Believe me when I say
I love you
Why does my heart cry?
Feelings I can't fight.
La sua vita era un susseguirsi di uomini.
La sua vita era un susseguirsi di lingerie di seta, fantasioso e
sottile pizzo.
Calde stanze dai drappi rossi.
Cècile era la cortigiana più bella di Parigi,
desiderata dagli uomini più
potenti della grande città.
Soddisfava i più intimi e perversi desideri di uomini dai
costi abiti e pelle
rugosa. Soddisfava i più intimi e perversi desideri di
giovani amanti in cerca
solo di un po’ di compagnia.
Era amata. Era ricercata.
Il suo viso sembrava essere scolpito nella seta, alla fioca luce delle
lampade
ad olio, nella sua stanza di quel quartiere malfamato di Parigi. La
pelle
sembrava aver la stessa consistenza di quel tessuto così
pregiato e morbido,
liscio e delicato sotto il palmo della mano. Le labbra parevano petali
di rose
rosse, deliziose e calde. I grandi occhi a mandorla, suadenti e
ammaliatori,
erano color del prato, vivido verde smeraldo, sotto lunghe arcate
sopraccigliari. Capelli neri corvino le incorniciavano il viso e le
accarezzavano la lunga schiena in morbide onde. Non vi era uomo che non
adorasse i suoi seni, che non adorasse il suo ventre piatto, le sue
gambe
lunghe, le cosce affusolate, la pelle diafana.
Tutti desideravano, volevano, pretendevano, Cècile.
Si concedeva a chiunque fosse disponibile a pagare ingenti somme.
Non l’era concesso sognare. Madame Roxane non le permetteva
di perdersi in
futili sogni, e Monsieur Lacorix non le dava adito.
Era loro. Le avevo dato un detto sotto cui vivere quando i genitori
l’abbandonarono
per le umide strade di Parigi.
Era la sua vita e lo sarebbe per sempre stata.
Ma la vita, delle volte, ti offre delle possibilità che
vanno oltre ogni tu
aspettativa e così fu per Cècile.
Fissava la luna piena che illuminava timida la città, il
lato orientale della
torre Eiffel. Fuori la strada era silenziosa e, attraverso le mura
sottili, si
udivano gli affannosi respiri delle sue compagne etere di bordello
intente a
soddisfare i bisogni più infimi di vecchi uomini.
Gemiti ed urla le perforavano i timpani, le risuonavano nella testa
come grida
di terrore di bambini spaventati.
La leggera vestaglia di seta indiana le copriva l’oramai
corpo nudo, mentre il
vento fresco le carezzava il viso, come una carezza del suo dolce Hugo.
Chiuse gli occhi, cercando di ignorare il cigolio del letto e la mano
di Hèctor
fra i suoi capelli.
«A presto, mio piccolo smeraldo.»
Cècile digrignò i denti, chiudendo forte le
palpebre. Non si voltò a guardare
Hèctor, un ricco uomo di quarant’anni.
Si sentiva sporca, si sentiva colpevole di una ferita inflitta a crudo
nel
petto di quel giovane ragazzo che dall’angolo di quella
strada l’osservava.
Cècile sentiva il suo sguardo bruciare sul suo viso e
avrebbe voluto gridare di
andare via, di non osservarla da laggiù, di non soffrire a
causa sua, ma non
poteva. Lei era le bella cortigiana e non v’era spazio per
l’amore.
Hèctor uscì dalla camera, richiudendosela alla
spalle. Fu allora che una
lacrima spillò dagli occhi di Cècile, quando ella
riaprì le palpebre volgendo
lo sguardo all’angolo della strada.
Col fiato corto ed il cuore ricolmo d’amarezza e tristezza
osservò la nera
sagoma, prima che essa si muovesse verso il malandato palazzo.
Cècile si asciugò velocemente il viso, mentre i
gemiti le risuonavano nella
testa, ricordandole ciò che era e ciò che mai
avrebbe potuto essere.
Lei era una cortigiana, pagata dagli uomini per farli credere che gli
amasse,
pagata in cambio del suo corpo caldo ed ansimante, di ciò
che non potevano
avere.
La sua sola esistenza era un male, non solo per se stessa, ma anche per
il suo
Hugo.
Il dolore che da sola si infliggeva ogni notte, un dolore che non
poteva oramai
evitare, era nulla in confronto a quello che provava al sol pensiero di
ferire
Hugo. Ma non poteva fare a meno di lui. Era come l’aria per
lei. La sua assenza
le mozzava il respirò impedendo all’ossigeno di
raggiungere i polmoni; era
causa di un profondo squarcio sanguinante al centro del suo petto, da
cui il
suo povero cuore perdeva sangue invisibile che ogni notte bagnava quel
letto
dalle lenzuola ingiallite e logore. Quello stesso letto dove lui la
cullava,
l’amava, quando era solo Cècile, non la cortigiana
che vendeva se stessa per il
denaro.
Poi la porta di scatto di aprii.
Cècile volto lo sguardo ed il suo cuore, immancabilmente,
perse un battito.
*
Non saranno più di tre.
Alla sfiduciosa, Chiara.