Muñeca
de porcelana {Sakura version}
In una cameretta linda e ordinata, al centro del letto, seduta sulle proprie gambe snelle e avvolta da un pigiamino bianco e lilla, stava una bambina in compagnia di una graziosa bambola di porcellana con un vestitino floreale di pizzo e merletti.
Questa
era un regalo, il regalo più prezioso che avesse ricevuto per il suo ottavo compleanno, da parte niente di meno che di Sasuke Uchiha, un bambino moro e
scostante che per lei era il più bello del mondo - no, anzi, dell'intero
universo!
La
piccola Sakura la teneva fra le braccia con estrema delicatezza, poi la cullava
piano, quasi fosse vera, come se costituisse una sorellina da accudire o una
figlia da crescere.
La
fissava incantata con i suoi vivaci occhioni verdi, mentre sfiorava con le dita
quei boccoli color del grano, quelle finte biglie nere, brillanti e impassibili,
che erano i suoi occhi, perennemente rivolti verso l'alto – che in un certo
senso puntavano all'infinito, proprio come lei.
Più
la guardava, più la bambina dagli insoliti capelli rosa adorava quel momento e sembrava
quasi perdersi in esso,
come in un bellissimo sogno ad occhi aperti, uno di quelli che vorresti non
finisse mai.
Perché Sakura era una sognatrice,
era già ambiziosa e testarda come un mulo.
Mentre
stringeva con cautela quella bambola preziosa e speciale, infatti, una parte
consistente di Sakura Haruno sperava, sognava, desiderava.
Progettava
un’ipotetica vita futura insieme a quel fanciullo, tutto nella sua fervida immaginazione, proprio come in uno di
quei film animati che le comprava il papà dove, dopo tante peripezie, i due
innamorati coronavano il loro amore in uno splendido lieto fine, mentre scoccava
un bacetto innocente sulla guancia dura della sua bella bambolina che continuava
a sorriderle senza realmente farlo.
Forse,
quale spettatrice passiva di una crescita, temeva che un giorno la dimenticasse
in un angolino della stanzetta perché, troppo impegnata a rincorrere, a
realizzare tutti i suoi desideri più profondi, Sakura imparerà sicuramente a
diventare sempre più autonoma, indipendente e a trascorrere la maggior parte del
suo tempo fuori casa.
Eppure
non reagiva, certo.
Non
poteva farlo, in fondo era solo un oggetto inanimato per abbellire l'ambiente.
Ma
finché Sakura rimaneva una bambina felice e vogliosa di fiabe e giochi, lei
stava lì.
Sempre.
«Su,
cerchiamo di dormire. Domani devo andare a scuola» mormorò, riponendola con cura sulla sediolina accanto al letto per poi spegnere la lampada e mettersi sotto le coperte, sorridendo gioiosa.
Buonanotte...
*-*-*-*-*
Note
dell'autore: Questa semplice flashfic
di 405 parole deriva da una bozza scritta di getto in un momento di sfogo il
giorno della Vigilia di Capodanno.
Oggi,
riprendendola, ho deciso di renderla più leggibile e di pubblicarla. Che ne
pensate?
L'idea è carina
^^ anche se non so spiegare come mai ho iniziato proprio con Sakura, spero di
avere altre ispirazioni inerenti alle bambole di porcellana *__* le ho sempre
adorate, sapete? Poi non so se avete mai letto la storia del "Coniglio di
velluto": io la lessi ai tempi delle medie e mi commosse proprio perché trattava
di un peluche che pur non potendo muoversi o parlare aveva un'anima e soffriva
tanto quando il bambino (o la bambina, non ricordo più XD) lo rimpiazzava con un
altro nuovo, dimenticandolo ç_ç
Okay, non c'entra molto con la flash, però per il punto di vista della bambola mi sono ispirata lievemente a quel concetto.
Il titolo è
spagnolo e significa proprio bambola di porcellana. L’ultima frase ovviamente è di Sakura.
Infine...
*SORPRESA*
L'accennino
SasuSaku lo dedico tutto a Bella, per ringraziarla ancora di quel favore che lei sa XD
(Spero non sia penoso =.=)
Un
bacione!
Rinalamisteriosa