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Autore: kiku77    10/02/2010    7 recensioni
seguito di "ALLA RICERCA DELLA FELICITA'"
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte e grazie infinite  a coloro che hanno recensito e a tutte le persone che leggono questa ff!

Giusyna: ciao! Scusa forse mi sono espressa male…il mio “.. alla fine mi odieranno tutti” era riferito all’idea di scrivere un seguito a questa ff e non per l’epilogo che darò a”le conseguenze dall’amore”….andavo un po’ di fretta e forse ho usato le parole sbagliate.. scusa! Grazie per la tua rec !

Miki87: d’accordissimo con quello che dici…. Spero che con questo discorso che ho fatto fare a Genzo, si capisca veramente quanto io ami questo pers! Grazie mille per avermi scritto!

Sany: Grazie infinite per il “bellissimissimo”! beh sì non manca molto…

Sanae78: grazie per la tua rec.! Sono felice che il cap ti abbia coinvolta.. !è stato uno fra quelli che ho amato di più scrivere..

Makiolina: grazie infinite per aver dato peso alla contrapposizione tra lui pulito e lei sporca….c’è sempre un qualcosa tra i due che non è a tempo (a parte il sesso, uhps!);L'ESSERE UNO "IN RITRDO SULL'ALTRO" è un elemento portante nella storia, nella loro storia e credo anch’io, che possa succedere e che abbia dato un senso di veridicità alla storia. La coppia perfetta, nel posto perfetto al momento perfetto…beh..mi sa che è un’utopia…immaginavo che le frasi non me le dicessi…vediamo come procede la storia…grazie ancora!

Marychan82: grazie per quello che scrivi e per come riesci a dire le cose… Leggendo le tue rec, mi sento capita, non solo come autore della ff, ma anche capita veramente nello stile, nella scrittura, nel modo di gestire i persg. E’ come dici tu: ho pensato molto a questo discorso, perché il rischio che fosse banale era alto. Nello stesso tempo doveva essere semplice perché Genzo parla poco.. sulla gravidanza….non posso dire niente…. Vedremo….grazie ancora, anche per tutte le altre tue considerazioni.

Mareluna: grazie per la rec! Sono felice i non esserti sembrata scontata e banale…sono le due cose che temo di più a livello di contenuto quando scrivo…

 

Eccoci qua…   cap strutturale, di cerniera….chiamatelo come più vi piace…..

A presto!

__-

 

Fu un suo stesso starnuto a svegliarla. Si guardò intorno e sentì che le lenzuola erano umide così come i suoi capelli.

Avevano fatto l’amore nella vasca da bagno e poi avevano continuato a letto, ma senza asciugarsi.

Vide i vestiti di Genzo per terra ma lui non c’era. Si alzò e cercò la sua camicia, mentre le era venuta la pelle d‘oca dal freddo.

Andò nella cameretta di Taro e vide Genzo, che si era seduto a contemplare il bambino che dormiva.

Si avvicinò e gli toccò la fronte.

“Sei tutto freddo….ma perché non ti sei infilato sotto le coperte con Taro?” chiese lei, prendendo dalla cassettiera un panno di lana per riscaldarlo.

Appena gli fu di fronte lui la prese per i fianchi e appoggiò la testa sul suo ventre, tenendo gli occhi chiusi.

Lei gli mise una mano fra i capelli e lasciò che affondasse nel suo grembo come a scoprire i suoi segreti.

“Non volevo svegliarlo…è così sereno quando dorme…” disse il portiere strofinandosi contro la camicia da notte.

Si alzò e cominciò a baciarla sulla bocca, facendo scivolare una mano dentro la camicia per premerle il petto. Non riusciva a fare a meno di toccarla ormai.

“Mi manderai al manicomio….  sono un uomo finito….” disse continuando a toccarla  e a cercare un modo per spogliarla nuovamente.

“Babbo….” disse Taro ancora con gli occhi semichiusi riconoscendo la voce del padre.

Lui si fermò stringendo a sè Kumiko per un momento e poi la lasciò per poter abbracciare il bambino.

Taro si fece baciare e coccolare da Genzo.

“Posso dormire nel tuo lettino?” chiese allora il portiere al bambino, che già si stava riaddormentando e riuscì solo a fare un debole cenno con la testa.

Si stesero giù e Kumiko rimboccò loro le coperte.

“….meglio che torni di là..... se no… lo sai che non resisto…” disse lui guardandola.

Kumiko era arrossita ma lui nella penombra non riusciva a vedere. Gli diede un bacio sulla fronte e tornò in camera sua per cambiare le lenzuola.

Non era ancora l’alba ma non riusciva più a prendere sonno. Stava per sposarsi e non aveva un matrimonio: cioè non aveva gli invitati, non aveva le partecipazioni, il vestito, i suoi genitori… Niente.Aveva solo lui. E Taro. Eppure per un istante le sembrò che fosse perfetto e che non mancasse nulla.

Ikeda, entrando nel laboratorio, la risvegliò dai suoi pensieri.

“Sei in anticipo..” disse Kumiko.

“Non ho chiuso occhio dall’eccitazione per la giornata di ieri… siamo grandi!” esclamò Ikeda pieno di soddisfazione.

“Dai… siediti.. ho bisogno di parlarti….”

Ikeda si sedette e tornò serio.

“Io e Genzo ci sposiamo….vado via…. Andiamo a vivere a Barcellona….”

Ikeda la guardava: quella ragazza era la sua insegnante, era una sorella, una madre, una figlia, un amico… era tutto.

“ Lo sai che mi stai ammazzando vero?”

Kumiko sorrise.

“Non so se ce la farò….tu sei la mia storia, sei il mio diario….io al pensiero di non poterti parlare mi sento male….ma dovevi sentirlo ieri sera mentre mi faceva la dichiarazione. Lui mi ha interrotta dentro….….”

“Lo so… “

“Vorrei che ti prendessi cura di tutto qui…voglio che diventi mio socio. Solo così potrò stare tranquilla”

Ikeda abbassò la testa senza rispondere.

“Che c’è?” chiese lei impaziente.

“No…è che io non me lo posso permettere. Non ho i soldi per poter comprare una quota….te lo volevo proporre io.. pensa che mi ero anche informato per ottenere un mutuo, ma, con la mia situazione, non me lo concedono…..”

Kumiko si sedette.

“Non crederai mica che ti venda una quota?”

“Come no? L’hai detto tu stessa! Si fa così….o no?”

“Ikeda, ma io….  io la quota te la voglio regalare! Non vorrei mai dei soldi da te!” disse allora lei sorridendo.

Lui era rimasto impalato e immobile.

“Come, me la regali? Ma vale tanto…..”

“Mai quanto te, quanto la tua amicizia…. Io sono stata aiutata da Tsubasa ricordi? Ora è il mio turno…..ti prego…. Accetta……”

Ikeda le si avvicinò e, chinandosi, le mise la testa sulle ginocchia.

“Sei diventato un sentimentale….” fece lei, per farlo ridere.

Ma lui ora stava piangendo come un bambino. Per la gioia e la riconoscenza.

“Ah … e non ho finito….. ho bisogno che tu faccia un’altra cosa per me….” aggiunse Kumiko.

“Dimmi….”

“Vorrei che fossi il mio testimone oggi…..io, lo sai, a parte Sanae… non ho nessuno…..”

Ikeda le baciò una mano.

“Sarà un onore…..ma…. tuo fratello? Pensi di chiamarlo? Di dirglielo?”

Kumiko con delicatezza gli fece capire che voleva alzarsi. Andò verso la finestra e si prese una sigaretta. Ormai non fumava quasi più; lo faceva solo quando era molto nervosa.

“No…. ormai… è una vita che non lo sento….”

Si capiva ad occhio nudo che ne soffriva molto; si vedeva lontano un miglio che il fatto di non avere più alcun rapporto con il fratello era un dolore profondo e privatissimo. Ma certe cose per Kumiko erano come dei buchi neri: dei punti fissi, in fondo al suo universo,che una volta finiti lì non si riuscivano più a riconnettere con il resto. Erano e restavano irrimediabilmente perduti.

Ikeda capì che non ne voleva parlare e preferì restare in silenzio.

 

 

Verso le otto Genzo scese al piano di sotto dove Ikeda e altri dipendenti avevano già infornato i biscotti e alcune crostate di frutta.

“Allora ….ce l’hai fatta…..” disse al portiere.

Lui sorrise.

“So che ti mancherà molto….”

“Già….” rispose Ikeda

“Senti…” disse ancora Genzo” dopo la cerimonia in comune pensavamo di fare un piccolo rinfresco a casa mia… te l’ha detto Kumiko?”

“Sì… stiamo già preparando tutto….ci sarà molta gente?”

“No…solo voi, mio padre, qualche suo collega di lavoro, alcuni dei miei compagni di Nazionale…. e….” Genzo s’interruppe.

“E?”

“Io….so che il padre di Kumiko è morto, ma della madre non mi ha mai detto niente…. Non so se sia viva e non so come sia messa con suo fratello….”

Ikeda scosse la testa.

“Di sua madre non ha mai parlato neanche a me…. E con suo fratello non c’è più alcun rapporto….è sola… a parte te e Sanae….”

“E te, naturalmente….” aggiunse Genzo.

“Mi ha chiesto di farle da testimone…..”

“Lo so….ne sono felice… sarà una cerimonia un po’ improvvisata, ma non c’è molto tempo….anzi… dov’è Kumiko?”

“E’ uscita per vedere di trovare un vestito…un vestito bianco. Sai lei di bianco ha solo i panni da lavoro e credo che almeno al vestito ci tenga…. Le ragazze di solito sognano l’abito da sposa, no?”

Genzo l’aveva ascoltato e si sentiva un po’ triste per non poter dare a Kumiko un matrimonio come si deve. D’altra parte non c’era tempo: il mattino dopo doveva rientrare a Barcellona categoricamente.

“Certo….io devo andare in comune per fissare l’orario  e prima devo andare da Misaki… Taro sta ancora dormendo: chissà quanto sarà felice quando glielo diremo…..”

“Sarà al settimo cielo….vai vai pure tanto qui ci siamo noi. Quando si sveglia ci penserò io….”

“Grazie”

Genzo salutò anche gli altri ragazzi e uscì con passo veloce.

Guidò fino a casa di Misaki e suonò alla porta con un  po’ di emozione.

“Hey….ma non dovresti essere già in Spagna?” chiese Taro trovandoselo lì di fronte.

Genzo non rispose, se non con un cenno della mano e, una volta dentro, salutò il padre di Taro che era già in cucina e fissare la luce che proveniva dalla finestra come se stesse dipingendo con la mente.

“Allora? Cosa mi racconti di bello? Come sta il piccolo Taro?”

“Bene…. Tu… tu quando torni in Francia?” chiese Genzo imbarazzato.

“Stasera alle sei, perché?”

“Perché oggi mi sposo e mi serve un testimone….non mi posso sposare senza di te… tu sei il mio testimone….sei il testimone di tutto quello che c’è tra me e Kumiko……”

Taro aveva sentito bene. Era lì che fissava il suo amico, quel ragazzo alto e sicuro di sé, sbruffone e superficiale: era lui, lo riconosceva bene. Eppure sembrava un altro. Aveva tutta l’aria di uno che avesse ricevuto un colpo al volto e si fosse come svegliato. Era solido come una pietra eppure nel suo sguardo c’era qualcosa di nuovo, un bagliore, un riflesso, una verità che non aveva mai colto.

“No…dico sei libero vero?” chiese ancora Genzo, impaziente, perché Taro non aveva risposto e sembrava totalmente preso dai suoi pensieri.

“Liberissimo…..io….certo…sì… dopo Tsubasa, chi altri può farti da testimone?” chiese allora Taro per fare una battuta. Ma lui, era risaputo, che in quanto a battute faceva pena.

“No…no, no… io l’avrei comunque chiesto a te. Tu sei il mio testimone….” disse Genzo.

Taro si toccò la testa; aveva già gli occhi lucidi perché lui non era come gli altri: lui si emozionava e non provava poi troppa vergogna a manifestarlo.

“Grazie……”

“Grazie a te….. e scusa… scusa se ti è sembrato che non ti volessi ascoltare quando mi parlavi…. Io….io le tue parole me le ricordo ancora. Me le ricorderò per sempre.”

Fra i due ci fu un po’ di imbarazzo, ma poi si abbracciarono come ci si abbraccia fra fratelli e fu un momento intenso, indimenticabile per ognuno di loro.

“Beh… devo andare in comune per fissare l’orario…. Vieni con me?”

“Certo!”

“Dimenticavo…. Spero che verrà anche lei, signor Misaki….. “

“Sarà un piacere! Congratulazioni!”

Genzo e Taro si infilarono le scarpe e si diressero verso gli uffici del comune.

 

 

Kumiko aveva passeggiato per le vie del centro. Si ricordò di Sanae e del loro incontro, proprio mentre lei stava cercando il vestito per la festa della nazionale. Le venne in mente quella lunga chiacchierata e le parve che fosse passato un secolo. Guardava distrattamente le vetrine e si sentiva un po’ triste. Era autunno inoltrato e faceva già un po’ freddo: trovare un abito che somigliasse a quello di una sposa senza esserlo, non sarebbe stato facile e lei aveva poco tempo. Doveva fare la valigia, telefonare alla scuola di Taro per informare il preside della loro partenza e ritirare alcuni  documenti. Doveva parlare con il Signor Nakazawa per la quota da dare a Ikeda e fare ancora un milione di altre cose….

Inoltre, all’idea di non sposarsi al tempio, ma solo in comune e senza la sua amica, le dava un senso di smarrimento. Anche se fino a qualche ora prima era sembrato tutto perfetto, ora poteva scorgere tutte le crepe, tutte le cose imperfette che da sempre la caratterizzavano.

Erano già le dieci e si doveva anche lavare i capelli, farsi un bagno…..

Suonò il cellulare: era Genzo.

“Ciao” disse lei

“Ciao… hai comprato il vestito?” chiese Genzo un po’ imbarazzato

“Non ancora….perchè?”

“….c’è un problema….dobbiamo presentarci qui a mezzogiorno, perchè al pomeriggio non celebrano i matrimoni….volevano farlo subito….l’assessore ha accettato l’orario solo per farmi un favore…..temo che dovrai sbrigarti….”

Kumiko fisso’ il polso e si rese conto che il tempo era davvero poco.

“Faccio prima possibile…..ma Taro?”

“L’ho lasciato che dormiva…. Ora torno da te e gli do la notizia” disse Genzo.

“Ok… ciao…”

Kumiko si guardò intorno: sulla sinistra c’era una bella boutique e decise di entrare imponendosi di trovare qualcosa a tutti i costi.

 

   
 
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