Prologo
Il vento era furioso, scuoteva persino la terra. Portava
con sè mille odori: foglie secche, fumo, terra bagnata, sale. Il vento ululava
senza riprendere fiato, fischiava tanto da far male all’udito. C’era nebbia,
ovunque, che sarebbe diventata più fitta con l’arrivare della notte.
Una collina solitaria: non troppo alta, in mezzo al
nulla, sulla quale non c’era nessun tipo di pianta, sulla quale non cresceva
nulla, una collina triste, vuota.
Un sussurro, una bambina rannicchiata su se stessa.
“Silente” non più di un sussurro; ripetuto con
foga , trepidazione, bisogno...
I lunghi capelli neri le coprivano il volto, un abito
semplice e bianco: era troppo sbagliata su quella collina. Un sussurro...
“Silente” e ancora e ancora e ancora...
Pop! Il mago si
guardò intorno: scorse quella figura esile, così fuori luogo. Il vento era
troppo forte, era costretto a socchiudere gli occhi: per quanto forte e potente
dovette inchinarsi al suo cospetto. Le si avvicinò con cautela. “Chi sei?!”
dovette urlare per farsi sentire. In risposta la bimba sollevò il capo.
Gli occhi azzurrissimi del vecchio incontrarono lo
sguardo più strano che avessero mai visto: un misto di sorpresa, sollievo,
rassegnazione e gioia più una buona dosa di terrore e smarrimento. Il colore
dei suoi occhi era particolarissimo: tra l’azzurro più sereno e il grigio più
chiaro.
“Sei arrivato...!” disse con stupore, quasi non se
l’aspettasse. E fu tutto buio.
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“Non parla, si guarda intorno, a quanto pare non si
ricorda nulla del vostro incontro professore” disse il Medimago .
“Grazie Jordan, vedrò di parlarle io stesso”, il vecchio
dopo aver percorso il corridoio arrivò alla porta di una delle innumerevoli
stanze del San Mungo. Una volta entrato nella stanza incontrò lo sguardo della bambina per la seconda volta in quel
pomeriggio, e non riuscì a fare a meno di rimanerne incantato. I suoi occhi lo
guardavano con curiosità ed ansia. “Due occhi bellissimi” si ritrovò a pensare.
L’espressione della bambina era intensissima, gli occhi erano socchiusi come se
volesse ricordare qualcosa.
Il professor Silente abbassò lo sguardo cercando di
formulare la domanda giusta nel modo giusto, senza turbare la bimba. Il
silenzio si stava facendo pesante e stranamente fu la bambina a romperlo.
“Davvero, non ricordo nulla. Vorrei, ma
proprio non ci riesco.”
“Non ha importanza
per adesso, come ti chiami? Te lo ricordi il tuo nome? La tua famiglia?” si
diede dello stupido: aveva appena detto che non ricordava nulla...
“Samara Spektor” lo sorprese “ricordo solo il mio nome, e
in quanto alla famiglia non penso nemmeno di avercela” disse con tristezza.
Ritornò il silenzio, si guardarono per alcuni minuti.
Dopodichè Silente scosse la testa e si alzò “Bene, penso ci rivedremo presto
Samara, ora riposati” e dopo aver riflettuto ancora lasciò la stanza.
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“Oh Albus, che storia è questa?!”disse Minerva con le
sopracciglia inarcate. “Ci mancava solo questa agli inizi dell’anno
scolastico! Cosa dirà la popolazione magica? E il ministro? Non sappiamo
nemmeno se è una stre...”
“Minerva,
Minerva... calma! Sto aspettando dei documenti dal San Mungo per verificare il
suo stato... se non è una strega l’accoglieranno sicuramente in un orfanotrofio
babbano e se invece lo è...”
“Verrà ad
Hogwarts! Con quali soldi? Albus, potrebbe trattarsi di Magia Oscura, potrebbe
mettere in pericolo gli altri studenti... non è un caso che abbia undici anni
come Harry Potter!” disse la strega con una mano sul cuore.
“Non permetterò
che succeda qualcosa agli altri studenti! Proprio tu tra tutti dovresti
saperlo” le disse severamente il Preside.
Taquero entrambi; il silenzio venne rotto dal
fruscio delle ali di un gufo bianco. La busta aveva il marchio del San Mungo.
Silente l’aprì con interesse, gli bastò leggere una parola “...Strega...”
Con calma infinita si girò verso la vicepreside: “Avremo
una nuova alunna quest’anno, se ne faccia una ragione..” .
La McGrannitt lasciò l’ufficio con un sospiro.
“Forse Minerva ha ragione, ma allora perchè Samara ha
chiamato me sulla collina? Meglio che ne parli con Severus. Poteva invocare
chiunque...e come ho fatto a sentirla? Questa è magia al di fuori della mia
portata... o no?” pensò Silente mentre trovava la sua figurina nella cioccorana
appena scartata, che gli faceva l’occhiolino.
Angolo
dell’autrice:
Allora...
questa è la mia primissima fic. Ho scritto altre storie, ma non sono mai stata
decisa quanto lo sono ora. È difficile spiegare come mi è arrivata
l’ispirazione... so già il finale della storia (e lo sa anche qualcun altro
:***) perciò non rimane altro che “sfornare” i capitoli. Il prologo non è un
granchè, ma a questa storia ci tengo molto. Un grazie speciale a Moony3, che mi
aiuta moltissimo. Grazie ancora per aver accettato tesoro :***
Un
grazie a tutti coloro che seguiranno questa storia. Non so quando posterò, ma
vedrò di farlo al più presto.
Sam
– The Santoor Player