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Autore: mafalda    15/07/2005    1 recensioni
nuova storia molto diversa dall'altra, in onore del VI libro... se avete letto Harry potter e il mangiamorte sapete cosa aspettarvi
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il primo passo

Il primo passo

 

Da fuori nulla sembrava cambiato, il numero 12 di Grimmaud place era ancora lì, immobile e imponente, la vita scorreva normalmente nella Londra babbana, macchine, autobus… tutto normale. Ma tutto era diverso e Severus lo sapeva; Sirius era caduto e insieme con lui anche Harry e Remus. Per tutta l’estate aveva evitato quella casa per non scontrarsi con gli occhi color del miele di un uomo distrutto che aveva visto l’amore della sua vita cadere dietro un velo e non tornare indietro, lo stesso che aveva impedito ad Harry di buttarsi al suo inseguimento. Quando era tornato a scuola lo aveva visto, l’ombra di se stesso, un relitto che andava avanti solo grazie all’aiuto dell’alcool. E ogni volta che lo osservava il suo cuore diventava sempre più pesante.  Entrò in casa, pregando di non trovarci nessuno e invece Harry era lì con lo sguardo perso nel vuoto davanti un televisore spento, i suoi pensieri riempivano l’aria e Piton riuscì a scorgerli. Un senso di colpa schiacciante, un dolore che toglieva il fiato, niente di più, nessun ricordo felice o almeno privo di rimpianto. Il ragazzo appena lo vide si alzò e come un automa si diresse verso la cucina, probabilmente non sopportava la sua vicinanza, invece si ripresentò con un boccale di burrobirra e lo offrì al professore.

- So che per lei è penoso venire qui. Lo capisco. Mi dispiace se in tutti questi anni sono stato un pessimo alunno, una pessima persona, lei non c’entra nulla, so che si sente in colpa per avere interrotto le lezioni di occlumanzia, non deve, io solo sono il responsabile per la morte di Sirius.

Detto questo dagli occhi del ragazzo uscirono le prime lacrime dopo la notte al ministero, Piton si avvicinò e lo abbracciò in silenzio rispettando il suo dolore. Perché avesse scelto proprio lui per sfogarsi non poteva saperlo, ma gli fu grato.

-         Potter, la colpa non è la tua, né la mia, è solo del Lord Oscuro. Piangi se vuoi non ti risparmiare, non tutte le lacrime sono un male.

Harry continuò a piangere disperato per un’ora, dopo di che si addormentò esausto sul divano. Il professore restò in silenzio ad osservarlo sorridendo tra se per le confidenze che Draco, il suo figlioccio, gli aveva fatto qualche giorno prima.

 

-         Sev, … io devo assolutamente dirti una cosa… io ecco io… mi sono innamorato e tanto. Anche se mi fa soffrire come un disperato…. Ecco io amo, cioè credo di amare… mi piace un sacco…

-         Chi ?- aveva chiesto spazientito ben sapendo a chi si riferisse, lo sapeva  da una vita, ma il primo passo era quello di ammetterlo con se stesso e non nasconderlo a nessuno.

-         È difficile ammetterlo, io diciamo che mi …

-         Draco non mi interessano le tue farneticazioni, dimmi chi è?

-         Sfregiato, San Potter, Harrino pottino. Lui insomma…. Lo so è anormale,ma lo amo sul serio.

-         Ma dai?! Mi  chiedevo quanto ancora avresti aspettato a dirmelo, era palese a tutti credo che anche Silente se ne sia accorto, e lo sai che come perspicacia in campo amoroso il vecchio è un bradipo. Che pensi di fare?

-         Niente, lui mi odia e poi sono un uomo e Potter è un dongiovanni.

-         E si può sapere da quanto ti piace?

-         A piacere mi piace da sempre, ma che mi sono innamorato è da quando… oh, ma chi voglio prendere in giro, lo sono da quando mio padre mi parlava di lui, da quando tu mi parlavi di lui. All’inizio era solo ammirazione, ma poi l’ho conosciuto e anche se mi disprezza lo amo, è coraggioso e vorrei stargli vicino in questo momento, solo come amico.

-         Non permette a nessuno di stargli vicino, nemmeno a Weasley e Granger. Ha chiuso la sua vita dietro un muro. E poi scusa se te lo faccio presente, ma tua zia ha ucciso Sirius…

-         Lo so… lo amerò di nascosto… come fai tu con…

-         Non ti azzardare a dirlo, io non sono innamorato di nessuno, non posso…

-         Ma lo sei, quindi finiscila di fare l’idiota e vai a vedere come sta.

Così aveva seguito il consiglio di un ragazzino di  17 anni ed era andato a vedere come se la passava Lupin. Solo che entrare nella sede dell’ordine, consolare Potter era una cosa, salire le scale per vedere l’uomo più coraggioso che conosceva comportarsi come un vegetale per amore di un altro, era tutt’altro. Lo amava da sempre dalla scuola, da quando a tutti era palese che Remus e Sirius stavano insieme, lo aveva vegliato intere notti di nascosto in infermeria quando tornava da una notte di luna piena, mettendo la sua mezza vita a servizio di quella di Lupin e poi lo aveva visto andare via con Sirius ignorando i suoi sentimenti. Quando era tornato ad insegnare i sentimenti che Severus credeva sopiti si erano risvegliati prepotentemente. Lo amava e quando aveva tentato di avvicinarlo Black era tornato e glielo aveva portato via di nuovo. 

Passo dopo passo era davanti alla porta della stanza di Remus, voleva bussare, ma la sua mano si rifiutava. Ricordava ancora quell’abbraccio che gli aveva dato quando lo aveva trovato davanti casa sua infreddolito e spaventato, quando aveva deciso di unirsi all’ordine dopo aver rinnegato Voldemort. Lupin lo aveva stretto a se cercando quel calore che la morte di Lily e James  gli aveva tolto, il tradimento di Sirius, lo aveva distrutto. Piton era entrato nell’ordine ma il suo cuore era nero come la notte, un abisso dal quale non usciva nulla. Aveva visto troppi morti, aveva ucciso e si era macchiato dei crimini più orrendi non si sentiva degno della vita che aveva e per questo si era chiuso a riccio nel suo mondo di disprezzo, la scuola era il suo cosmo. Lupin non contava niente, si diceva, ma ogni tanto una lettera colmava le rispettive solitudini, due uomini a metà, uno lupo, l’altro vampiro.  Nessuno lo sapeva a parte Silente che lo riforniva di sangue, solo una volta era andato vicino a mordere qualcuno,ma non lo aveva fatto, anche se la Umbridge se lo sarebbe meritato. Nessuno sapeva, nemmeno Draco e dire che si poteva considerare il suo migliore amico.

Fermo davanti a quella porta non sapeva che fare, alla fine si risolse a bussare. Lupin andò ad aprire, la barba incolta, le occhiaie ed una forte puzza di alcool, gli occhi che un tempo brillavano erano spenti, offuscati da una patina di dolore e ebbrezza. Remus ci mise un po’ a mettere a fuoco chi fosse.

-         Che vuoi? – chiese rabbioso – vuoi goderti lo spettacolo del fallito?

-         No – rispose calmo Severus – Draco mi  ha consigliato di vedere come stessi

-         E da quando il biondino è tuo amico? Soprattutto da quanto tempo hai degli amici?

-         È il mio figlioccio e purtroppo si può considerare l’unico vero amico che io abbia mai avuto. Come stai?

-         Una merda grazie, l’unico uomo che io abbia mai amato è morto il mese scorso… come credi che possa stare e inoltre questa notte sarà luna piena. Sto una favola!

-         Ti ho portato la pozione, almeno non starai troppo male. Resto io qui questa notte a badare ad Harry, non se la passa troppo bene.

Piton vide gli occhi di Lupin brillare di lacrime, ma prima che potesse in qualche modo aiutarlo gli sbatté la porta in faccia.  Lo sentiva singhiozzare.

 

 

  
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