sadica
«Cuoco! Stai origliando per
caso?»
«Va al diavolo Marimo, perché mi hai
preso?!»
Sbottò la voce di Sanji, per poi tornare a ridere di gusto.
Che si strozzasse con la saliva, pensò Zoro
prima di ritornare al fatto che tutti, compreso Usopp, lo stavano
osservando
«Che diav-»
«Fratello ti interessano le donne?» Chiese a
bruciapelo Franky, con Usopp al suo fianco che aveva giusto un
principio di
“ora-rido-fino-a-scoppiare”; malattia tra
l’altro molto frequente dalle loro
parti.
Zoro sopirò, chiudendo gli occhi con un secco
«No» che non stupì nessuno.
«Sempre il solito…» borbottò
Nami, mentre
Robin scuoteva il capo con un sorriso enigmatico.
Sanji aprì la porta con una spalla,
strofinandosi le mani in un candido panno da cucina e trillò
«E’ quasi pronto!»
«Oi, ecco un altro fratello!» Esclamò
Frankie, ormai totalmente votato alla missione. «E tu che ci
dici…?»
«Oh, il mio cuore appartiene totalmente a
Nami-swan, lo sapete~♥» replicò
tranquillamente, più per abitudine
che altro.
Che fossero molto uniti, dopotutto, era
abbastanza chiaro – tuttavia lui stesso non poteva chiamarlo
amore; era una
certezza solida e meccanica della sua vita che poco aveva a che fare,
poi, con
quel vero sentimento.
«E tu?
Mi pare di aver sentito tipo… Marimo
giganti?» Ghignò poi il cuoco,
attirandosi un’occhiataccia di morte; sapeva
quanto Zoro odiasse domande di quel genere e sapeva pure che lui
– a differenza
sua – non aveva scuse con cui controbattere. A parte
l’amore incondizionato per
la spada.
«… oppure le spade…» fece
infatti Usopp.
«O la birra!» Aggiunse Nami.
Zoro sorrise scrollando il capo «In realtà,
ho anch’io qualcuno che mi piace…»
cominciò, interrompendoli; poi alzò lo
sguardo verso il cuoco. «Solo che non sono affari
vostri» terminò, scatenando
l’inferno.
Uno più impiccione dell’altro proprio,
pensò
lo spadaccino mentre si alzava con uno sbadiglio e si infilava in
cucina,
lasciandosi alle spalle gente che pontificava idiozie alle spalle.
«Wow» gli venne da sussurrare istintivamente:
quel maledetto cuoco aveva saputo imbandire un vero cenone in
pochissimo tempo.
«Aha, sono bravo eh?!» Si gongolò
l’idiota,
apparendogli alle spalle.
«Mpf, sei un cuoco. Se non sapevi fare
nemmeno questo, saresti stato da buttare…»
grugnì, scontroso come al solito, e
prendendo un posto a caso sul tatami.
Sanji si sedette di fronte a lui, sorridendo
«Mi hai appena rivelato che sono utile?»
«Non farti illusioni, ho solo detto che forse
non sei proprio da buttare»
ribatté Zoro, mentre si sfilava le spade dal fianco e le
poggiava dietro di sé.
Sanji scrollò il capo
«Sìsì…»
Il suo tono spinse lo spadaccino ad aprire un
occhio per scrutarlo «Cosa?» Fece solo, davanti
alla sua
espressione pensierosa.
«Ripensavo solo a come sia strano tutto
questo… magari prima o poi pianteremo tutti
radici…»
«Dipende».
«Cosa intendi dire?»
Zoro sospirò un attimo, quei discorsi non gli
piacevano quasi mai e d’altro canto la sua non era una
situazione facile da
scandagliare. «Non tutti sono portati a questo genere di
vita, dipende tutto
dalla propria natura».
«E tu?» Chiese al volo il cuoco, accendendosi
una sigaretta e aspirandone la prima boccata.
Lo spadaccino pensò che non aveva poi tanto
da rifletterci; lui una vita normale non l’aveva mai avuta.
«No, io non sono
portato per questa vita».
Sanji aspirò nuovamente «Già. A volte
dipende
tutto da chi si pone sulla tua strada… Robin non sembrava
esattamente una
ragazza da famiglia, invece ora…»
Zoro questa volta lo scrutò bene, prima di
rispondere. Il cuoco quando era in modalità nostalgia faceva
discorsi strani;
era in quelle rare occasioni – in cui non si pestavano o si
mandavano
maledizioni – che percepiva quanto complessa fosse la sua
personalità e quanto
poco ne sapesse.
«Forse i problemi sorgono quando quello che
volevi contrasta con quello che vuoi» spiegò,
mentre si fissavano.
«Quindi?»
«Robin sta studiando la storia che vuole
conoscere, ma questo non le impedisce di vivere la sua vita con Franky.
Lui
vuole che la sua nave vada per tutti i mari e lo sta facendo ancora,
sebbene
non ci sia anche lui…»
«E’ una questione di equilibrio»
esternò Sanji, quasi più a se stesso che allo
spadaccino.
Zoro annuì «La forza con cui decidi di
seguire quello che vuoi».
Si scambiarono un’altra occhiata silenziosa,
ognuno immerso in pensieri che – quasi autonomamente
– convergevano in uno
stesso punto.
L’urlo misto di Rufy e Brook annunciò che
erano tutti pronti per mangiare, così Sanji si
alzò con un sospiro a preparare
i piatti.
«Cuoco…»
«Cosa, Marimo?»
«Le due cose che vuoi… possono
convivere?»
Domandò Zoro, con voce apparentemente scocciata.
Sanji sorrise «Sì, per ora… credo di
sì».
«Allora non hai bisogno di decidere subito,
prendi il tuo tempo» replicò, ghignando.
Sanji annuì «E i tuoi sogni, invece?»
«Io so già tutto quello
che voglio» grugnì lui, sicuro.
Il cuoco scrollò il capo «Il solito
arrogante…» borbottò, rimettendosi ai
fornelli.
Zoro sorrise, mentre fissava la sua schiena,
poi si ricompose quando il solito branco di idioti si
catapultò in stanza,
franandogli addosso.
E’ solo molto vagamente shonen ai, ma voi
leggete tra le righe insomma.
Uhm, la frase di Zoro potrebbe sembrare OOC,
quello del “piacergli qualcuno”, ma consideriamo
sempre che lo fa più che altro
per rompere le scatole allo spadaccino. Insomma, loro già sanno.
Quindi si rompono le scatole, Elementare
Guys.
Sì, avete letto bene, Franky e Robin vivono a
Water Seven. Ahh, io ce li vedrei troppo! XD
Ok, me ne vado và.
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