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Autore: SonLinaChan    15/07/2005    0 recensioni
Cosa c'entra un eremita maestro armaiolo con il Gran Maestro del Circolo di magia e stregoneria della città di Miilun? E quali strani ricerche si stanno conducendo a Moonearth al di là dei limiti imposti dalla comune etica dei maghi? Lina ed il suo gruppo hanno tutta l'intenzione di scoprirlo, trovandosi ad affrontare eventi sepolti nel loro passato...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo terzo: Il Concilio

Capitolo terzo: Il Concilio

 

 

L’edificio in cui mi trovavo era completamente avvolto dal silenzio… Un lungo corridoio… o almeno credevo… avvertivo le pareti stringersi attorno a me, ma non potevo vedere molto, oltre la cappa di buio che mi circondava…

 

Tutta la parte sinistra del mio corpo pulsava in modo orrendamente doloroso, il mio cuore sembrava voler scoppiare per il lungo camminare… ma non potevo fermarmi… dovevo raggiungerlo… una luce blu e dorata, che si allontanava inesorabilmente da me… la mia luce… Se l’avessi perduto di vista sarebbe scomparso…per sempre…

 

Mi ripulii il viso dalle lacrime, per l’ennesima volta. Dovevo sopportare il dolore. Ero coraggiosa… lo ero… Galdiar-san mi aveva insegnato ad esserlo… non sapevo dove si trovasse, ma sentivo che era presente… in me, vicino a me… qualcuno mi era accanto…

 

No, non si trattava di Galdiar…

 

Odore di sangue… di tanti innocenti… e del mio sangue…

 

…Sangue assassino…

 

Credi di sapere chi sei?

 

Mi coprii le orecchie con le mani e mi imposi di ignorare quella voce mai udita prima, ma tristemente nota. “Vattene! Non è te che rincorro!!!”

 

Sono proprio io il tuo obiettivo… Solo non vuoi ammetterlo a te stessa…

 

“Lasciami in pace!!!” Mi misi a correre, ciecamente. Caddi.

 

Non puoi riuscire a seguire quella direzione… Te la stai solo imponendo… Fallirai comunque… Abbandonati a te stessa… Abbandonati a me…

 

Coprirsi le orecchie non sarebbe servito a nulla. Quella voce ipnotica risuonava nella mia mente. E il suo invito sembrava così dolce…

 

Sono io il tuo passato… Mi nascondo nel tuo presente…Possiedo il tuo futuro.

 

La luce di fronte a me si stava indebolendo fino a scomparire. Gridai, portandomi le mani al viso, coprendomi gli occhi. Fu allora che me ne accorsi. Non si trattava di lacrime…

 

Era sangue.

 

 

 

“No!” Mi sollevai a sedere di scatto, spalancando gli occhi… E finendo nuovamente sbalzata all’indietro, sul cuscino, dopo l’urto con qualcosa di MOLTO duro.

 

“Ouch! Lina! La mia testa!” Lo spadaccino si aggrappò al bordo del letto per evitare di cadere, massaggiandosi il punto della fronte contro il quale la mia testa era appena andata a cozzare.

“Gourry! Che diavolo ci facevi in camera mia, chino su di me?”

“Stavo tentando di svegliarti! Questo pomeriggio abbiamo appuntamento con Amelia, ricordi? Mi hai chiesto di lasciarti riposare, ma saranno le cinque, ormai…” Qualche ora prima ero salita in camera per cercare di recuperare quella notte insonne, ma avevo lasciato le chiavi a Gourry, dicendogli di entrare, se fosse successo qualcosa… Certo, però, non era stato un dolce risveglio…

“Umph! Che testa dura, hai…” Istintivamente, mi portai le mani al viso, pregando che il mio braccio sinistro la smettesse di pulsare a quel modo… Nessuna traccia di sangue.

“Senti chi parla…” Fu il solo commento del mio amico, condito da un sogghigno.

“Hai detto qualcosa?” Domandai, con un’occhiataccia.

“Nulla di importante.” Mi sorrise. “Hai avuto un incubo, per caso? Mi sembrava che avessi il sonno un tantino agitato…”

“Ma come sei informato…” Inarcai un sopracciglio, sogghignando. “Per quanto tempo sei rimasto a fissarmi mentre dormivo, tanto per curiosità?”

La mia voleva essere solo una battuta, ma il mio amico, con mia sorpresa, arrossì. “Ehm… Senti, io ti aspetto al piano di sotto… Forse Amelia vorrà raggiungerci qui alla locanda, con Sylphiel…”

“Aspetta un…” Ma prima che avessi potuto terminare, lo spadaccino era già uscito dalla stanza. Mi grattai la testa, sospirando… Avevo rinunciato a capirlo, ormai…

 

Raccolsi in fretta la mie cose. Volevo spiegare tutta la questione anche ad Amelia, quel giorno… La sera avrebbe potuto accompagnarci da Galdiar e forse la cosa sarebbe anche servita a distrarla dalle sue preoccupazioni… Per quel che mi riguardava, ero ansiosa di ricevere le spiegazioni del mio maestro. Il sospetto che si trovasse in pericolo mi inquietava, e a dimostrarlo bastavano quei… sogni…

 

Rabbrividendo, ricacciai le preoccupazioni in un angolo della mia mente. Avevo altro a cui pensare! Un buon pasto, ad esempio, non sarebbe stata una cattiva idea…

 

 

“LINA –SAAAAAAAAN!!!!!!!!”

Evidentemente, i miei programmi erano destinati ad essere rimandati.

Appena fui nella sala d’ingresso della locanda, una furia dai capelli corvini mi venne incontro con un’aria che lasciava presagire ben altro rispetto ad un pranzo caldo…

“Che c’è, Amelia? Sei appena tornata dal Concilio? Che cosa è successo?”

“Lina –san, abbiamo sbagliato tutto! Non riesco a spiegarmelo!!”

“Aspetta… Aspetta un secondo… Di che cosa stai parlando?”

“Ma del Concilio, Lina –san!!! Ilmund –san ha mentito!”

Mi accigliai. “Ha… mentito…?”

“Quel… quel bugiardo… ha fatto finta di nulla… Capisci? Come se nulla fosse accaduto! E’… è INGIUSTO!!!” La principessa sembrava decisamente arrabbiata… Sospirai.

“Amelia, ora fammi il piacere di sederti e di spiegarmi tutto con calma, altrimenti non verremo a capo a nulla…”

 

Anche la mia amica fece un grosso sospiro, quindi seguì il mio consiglio, e si sedette. “Perdonami, Lina –san… So benissimo che questo non è un comportamento che si addice ad una principessa… Ma… accidenti… avresti dovuto esserci! Avrebbe fatto perdere la pazienza a chiunque!” Ora che si era calmata, la sua voce aveva assunto un tono… pentito. Mi accigliai. Amelia avvertiva molto l’importanza della sua responsabilità… Tentava di mantenere il suo comportamento sotto un rigido controllo, persino di fronte a dei suoi vecchi amici… Immaginavo che facesse grossi sforzi per cercare di frenare il suo solito atteggiamento esuberante, quando si trovava in circostanze ufficiali… Il che probabilmente accadeva sempre più spesso, ora che si avviava a diventare principessa incoronata… Certo, né lei né Phil, in precedenza, erano stati mai troppo propensi alle formalità… Ma ora…? Per lei sarebbe tutto cambiato? Quante maschere sarebbe stata costretta ad indossare? Fingere, nascondersi… purtroppo, si tratta di un atto spesso connaturato alla sopravvivenza… l’unico modo per proteggersi… Avevo sempre ammirato il modo in cui Amelia riusciva ad essere sempre se stessa, in ogni circostanza… E ora… il peso di un privilegio rischiava di soffocare la sua personalità… 

 

Bè, non finché si trovava con me!

 

Agitai una mano in segno di noncuranza. “Non mi sembra che tu ti preoccupi troppo delle formalità, quando cominci con le tue declamazioni…” Inarcai un sopracciglio, mascherando un sogghigno. “Per quanto questo possa risultare seccante…”

“Ah! LINA –SAN!!!” La mia amica scattò in piedi, puntando un dito contro di me. “Come puoi definire ‘seccante’ chi è mosso dalla mano sacra della Giustizia?!? Il mio atteggiamento è utile all’umanità!!!” Come risultato, tutta la locanda si voltò a fissarci… Sigh! Da un estremo all’altro…

 

“Ehm…” Tossicchiai, una goccia di sudore che scendeva dalla mia tempia. Non era il caso di mettersi a discutere, se non volevamo diventare il centro dell’attenzione di tutta la città… “…Ad ogni modo… Mi stavi dicendo del Concilio…”

La principessa batté le palpebre. “Oh, giusto… Me n’ero quasi dimenticata… Si tratta degli avvenimenti di sei mesi fa, Lina –san… Ecco… il fatto è… che Ilmund –san… non ne ha fatto assolutamente menzione!” Si grattò la testa.

Rimasi MOLTO perplessa. “Cosa significa, ‘non ne ha fatto menzione’? La scomparsa del Portale da Miilun non doveva essere l’ordine del giorno…?”

“Questo è quello che credevamo, Lina –san… Ma evidentemente ‘l’evento senza precedenti’ di cui ha parlato nel suo invito consisteva in qualcosa di molto più banale…”

“… Vale a dire…?” Domandai, inarcando un sopracciglio.

Sospirò. “…Ore e ore, Lina –san… ore e ore perse ad ascoltarlo, mentre si vantava di essere stato il primo Gran Maestro ‘capace di organizzare un evento come la Fiera del Magico, tale da mobilitare tutte le forze magiche del pianeta e da portare un notevole impulso agli studi, alle ricerche, alle tecniche delle nostra Nobile Arte’…” Davvero tipico di Ilmund… “Un oratore eccezionale, Lina –san, indubbiamente…” Proseguì la mia amica. “…Ma l’argomento di discussione davvero non valeva l’organizzazione di un evento costoso come il Concilio…”

“Ehi, ehi… Aspetta un momento…” Interruppi il suo seccato monologo, approfittandone per chiamare con un cenno la cameriera al nostro tavolo… L’indignazione non necessariamente fa cessare l’appetito… “Non sono l’unica a pensare che sia strano che sia stato necessario chiamare maghi da ogni parte del mondo solo per… QUESTO… vero?” I rappresentanti degli altri Circoli di Magia, per quanto non fossero al corrente, come invece lo eravamo Amelia ed io, del fatto che avrebbero potuto esserci BEN ALTRI eventi di cui discutere, DOVEVANO aver trovato irritante l’essere stati convocati solo per ascoltare gli auto-elogi di quel bellimbusto…

La principessa scosse la testa. “In effetti… il Gran Maestro, in seguito, ha aggiunto anche un motivo apparentemente valido per la sua convocazione… Ha detto che una iniziativa che è stata tanto produttiva per il mondo della Magia deve continuare a crescere su se stessa… E che per questo motivo prega i rappresentanti delle diverse città di unirsi nella sua realizzazione, anche se le loro scelte di campo, in altre occasioni, possono essere divergenti…” Eh, già… Far collaborare Sailune e Zephilia, le capitali rispettivamente della Magia Bianca e della Magia Nera, poteva non essere troppo semplice… “Ha detto che il Concilio era l’occasione per discutere di una eventuale collaborazione e per prendere decisioni in comune accordo… E, visto il successo che l’edizione precedente della Fiera ha avuto e la ricchezza che ha portato alle città che la hanno organizzata, sono stati in molti ad accogliere favorevolmente l’offerta… Ovviamente tutti hanno pensato, forse a ragione, che Ilmund –san abbia proposto questa cooperazione perché i fondi rimasti al Circolo di Magia di Miilun non sono più così ingenti… Forse il Gran Maestro teme, restando fermo nella sua pretesa di tenersi a capo dell’organizzazione, di portare il Circolo alla bancarotta, e la fiera a risolversi in un fiasco…” Uhm… La cosa non mi convinceva… Non mi convinceva per niente…

“Ma la cosa che mi ha dato fastidio…” Proseguì Amelia, assumendo nuovamente un tono indignato. “…è la tranquillità con cui Ilmund –san ha continuato a ripetere che, nella scorsa edizione della Fiera, a Miilun ‘tutto è andato a gonfie vele’… Non una parola sul fatto che l’intero universo ha rischiato di finire sepolto nel Caos, Lina –san!!! Non una parola!!! E sai cosa ha osato dire, riguardo al tempio…?”

 

La mia amica stava per proseguire, ma un mio gesto la mise a tacere, quando la cameriera si avvicinò alle sue spalle, con il blocchetto delle ordinazioni alla mano. Già da un po’ era rimasta a fissare la nostra conversazione concitata, e non mi sembrava una buona idea attirare la sua attenzione ulteriormente, con discorsi che le sarebbero apparsi strani… E poi, sapete com’è… sei mesi prima avevo imparato a non fidarmi delle cameriere dall’aspetto debole ed indifeso…

Tuttavia, con fare del tutto normale, la ragazza afferrò la penna che teneva appesa alla tasca anteriore della camicetta, e ci sorrise. “Le signorine vogliono ordinare qualcosa?”

 

La mia amica scosse la testa. “Ho già partecipato al banchetto offerto dal Gran Maestro… Però, se tu vuoi prendere qualcosa, Lina…”

Non c’era certo bisogno che me lo dicesse!!!

Afferrai il menu e dopo avergli lanciato una breve occhiata… “Mi porti tutti i piatti di questa pagina, per favore! Porzione doppia, ovviamente!” Evitai la tripla porzione, per quel pomeriggio… Era meglio che mi tenessi leggera, altrimenti mi sarei rovinata la cena…

 

“Tu… tutti i… piatti…” Mentre scriveva, la mano della cameriera tremò leggermente. Ehi, non c’è bisogno di reagire a quel modo! Una combattente come me deve mangiare a sufficienza, se vuole tenersi in forma!

 

“Oh… Ma chissà se Gourry ha già mangiato…” Considerai, ignorando il terrore che si stava diffondendo sul volto della cameriera, e il sorriso nervoso della principessa che mi stava a fianco. “…Forse dovrei ordinare anche per lui…” Mi guardai attorno. Ehi, aspetta un attimo… Era vero… E  Gourry? La conversazione con Amelia mi aveva fatto scordare di lui… Ma dove…? “E adesso, dove è andato a cacciarsi quel cretino? Aveva detto che mi avrebbe aspettato qui…”

“Attendete anche qualcun altro, signorina?” Il tono della cameriera, accompagnato da inquiete occhiate al menu, era SINCERAMENTE preoccupato… Uh, ma che esagerazione… per un paio di portate…

 

Stavo per risponderle di aspettare un secondo, il tempo di cercare il mio amico, ma Amelia mi precedette. “Oh… ehm, no… può andare… non c’è nessun altro…”

La cameriera si allontanò in tutta fretta, sollevata, mentre io mi rivolsi stupita alla principessa. “Perché le hai detto che non c’era nessun altro, Amelia? Guarda che Gourry alloggia in questa locanda, con me…”

“Ehm… Sì, lo so, Lina –san, ma vedi… Ho incontrato Gourry –san mentre entravo e lui… è dovuto uscire…”

Battei le palpebre. “…uscire…?”

“Ecco… Oggi pomeriggio ho incontrato Sylphiel –san… Mi ero dimenticata di dirtelo… E’ arrivata ieri sera, ma, per evitare di disturbare ad un’ora troppo tarda, si è fermata con la sua guardia del corpo in una locanda e ha atteso la fine della prima seduta del Concilio per venire a sistemarsi nei nostri alloggi… Ovviamente non era necessario, ma…”

“E allora, cosa c’entra questo con Gourry?” La invitai a non divagare, in un tono più freddo di quanto avrei voluto. Non so perché, ma il fatto che Amelia associasse quella scomparsa improvvisa e SCORTESE –aveva promesso di aspettarmi!!!- del mio amico spadaccino al ritorno di Sylphiel faceva contrarre fastidiosamente il mio stomaco…

“Bè… Quando ho incontrato Gourry –san, prima, qui nell’ingresso, gli ho parlato dell’arrivo di Sylphiel –san…” Mi scoccò un’occhiata nervosa. “Ecco… lui ha detto che voleva vederla assolutamente… Io gli ho chiesto se non era il caso di aspettarti, ma lui… uhm… lui ha risposto che…” Fece una pausa.

Sospirai. Amelia era una cara amica, ma detestavo quando cercava di nascondermi le cose per proteggermi, soprattutto, come in quell’occasione, quando NON CE N’ERA MOTIVO!!! Cosa poteva importarmi di quel cervello di medusa??? Che facesse quello che gli pareva!! “… Che cosa ti ha risposto, Amelia…?” La incitai, fiaccamente. 

“Ha… ha detto che preferiva andare… senza… di te…” Il tono della sua voce scemò in un sussurrò. Quindi, osservò la mia espressione e… “M -ma sono certa che avesse un’ottima ragione, Lina –san!!!” Scattò, prima che io potessi rispondere qualsiasi cosa.

 

Restai a fissarla per un momento, in silenzio. Quindi, sospirai. “Sì, ne sono convinta anch’io.” Risposi, semplicemente.

“Brava, Lina –san, è proprio… Eh?” I suoi occhi si erano spalancati, all’improvviso. Battendo le palpebre, mi guardai attorno. “Che c’è?”

“Come sarebbe a dire ‘ne sono convinta anch’io’??? Dici SOLO QUESTO???”

Sospirai, nuovamente. “Amelia, Gourry ed io non siamo legati da una catena con lucchetto a doppia mandata… E’ adulto, sa badare a se stesso e se è voluto andarsene…” Mi morsi il labbro… andarsene… perché… quella semplice parola… in quel momento mi inquietava così tanto…? Accidenti ai miei stupidi incubi…

Deglutendo, proseguii. “… Se è voluto andarsene, avrà avuto i suoi motivi. E poi, è da Sylphiel che sta andando, non dal mostro della palude… Che vuoi che gli succeda?”

“NON è questo che intendevo, Lina –san… Non vorrai farmi credere che non te ne importa!” Importarmene… importarmene… E di cosa diavolo avrebbe dovuto importarmi? Aveva solo fretta di vedere una sua vecchia amica! Tanta fretta da non poter aspettare me…

 

Evitando di risponderle, guidai nuovamente la conversazione al nostro argomento principale. Avevamo problemi più urgenti da risolvere, dopotutto. “Mi stavi dicendo… Come ha fatto Ilmund a spiegare la faccenda del tempio…?”

La mia amica mi fissò per un attimo, in silenzio. Non so perché, ma il suo sguardo mi mise a disagio… per qualche istante trovai MOLTO interessanti le posate sopra al nostro tavolo…

Fortunatamente, la principessa si decise a proseguire con la conversazione là dove l’avevo indirizzata… “La sua giustificazione è stata il colmo, Lina –san…” Cominciò, rispondendo alla mia domanda. “…Ha detto che un ‘gruppo di avventurieri balordi’ si è introdotto nel tempio per profanarlo e non riuscendo a vincere la magia delle porte del santuario, nel tentativo di aprirle ha fatto saltare l’intero edificio…” …Avventurieri… balordi???? Sperai sinceramente per Ilmund che non si stesse riferendo a noi, perché cominciavo ad avere VERAMENTE voglia di fargli una visitina, una di quelle sere… “E sai cosa ha aggiunto, Lina –san? Che le guardie al suo servizio sono prontamente intervenute, ancor prima delle guardie cittadine, e hanno allontanato quei delinquenti dalla città, prima che potessero fare altri danni e…ehm… Lina –san…?”

Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!!!!

Ora stavo fissando la mia amica con sguardo MOLTO minaccioso… Quel tizio NON SOLO aveva mentito impedendoci di ricevere la gloria e la RICOMPENSA che ci spettavano per tutti i guai in cui eravamo stati coinvolti, ma OSAVA persino prendersi dei meriti che non aveva??????? Se solo mi fosse capitato fra le mani glielo avrei spiegato a modo mio, come erano andate veramente le cose…

 

La mia amica fece una risata nervosa. “Lina –san, cerca di calmarti, per favore…”

“Sono CALMISSIMA, mai stata tanto calma in vita mia…” Anche se l’occhiata che le rivolsi testimoniava tutt’altro… “E cosa ha aggiunto il nostro bravo cantastorie, sentiamo…?”

Amelia si incupì. “Avresti dovuto vedere come mi FISSAVA, Lina –san… Secondo me sapeva benissimo che io ero al corrente della verità… Sembrava quasi che mi stesse sfidando a parlare… Purtroppo, però, molti a quel Concilio sembravano prendere le sue parole come oro colato… Non c’era dubbio su a chi avrebbero creduto, se avessi provato a dare la mia versione dei fatti…” Batté il pugno sul tavolo. “E questo non è GIUSTO!!!! La verità DEVE trionfare!!! E’ uno dei principi basilari della Giustizia!!!”

Sospirai. “Purtroppo, con i bei discorsi non si arriva a delle soluzioni… Mi piacerebbe smascherare quella faccia di bronzo proprio come piacerebbe a te…” Anche se, in effetti, le nostre motivazioni erano un po’ diverse… “… Però non è una cosa tanto semplice, visto il prestigio ed i poteri di cui gode… E poi, prima di fare qualsiasi cosa, voglio cercare di capire esattamente perché ha mentito e cosa c’è sotto a tutta questa faccenda del Concilio…”

“Bè, Lina –san… E’ abbastanza chiaro… Insomma, tutto questo gli ha portato molta fama…”

Mi grattai la testa, perplessa. “Sì, sì, questo lo so… Ma c’è anche la questione di Kentar –sama, di mezzo… Non abbiamo ancora trovato una soluzione…”

La mia amica batté le palpebre. “Kentar… sama…?”

Ah, già… Amelia non sapeva ancora nulla degli avvenimenti che ci avevano condotti a Miilun… Decisi di spiegarle in breve tutta la faccenda…

 

… Quando ebbi terminato, il sole era sul punto di cominciare la sua discesa nel cielo e i piatti sulla nostra tavola erano già tutti completamente vuoti.

La mia amica mi fissò con gli occhi sgranati, mentre mi ripulivo dalle briciole. “Che c’è?” Le chiesi battendo le palpebre.

La principessa scosse la testa… “Niente… è solo che non mi spiegherò mai come faccia il tuo stomaco a contenere tutto quel cibo…”

Agitai la mano, con noncuranza… Almeno era stata tanto gentile da non fare brutti commenti sulla mia parlantina, come faceva sempre una certa chimera scorbutica… “Una maga-genio spende molte energie nelle sue numerose imprese… Devo ricaricarmi, sai…”

La principessa ridacchiò. “Già, ogni tanto scordo il tipo di vita che tu e Gourry –san siete abituati a… Oh, ehm… volevo dire…”

Sospirai. Non c’era bisogno che evitasse persino di nominarlo, solo perché aveva deciso di non trascorrere un pomeriggio con me… Non c’era nulla di cui preoccuparsi… no?

Lanciai un’occhiata fuori dalla finestra. “E’ quasi il tramonto… Dove sarà finito quell’imbecille? Mi toccherà andare da sola all’appuntamento con Galdiar –san…”

“Oh… mi dispiace, Lina –san… Possiamo passare dai miei alloggi… Forse si trova ancora lì…”

Feci spallucce. “Probabilmente se n’è dimenticato… Lo sai com’è fatto… Ormai è tardi. Gli riferirò tutto domattina, tanto dubito che mi sarebbe utile, come al solito non capirebbe nulla di quello che diciamo e mi seccherebbe per tutto il tempo con le sue domande.” Fui più acida del solito, nei suoi confronti. Prima mi rimproverava se sparivo per dieci minuti, e poi per un intero pomeriggio non si prendeva la briga di darmi sue notizie, con i guai in cui eravamo coinvolti… Come minimo avrei scoperto che aveva passato la giornata chiacchierando allegramente con la sua sacerdotessa, e scordandosi completamente di me. Bè, poteva anche tornarsene a Sailune con lei, se preferiva, per quel che mi riguardava…

 

Scossi la testa, stupita dei miei stessi pensieri. Che mi prendeva? Gourry aveva semplicemente deciso, certamente per un valido motivo, di trascorrere un pomeriggio per conto suo… Era accaduto altre volte, quando per qualche ragione ci eravamo trovati con diverse faccende da sbrigare… Perché mai avrebbe dovuto decidere all’improvviso di partire con Sylphiel? Non era logico… Per tutti quegli anni era rimasto al mio fianco… Certo, Sylphiel non aveva mai smesso di aspettarlo… e la possibilità che si stancasse del tipo di vita che condividevamo e decidesse di andarsene per la sua strada c’era sempre… ma il pensiero che una cosa del genere potesse davvero accadere non mi aveva mai sfiorata, prima… Il fatto che noi due viaggiassimo insieme mi era sembrato… naturale… Eravamo sempre andati così d’accordo… essere l’uno accanto all’altra era finita per sembrarmi come l’unica soluzione possibile… Però in quei giorni mi sentivo propensa al pessimismo… ero stranamente nervosa… Probabilmente era solo dovuto al nostro ritorno a Miilun, ma… avevo il presentimento… che presto sarebbe accaduto qualcosa di grave…

 

Scossi la testa vigorosamente, cercando ancora una volta di allontanare i brutti pensieri. “Se vuoi venire con me, sei ben accetta, Amelia, ma andiamo da sole… E’ meglio, te lo assicuro… Lo so per esperienza…”

 

“Bè, io ero tornato per accompagnarti, ma se preferisci posso rimanere qui alla locanda. Una serata di VERO riposo non sarebbe male, dopotutto…” Mi voltai verso la fonte della voce… trovandomi a fronteggiare il mio amico… o almeno, credevo… Perché in lui c’era qualcosa di molto diverso dallo spadaccino che conoscevo… Cos’era quella freddezza? Era stato… il mio commento a portarla alla luce…? Era davvero rivolta a me? Non capivo… fra tutti i bisticci che avevamo condiviso e le offese, più o meno scherzose, che ci eravamo scambiati, quell’atteggiamento non gli era mai appartenuto…

 

Lì per lì non seppi se mostrarmi preoccupata o arrabbiata… Qualcosa era cambiato, rispetto a quel pomeriggio, rispetto ai giorni prima del nostro arrivo a Miilun… Avrei voluto sapere che cosa era successo. Avrei voluto chiedergli cosa c’era che non andava. Avrei voluto farglielo sputare fuori, anche insieme a tutti i denti, se fosse stato necessario! Ma l’unica cosa che mi uscì fu… “Fai come ti pare. Io ho qui il pugnale di Galdiar… Se hai intenzione di seguirmi, è il momento di muoverti.” Ostentando indifferenza, mi mossi nella sua direzione, con l’intenzione di sorpassarlo e dirigermi verso la porta. Fu allora che mi accorsi che non era solo…

 

“Ehm… Ciao… Lina –san…”

Sylphiel.

La sacerdotessa era rimasta nascosta dietro allo spadaccino e solo allora si fece avanti, rivolgendomi un sorriso nervoso. Mi sembrava piuttosto pallida…

 

“Sylphiel! Ci sei anche tu?” A dispetto di tutto, le sorrisi. Nonostante le circostanze, faceva sempre piacere rivedere una vecchia amica. “Come vanno le cose? Ho saputo che sei stata contattata da alcuni amici di famiglia! Sarai felice, immagino.” Dopo la morte di suo padre, la ragazza era rimasta praticamente sola al mondo… Mantenere ancora dei legami con il passato doveva essere un conforto, per lei…

 

Inspiegabilmente, alla mia domanda la sacerdotessa si irrigidì, lanciando una breve occhiata a Gourry. “Oh… sì… certo… Ma tu… sei davvero contenta… di vedermi… Lina –san…?”

Battei le palpebre. “E’ ovvio! Perché non dovrei?” Agitai la mano, in segno di noncuranza. “Ma ora non è il momento dei convenevoli. Sempre che la testa di rapa, qui, si sia ricordata di spiegartelo, abbiamo una faccenda piuttosto urgente da risolvere… Tu sei dei nostri?”

 

“…Oh… sì… Gourry –sama… me ne ha parlato… certo che sono con voi…” Sylphiel batté le palpebre e rivolse un’altra occhiata allo spadaccino… che ora mi stava fissando, con una grossa goccia di sudore lungo la tempia. Umph! Offenditi pure, sei ne hai il coraggio!

 

Ignorandolo, estrassi il pugnale decorato che il mio maestro mi aveva affidato. Alla luce pallida della sera le rune disegnate sulla sua elsa risplendevano di un chiarore argenteo. Mi chiesi in quale modo un oggetto del genere avrebbe potuto guidarci… “Mmm… Galdiar –san è fissato con i trucchi e gli indovinelli… Forse per trovarlo dovremo risolvere qualche enigma collegato al pugnale…”

 

“… O forse il pugnale è la chiave per un ‘segugio’…” Suggerì Amelia.

“Intendi… la formula usata per rintracciare gli oggetti magici?” Esistevano varie versioni di quell’incantesimo… Una consisteva appunto nel legare due oggetti stregati con un vincolo magico. Richiamando il ‘segugio’ l’oggetto ‘chiave’ avrebbe immediatamente indicato la posizione dell’altro artefatto, a qualsiasi distanza esso si trovasse, mostrandone l’immagine, calata nel suo contesto geografico… Spesso come ‘oggetto chiave’ si sceglieva una sfera magica, per ovvie ragioni di comodità… Poco vistosa, proiettava l’immagine direttamente al suo interno, senza attirare troppo l’attenzione di chi, eventualmente, si trovava vicino al mago… Ma anche la superficie riflettente della lama di quel pugnale sarebbe stata un ottimo ‘schermo’…

 

“Potrebbe essere un’idea, Amelia… Non ci resta che fare un tentativo.” Sfiorando con le dita le rune, recitai brevemente la formula che avrebbe dovuto attivare l’incantesimo… la magia attraversò le mie mani, provocando il solito, piacevole fremito… una breve luce…

…e nulla accadde.

 

“Diavolo!”

Amelia sospirò. “Pare che mi sia sbagliata…”

Scossi la testa. “Non è detto. E’ possibile che sulla ‘chiave’ sia stato posto un sigillo, in modo che solo il mago che ha creato il vincolo possa evocare un ‘segugio’ per individuare l’oggetto che gli interessa… Se è così, dobbiamo capire come spezzarlo…”

Mordendomi il labbro, meditai sul da farsi… Se Galdiar mi aveva affidato il pugnale, significava che potevo intuire come utilizzarlo… Se solo non se ne fosse andato così in fretta, la sera prima…

 

“Uhm… Lina –san?”

Battei le palpebre, riportata alla realtà dalla voce di Sylphiel.

“Che c’è?”

“Credo… che dovremmo uscire… Rimanendo qui sulla porta, stiamo attirando l’attenzione di tutta la locanda…”

Mi guardai attorno. Incontrando il mio sguardo, le persone ai tavoli ritornarono ad interessarsi al loro cibo… ma effettivamente tutti ci stavano fissando. Sospirai. “Mi sembra una buona idea.” Dissi, semplicemente.

Raccolsi le mie borse, che avevo abbandonato su una sedia, e mi avviai nuovamente all’uscita della locanda, reggendo a fatica l’arma del mio maestro, sotto il peso degli altri oggetti magici che trasportavo. Fu allora che un lampo attraversò la mia mente.

 

L’incantesimo… L’incantesimo sfruttato da Galdiar –san la sera precedente, per attaccarmi, non era attivo. La mia forza non era stata aumentata dal pugnale… Poteva essere quello il motivo… Forse l’arma avrebbe potuto fungere da ‘chiave’ solo una volta che le sue proprietà magiche fossero state attivate… Ma noi, come potevamo risvegliarle? Probabilmente esisteva una formula… ma Galdiar non ne aveva pronunciato nessuna, la sera precedente, prima di brandirlo contro di me… forse lo aveva fatto troppo sommessamente perché io riuscissi a sentirlo, ma sinceramente non ci avrei scommesso… Non solo perché al GRANDIOSO spirito d’osservazione della suprema Lina Inverse non sarebbe sfuggito… ma anche perché, vista la velocità con cui si era svolta l’azione, probabilmente non aveva avuto il tempo…

 

Forse…

 

Mi voltai verso Gourry. “Attaccami!”

Lo spadaccino batté le palpebre. “P- prego?”

“Attaccami con la Spada di Luce! Senza risparmiarti! Con tutta la tua forza!”

“Ma Lina…”

“Fallo come se volessi ferirmi! Fidati di me! Non ti lancerò un incantesimo, o qualcosa del genere…”

Il mio amico sospirò. “NON è questo il problema…” Estrasse la spada, con fare rassegnato.

Accompagnati dalle occhiate perplesse delle nostre compagne, ci spostammo nel boschetto dietro la locanda, in modo da non essere visibili dalla strada.

 

Mi sarebbe stato impossibile resistere ad un attacco scagliato da uno spadaccino abile come Gourry, senza usare la magia. Se avesse voluto, il mio amico avrebbe avuto forza sufficiente per farmi perdere i sensi con un semplice pugno… Senza poteri magici, era come la lotta di un forte contro un debole… E quindi…

 

“Sei pronta, Lina?”

Annuii, semplicemente. Il mio amico fece un altro sospiro, quindi scattò in avanti. Indietreggiando lievemente, estrassi il pugnale, facendolo incontrare con la lama della spada di Gourry… E parando il colpo, con la sola forza delle mie braccia! Yai!!!

 

Purtroppo, il seguito non andò proprio come avevo previsto… Invece di reggere il contraccolpo, le mie gambe cedettero, sbalzandomi all’indietro… direttamente contro un albero.

 

“Ahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! La mia povera schiena!!!”

“Lina! E’ tutto a posto?” Il mio amico si inginocchiò di fronte a me, preoccupato. Le circostanze sembravano aver dissolto quella maschera impenetrabile che aveva coperto il suo volto fino a poco prima…

…quindi forse non ce l’aveva con me…

 

…e perché diavolo mi sentivo sollevata?

 

“NO, che non è tutto a posto! Ma cosa diavolo mangi, la mattina, per avere le energie per un colpo del genere?”

“…”

“… Di solito, circa la metà di quello che riesci ad ingurgitare tu…”

 

Il mio ceffone lo colpì in piena guancia. “CHE COSA vorresti dire???????”

“Lina! Avevi detto che non mi avresti colpito!”

“Non avevo mai parlato di schiaffi…” Sogghignai, per poi tornare seria. “E poi, se proprio vuoi saperlo, QUELLO era per non avermi attaccato con tutte le tue forze, come ti avevo chiesto… Avrei potuto farmi male sul serio, sai?”

Lo spadaccino batté le palpebre. “Uh?”

Gli sorrisi. “Vedi, se sono riuscita a parare il colpo, è per via del pugnale. E’ in grado di aumentare la forza di un combattente, in rapporto a quella del suo avversario… Probabilmente esiste anche una formula per attivarlo in situazioni normali, ma le proprietà magiche del pugnale si manifestano autonomamente, qualora chi lo impugni si trovi una situazione di pericolo… L’ho capito ripensando alla lotta di ieri sera… Quanto più l’avversario è forte e agguerrito, quanto più grande è il rischio, tanto maggiori saranno gli effetti… ma tu devi avere frenato la tua violenza all’ultimo momento, perché all’improvviso la mia forza è diminuita e non sono più riuscita a sostenere il tuo attacco…” Non gli risparmiai un’ultima occhiataccia… “… con i risultati che hai ben visto…”

Il mio amico sospirò. “Lina, per quanto possa essere abituato alle tue iniziative strampalate, per me è un po’ DIFFICILE attaccarti con la seria intenzione di ferirti, non credi?”

Mi grattai la punta del naso. “Oh… bè…” Si era… preoccupato… per me…?

“Insomma…” Proseguì. “… non ci sono molte persone che possono vantarsi di aver ferito Lina Inverse ed esserne uscite del tutto in salute…”

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAGH!!! Ecco COSA lo preoccupava! “Anche quelli che fanno CERTE ILLAZIONI di fronte a me non hanno vita lunga, sai?” Gli lanciai un’occhiata MOLTO  minacciosa.

Paradossalmente, per la prima volta nella serata, l’espressione del mio amico si fece distesa… e (anche se un po’ nervosamente, a dire il vero…) lo spadaccino si concesse di ridacchiare. “Ehm… Ma io scherzavo, lo sai, vero?”

Come no… Quando ti fa comodo scherzi, eh?

La mia occhiata NON si fece meno minacciosa…

 

Alle spalle di Gourry, due persone sospirarono all’unisono.

Il mio sguardo si rivolse a loro. “Che c’è?”

Amelia prese la parola. “Lina –san, lo so che trovate molto divertente esercitare la vostra coppia comica…” … ‘coppia… comica’…?  “… Ma ricorda che dobbiamo trovare il tuo maestro… Se è davvero in pericolo, può darsi che domani non abbia più la possibilità di mostrarsi per parlare, nemmeno a noi…”

Sospirai. “Calma, calma…” Con un sorriso trionfante, sollevai il pugnale, perché potessero vederlo. “La soluzione è vicina!” L’arma, ora, splendeva di luce propria. Le runa sulla sua elsa rilucevano di un bagliore dorato… che avrebbe rischiarato la nostra via fino a Galdiar.

 

Rivolgendo la mia attenzione all’oggetto, mi concentrai sulla formula. “Forze del vento…” Bisbigliai, nuovamente. Ekemoi, anemou zonChiamo… il segugio!”

 

Questa volta, il pugnale reagì.

 

La lama si colorò di una luce bluastra, mentre il calore dell’elsa si faceva quasi insopportabile, anche attraverso i miei guanti. E, dopo qualche istante, fui in grado di vederlo. Il medaglione che pendeva al collo di Galdiar risplendeva dello stesso chiarore, attraverso la superficie dell’arma che tenevo in mano… E il mio maestro, che lo indossava, stava sorridendo. ‘Brava, Lina…’ la sua voce risuonò nella mia mente ‘… la tua abilità non è stata cancellata dagli anni. Mi hai trovato.’

Sorrisi, a mia volta. Non si stancava ancora di mettermi alla prova con i suoi giochetti… ma sapeva essere gratificante, quando raggiungevo una soluzione…

 

“Lina –san?”

“Riconoscete l’immagine del luogo apparsa sul pugnale?” Sollevai l’arma, rivolgendo nuovamente l’attenzione ai miei compagni. “Dovrebbe essere da qualche parte, nei dintorni di Miilun… Un luogo abbastanza nascosto, presumibilmente… e situato lontano dal Circolo di Magia…”

I tre si affollarono attorno a me… “Sembra… poco fuori dalle mura…” Commentò Sylphiel. “Deve essere una zona a ridosso della foresta… gli alberi mi sembrano piuttosto fitti…”

Annuii. Quel luogo aveva un’aria familiare… dovevamo esserci già passati prima…

 

“Si trova sul limitare ovest della città.” La dichiarazione venne da Gourry, pronunciata con una inusuale sicurezza. Tutti ci volgemmo a fissarlo.

“Vedete…” Spiegò il mio amico. “…Si intravede un spiazzo in cui l’erba sembra essere bruciata, e in cui una piccola parte degli alberi è rimasta carbonizzata… Sono le tracce di una battaglia… Mi ricordo di questo posto… E’ dove abbiamo combattuto contro quel demone, sei mesi fa.”

 

Adesso mi veniva in mente… Era stato quando il mio avversario mi aveva trascinata in una dimensione parallela, facendomi credere di aver ucciso gli altri… Conoscevo quel paesaggio… era lo stesso che mi era apparso, alla luce dell’alba, dopo che avevo sconfitto quel demone screanzato…

“Wow…” Mi rivolsi al mio amico. “… lo spirito d’osservazione di un’aquila ed il cervello di un mollusco… una strana combinazione, davvero…” Ero SINCERAMENTE ammirata.

Lo spadaccino mi rivolse un’occhiataccia. “…il cervello… di un mollusco…”

“Sono stupita! Te ne ricordi davvero ancora…?”

Il mio amico fece un sospiro rassegnato. “E come faccio a dimenticarmene? Quella volta credevamo che tu fossi morta, Lina…” La sua spiegazione mi fece lievemente arrossire. Ma feci del mio meglio per non farci caso…

 

“Ehm, ad ogni modo… Galdiar –san ci sta aspettando… Ormai è completamente buio… E’ il caso di muoversi, che ne dite?”

I miei compagni annuirono, all’unisono. La zona che dovevamo raggiungere non era troppo distante dalla locanda, e nemmeno particolarmente pericolosa, ma, quasi istintivamente, ci muovemmo in modo furtivo. Continuavano a tornarmi in mente le parole del mio maestro…

Chi si pone al centro dell’attenzione rischia molto, qui a Miilun…

Finalmente, avremmo fatto chiarezza sul loro significato…

 

 

“Credevo non arrivaste più… Questa zona non è molto frequentata, ma per me non è comunque prudente farmi vedere in giro, sapete?” Il mio maestro emerse dalle ombre del bosco, appena fummo in vista della piccola altura sulla quale si era rintanato.

 

“Galdiar –san!!! Va tutto bene?”

“Non c’è male, piccola mia… Come dire… si sopravvive…” Ci rivolse un sorriso. “Questi devono essere i tuoi compagni di viaggio… Finora ho conosciuto solo quel bel cavaliere biondo… Vorresti presentarmeli?”

 

Annuii, indicando i miei amici ad uno ad uno. “Questa è Sylphiel, una sacerdotessa. Gourry lo conosce già, lui è… la mia guardia del corpo.” Lo dissi senza pensarci, ormai persino io mi ero abituata a considerarlo a quel modo… Inspiegabilmente, però, la mia presentazione strappò un genuino sorriso al volto dello spadaccino…

“E la ragazza con i capelli corti è Amelia, la principessa del regno di Sailune…”

Galdiar sgranò gli occhi. “La… principessa di Sailune…? Accidenti, Lina, ti sei data alle amicizie di alto rango!” Ci rifletté un momento, quindi… “Oh, immagino che sia perché lei ti assicurava l’impunità per quei tuoi furti alle bande di banditi…”

“GALDIAR –SAN!!!!!!!! Quelli NON erano furti!!! Si trattava di azioni legittime contro dei fuorilegge!!!” Bè, PIÚ O MENO le cose stavano così… ma PERCHE’ diavolo anche a lui erano arrivate quelle voci??? Mai che nessuno mi ricordasse per le mie imprese più gloriose!

“UAAAAAAAAAAAAAH!” La mia amica dai capelli corvini fu come ‘accesa’ dal suo commento. Puntò il dito contro il mio maestro. “Non potrebbe MAI essere così! Sarebbe contro i principi della Giustizia se un reggente coprisse azioni disoneste!!! La nobile casata di Sailune non lo permetterebbe mai!!!”

Il mio maestro scoppiò a ridere. “Già, dimenticavo… La capitale della Magia Bianca… Mi dispiace di averti offesa, principessa… Sei davvero figlia di Philionel…”

 

Tutti e quattro battemmo le palpebre. “Lei… conosce mio padre… signore…?” Domandò la mia amica, perplessa.

Galdiar scosse la testa. “Solo di vista, principessa… In passato, mi è capitato di recarmi a Sailune più di una volta, per i miei studi… Purtroppo Zephilia non è il luogo adatto per vivere, per chi si interessa di Magia Bianca… ma la tua città offre un tesoro prezioso di conoscenze utili… gli incantesimi di difesa, lo scudo che la protegge dai demoni, le armi sacre… Un patrimonio che apparterrebbe a pochi, se non fosse per la proverbiale ospitalità della tua famiglia… Non conosco Philionel direttamente, ma lo ricordo come un uomo molto tenace, e molto legato ai suoi principi… una persona ammirevole… e non mi sembra di sbagliare, dicendo che gli somigli…”

La principessa arrossì lievemente, lusingata. Galdiar –san era fatto così… Tendeva ad esprimere schiettamente le sue opinioni riguardo alle persone… Una caratteristica che gli aveva procurato non pochi guai, in passato… Mi chiedevo se fosse questo il motivo dei suoi problemi a Miilun…

 

Decisi di affrettare la conversazione. “Forse è il caso di limitare i convenevoli, ora, Galdiar –san… Di cosa deve parlarci, così in segreto?”

“Oh, sei sempre impaziente, come in passato, Lina –chan…”

Sospirai. “Galdiar –san… E’ stato LEI a dire che è pericoloso stare a parlare in questo posto… Cerchi di non divagare…” Sempre il solito…

Il mio maestro sorrise di nuovo. “Certo, certo… Allora, che cosa volete sapere?”

Sospirai, nuovamente. “Mi sembra abbastanza ovvio, Galdiar -san… Ieri sera è stato talmente misterioso… Perché se ne stava nascosto in quel vicolo? Perché è venuto a Miilun, se non può farsi vedere in giro? E’ qui con a delegazione di Zephilia? Qual è il pericolo che sta correndo?” Lanciai le mie domande a raffica, senza concedermi nemmeno il tempo di respirare. La mia curiosità era troppo grande… Non capivo il motivo ma… quella faccenda mi interessava… come se fosse stato qualcosa di personale…

“Una cosa alla volta, Lina –chan… Innanzitutto, io NON sono qui con la delegazione di Zephilia… Non abito a Zephil City da anni, ormai…”

Battei le palpebre. In effetti, nel periodo che Gourry ed io avevamo trascorso a casa mia, non avevo trovato traccia di Galdiar, in città… Non avevo dato troppo peso alla cosa, perché sapevo che il mio maestro non era mai stato particolarmente legato al Circolo di Magia… Avevo pensato che avesse intrapreso uno dei suoi viaggi, dedicati allo studio di branche della Magia diverse da quelle diffuse nella nostra regione… A dire il vero, gli incantesimi d’attacco di cui io avevo fatto la mia specialità, e di cui tanti maghi a Zephilia erano esperti, non lo avevano mai interessato particolarmente… non credo che fosse nemmeno molto portato per essi… anche se era stato decisamente abile, nell’insegnarli…

“Vuol dire… che ha deciso di allontanarsi definitivamente dalla città…?”

Il mio maestro, semplicemente, annuì. “Quello non era più il mio posto, Lina… Dopo che tu sei partita, non ho più incontrato allievi veramente dotati, da istruire… Se non mi era più possibile esercitare nemmeno quel ruolo, Zephilia non faceva più per me… Dovevo trovare la mia funzione, altrove…” Mi sorrise. “Ma tu dovresti capirmi, hai passato gli ultimi anni in viaggio, e la tua ricerca ancora non si ferma mi sembra…”

Anch’io sorrisi al mio maestro. “Forse non lo farà mai, Galdiar –san… Ma… anche lei ha trascorso tanti anni senza una fissa dimora? Voglio dire… non mi sembrava che la prospettiva la allettasse più di tanto…”

Galdiar ridacchiò. “Eh, già… sono sempre stato un topo da biblioteca… e, in fondo, non sono cambiato… Dopo qualche breve peregrinazione, mi sono nuovamente fermato… Ma ho fatto in modo di tagliare i ponti con il mio passato, e dedicarmi interamente a ciò che realmente mi interessava…”

 

Battei le palpebre. “E dove si è stabilito, esattamente…?”

“Uhm… Non so se faccio bene a rivelarlo… in fondo… molte poche persone sanno di me…”

Mi rivolsi al mio maestro, con grande serietà(… una volta tanto…). “Galdiar –san… Può fidarsi di me e dei miei amici… Sa che io non la tradirei mai… non dopo quello che ha fatto per me… e garantisco per i miei compagni… Se ha un segreto da mantenere, lo porteremo con noi nella tomba…”

Il mio maestro inarcò un sopracciglio. “Oh, oh… posso fare affidamento su una simile promessa, se è pronunciata dalla famigerata Lina Inverse?”

“Galdiar –san…” Ora, il mio tono si era fatto minaccioso…

“Ehm… Stavo solo scherzando, ovviamente…” Il mio maestro indietreggiò di qualche passo… “Vorrei farvi partecipi del mio segreto… lo farei senza remore… quello che non voglio è dovervi coinvolgere in una brutta faccenda… che riguarda personalità piuttosto potenti…”

Mi battei la mano sul petto. “Ah! Non si preoccupi! Di fronte a lei si trova la maga che ha sconfitto per ben due volte Shabranigdu!!! E questi al mio fianco sono i miei più fidati aiutanti!!! Non temiamo nulla!”

“… se dovessi battere il nemico in una gara di modestia mi sa che avresti seri problemi, Lina…”

 

…Misi a tacere lo spadaccino con un doloroso calcio nello stinco…

 

“AD OGNI MODO… Confidi in me! So badare a me stessa, glielo assicuro…”

Galdiar annuì. “La tua determinazione ti fa onore, Lina… Rispetto la tua decisione. E ti racconterò tutta la storia…” Lo sguardo del mio maestro si incupì… guardava verso di me, ma avevo l’impressione che la sua attenzione fosse rivolta oltre… ad est, verso il Circolo di Magia… “Immagino che anche tu ricordi… La Magia Nera di Zephilia non è mai stata il mio campo privilegiato di studi… Ma nel corso degli anni e dei miei viaggi avevo accumulato altre conoscenze, che sentivo il bisogno di mettere a frutto… Le tecniche di difesa della Magia Bianca, le armi sacre… Il mio sapere spaziava sui più vasti ambiti… Tutto ciò che mi serviva era la fama necessaria perché mi fosse permesso di esercitare quel sapere… Mi occorreva un nome…”

 

Oh, oh… Quella mappa bislacca… La sensazione di familiarità che avevo provato… Quel pugnale stregato… No… Non poteva essere…

 

“KENTAR –SAMA!!!!”

 

“Brava! Ma tu come fai a saperlo…?”

 

Il mio amico spadaccino ed io ci scambiammo una lunga occhiata, per poi tornare a fissare uno sguardo sbalordito sul mio maestro… Il vecchio mago batté le palpebre, perplesso. “…Ragazzi…? Che vi prende?”

 

“Vuole farci credere che… che il leggendario armaiolo sarebbe proprio lei??? Ma… ma… Kentar –sama dovrebbe avere più di duecento anni… lei…”

Il mio maestro si grattò la testa, assumendo un’aria imbarazzata. “Oh… ehm… conoscete quelle storie… riguardo a Lookrod… Uhm… la realtà è che nella foresta sacra di ‘Kentar’ viveva un vecchio eremita ma… ehm… era morto da tempo… Avevo cercato la sua casa per le mie ricerche e quando ho scoperto che era venuto a mancare… ho deciso di prendere il suo posto, sapete, il suo prestigio mi poteva fare comodo… Ho fatto sapere in giro che ‘l’eremita’ –che poi ormai ero diventato io- era un esperto d’armi… il vecchio che mi aveva preceduto in realtà si intendeva solo di erbe e veleni… lo scoprii leggendo gli appunti che aveva lasciato nell’abitazione… ma nessuno –immaginai- lo conosceva a sufficienza da smentire la piccola bugia che sarebbe servita a procurami qualche cliente…” Sospirò. “…Solo che in quella zona non passava mai nessuno… allora per aumentare un po’ la mia fama… ho messo in giro quelle voci sul drago…” I miei occhi si spalancarono, mentre il suo tono di voce si affievoliva. “…ma in fondo non ho fatto nulla di male…”

 

“NON HA FATTO NULLA DI MALE UN ACCIDENTE, GALDIAR- SAN!!! SONO COSE CHE NON SI FANNO!!! HA IDEA DI QUANTI GIORNI ABBIAMO GIROVAGATO IN QUEL BOSCO ASPETTANDOCI DI TROVARE UN GRANDE SAGGIO??????????????????????????” Uaaaaaaaah, era una cosa che ci si poteva davvero aspettare, da lui! Come avevo fatto a non pensarci prima?

“…Eh, ma anche le mie conoscenze non erano da poco, anche se non ho mai sconfitto un drago, e…” Fece una pausa. “Aspetta… aspetta un attimo! Volete dire che mi siete venuti a cercare? Che volevate la consulenza di Kentar –sama?” Batté le palpebre. “Ma tu guarda che coincidenza...”

“Non cerchi di cavarsela sviando il discorso! Dovevo immaginarlo che si trattava di lei! Quella mappa che ci ha fatto perdere un sacco di tempo non poteva che essere opera sua!”

Il mio maestro fece un gran sorriso. “Oh, avete trovato la mia pergamena? Ho pensato che avrei avuto voglia di trattare solo con clienti tanti pazienti da riuscire a seguirla… Divertente, vero?”

“NO, CHE NON È DIVERTENTE, NON LO È AFFATTO!!!!” La vena sulla mia fronte sembrava sul punto di esplodere… Il solito Galdiar –san…

 

“Bè, da qualcuno Lina –san doveva pur avere preso…” Sentii commentare alle mie spalle, ma decisi che scagliare una Palla di Fuoco ad Amelia, in quel momento, poteva non essere una buona idea…

 

“Ad ogni modo, Lina –chan, alla fine siete riusciti a trovarmi comunque… Non è il caso di scaldarsi, no?”

“Saremo anche riusciti a trovarla, ma solo dopo una infinità di… Ah!” Un lampo attraversò la mia mente. Se Galdiar era Kentar –sama, allora… “Galdiar –san, lei si trova in serio pericolo!!!” Scattai, la rabbia precedente messa a tacere da una nuova consapevolezza… Le creature… le creature che avevamo incontrato…

“… che genere di pericolo, Lina –chan…?” Di fronte alla mia espressione allarmata, anche il mio maestro era tornato alla serietà. “Vi è successo qualcosa, mentre eravate nella foresta?”

“Delle chimere ci hanno attaccati! Eravamo vicini alla sua abitazione, Galdiar –san! Miravano a lei, non posso sbagliarmi!!!”

Il voltò del mio maestro, immediatamente, si incupì. “… E così… ha deciso di dichiararmi aperta ostilità, ormai…”

 

Mi morsi il labbro. Si riferiva a… “Sta parlando di Ilmund il verde, vero, Galdiar –san…?” Dopo aver letto quella lettera, i dubbi che mi rimanevano erano molto pochi…

Il mio maestro si limitò ad annuire, con un sospiro… “Vedo… che sei acuta come quando eri piccola, Lina…” Strinse il pugno, mostrandomi un’espressione cupa che raramente gli avevo visto vestire… “Se sono qui a Miilun è proprio per tenere d’occhio il Gran Maestro… Ho cercato di fargli credere di essere fuggito altrove, per poterlo sorvegliare senza che lui ne fosse a conoscenza, anche se temo che ormai sospetti che mi trovo qui…”

“… Ma… che genere di rapporto c’è fra voi due…?”

Il mio maestro sospirò. “E’ una lunga storia, Lina… Una storia per la quale provo ancora vergogna… e rimorso… Sono stato uno stupido a farmi coinvolgere… ed ora mi dispiace coinvolgere te… sei stata persino costretta a combattere con quelle creature, per causa mia…” Mi fissò, intensamente. “Se fossi rimasta uccisa… io…”

Agitai la mano, ostentando noncuranza. Non mi piaceva l’atmosfera pesante che si era creata. “Tutto ciò che quelle bestiacce sono riuscite a farmi è un piccolo graffio, Galdiar –san…” Bè, forse ‘graffio’ era un eufemismo… Il livido che mi aveva lasciato la ferita si era rimpicciolito, ma ancora non accennava a sparire… Ma, in fondo, nessuno si era fatto male sul serio…

“Mmm…” Fece il mio maestro, improvvisamente pensieroso. “…Fortunatamente quel pazzo non è mai riuscito a creare dei mostri veramente forti…”

Battei le palpebre. “Vuol dire… che lei sa di cosa si tratta?”

Il mio maestro abbassò lo sguardo. “Come tu stessa hai affermato, sono chimere.” Emise un profondo sospiro. “Derivano da degli studi… degli studi sull’immortalità…”

 

Il respiro mi mancò per un momento. Studi… sull’immortalità…? Cioè, come era accaduto ad Atlas…? Non mi piaceva, non mi piaceva per nulla… Quel tipo di ricerche generalmente implicava intromissioni nel ciclo naturale dei viventi… fusioni di esseri dalle nature diverse… e omicidi…

 

“…Ma… il Circolo di Magia di Miilun è coinvolto in qualcosa del genere…?” Ero… stupita… Da quanto tempo andava avanti? Nulla era trapelato all’esterno?

 

“Ricerche sull’immortalità… sulla trasmigrazione delle anime… sui riti di evocazione e la produzione di chimere… Questa è una parte degli studi finanziati dal Gran Maestro… Condotti in gran segreto, ovviamente… da quello che viene definito il ‘Concilio’…”

Battei le palpebre. “…Il… Concilio…?”

Il mio maestro si concesse un sorriso amaro. “Già, il Gran Maestro non è particolarmente originale, nello scegliere i nomi, eh?” Quindi… quindi nella lettera che avevamo trovato… non si faceva riferimento all’iniziativa organizzata negli ultimi mesi, ma a…

“Si tratta di un gruppo ristretto di fruitori di magia…” Proseguì il mio maestro. “…provenienti dai più svariati circoli di Magia… Una sorta di setta… con una sua filosofia, una sua religione malata…” Distolse il volto come se… come se non riuscisse a sostenere il mio sguardo… “Nella loro visione distorta, i maghi dovrebbero essere delle creature superiori… Il dono della magia li renderebbe pari ai demoni e agli dei… Degni di comandare gli esseri umani… Ilmund ed i suoi venerano Lord of Nightmares, la fonte del loro potere, e stanno conducendo quelli che chiamano gli studi per ‘portare alla luce la loro vera forza’… Sostengono che il vero potere dei maghi è stato sopito dagli anni di convivenza con gli uomini comuni… E che le loro ricerche riusciranno a riportarlo finalmente alla luce. E allora, i maghi che follemente si ribelleranno alla loro causa verranno eliminati… mentre gli altri saranno in grado di partecipare alla lotta fra Mazoku e Shinzoku…”Mi fissò per un attimo, per poi distogliere nuovamente lo sguardo. “Partecipare… vittoriosamente, Lina –chan… allora -dicono- l’Equilibrio sarà spezzato e la loro ‘nuova stirpe’ avrà il dominio del mondo… e dell’umanità…” Galdiar strinse ancora una volta, nervosamente, i pugni.

 

Ma… Ma Ilmund ed i suoi… dovevano essere tutti matti!!! “E’ un progetto assurdo, Galdiar –san!!! Tanto per cominciare, le ricerche sull’immortalità non hanno mai condotto a nulla…”

Il mio maestro scosse la testa. “E’ quello che pensavo anch’io, Lina –chan… Quello che Ilmund non capisce è che lui è… lui è SOLO un mago… un essere umano, come tutti gli altri… essere esperti in un campo non porta a…” Ora le parole di Galdiar sembravano piene di rabbia… E il mio maestro parve rendersene conto, perché, improvvisamente, si bloccò. “Pe… perdonami, Lina –chan… Temo di essermi infervorato troppo… Ciò che volevo dire… è che anch’io pensavo fossero solo stupidaggini, che al massimo avrebbero portato a qualche progresso in quel campo di ricerca… Ma la cosa è andata oltre la misura. Il ‘Concilio’ ha cominciato a prendere se stesso sempre più sul serio. Ilmund, il suo fondatore, ne è diventato capo indiscusso… Sembra strano… quando tutto è iniziato, il Gran Maestro non aveva dalla sua parte che il suo carisma… Il suo circolo era ancora giovane, mancava di prestigio… Però, grazie a questo, aveva la possibilità di agire più liberamente degli altri Gran Maestri… Dai Circoli a lui alleati sono giunte a Miilun notevoli ricchezze, che hanno permesso a Ilmund di incrementare la propria fama, con iniziative come la Fiera…” Ecco come aveva fatto, accidenti!! “In realtà i fondi erano stati inviati per favorire le ricerche, ma il Gran Maestro si è giustificato dicendo che la ricchezza avrebbe prodotto ricchezza… e che, con la fama che si era guadagnato, molte più persone avrebbero appoggiato il ‘Concilio’ quando fosse venuto il momento di passare all’azione…”

 

Scossi la testa, stupita… E chi si sarebbe aspettato un affare del genere…? “Adesso si chiariscono molte cose…” Commentai, cupamente.

Il mio maestro annuì. “E immagino che tu capisca anche il perché di questa assemblea con i rappresentanti dei maggiori Circoli di Magia…” Battei le palpebre. Poteva essere…

“… Due piccioni con una fava, Lina –chan… In primo luogo, anche se ‘i tempi non sono ancora maturi per la rivelazione del Concilio al mondo’, Ilmund –san sperava di ingraziarsi quanti più Circoli di Magia possibile…”

“Allora…” Intervenne Amelia. “I Circoli di Magia che lo hanno appoggiato così apertamente, trascinando gli altri…”

“… Sono quelli a lui legati nel vincolo del ‘Concilio’.” Concluse cupamente il mio maestro, per lei. La mia amica ed io ci fissammo per un momento, in silenzio. Quindi presi la parola, ancora una volta.

“…E… l’altro motivo, Galdiar –san?”

Il mio maestro sospirò. “E’ piuttosto semplice… L’attenzione attorno Gran Maestro, ultimamente, era notevolmente aumentata… Il Circolo di Magia non forniva più un’adeguata copertura alla ricerche condotte da Ilmund e dal suo gruppo… E, non si sa in che modo, la parola ‘Concilio’ ha cominciato a circolare su diverse bocche, in città… Così, per sviare i sospetti prima che la notizia si diffondesse in modo irreparabile, Ilmund ha escogitato in tutta fretta la trovata dell’Assemblea dei Maghi…”

Annuii. Uno specchietto per le allodole, insomma… Ecco come stavano le cose… “Però, Galdiar –san… C’è ancora una cosa che non capisco… Lei… come fa ad essere a conoscenza di tutte queste cose?”

 

Il tentativo di Galdiar di evitare il mio sguardo si fece decisamente EVIDENTE. “Ecco… Lina –chan… anche questa ragione è piuttosto semplice…” Si grattò la punta del naso. “…Il motivo è che… anch’io…” Sospirò. “Anch’io ho fatto parte… del ‘Concilio’…”

 

Eh?EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH????? Mi erano venuti dei sospetti, vista la lettera che avevamo trovato, ma non avevo potuto, non avevo VOLUTO crederci! “Ma… Galdiar –san! Una cosa così folle…”

 

Il mio maestro sospirò, mentre la sua espressione, se possibile, si incupiva ulteriormente. “… Non è un periodo della mia vita a cui ripenso volentieri… solo ora mi rendo conto di quanto io sia stato stupido…” Finalmente, alzò lo sguardo per incontrare il mio. “… Non mi sono unito a loro perché condividessi le convinzioni che professavano, Lina –chan… Te l’ho detto, sin dal principio mi sono apparsi come un manipolo di folli. E devono aver trascinato anche me in questa follia, perché ho compiuto l’azione più stupida che mi potesse capitare di prendere in considerazione. Li ho sottovalutati.” Sospirò, nuovamente. “Zephilia non è stata generosa con me… Quando me ne sono andato, non era solo la fama a mancarmi… Nella situazione in cui mi trovavo, proseguire le mie ricerche era praticamente impossibile… E per me era impossibile anche trovare i mezzi per cominciare come avrebbe fatto qualsiasi mago mercenario… La mia abilità negli incantesimi d’attacco non era sufficiente perché mi guadagnassi da vivere combattendo… Quando giunsi a Miilun per visitare il Circolo di Magia, speravo di trovare maghi nelle mie stesse condizioni, a cui unirmi… Sapevo che la città, con il suo Circolo così giovane, radunava esperti nelle Arti Magiche di qualsiasi fazione… Potevo trovare qualcuno con i miei stessi interessi… avremmo potuto sostenere a vicenda i nostri studi… e invece, ciò che incontrai fu il ‘Concilio’. Sapevo che c’era qualcosa di poco chiaro in tutta la faccenda, ma unirmi a quel gruppo mi sembrava l’occasione per dedicarmi ai miei studi a tempo pieno, senza più preoccupazioni finanziarie…” Il mio maestro mi fissò negli occhi, aspettandosi forse un’osservazione o un rimprovero, ma io tacqui. Mi sembrava già abbastanza pentito della sua scelta… Senza contare che, personalmente, non avevo alcun diritto di criticarlo…

 

Con un sospirò, Galdiar proseguì. “Fin da subito mi resi conto, però, che l’autonomia che mi era concessa era decisamente limitata… Praticamente tutte le decisioni erano rimesse ad Ilmund –san… Certo… io non sono mai stato troppo propenso all’obbedienza… Per lo più, trascorrevo il tempo come ‘Kentar’, nella foresta sacra, dedito ai miei studi… Rendevo il ‘Concilio’ partecipe delle mie ricerche, ovviamente, ma raramente accettavo di indirizzarle secondo il loro volere… Per questo i miei rapporti con il Gran Maestro era sempre piuttosto tesi… Poi, nell’ultimo anno, le cose sono peggiorate. E, quando mi sono reso conto che i miei ‘compagni’ perseguivano SERIAMENTE il loro propositi, mi sono tirato fuori da tutta la questione… Tutto ciò che volevo era tornarmene ai miei studi, ma Ilmund –san non ha comunque accettato la cosa… Forse temeva che rivelassi qualcosa, anche se dubito che qualcuno avrebbe creduto ad un mago come me, dalla fama legata ad un falso nome, ed estraneo a qualsiasi Circolo di Magia… Fatto sta che ha continuato a perseguitarmi, per farmi tornare sui miei passi, giungendo persino alle minacce… Io mi sono sempre mostrato irremovibile…” Sospirò, alzando lo sguardo per fissarmi intensamente. “…e lo sono ora più che mai, Lina -chan…” Concluse.

 

“Per… per un motivo in particolare…?” Non sapevo perché, ma immaginavo già che la risposta non mi sarebbe piaciuta…

Galdiar annuì. “So che il ‘Concilio’ è giunto ad un risultato. Le ricerche di Ilmund, lo hanno portato a qualcosa… Il Gran Maestro non faceva che ripetermelo, nelle sue lettere. E non era solo per convincermi… Avevo l’impressione che fosse serio, molto serio… Non sono riuscito a scoprire molto, ma credo che abbia a che fare proprio con le ricerche sull’immortalità che ho nominato prima… Qualcosa in cui non desidero essere coinvolto, ad ogni modo… ma che vorrei tenere sotto controllo. E’ per questo che mi trovo qui. E’ anche colpa mia se siamo giunti a questo punto, e intendo fare di tutto per riprendere il controllo della situazione…” Galdiar abbassò lo sguardo. “Anche se non so ancora esattamente che cosa sto combattendo… e anche se Ilmund –san non accetterà tanto facilmente questa ribellione. In fondo, potrei diventare io il primo mago vittima del ‘Concilio’…”

“No!” Scattai. “Questo non avverrà! Io combatterò con lei Galdiar –san! Questa storia non mi piace per niente!” Mi accigliai. “Senza contare che ho proprio voglia di dare una lezione a Ilmund… Se ce lo togliamo dai piedi, tra l’altro, forse finalmente avremo modo di chiedere la giusta ricompensa per un affare che abbiamo risolto in passato…”

“Lina –san! Ma ti pare il caso di rivangare quella storia???” Sulla tempia di Amelia spiccava un’enorme goccia di sudore freddo… Bè, insomma, era abbastanza NORMALE pensarci ancora… Avevamo rischiato la pelle senza ottenere altro che uno scarno ringraziamento da due Shinzoku traditori…

 

Galdiar –san mi parve perplesso. “Potrebbe essere pericoloso… Ve l’ho detto, non so cosa dovremo combattere esattamente… Mi hai parlato di quelle chimere…” Mi rivolse un’occhiata significativa. “Tu lo sai benissimo, c’era un’altra persona che si interessava di quegli esseri…” Involontariamente, mi irrigidii… e, prima che potesse proseguire e rivelare faccende di cui non mi andava DAVVERO di discutere di fronte agli altri, il mio sguardo lo fulminò. Il mio maestro si zittì.

I miei compagni batterono le palpebre, stupiti dall’improvviso gelarsi dell’atmosfera. Ma, prima che chiunque potesse chiedere qualcosa, presi la parola. “Non ha importanza. Personalmente, dopo aver sentito tutto questo, non riuscirei a ripartire facendo finta che nulla sia successo… Sono curiosa di vedere che piega prenderà la questione.” Mi volsi verso i miei amici. “Voi che cosa avete intenzione di fare?”

I tre si scambiarono un’occhiata, e fu Gourry  prendere la parola. “Siamo in ballo, no? E allora, balliamo!” Ci riflettè un momento. “E poi, come potrei abbandonarti? Lasciandoti da sola a piede libero rischierei la distruzione della città…”

Gli rivolsi un’occhiataccia. “Perfetto! Manteniamoci in contatto attraverso il pugnale, Galdiar –san… Vedrà che in poco tempo saremo venuti a capo della faccenda! E saremo tutti sani e salvi!”

Il mio maestro mi sorrise. “Già… presto… sarà tutto finito…” Con quelle parole, sembrò più voler convincere se stesso, che noi… “Avrete mie notizie…” Indietreggiò verso il bosco, fino ad essere divorato dalle ombre… “Ti ringrazio… piccola mia…”

 

Quell’inquietudine… quell’inquietudine che avevo provato di fronte alle creature, nel bosco, si ripresentò con forza… E, in quel momento, provai l’intensa sensazione… che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui lo avrei visto…

 

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!! No! Non mi sarei lasciata deprimere così facilmente! Galdiar –san stava bene e ora sapevamo cosa lo minacciava! E’ vero, forse non ne conoscevamo esattamente la natura… Ma avevamo combattuto contro Demoni e Mostri di ogni tipo e non ci saremmo lasciati intimorire tanto facilmente… Ma dal giorno successivo avremmo dovuto darci da fare per indagare sulle vere intenzioni del Gran Maestro… per la sicurezza della città e… per guadagnarci qualcosina… (insomma, mica si sopravvive con i bei discorsi, no…?)

 

 

In silenzio come eravamo venuti, ci rincamminammo per le strade della città. Rimuginavo sulle parole del mio maestro, senza riuscire a capire quali potessero essere i ‘risultati’ raggiunti da Ilmund… L’immortalità…? Sinceramente, avevo dei dubbi. Purtroppo avevo una certa conoscenza di quegli studi… per… esperienza personale… ma per quello che ne sapevo la storia aveva negato la possibilità di conseguire la vita eterna semplicemente attraverso la Magia… Una falsa immortalità, ecco tutto ciò che era possibile agli esseri umani… l’immortalità conseguita attraverso il Contratto con un Mazoku… O il ‘Concilio’ era riuscito a trovare la chiave per la vera eterna giovinezza…?

O, forse, c’entravano davvero i demoni… un accordo stipulato con loro, e…

Scossi la testa. No, che senso avrebbe avuto? Ilmund ed i suoi miravano a sconfiggere i Mazoku e gli Shinzoku, un’alleanza con uno dei due gruppi non sarebbe stata possibile… Certo, i demoni avrebbero potuto accettarla se avesse fatto loro comodo… ma per quel che riguardava i membri del Concilio, bè, viste le loro convinzioni avevo idea che l’avrebbero considerata come una ammissione di inferiorità…

 

Uff… Era inutile… Per quanto potessi girare attorno alla questione, l’unico modo per saperne qualcosa di più era interrogare qualcuno che fosse direttamente coinvolto… Purtroppo, parlarne con Galdiar non era sufficiente, perché, ovviamente, il Gran Maestro era stato molto attento a non fargli avere più informazioni di quante gli fossero apparse necessarie per ‘persuaderlo’ a tornare… Ma potevamo fidarci ad avvicinare qualcun altro…? Dopotutto, ora che ci pensavo, una cosa non era stata chiarita dal nostro colloquio con Galdiar… Quanto sapeva Ilmund del passato del mio maestro? Perché… se era al corrente delle sue origini a Zephilia… ed era a conoscenza del nostro legame… allora probabilmente i miei compagni ed io eravamo segnalati nella lista nera dei ‘personaggi pericolosi’… e anche noi, che non avevamo minimamente cercato di nascondere la nostra presenza a Miilun, inevitabilmente, ci saremmo trovati in pericolo…

 

Un lieve strattone nel mio mantello mi distolse dai miei pensieri. Il mio sguardo si posò immediatamente sul colpevole. “Gourry…?”

Il mio amico mi fissò per un momento, con l’aria di volermi mettere in guardia da qualcosa, quindi gettò una breve occhiata alle proprie spalle, senza voltarsi.

 

Qualcuno ci stava seguendo.

 

Mordendomi il labbro per la mia disattenzione, feci allo spadaccino un breve cenno d’assenso. Chiunque fosse, potevamo coglierlo di sorpresa… un buon vantaggio. Probabilmente era solo, per evitare di attirare troppo la nostra attenzione… ma i suoi compagni attendevano nell’ombra, in attesa di un suo segnale. Se fossimo stati sufficientemente veloci, avremmo potuto catturarlo e metterlo  tacere senza essere costretti ad ucciderlo… e allora noi cinque avremmo fatto una bella chiaccheratina…

 

Con un gesto, intimai alle mie compagne di fermarsi. Battendo le palpebre, le due si bloccarono, e fortunatamente ebbero l’accortezza di non fare commenti… Rivolgendo loro una breve occhiata ed un sogghigno, presi la parola, senza più preoccuparmi di mantenere basso il tono della voce… “Mi stavo chiedendo… Se qualcuno in questa città ha qualcosa da nascondere… potrebbe allarmarlo il fatto che noi quattro ci mettiamo a ficcanasare in giro…” Sperando che le mie parole distraessero momentaneamente il nostro pedinatore, richiamai bravemente alla mente la formula di un incantesimo, muovendo impercettibilmente le dita nell’atto di evocarlo…

“Giusto… E quindi qualcuno potrebbe decidere di attaccarci da un momento all’altro…” Proseguì per me Gourry, mettendo mano all’elsa della spada.

“Lo penso anch’io…” Girai all’improvviso le spalle, per affrontare qualsiasi cosa si annidasse nell’ombra. “… e credo proprio che tra poco ne avremo una dimostrazione…”

 

Un rumore… spazzatura rovesciata in un movimento convulso, probabilmente. Il nostro acuto inseguitore doveva avere capito che ci eravamo accorti di lui… Ma ormai era un po’ troppo tardi.

 

Lighting!!!” Terminai la formula, e, all’improvviso, la via fu illuminata a giorno… Una figura incappucciata stava fuggendo verso la strada principale…

 

‘Se credi di riuscire ad andare a chiamare rinforzi, caschi davvero male!!!!’ Scattai in avanti, precedendo Gourry, che aveva già estratto la spada e… Shadow snap!!!” Recitai. Il mio pugnale colpì direttamente la sua ombra, e il mio avversario si bloccò, temporaneamente immobilizzato.

 

Ma, evidentemente, quel trucchetto non gli era estraneo… Lighting!” Udii recitare. Una piccola fonte di luce, e il mio incantesimo era stato spezzato. Solo, non avevo intenzione di lasciargli il tempo per un’altra formula…

“Fermo dove sei!” Gridai, battendo le mani di fronte al petto e portandole brevemente avanti. Una sfera luminosa brillava fra le mie dita. “Stai per diventare il bersaglio di una Palla di Fuoco… Se fossi in te, ci penserei due volte, prima di disubbedire al mio ordine.” In quel momento, anche Gourry e le altre mi raggiunsero. Una lama di pura luce brillava fra le braccia dello spadaccino, pronta a colpire ad ogni mossa falsa del nostro avversario… ed evidentemente quest’ultimo era sufficientemente intelligente da considerare i nostri ‘argomenti’ un valido deterrente alla fuga…

 

Con un sospiro, il ‘pedinatore’ gettò a terra la spada che aveva estratto scappando. Quell’arma… aveva un taglio familiare… “E così… si trattava proprio di voi… i tuoi attacchi sono inconfondibili, Lina…” Lentamente, il nostro avversario si voltò ed abbassò il cappuccio. “… anche se, se devo essere sincero, non posso dire di essere felice di vedervi qui…”

 

L’occhiata che ci lanciò fu tutt’altro che amichevole, ma sulla sua identità non potevo davvero avere dubbi… Quello… quello era…

 

“ZELGADISS!!!”

 

 

  
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