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Autore: whateverhappened    12/02/2010    7 recensioni
« Parcheggio a esse. »
Nato e cresciuto in una famiglia di maghi, andato in una scuola di magia ed intrapreso una carriera magica, ma con amici babbani e mezzosangue. Amici con la patente, amici che man mano che prendevano quella tessera che permetteva loro di guidare gli dicevano peste e corna del famigerato parcheggio a esse. Ed era giunto anche per lui il momento di affrontarlo, Ron sentì una goccia di sudore imperlargli la fronte. Peter cominciò a spiegargli come affrontare quell'ostacolo, parlava talmente lentamente che Ron ebbe quasi l'impressione che lo stesse prendendo in giro: usava lo stesso tono che Hermione aveva usato con i bambini quando aveva insegnato loro a leggere.

J.K. Rowling ci ha lasciato quattro righe su Ron al volante. Ma come sono andate le cose?
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Patente B






Il giovane camminava lentamente con le mani in tasca, tirando di tanto in tanto un calcio a qualche ciottolo incontrato sul suo cammino. Erano già parecchi minuti che era per strada, e dovette ammettere che girare per Londra a piedi era più difficoltoso di quanto si aspettasse: il traffico era notevole e in alcuni punti la vita era davvero difficile per i pedoni. Svoltato l'angolo intravide l'insegna del posto verso cui si stava dirigendo e sbuffò sonoramente, sempre più convinto che quella che stava intraprendendo fosse una follia. Si fermò sulla soglia del locale, osservando con attenzione gli adesivi applicati sulla vetrata e sentendo improvvisamente un vuoto allo stomaco: non era per nulla certo di essere in grado di affrontare quella prova, l'ultima esperienza gli risvegliava ancora brutti ricordi; fu solo grazie ad una grande forza di volontà, e alla visione della moglie mentre gli intimava di compiere quel passo, che riuscì a varcare l'uscio.
« Signor Weasley, buongiorno! » lo salutò cordiale un uomo di mezza età seduto alla scrivania, curiosamente Ron si ritrovò a focalizzare l'attenzione sulla luce riflessa sulla pelle del capo dell'uomo lasciata liscia dall'abbondante stempiatura.
« Salve, signor Stellan. » rispose, il tono di voce un po' tremolante.
« Allora, è pronto? Peter sarà qui a momenti! » sorrise nuovamente l'uomo nel tentativo di tranquillizzare Ron, che dal canto suo in quel momento avrebbe preferito ritrovarsi davanti a Bellatrix Lestrange.
« Diciamo di sì... » tentennò, guadagnandosi un'occhiata di pietà da parte dell'altro uomo. Si sedette su una poltroncina, sospirando profondamente e osservando il modellino di un'auto davanti allo schermo del computer del signor Stellan. Improvvisamente gli venne la nausea, e sarebbe stata un'ottima scusa per fuggire da lì se Peter non fosse arrivato proprio in quell'istante.
« Allora, Ron, come va? Siamo in forma? » lo salutò con una pacca sulla spalla. Peter era un bel ragazzo moro, poco più basso di Ron e probabilmente della stessa età o poco più. Era sempre molto affabile, cosa che rendeva difficile odiarlo, sfortunatamente per Ron. Anche volendo – e Weasley desiderava con tutto se stesso detestarlo visto il suo ruolo attuale nella sua vita – era impossibile non trovare simpatico Peter.
« Come una foca in mezzo alla giungla. » rispose sinceramente, un debole sorriso in volto.
« Esagerato! Non è mica come andare in guerra! » ridacchiò Peter mentre Ron pensava che no, non sarebbe stato come intraprendere una battaglia, sarebbe stato peggio. Si alzò lentamente e seguì Peter fuori dal locale, in strada, nel parcheggio... di fronte ad un'auto.
« Sali, su. » riluttante Ron si sedette al posto di guida, mentre Peter si sedeva sul sedile accanto.
« Toglimi una curiosità, come mai hai deciso di prendere la patente solo ora? » ridacchiò, mentre Ron storceva il naso.
« Mia moglie – bofonchiò – Si era fissata. » rispose alzando le spalle. Hermione lo aveva semplicemente costretto a presentarsi all'autoscuola, farneticando che non avrebbero mai potuto avere una vita normale anche fra i babbani se lui non avesse avuto la patente. Il problema era che Ron era troppo mago, e tutto ciò che riguardava quegli strani marchingegni lo mandava in confusione. Si era salvato nella prova teorica solamente grazie ad una benedettissima penna autocorreggente – di cui, ovviamente, Hermione non sapeva nulla – ma non poteva scappare in alcun modo dalla pratica.
« Aaaah, le donne! - ridacchiò Peter – Finiscono sempre per farci fare quello che vogliono! »
« Quanto è vero! »
« Ma finora come hai fatto? Voglio dire, per il lavoro e tutto il resto. »
« Beh, sono sempre andato in sc... - si fermò appena in tempo dal pronunciare la parola “scopa” - ...in skateboard! Ma ora Hermione dice che sono troppo vecchio, sai com'è. »
« Ehm, sì. - Peter pareva perplesso, forse non era troppo tipo da skateboard – Diamoci da fare Ron! Allora, questo è il cambio, serve per inserire la marcia migliore a seconda della velocità a cui stai viaggiando. Per cambiare la marcia devi schiacciare la frizione, ci sei? » Ron guardava confuso l'istruttore, domandandosi seriamente come i babbani si ricordassero tutte quelle nozioni. Come facessero a capire quale fosse la marcia adatta in ogni situazione rimaneva un'enorme incognita per lui. Annuì per non apparire un idiota e cercò di focalizzare l'attenzione su Peter mentre questi gli indicava i vari pedali, le frecce, l'indicatore della velocità e il contagiri. Cosa fossero i giri del motore, poi, rimaneva un mistero di difficile comprensione per un uomo abituato a viaggiare su manici di scopa.
« E questi sono gli specchietti – disse Peter, indicando tre superfici riflettenti – Devi stare molto attento agli specchietti, Ron, è qui che vedi se hai macchine attaccate. Quand'è che devi guardarli, in particolare? »
Ron guardò seriamente perplesso Peter, non riusciva davvero ad afferrare il senso della domanda. A dirla tutta non concepiva nemmeno l'uso di quegli strani oggetti, sarebbe stato così semplice utilizzare un Incanto Supersensor!
« Mi chiedo dove tu sia vissuto fino ad ora – scosse la testa Peter – Quando devi svoltare, per vedere che non ci sia rischio di essere tamponati. Quando stai viaggiando piano in una strada dove si potrebbe andar più veloci così da vedere se qualcuno vuole sorpassarti e, quindi, facilitargli l'operazione. E ovviamente quando devi uscire e entrare in un parcheggio. »
Ron si trattenne appena da mostrare a Peter una smorfia alla parola “parcheggio”, era probabilmente ciò che lo terrorizzava di più, certo com'era che avrebbe ammaccato tutte le auto che gli fossero capitate a tiro.
« Ora andiamo. - fece Peter, accendendo l'auto e guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Weasley, ancora non psicologicamente pronto all'idea di guidare – Si parte in prima, inseriscila. »
« Ehm... » Ron guardò dubbioso la leva del cambio, mentre Peter sghignazzava.
« Frizione, Ron, prima la frizione! Giù tutta, su! - Ron eseguì l'ordine – Guarda se possiamo partire. »
Istintivamente Ron si voltò a guardare nel vetro posteriore se arrivasse qualcuno, guadagnandosi un'occhiata divertita da parte di Peter. Forse insegnare a guidare a quel Weasley sarebbe stato più complicato che farlo con un diciottenne!
« Ron, ehi Ron! - richiamò la sua attenzione – Devi guardare lo specchietto. » le orecchie di Ron divennero rapidamente molto rosse.
« Ops. »
« Finché lo fai alla prima guida non c'è problema, l'importante è non farlo all'esame! - ridacchiò, mentre Ron timidamente partiva – Adesso cambia, metti in seconda. Frizione! » fermò rapidamente il ragazzo da inserire la marcia senza schiacciare il fatidico pedale.
Quando Ron rientrò in casa quella sera aveva i sudori freddi. Durante tutto il tragitto dall'autoscuola al suo appartamento aveva mentalmente ringraziato Merlino per essere nato in una famiglia di maghi, evitandosi così quell'onere che era la patente, peccato che fosse finito col sposare una Mezzosangue fin troppo legata a quell'oggetto assurdo dell'automobile, non stentava a credere che suo padre adorasse Hermione. Hermione, la sua adorata mogliettina che non appena mise piede sul pavimento di casa sbucò dalla porta della cucina con un mestolo in mano e un gran sorriso in volto.
« Com'è andata, amore? » amore un corno, avrebbe voluto dirle Ron, quello era stato il primo giorno in cui si era quasi pentito di averla sposata!
« Divinamente! » borbottò a denti stretti e roteando gli occhi.
« Oh, dai – Hermione si avvicinò allegra al marito, che nel frattempo si era buttato a peso morto sul divano – Era solo la prima guida, vedrai che andrà sempre meglio! »
Ma non era andata sempre meglio. Ron non si sentiva affatto sicuro al volante e la parola preferita di Peter sembrava essere diventata “specchi”: se nel resto Weasley poteva dire di cavarsela abbastanza proprio non riusciva a fare a meno di dimenticarsi di guardare negli specchietti.
« Fermati qui, in parallelo all'auto blu. » gli disse un giorno Peter, una mano appoggiata sulla fronte con fare meditabondo. Ron ebbe la spiacevole sensazione che gli avrebbe fatto fare qualcosa di molto poco adatto alle sue capacità, sembrava che lo stesso Peter non volesse dire quelle tristi e quasi dolorose parole.
« Parcheggio a esse. »
Nato e cresciuto in una famiglia di maghi, andato in una scuola di magia ed intrapreso una carriera magica, ma con amici babbani e mezzosangue. Amici con la patente, amici che man mano che prendevano quella tessera che permetteva loro di guidare gli dicevano peste e corna del famigerato parcheggio a esse. Ed era giunto anche per lui il momento di affrontarlo, Ron sentì una goccia di sudore imperlargli la fronte. Peter cominciò a spiegargli come affrontare quell'ostacolo, parlava talmente lentamente che Ron ebbe quasi l'impressione che lo stesse prendendo in giro: usava lo stesso tono che Hermione aveva usato con i bambini quando aveva insegnato loro a leggere.
« E quando sei dritto controlla gli specchietti. Fallo, Ron, devi vedere se sei nella giusta posizione con il marciapiede! » Ron annuì, deglutendo a vuoto, mentre lentamente cominciava ad effettuare la manovra che Peter gli aveva appena spiegato. Non sembrava così difficile a parole, ce l'avrebbe fatta. E poi, insomma, lui era Ron Weasley! Aveva sconfitto i Mangiamorte, miseriaccia!, un parcheggio non lo avrebbe fermato di certo.
Non se ne rese conto finché non sentì il forte rumore del paraurti che si scontrava con qualcosa di duro, la macchina che scattava in avanti per la forte frenata e lo sguardo sconvolto di Peter.
« Hai accelerato in retromarcia? In un parcheggio?! - il volto di Ron era in fiamme – Dallo specchietto, Ron, avresti dovuto vedere che eri vicino al marciapiede! Parola mia, Ronald Weasley, ti servirà una magia per passare questo esame! »
Peter si sorprese non poco nel vedere il mutamento dello sguardo del ragazzo alla sua battuta. Sembrava quasi che la stesse prendendo sul serio a giudicare dall'enorme sorriso che era apparso sul volto di Ron.
« Tutto bene? » gli chiese preoccupato.
« Mai stato meglio! » rispose radioso Ron. Sarebbe bastato così poco, avrebbe passato l'esame ed Hermione sarebbe stata contenta, non avrebbe quasi più toccato un'auto e avrebbe effettuato i parcheggi con qualche magia. Sembrava così perfetto. In fondo aveva imbrogliato anche alla teoria, che male avrebbe potuto fare un semplice incantesimo Confundus?
« Riparto in prima, giusto? »

*


« Tutto bene con il parcheggio? - chiese Ron a Harry – Io sì. Hermione non credeva che sarei riuscito a superare l'esame di guida babbano, vero? Pensava che avrei dovuto confondere l'esaminatore. »
« Non è vero – protestò Hermione – Avevo assoluta fiducia in te. »
« In realtà l'ho Confuso – sussurrò Ron a Harry mentre caricavano insieme il baule e il gufo di Albus sul treno – Avevo solo dimenticato di guardare nello specchietto retrovisore, e diciamocelo, per quello posso sempre usare un Incanto Supersensor. »




























Era qualche giorno che avevo questa shottina per la testa ed eccola qui. E' la prima volta che scrivo su Ron e non è un personaggio che adoro particolarmente, perciò mi scusino le sue fan se gli ho fatto fare un po' la figura dell'imbranato al volante! Oggettivamente non ce lo vedo come un Felipe Massa in incognito =D
Per quanto riguarda il titolo, in tutta onestà non credo che in Inghilterra la patente per le automobili si chiami patente B come in Italia, ma sorvoliamo!!
L'ultima parte, quella scritta in corsivo, è copiata pari pari dall'epilogo de I Doni della Morte - che disgraziatamente mi sono riletta apposta per questa storia, non ne sono una grande fan. I diritti - della storia in sé e in particolare per quel pezzo - vanno a J.K. Rowling, ovviamente la fiction non è scritta a scopo di lucro ma solo per pura cretinaggine.

Fatemi sapere! :)
   
 
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