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Autore: OttoNoveTre    10/02/2010    2 recensioni
una storia per l'America vecchia, polverosa, quella che fa venire in mente i coyote, i catorci arrancanti e i baretti di paesini cresciuti nel nulla. Posti da dove vorresti scappare, anche solo un momento, saltando sul primo treno.
Posti in cui ti rifugeresti se la tua vita non fosse che una fuga.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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rosanera train in the rain

Ogni manico di chitarra in fondo par 'na ferrovia

Il corpo sbattuto con malagrazia fuori dal locale per poco non le fece perdere la presa sul barattolo: l’acqua torbida ondeggiò strabordando leggermente oltre il bordo, ma i girini erano salvi.
- Gira al largo, spiantato! Niente soldi, niente alcol. E non dimenticarti il relitto.-
Meg tirò addosso all’uomo una custodia, che nell’impatto a terra produsse un suono sgraziato. L’uomo si alzò in piedi e si spolverò la terra dalle maniche, raccattò la custodia e si mise per strada. Meg lo seguì ancora un attimo con lo sguardo, poi si diede una pulita alle mani sul grembiule, e rientrò nel bar.
- Rose, molla quella roba e va’ a lavare i bicchieri. Perché pasticci ancora allo stagno come una mocciosa? Poi tanto sono io che ti lavo i vestiti pieni di fango, giusto?-
Fece più rumore possibile nel salire le scale per coprire la voce. Li avrebbe lavati i maledetti bicchieri, ma prima doveva finire il suo esperimento.
Cavò da sotto il letto la tinozza da bucato che le aveva ceduto la signora Finch, già col fondo coperto di limo e qualche dito d’acqua: ci liberò dentro i girini, che si misero a contorcersi e a nuotare per conoscere la nuova casa. Si divertì a immergere un dito e vederli sgusciare attorno ad esso, poi un urlaccio dal piano di sotto.
- Scendi subito giù Rosamund! E lavati la mani!-
Ahia, nome completo e guai in arrivo. Mise la tinozza al riparo dal sole e ridiscese al locale, dove Meg la aspettava a braccia conserte.
Trascinò uno sgabello fino all’acquaio e vi si arrampicò, si infilò un grembiule e fece scorrere l’acqua sui bicchieri.
- Alla buon’ora, principessa. Ti sei lavata le mani almeno?-
Imbronciata, si sputò sui palmi e li sfregò nel grembiule.
Il ceffone arrivò puntuale.
- Credi che fare la spaccona ti aiuterà, Rose? Non ci metto molto a spedirti in riformatorio e dimenticarmi di te! Così mi libero dei miei problemi!-
- E fallo allora! Tanto non sarei la prima ad andarmene di qua!-
Infilò la porta posteriore prima che la raggiungesse un secondo schiaffo. Girò attorno alla casa fino alla finestra, e si sporse appena per guardare. Meg non aveva nemmeno provato ad inseguirla: appoggiata con un braccio all’acquaio, si teneva una mano sulla fronte.
Si era pentita subito della frase, ma non poteva ritornare a scusarsi come niente fosse: le botte non le andavano a genio, anche se meritate. Corse di nuovo verso lo stagno, avrebbe preso ancora un po’ d’acqua per i suoi girini.

Si sciacquò la faccia, trattenendosi a stento dal berne un sorso, anche se torbida. L’immagine che gli rimandò lo stagno non era molto incoraggiante: barba lunga e, ora, pure imbrattata, capelli sozzi e vestiti che stavano in piedi da soli.
Dio, come avrebbe avuto voglia anche solo di una birra, anzi, bastava acqua, solo un po’ d’acqua. Accarezzò la custodia dolcemente, poi ne aprì la cerniera e tirò fuori la chitarra.
- Bellezza mia, senza rancore ma temo proprio che dovremo separarci. Celebriamo degnamente il nostro addio.-
Tirò fuori l’ultimo pizzico di tabacco ed un pezzetto di giornale. Col sapore di catrame e inchiostro in gola, provò l’accordatura e attaccò una canzone.
Cantò, facendo uscire il fumo assieme alle parole, come piaceva tanto a Sarah. Quando le ultime vibrazioni si spensero assieme alla brace, si accorse della bambina alle sue spalle.
- Sei un incantatore di girini?-
Guardò meglio gli occhi marroni in mezzo alle lentiggini, per cercarci il significato delle parole. La bambina indicò l’acqua dello stagno.
- Vedi? Ballano.-
A pelo d’acqua una moltitudine di girini increspava la superficie.
- Sei un vagabondo?-
- Diciamo di sì.-
- Ed è bello?-
- Per nulla.-
- Non ci credo. Puoi fare quello che vuoi senza che gli altri ti dicano di lavare i bicchieri o di portare il cibo alle stupide galline.-
- Però non saprai nemmeno dove ti sveglierai il giorno dopo, cosa mangerai.-
Se mangerai…
Ma la bambina non parve spaventata.
- Così vorrei vivere, saltare su un treno e vedere dove mi porta. Ma in questo buco di paese nemmeno una stazione abbiamo.-
L’uomo sorrise, carezzando il legno della chitarra.
- Non serve una stazione per salire su un treno.-
Gli occhi della bimba lo fissarono con curiosità.
- Devi sapere che non sono solo i girini che posso incantare... Adesso chiudi gli occhi.-
Mise pollice e indice in bocca, ed emise un fischio acuto.
- Signore e signori, e bambine che scappano di casa – la piccola sorrise, sbirciando per un attimo attraverso le dita – il treno sta per partire, in carrozza!-
Attaccò suoni sommessi e regolari, come le ruote di un treno in movimento.
- Siamo partiti, eccoci in campagna, una pioggerellina scorre sui vetri.-
Sovrappose al ritmo di base delle note ariose, e poi un arpeggio rapido e delicato, gocce che scorrono sul vetro.
Scrosci più intensi, le ruote prendono velocità, La bambina si sporge dal finestrino, anche se verrà affumicata dal fumo vuole sentire la pioggia che le batte in faccia ed il vento nei capelli.
Poi il treno entra in stazione, in un ultimo arpeggio.
La bambina aprì gli occhi.
Lui rimise la chitarra nella custodia.
Nell’acqua limacciosa i girini continuavano a muovere l’acqua.
Lei strappava i fili d’erba con le dita dei piedi.
- Ti staranno aspettando a casa.-
- Te non ti aspetta mai nessuno?-
- E’ un’altra delle cose brutte della mia vita.-
Si dondolò un pochino con le ginocchia strette al petto, poi si alzò in piedi e gli tese la mano con solennità.
- Se vuoi ti lascio un po’ di bicchieri da lavare. E puoi controllare come stanno i girini, qualche volta.-






Note autrice:
Riemergo dal periodo di esami, in cui da povera illusa mi ero ripromessa di scrivere e far bene una storia a cui tenevo per un concorso indetto da Alaide dal titolo "Teatranti, girovaghi e cantastorie". La mia fretta mi ha convinto a spedirle come one-shot completa quello che nella mia testa era il primo capitolo della storia, cosicchè il giudizio non ha potuto che essere, come meritavo, duro. Alaide metterà il giudizio come commento, che ritorna un primo capitolo (noterà, che è stato corretto in alcune parti e sforbiciato del finale, perché era davvero una "pezza" al posto degli accadimenti successivi). La valutazione si riferisce quindi al primo capitolo, e la sottiscrivo in ogni virgola ^^
Credits: "train in the rain" è un pezzo per chitarra di Bruce Cockburn, "Rosanera" (che tornerà nei prossimi capitoli) è una canzone di Davide van de Sfroos
Quelli successivi sono in scrittura, conto di aggiornare settimanalmente ora che il tempo è aumentato.
Il banner è stupendo
   
 
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