Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Kicca    08/02/2010    2 recensioni
Un Orchetto rovinò a terra ai piedi di Monica che osservò disgustata il ventre lacerato. Alzò lo sguardo e quello che vide la pietrificò. Il cuore iniziò a batterle ancora più velocemente. Non riusciva a credere ai suoi occhi. “Sto sognando! E’ l’unica spiegazione plausibile!” pensò non staccando gli occhi di dosso all’individuo davanti a lei. Nonostante l’oscurità riusciva benissimo a vedere due orecchie a punta che spuntavano tra la lunga e folta chioma nera.
Spero che la storia vi piaccia! Mi raccomando recensite! :D
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J. R. R. Tolkien, mentre i personaggi inventati sono di mia proprietà, quindi se li volete usare o prendere come spunto, prima siete pregati di chiedermelo. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

ERINTI

CAPITOLO 10: SFIDA.

Il cielo era limpido quella mattina. Finalmente la perturbazione si era spostata e la valle di Imladris poteva finalmente risplendere sotto i tiepidi raggi del sole di quella giornata primaverile. Elisa guardava estasiata quello splendido paesaggio. Davanti ai suoi occhi una distesa di gruppi di fiori coloratissimi che, insieme agli alberi, emanavano un profumo fresco e inebriante. Da quel giardino si potevano ammirare le vette dei monti innevate che facevano contrasto con l'azzurro del cielo. Si voltò alla sua sinistra e osservò alcuni istanti l'espressione ammaliata dell'amica. Sorrise divertita nel notare gli occhi lucidi. Erano arrivate in quel posto per puro caso. Quella mattina Monica era andata a trovarla e l'aveva convinta a fare due passi e, immerse nella conversazione che stavano tenendo, non avevano fatto minimamente caso ai corridoi che avevano imboccato o alle scale che avevano salito. Doveva ammettere che la passeggiata l'aveva anche affaticata, ma ne era valsa davvero la pena - Non mi dire che ti stai commuovendo! - la punzecchiò. Dovette anche alzare la voce perché si trovavano sulla sommità dell'argine del fiume e il rumore che produceva l'acqua era forte.
L'amica sospirò e sorrise prima di voltarsi verso di lei - Se sono una ragazza emotiva non è colpa mia... - proferì facendo la finta offesa - e poi... questo posto è stupendo... mi sembra di sognare! - aggiunse ritornando con lo sguardo su un gruppetto di primule.
- Sì, anche a me... se non fosse che tra pochi istanti rischio di crollare a terra per la stanchezza. -
Monica sgranò gli occhi preoccupata e la accompagnò premurosamente a sedere su una panchina sotto un portico laterale.
Elisa ci impiegò un po' per rassicurarla.
- Mi dispiace... non avrei dovuto farti sforzare così tanto. - mormorò rammaricata.
- Tranquilla, non ci sono problemi, avevo proprio bisogno di sgranchirmi le gambe e di prendere una boccata d'aria fresca. Iniziavo a stancarmi del letto! - spiegò - Fammi riposare un pochino e poi starò meglio. -
L'altra affermò con il capo, poi appoggiò la schiena al muro dietro di sé e chiuse gli occhi godendosi l'atmosfera pacifica. Rimasero in silenzio alcuni minuti, ognuna immersa nei propri pensieri.
- Certo che si sta proprio bene qui. - ruppe improvvisamente il silenzio la moretta - Sembra che la valle sia rinchiusa in una bolla... è tutto così pacifico... ed è come se il tempo si fosse fermato. Non si ha alcuna preoccupazione. - proseguì.
- Ti sbagli! - replicò fulminea l'amica voltandosi a guardarla un istante prima di spostare lo sguardo davanti a sé - Per voi è così... e sicuramente un tempo lo era... ma ora è diverso... posso sentire gli animi turbati di tutti... le tenebre che si sono impossessate dei loro cuori... e sopratutto la morsa del Male che attanaglia dal di fuori la valle... - proferì stringendo il vestito color pesca fra i pugni adagiati sulle gambe - e anche da dentro. - bisbigliò.
Elisa la guardò basita. Il viso della sua vicina era contratto in una smorfia e molto preoccupato. Provò a dire qualcosa, ma non trovando le parole adatte non aggiunse nulla.
Calò un silenzio pesante. Si sentiva cinguettare solo un uccellino che si era appollaiato sulla balaustra di pietra difronte a loro. Monica lo osservava distrattamente mentre ogni tanto saltellava allegro. Un grido in lontananza lo fece volare via. Le due ragazze si voltarono verso la loro sinistra incuriosite e notarono una piccola figura correre loro incontro dal fondo del porticato. Il viso della castana si illuminò riconoscendolo.
- Elveon! - esclamò drizzandosi di scatto raggiungendolo velocemente, piegandosi poi sulle ginocchia.
Il piccolo le si fiondò fra le braccia sorridendo smagliante e l'abbracciò stretta al collo, quindi lei lo sollevò.
- Tono cotì contento di avetti tovata, Tilwen! - dichiarò entusiasta.
- Anch'io sono davvero felice di rivederti! - esclamò lei sorridente, poi lo guardò confusa corrugando la fronte - Tilwen? - domandò.
Il piccolo Elfo sbuffò accigliato - No, non Tilwen! - l'ammonì e rimase in silenzio alcuni secondi a fissarla crucciato, poi iniziò a fare degli strani versi con la lingua.
La ragazza ricambiò lo sguardo ancora più perplessa quando l'altro cominciò a sibilare.
- Sssss... Sssii... Silwen! - farfugliò e un largo sorriso illuminò di nuovo il visetto: era riuscito finalmente a dire il nome nel modo giusto. Era tutta la mattina che ci provava, ma non gli era riuscito.
- Silwen? - ripeté interdetta domandandosi cosa significasse.
- Tiiii, Tilwen! - gridò l'altro applaudendo contento.
- Ma come hai fatto a trovarci? - chiese sorpresa, poi si irrigidì allarmata - Sei venuto fin qui da solo? -
- No, tranquilla, lo abbiamo accompagnato noi. - riferì una voce pacata poco lontano.
La ragazza per poco non fece cadere l'Elfo dalla sorpresa. Davanti a loro vi era Elrond che sorrideva bonario con le mani incrociate dietro la schiena. Accanto a lui la austera figura di Glorfindel che la guardava con espressione indecifrabile. Elisa le fu subito accanto e si inchinò, poi notando che l'amica sembrava essersi pietrificata le diede una piccola gomitata al fianco che la fece riprendere e così anche questa si affrettò ad inchinarsi come meglio poté con Elveon in braccio. Si sentiva sempre in soggezione in loro presenza.
- Vedo che state meglio! - proferì quindi, rivolgendosi alla moretta.
- Sì, decisamente! Ogni giorno mi sento sempre più in forma! -
- Bene, ne sono felice! - dichiarò l'Elfo, quindi si voltò verso l'altra - Non vi abbiamo visto a colazione... non avevate fame? -
- No, è che ho passeggiato con Elisa fino ad ora e fra una chiacchiera e l'altra me ne sono dimenticata. - rispose arrossendo imbarazzata.
- Capisco. - commentò l'altro sorridendo. - Allora sarete affamate! Se volete posso rimediarvi qualcosa! -
Le due ragazze si guardarono un istante - In effetti… - ammise Elisa.
- Avanti, seguiteci, vi facciamo strada. - disse Elrond incamminandosi.
Durante il tragitto Elveon e Monica chiacchierarono ininterrottamente: il piccolo aveva un sacco di cose da raccontarle.
Elisa seguiva in silenzio la scena divertita. Tutta l'angoscia che poco prima aveva letto sul viso dell'amica era sparita.
Anche Glorfindel seguiva attento i discorsi dei due, nonostante ogni tanto scambiava qualche parola in elfico con l'amico.

Riuscirono a trovare qualcosa da mettere sotto i denti nel salone: un po' di frutta e alcune fette di torta di mele.
- Sapete dove sono i nostri amici? - chiese Monica non vedendoli in giro.
- Oh sì! Sono giù, ai campi di allenamento. - le rispose Elrond.
- Ai campi di allenamento? - ripeté Elisa credendo di non aver capito bene.
- Ti, adar li ta allenando a combattee. - spiegò Elveon.
- Volete raggiungerli? Vi ci accompagniamo volentieri se volete. - riferì l'altro.
- Per me va bene. - rispose la castana, poi si voltò verso l'amica – Eli, tu sei stanca? Vuoi che ti riaccompagno in camera? -
- No, no... sto bene, vengo anche io con voi... sono proprio curiosa di vedere cosa stanno combinando! E poi così rivedo Michele! - dichiarò sorridendo.
- Tiiii!! Andiamo da adar! - gridò felice il piccolo afferrando Monica per una mano e iniziando a trascinarla fuori dalla stanza.
- Elveon, così mi farai cadere! - replicò lei ridendo divertita.

Ci impiegarono pochi minuti per raggiungere il luogo. Si ritrovarono sotto un lungo porticato, leggermente sopraelevato, che dava sui campi. Sulla destra vi era una balaustra in pietra che ne percorreva tutta la lunghezza e ogni tanto era interrotta da degli scalini che portavano alla grande distesa lì sotto. Alcuni Uomini ed Elfi erano appoggiati ad essa e osservavano divertiti quello che stava accadendo lì in basso da dove proveniva un gran vociare. Si accorsero del loro arrivo e per alcuni istanti spostarono la loro attenzione su Monica che sospirò rassegnata.
Le due ragazze si avvicinarono incuriosite alla balaustra facendo vagare lo sguardo innanzi a loro. L'area era suddivisa in due zone: una era riservata alle esercitazioni con la spada, e qui si stavano allenando un folto gruppo di Elfi e Uomini; l'altra, dove erano affacciate loro, al tiro con l'arco. Abbassarono lo sguardo e si ritrovarono gli amici proprio lì sotto. I ragazzi imbracciavano tutti un arco e avevano una faretra sulla schiena piena di frecce. Di fronte a loro vi erano a una trentina di metri dei bersagli, uno a testa. Le ragazze invece erano sedute su dei massi dietro di loro. Accanto ai ragazzi vi era Elladan che li osservava con aria divertita.
Elveon fu subito da lui. Il padre lo osservò leggermente sorpreso all'inizio, poi scambiò alcune parole con il piccolo che si voltò e indicò nella direzione di suo nonno e di Glorfindel e poi indicò le due ragazze. L'Elfo le salutò e fece loro cenno di scendere.
Anche gli altri si erano girati e avevano salutato le amiche che li raggiunsero poco dopo.
Michele fu subito accanto ad Elisa che salutò con un veloce bacio sulle labbra, poi la prese per mano e si avvicinarono al gruppetto.
Monica intanto aveva spiegato loro dove erano state fino a quel momento. - Cos'è? Vi è preso all'improvviso l'impulso di imparare a tirare con l'arco? - domandò poi.
- No, noi non ci avevamo minimamente pensato. É stata un'idea di Elladan. - le rispose Mirco.
- Dice che abbiamo bisogno di imparare a difenderci. E dato che non abbiamo nulla da fare ci siamo detti: "Perché no!"... e così eccoci qua! - spiegò Stefano.
- Sì, ma credimi... non è stata una buona idea. - aggiunse Milena con aria sconfortata.
- Perché? - chiese Elisa sorpresa.
- Sono un completo disastro! - rivelò Diana - Sono più o meno due ore che sono qui e nessuno è stato ancora in grado di colpire il bersaglio... tranne Mirco... ma lui è avvantaggiato, dato che ha praticato tre anni tiro con l'arco. - continuò sospirando rassegnata.
Monica e Elisa scoppiarono a ridere divertite.
- Vorrei vedere te! Guarda che non è facile, sorellina! - replicò irritato Leonardo fulminandola con lo sguardo.
- Immagino che non sia facile, ma accidenti... sono passate due ore... almeno la freccia al bersaglio ce la dovreste aver fatta arrivare! - esclamò la rossa esasperata.
- É tutta la mattina che si stuzzicano. - mormorò sottovoce Sabrina sorridendo divertita.
- Basta litigare ragazzi... vi avviso, non vi lascio andare a pranzo fino a che non colpirete il bersaglio! - si intromise Elladan con voce autoritaria.
I ragazzi si lamentarono demoralizzati.
- Ahahahah... auguri, schiappe! - li prese in giro Mirco.
- Tu finiscila di tirartela! - sbottò Alessandro infuriato guardandolo minaccioso.
- Peggio dei bambini! - commentò Monica scuotendo la testa rassegnata.

I ragazzi continuarono ad allenarsi ancora per un'ora, ma il risultato non migliorò molto. Solo Michele era riuscito a far infilzare la freccia nel bersaglio.
Elladan provò pena per loro e quindi li fece andare comunque a pranzare.
L'aria che si respirava nella loro tavolata era di demoralizzazione totale. Mirco e Michele, al contrario, erano di buon umore per essere riusciti nell'impresa e il primo faceva lo spavaldo con battutine sugli amici o si elogiava. E le occhiate che gli altri gli lanciavano non erano delle migliori. Solo sotto minaccia di Stefano di infilzargli la forchetta in mano il ragazzo ammutolì.
Nelle altre tavolate, invece, regnava l'allegria. Quei pochi presenti la mattina dovevano aver riferito a tutti la scenetta divertente a cui avevano assistito e ora diversi sguardi curiosi e derisori si posavano ogni tanto sulle figure dei giovani. E questo li fece deprimere ancora di più.

Dopo pranzo sperarono di poter avere una tregua, ma per loro sfortuna Elladan li rispedì subito ai campi di allenamento e il pubblico sulla balaustra questa volta era quadruplicato. Tutto ciò non li aiutò perché ora erano anche nervosi. Perfino Mirco non riusciva più a concentrarsi e sbagliava continuamente, l'unica cosa che faceva piacere agli altri. Ormai si sentivano dei fenomeni da baraccone.
Poco più in là vi era una squadra di arcieri. Probabilmente erano lì per allenarsi, ma anche la loro attenzione era rivolta ai ragazzi. Poi però accadde l'imprevisto. Uno di questi raggiunse sorridendo Stefano. Era alto, lunghi capelli neri e occhi colore dello smeraldo, lucenti e vispi.
Il ragazzo gli lanciò un'occhiata torva. Era convinto che lo avesse raggiunto per infierire ancora di più su di loro. Invece gli chiese di mettersi in posizione di tiro. L'altro lo guardò interdetto, ma poi obbedì. L'Elfo allora, velocemente, gli piegò leggermente il gomito e gli drizzò la schiena e poi gli disse di scoccare. La freccia sibilò e si andò a conficcare sul fantoccio davanti a Stefano che la osservò allibito. Tutti erano ammutoliti e gli amici lo guardavano esterrefatti.
- Vedi... è la posizione che sbagliavi! - commentò l'Elfo sorridendo contento.
- G-grazie! - farfugliò l'altro ancora incredulo.
- Di niente! - proferì questo dandogli una pacca amichevole sulle spalle, poi guardò Elladan e gli fece l'occhiolino - Comunque... io sono Alyon. - si presentò porgendogli la mano.
L'altro ricambiò la stretta e si presentò a sua volta sorridendo.
- Riprova da solo, ora. - gli suggerì facendo un passo indietro.
Il ragazzo affermò con il capo: afferrò una freccia, la incoccò, si mise in posizione e lasciò la presa. La freccia si andò ad infilzare un'altra volta nel bersaglio.
Milena esultò contenta, mentre i ragazzi lo osservavano imbronciati, si lanciarono un'occhiata complice e anche loro riprovarono sbagliando di nuovo.
Allora altri tre Elfi si mossero dal gruppo e si affiancarono ad Alessandro, Leonardo e Michele e iniziarono a dargli consigli.
Elladan guardava compiaciuto la scena. Non pensava che questo sarebbe potuto accadere. Da quando i ragazzi erano giunti ad Imladris nessuno li aveva visti di buon occhio, ad eccezione di Alyon. Un po' perché provenivano da un altro mondo; poi perché comunque nessuno stava attraversando un buon periodo, erano tutti tesi e preoccupati, avevano altro a cui pensare e li vedevano come una seccatura; ma il problema maggiore era Monica. E l'Elfo capiva benissimo come si sentissero la maggior parte di loro con la presenza di lei, per questo non li aveva forzati ad interagire con i giovani. Spostò gli occhi grigi sulla ragazza che stava sorridendo felice dato che ora anche gli altri riuscivano a colpire il bersaglio seguendo le dritte degli Elfi. In quell'istante gli si avvicinò qualcuno al fianco. Ma non dovette voltarsi per vedere chi fosse. Ormai riconosceva quella camminata - Sono contento che abbiano deciso di loro spontanea volontà di provare ad approcciare con i ragazzi. - ammise continuando ad osservare la ragazza.
- Lo sai che ad Alyon sono piaciuti dal primo momento... probabilmente è riuscito a convincere anche Nolon, Turion e Varnohtar. - proferì Elrohir con tono atono.
Elladan sospirò poi si voltò a guardarlo con aria indagatrice, il fratello gli lanciò un'occhiata fugace, poi tornò ad osservare il gruppetto di ragazzi - É inutile che fai quella faccia... so benissimo che anche tu sei contento di quello che è appena accaduto. - l'altro stava per ribattere scocciato, ma lo interruppe prima che potesse dire qualcosa - Non provare a negarlo... ti conosco fin troppo bene, non mi inganni. -
Elrohir scosse la testa leggermente irritato - E tu sei veramente odioso quando ti ci metti! - borbottò poi.
L'altro sghignazzò soddisfatto. Quindi tornò ad osservare Monica e la sua espressione divenne triste - Parlando di cose più serie... non sarebbe ora di darle delle spiegazioni? -
Elrohir si irrigidì, ma rimase in silenzio, anche lui però spostò lo sguardo sulla ragazza e si fece triste.
- Me lo hai detto tu che inizia a capire... è una ragazza sveglia... per di più Morwen l'ha già avvisata... vuoi che sia lei a riferirle tutto? -
- No! - esclamò adirato l'altro. Vi aveva messo così tanta enfasi in quella risposta che tutti si erano voltati a guardarlo stupiti.
- E allora datti una mossa! - gli sussurrò serio Elladan che si avvicinò ai ragazzi per far loro i complimenti.
Il fratello rimase immobile con la testa bassa e i pugni stretti lungo i fianchi.
Monica lo stava osservando, poi spostò gli occhi su Elladan lì vicino e si domandò se avessero litigato.
- Tilwen! - gridò all'improvviso Elveon spuntando sulle scale. Corse verso la ragazza abbracciandole le gambe con il solito sorrisone in viso.
Melime lo seguiva divertita. I presenti iniziarono a parlare sommessamente fra di loro. - Non riesco a tenerlo lontano da voi per più di un'ora! - si lamentò l'Elfa sorridendole.
La ragazza scoppiò a ridere e si chinò sul piccolo accarezzandogli la testolina non badando troppo a tutto quel chiacchiericcio.
- Come l'ha chiamata? - domandò Nolon, un Elfo biondo, credendo di non aver capito bene.
- Silwen. - rispose tranquillamente Melime dopo essersi voltata verso di lui, sorridendogli.
Tutti iniziarono a parlare con voce più alta increduli. I ragazzi si guardavano confusi intorno, mentre Monica si stava domandando il perché di quella reazione.
- Cosa significa? - domandò Alessandro che si stava irritando per il fatto che sua sorella era sulla bocca di tutti.
- Significa "Splendente Fanciulla"! - intervenne Elrond dal porticato.
Aveva una mano appoggiata alla balaustra e fissava la ragazza con espressione seria. Glorfindel era poco più indietro. Tutti erano ammutoliti.
Monica era arrossita imbarazzata: non credeva di poter meritare un nome così solenne.
- É un nome che vi si addice! - continuò Elrond come se le avesse letto nella mente il suo turbamento.
Elveon allora la guardò con gli occhioni verdi che gli brillavano contento di aver scelto un nome che aveva approvato anche suo nonno.
Si sollevò di nuovo il mormorio. Molti dei presenti non sembravano d'accordo con lui.
I ragazzi guardavano l'amica preoccupati. Elisa le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla come se volesse darle il suo sostegno. Ma con stupore di tutti i presenti la brunetta prese in braccio Elveon e sorridendogli serena lo ringraziò di cuore. Lui la abbracciò forte.
In quel momento quello che pensavano gli altri non le interessava minimamente. Era davvero felice.
- Che scena commovente! Ma siete sicuri che vada bene darle un nome elfico? - proruppe una voce gelida dal porticato, dietro di tutti.
Il silenzio calò sui presenti. Elveon strinse di più la presa sulla ragazza spaventato. Aveva riconosciuto quella voce. Tutti l'avevano riconosciuta.
Alcuni Elfi e Uomini si spostarono creando un varco sulla balaustra, poco dopo spuntò la figura di Morwen che lanciò un'occhiata gelida alla ragazza. Questa sostenne il suo sguardo senza scomporsi minimamente. - Non pensate anche voi che stiano dando troppa confidenza a questi ragazzini? Da quando vi apprestate a dar loro consigli e ad aiutarli? - proseguì pungente.
- Questi non sono affari tuoi! Non mi sembra che ti sia stato consentito di esprimere un tuo parere! - sibilò Alyon fulminandola con lo sguardo.
Un ghigno divertito le si formò sul volto - Io se fossi in te lascerei perdere... tanto sono degli incapaci... è già un miracolo se sono riusciti a colpire il bersaglio adesso che è a trenta metri... voglio proprio vedere se ci riusciranno anche ad una distanza maggiore. -
I ragazzi abbassarono sconsolati la testa, l'Elfa aveva perfettamente ragione.
Quello fu troppo per Monica. Non riusciva a sopportare altre parole di scherno rivolte ai suoi amici. - Non sono degli incapaci! - gridò furiosa scandendo bene ogni parola. Tutti la fissarono sconcertati. Elveon si drizzò con la schiena e la guardò sorpreso. - Perché non ci provate voi visto che siete tanto svelta ad accusare gli altri? Sono proprio curiosa di vedere come ve la cavate! - la sfidò con tono perentorio.
L'Elfa sembrò vacillare per un attimo, ma poi sorrise divertita. - Va bene, accetto... ma a una condizione... anche voi dovrete provare! - dichiarò con un ghigno maligno.
- Romenwen... finiscila! - si intromise Elrohir frapponendosi fra le due e guardandola male, lei strinse i pugni irritata.
Monica, Melime e Elladan lo fissarono allibiti: la stava difendendo.
Glorfindel invece aveva fatto un passo in avanti verso l'Elfa, ma Elrond lo aveva trattenuto per un braccio scuotendo la testa. Lui si rilassò, ma la guardò torvo.
- Che c'è di male? In fondo è quello che vogliono tutti i presenti, no? - domandò facendo vagare lo sguardo su ognuno di loro.
Un brusio si sollevò immediatamente. Elrohir strinse i pugni furioso. Stava per replicare, ma Monica gli posò una mano sul braccio non staccando gli occhi nocciola da quelli blu e glaciali dell'altra.
- Accetto! - dichiarò.
Un ghigno compiaciuto si disegnò sul volto di Morwen che si apprestò a scendere sul campo.
I presenti erano ammutoliti. Monica si avvicinò a Melime e le porse Elveon.
- Ne siete sicura? - le domandò l'Elfa preoccupata.
- Non siete costretta ad accettare per forza! - mormorò Elladan dopo averla raggiunta di corsa, sembrava agitato.
- Ormai ho dato la mia parola... e non mi tirerò di certo indietro! - ribatté la ragazza risoluta.
Elladan si bloccò confuso. Quello sguardo e quell'espressione che aveva in quel momento lei sul viso li conosceva perfettamente. Li aveva già visti in passato. Guardò smarrito Melime, anche lei era sconvolta, come Elrohir del resto: aveva assistito da lontano alla scena.
- Le regole le farò io... il bersaglio sarà posizionato al limitare della foresta! - comunicò Morwen che li aveva appena raggiunti.
- Cosa?! Non sei leale! - le si scagliò contro Alyon sconcertato - Nessun Uomo può colpire un bersaglio così lontano! Ti rendi conto di quello che stai chiedendo? -
Si levarono delle lamentele contro l'Elfa. A quanto pareva a nessuno sembrava giusta quella decisione.
- Vorrà dire che vincerà chi manderà la freccia più lontano, se nessuno delle due riesce a raggiungerlo. - replicò questa.
- Va bene... ma ad una condizione... se riuscirò a colpire il bersaglio vi rimangerete tutto quello che avete detto su di loro! - acconsentì la ragazza indicando gli amici.
Calò un silenzio incredulo.
- Odio dovermi rimangiare le parole... ma tanto non ce ne sarà bisogno! - replicò questa avvicinandosi a Varnohtar e strappandogli il suo arco dalle mani - Freccia! - ordinò porgendogli la mano.
L'Elfo moro la osservò arrabbiato, sfilò una freccia dalla faretra e gliela porse - Spero tanto che nemmeno tu riesca a colpirlo! - gli sibilò contro.
Lei non gli badò minimamente e si posizionò davanti a tutti in attesa che il bersaglio venisse portato nel punto da lei richiesto.
- Ohi... non lo fare... a noi non ci importa di quello che ci ha detto. - le sussurrò il fratello afferrandola per un braccio.
- Ale... lasciami! A me importa invece! -
- Ma così sarai tu ad essere umiliata! Ti stanno guardando tutti! E poi come diavolo fai a colpire un bersaglio di cui vedi i contorni a malapena? - si alterò stringendole di più l'arto.
- Non mi interessa... ora per favore lasciami andare! - ribatté strattonando il braccio e liberandosi dalla presa, quindi si affiancò a Morwen.
- Ditemi... con quale arco e quali frecce pensate di... - ma non terminò la frase perché Elrohir aveva raggiunto la ragazza e ora le stava porgendo il suo arco e la sua faretra.
Monica lo guardò per l'ennesima volta stupita. Afferrò titubante la faretra e l'indossò, poi prese l'arco e lo osservò. Era leggero e il legno era finemente lavorato.
- Fatene buon uso! - le sussurrò prima di allontanarsi.
- Tirerò prima io. Basta colpirlo, non c'è bisogno di fare centro. Vi darò questo vantaggio... sempre se riuscirete a raggiungerlo, naturalmente! - grugnì Morwen a cui non era andato giù il gesto dell'Elfo.
La ragazza affermò con il capo e attese che l'altra tirasse.
L'Elfa si posizionò prese la mira e scoccò la freccia che si andò a conficcare nel terreno a pochi passi di distanza dal bersaglio. Ci fu uno scoppio di risa alle loro spalle e un vociare alto. Quella si voltò e incenerì tutti con lo sguardo: era furibonda. Si fece da parte e lasciò il posto a Monica che osservò il bersaglio davanti a lei.
Non sapeva perché, ma riusciva a vederlo distintamente. Afferrò una freccia dalla faretra e la incoccò. Lanciò un'occhiata all'avversaria.
Aveva un'espressione serena in viso dato che, nonostante il fallimento, sapeva benissimo che avrebbe vinto lei.
Si fece di nuovo silenzio. L'aria era pesante impregnata di nervosismo, agitazione, preoccupazione e delle aspettative di ognuno dei presenti. Cercò di calmarsi, strinse la mano sinistra sull'arco e con la destra tirò la corda facendoci pressione con la freccia. Le mani le tremavano, quindi rilassò le braccia e abbassò l'arma.
- Nervosa? - le chiese l'altra divertita.
"Concentrati, sul bersaglio. Devi rilassarti. Non pensare a niente, solo al bersaglio!" si ripeté varie volte nella testa non badando all'altra. Chiuse gli occhi e si rilassò. Il respiro, prima affannoso ora era tornato regolare. Strinse la presa sull'arco, fece un gran respiro, sgranò gli occhi, allungò il braccio destro all'indietro, prese la mira e scoccò. Accadde tutto in un attimo. Si sentì il sibilo della freccia sferzare l'aria e poi calò il silenzio.


SIGNIFICATO DELLE PAROLE ELFICHE:
Silwen: Splendente Fanciulla.
Alyon: Benedetto.
Nolon: Istruito.
Turion: Dominare, Controllare.
Varnohtar: Guerriero Bruno.


NOTE DELL'AUTRICE:
Eccomi di nuovo qua! Chi non muore si rivede! E' tantissimo che non aggiorno... probabilmente mi avevate data per dispersa!! ^^; Ma sappiate che io non demordo!!
Che dire... spero che il capitolo vi piaccia! L'ho scritto quasi tutto in un giorno... O.o La mia ispirazione ha alti e bassi... cercate di comprendermi e abbiate pazienza! Se qualcuno vuole prendersela con me lo faccia tranquillamente... gli do' ragione!! In fondo so' benissimo di essere un caso disperato!!
Ramona37: Grazie per aver commentato l'ultimo capitolo e perdonami!! -.- Ti ho fatto aspettare troppo!!
Ritorno a ringraziare tutti moltissimooo!! Un grazie speciale naturalmente va' a chi recensisce! Siete la mia forza!!
Un bacione!
Kicca 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Kicca