Pass time ~ 12
Febbraio.
[Il terzo
incomodo]
«Si può sapere che
diavolo vuoi?» Grugnì, scocciato.
Un ampio sorriso
fiorì sul viso del Capitano «Voglio farti
ridere».
Zoro scrollò il
capo, sbuffando. Era alquanto evidente che l’astinenza di
avventura gli
combinava uno strano effetto: diventava irrequieto e fastidioso
– beh, più del
solito – e andava in giro con
fare annoiato, facendo cose noiose.
Perché di certo
non poteva divertirsi a starsene avvinghiato alla sua schiena,
guardandolo alla
rovescia.
«Tanto non ci
riesci» replicò sicuro lo spadaccino, per poi
sospirare alle sue guance che si
gonfiavano; allungandosi un poco, Rufy si accoccolò sulle
sue gambe a fissarlo
seccato «Mi annoio» bofonchiò,
incrociando le braccia.
Zoro allungò la
schiena fino a posizionarsi meglio contro la balaustra «Io
stavo dormendo».
«Zooooro, inventati
qualcooosa!» Si lamentò l’altro,
ignorando palesemente le sue fiacche proteste.
«Perché non vai ad
infastidire Chopper o Usopp?»
«Stanno lavorando»
replicò il Capitano, come se
fosse un affronto. «E tu sei qui senza fare
niente!» Aggiunse, aggrappandosi al
suo collo.
Zoro provò a
scollarselo di dosso – ovviamente senza risolvere nulla
– e sospirò «Non lo so
cosa accidenti puoi fare! E mollami il braccio!»
«Wow, posso usare
questa?!» Esclamò Rufy, ignorandolo ancora, e
afferrando al volo la Wādo Ichimonji,
quasi colpendolo – oltre che rischiare di mandare la sacra
spada di Kuina in
pasto ai pesci.
«Ahh! Molla quella
spada, Ruufy!» Sbottò lo spadaccino con un
principio d’infarto, afferrandolo
per la maglia e strappandogli via la katana bianca.
Il Capitano
incrociò le gambe sull’erba, calcandosi bene il
cappello in testa «Inventati
qualcosa, daaai!»
Zoro, ormai in
piedi e praticamente scacciato dal solito posto silenzioso,
alzò gli occhi al
cielo con uno sbuffo «Bah…»
«Yosh! Andiamo!»
Esclamò Rufy, volandogli in groppa con un allungamento.
«Ma che-»
«Shishishi,
andiamo a trovare Sanji!» Lo interruppe ridendo lui, mentre
lo spadaccino
sussurrava imprecazioni. Alla fine lo trasportò sulla
schiena fino alla dannata
cucina, la cui porta fu quasi sfondata da un Jet
Pistol «Saaanjiii!»
La zazzera bionda
del cuoco spuntò fuori dal libro di cucina che stava
sfogliando e due occhi
sgranati si piantarono su entrambi «Che diavolo state
combinando?» Chiese, alla
faccia dell’espressione omicida del Marimo e del suo essersi
improvvisamente
trasformato in un mezzo di trasporto.
«Oh, vedo» fece
semplicemente, rituffandosi tra le pagine.
«Cuoco…» sibilò
Zoro, cercando di prendere un minimo di contegno nonostante la sua
condizione e
l’espressione vagamente annoiata con cui il cuoco lo
scrutava. «Perché non
cucini qualcosa?» Domandò, con la stessa faccia
con cui avrebbe potuto
dichiarare una condanna a morte.
Sanji sgranò
nuovamente gli occhi «Marimo vuoi il mio cibo?»
Zoro grugnì: non
che non lo voleva. Lui non chiedeva favori a nessuno, tanto meno non al
cuoco
da strapazzo che lo fissava come se fosse un’alga ammuffita.
«Seh» disse il
secondo dopo, ovviamente con il massimo della coerenza.
La priorità assoluta
di quel momento era fare in modo che il suo Capitano idiota si calmasse
e si
dimenticasse di lui abbastanza da permettergli di crollare in un coma
profondo.
Sanji ghignò: non
ci voleva certo un genio per capire cosa passasse per il cervello
bacato del
Marimo e decise di correre magnanimamente in suo soccorso.
«Ok! Rufy cosa
vuoi?» Esclamò, mentre quello cominciava a sbavare.
«Yeeh! Carne!
Carne!» Sbraitò, allungandosi sul tavolo.
Zoro sospirò di
sollievo, sicuro di essersi risparmiato le solite due ore di domande
assillanti, di canzoni idiote e giochi stupidi.
Però già che c’era
poteva mangiare, Rufy era una scusa abbastanza attendibile.
Con la maggiore
nonchalance possibile si buttò sulla sedia, reclinando la
testa su una mano e
sbadigliando.
«Fei fempfe stanfco
tu?» Fece Rufy, con la bocca già strapiena.
«Dove diavolo hai
preso quella roba?!» Lo sgridò lo spadaccino,
mentre quello continuava a
ingozzarsi.
Sanji scrollò il
capo «Veramente quella dovevo buttarla…»
Zoro ghignò
«Troppo tardi a quanto pare».
Passarono i
successivi minuti in silenzio – fatta eccezione per i rumori
disgustosi che
faceva il solito idiota, mentre mangiava.
«Tieni» fece con
malavoglia il cuoco, piazzandogli un piatto sotto al naso.
Zoro si riprese
dallo stato catalettico «Eh?»
Sanji sbuffò
«Marimo sei nella mia cucina, quindi non posso non darti da
mangiare per quanto
la cosa mi disturbi» spiegò, con una smorfia.
«Ohh, se non la vuoi,
la mangio io!» Esclamò Rufy, allungando la mano
fino al bordo del piatto, dove
fu quasi mozzata da una rapida forchettata «Ah,
Zoroo!» Si lamentò, tirandola
indietro.
«Questo è il mio
piatto, pozzo senza fondo» grugnì
Zoro, che continuava a guardare il cuoco.
Ovviamente i
"grazie" erano un simpatico e inutile optional.
Lo spadaccino si
girò ad addentare il primo morso, mentre Sanji rispose con
uno sbuffo
indifferente: non che si aspettasse qualcosa dal gorilla primitivo.
«Aaaaancora!»
Scandì Rufy, allungando il piatto con un enorme sorriso.
Al suo fianco,
Zoro si portò un boccone alle labbra e guardò il
piatto già quasi vuoto.
«Questa è una nuova ricetta» fece, non
era una domanda.
Sanji riempì
nuovamente il piatto del Capitano e lo guardò
«Già» replicò solo, ma la sua
voce aveva un’intonazione strana, lievemente sorpresa.
Zoro ghignò: quel
cuocastro credeva seriamente che lui dormisse in ogni circostanza;
scrollò il
capo, chiedendosi quasi se fosse il caso di offendersi, poi
fissò Rufy che
continuava ad ingurgitare a caso.
«Ma le gusti le
cose tu?» Proruppe schifato.
Rufy annuì «Non ha
importansa è tutto buoniffimo» provò a
dire, schizzando un po’ di cibo in giro.
Sanji scrollò il
capo con un sorriso, accendendosi una sigaretta «Se mangia
così, sarà buono
davvero!»
Zoro sbuffò «Lui
sarebbe in grado di mangiarsi terreno…»
ironizzò tagliente, poi – senza
aspettare l’espressione gelida che sicuramente il cuoco gli
avrebbe rivolto a
quell’uscita - gli porse il piatto svuotato, senza una parola.
Dopotutto fare un
complimento al cuoco non era esattamente una cosa che ci tenesse
proprio a
fare; era lui ad avere solo più fame del solito. E basta.
Il biondo afferrò
il piatto, accigliato, e lo riempì «Di solito
mangi meno».
«Di solito cucini
peggio» bofonchiò l’altro.
Rimasero a fissarsi per alcuni istanti,
entrambi con le mani attaccate ai due lati del piatto, poi un secondo
vuoto
tornò a frapporsi fra loro, con uno squillante «Ancoa!»
«Sì, Capitano!»
Sospirò Sanji, ritornando ai fornelli, mentre Zoro gli
spediva un pugno in
testa «Così ti strozzi!» Stava
sbottando, tornando ad irritarsi.
Sanji mandò un
paio di maledizioni, ma sorrise - non visto, da quella posizione.
Dopotutto il suo
lavoro era quello: dar da mangiare e intrattenere i suoi clienti; e, di
tanto
in tanto, ricevere stupidi complimenti occultati da altrettante stupide
Alghe
di mare.
N/a
Dunque, questa
cosetta è per il “A
year together” del Collection of Starlight (prompt
“terzo
incomodo”).
Buona lettura (sì
non mi sento di dire nient’altro va XD)